Magic Mike: recensione del film con Channing Tatum

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Arriva al cinema Magic Mike distribuito da Lucky Red il film diretto da Steven Soderbergh, con Channing Tatum e Alex Pettyfer.

 

Magic Mike, la trama

In Magic Mike Adam è un ragazzino di 19 anni che non riesce a trovare un posto nel mondo, si destreggia tra un lavoretto in nero e l’altro, avendo mandato all’aria la sua borsa di studio per una rissa con un professore. La sua vita cambierà quando incontra sulla sua strada Mike, 30enne di bell’aspetto che ha dei seri progetti nella vita ma, avendo bisogno di soldi per realizzarli, arrotonda facendo lo spogliarellista. Attraverso Mike, Adam diventa Kid e trova il suo posto … sul palcoscenico.

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Il film Magic Mike

Steven Soderbergh porta sullo schermo una storia che parte da alcuni episodi capitati realmente al protagonista Channing Tatum durante la sua adolescenza e ne trae una storia un po’ esile ma nel complesso strutturata bene. Padrone della scena è senza dubbio Tatum: l’attore aveva già dimostrato in Step Up le sue doti da ballerino, e qui le esalta e le sfrutta la massimo dando un vero e proprio spettacolo di bravura, al di là dei muscoli guizzanti che ci vengono propinati per tutto il film.

Tutt’altra storia invece per il giovane Alex Pettyfer, che interpreta Kid. L’attore già visto in Sono il Numero Quattro ha dalla sua solo un bel faccino ma né sex appeal né tantomeno scioltezza di movimenti sul palco, con il risultato che la sua prestazione rimane molto al di sotto di quanto aveva fatto vedere in In Time di Andrew Niccol. Altro componente fondamentale del cast è Matthew McConaughey nei panni del “vecchio” proprietario del locale dove i giovani vanno a spogliarsi, Dallas; un uomo rude, con grandi progetti di guadagno e una tendenza un po’ spiacevole alla prevaricazione, inoltre è un ex-spogliarellista e McConaugehy non perde l’occasione per mostrare il fisico che lo ha reso famoso e l’ha aiutato a fare successo a Hollywood.

Tra momenti imbarazzanti e risatine trai denti il film prosegue, per una durata che sembra un po’ eccessiva (110 minuti), raccontato l’ascesa e la caduta di un giovane che si trova ad avere tutto senza riuscire a gestire la sua vita, tra droga, donne e divertimento sfrenato. Soderbergh scompare un po’ dietro la storia, limitandosi, se non in brevissime sequenze, a raccontare in maniera didascalica gli eventi. Nel cast anche Joe Manganiello di True Blood e Matt Bomer di White Collar.

Molto belle le coreografie, soprattutto quella del numero del 4 luglio e quella di apertura su It’s Raining Man, grazie soprattutto al front – man Tatum. Film da vedere, se ci si fa trascinare dalla bella colonna sonora senza pretendere troppo in cambio.

Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.

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