Making Of: recensione del film di Cédric Kahn #Venezia80

Il film arriverà in Italia distribuito da I Wonder Pictures

Making Of film recensione

Dopo Cannes 2023 Cédric Kahn arriva a Venezia 80 con il suo Making Of, film Fuori Concorso. La pellicola metacinematografica ci porta dietro le quinte della realizzazione di un film del regista Simon (Denis Podalydes). L’associazione con Effetto Notte di François Truffaut è immediata perché così come nel film del 1973 Kahn racconta crisi, personali e professionali, tra il cast e la troupe. Il film nel film racconta la storia di operai che lottano per proteggere la loro fabbrica dalla delocalizzazione. Ma nulla va come previsto. Simon sarà affiancato dalla produttrice Viviane (Emmanuelle Bercot) che cerca di mettergli i bastoni tra le ruote per la realizzazione del film. Vuole, infatti, riscrivere il finale e minaccia di tagliare il budget, tutti argomenti di matrice contemporanea. Mentre la produzione va a pezzi Joseph (Stefan Crepon), una comparsa con l’amore per il cinema, accetta di dirigere il dietro le quinte.

 

Making Of, la trama

Costi e processo creativo: come funziona la macchina cinematografica se sei un regista di una piccola produzione e devi fare i conti con tagli al budget e produttori? Making Of di Cedric Kahn collega il cinema all’interno del cinema, le due realtà si fondono e mentre nel film girato da Simon scoppiano le proteste – una vera e propria rivolta operaia in una fabbrica della provincia francese – il film di Kahn fa una critica sulle sorti del cinema contemporaneo. Diviso in atti come un’opera teatrale, all’inizio del film siamo subito immersi nell’azione. Una lunga inquadratura, piano sequenza, ci mostra le vicende del film ma subito dopo scopriamo l’effetto matrioska che Making Of tenta di realizzare.

La narrazione metacinematografica è davvero un marchio di fabbrica francese ma nell’ultimo anno sono tantissimi i film che si sono occupati di celebrare i vari aspetti della Settima Arte. Steven Spielberg con The Fabelmans, Damien Chazelle con Babylon. Il filo conduttore cambia a seconda del tema e del periodo storico in cui è ambientato il film e tende a evidenziare la complessità della macchina cinematografica che inevitabilmente risuona in tutte le persone che fanno parte del progetto.

Making Of film

Tre atti, due protagonisti

In Making Of si accavallano le voci dei due protagonisti. C’è il regista Simon che è incastrato da produttori e piani alti che vogliono pilotare il suo film. E poi c’è Joseph che guarda il mondo del cinema con occhi incantati sognando di farne parte. Due mondi opposti che cercano però di descrivere i disagi legati al lavoro dietro la macchina da presa. Quello che però cerca di fare Cedric Kahn è sovrapporre il mondo dietro le quinte e il cinema stesso. La trama creata dalla troupe di Simon viene riflessa anche nel film di Kahn: le proteste degli operai e le indigenti condizioni dei lavoratori. Poi subentrano anche i drammi personali del protagonista che cerca in tutti i modi di evitare di divorziare dalla moglie. Il tutto accompagnato a momenti del tipico umorismo irriverente dei francesi.

Ancora una volta poi Making Of mette davanti uno specchio i due protagonisti, da una parte un amore che finisce dall’altra uno che nasce. L’aspirante regista in erba Joseph si innamora dell’attrice protagonista Nadia (Souheila Yacoub). Per i tre atti che compongono il film viene trasmessa l’esigenza di salvare il cinema, di salvare questa macchina imperfetta e le persone che ci sono dietro. Mentre i drammi dei protagonisti vengono portati avanti – senza dare una chiusura definitiva – il film rimane con molte domande senza risposta. Parlando però di metacinema appare chiara la metafora non solo sulle condizioni su cui verte in cinema adesso ma sulla reazione di Kahn stesso a questo periodo storico. Making Of è una lunga seduta psicologica dove il regista cerca di mettersi a nudo attraverso le parole degli interpreti.

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