Con Oi Vita Mia, Pio e Amedeo firmano il loro esordio alla regia, lasciando da parte la comicità più televisiva per raccontare una storia che parla di amicizia, rispetto, memoria e comunità. Al cinema a partire dal 27 novembre 2025, distribuito da Piper film, il film nasce con un intento dichiarato: dimostrare che la commedia può essere anche uno spazio di riflessione, un terreno dove la leggerezza convive con la sensibilità sociale.

Oi Vita Mia: una comunità che rinasce dall’incontro tra giovani e anziani
La storia prende vita in una piccola città della Puglia, Vieste, dove Pio interpreta un educatore religioso e idealista, impegnato nel recupero dei ragazzi di una comunità. Quando il tetto della struttura crolla e il luogo viene dichiarato inagibile, trova rifugio dall’amico di sempre Amedeo, che gestisce una casa di riposo locale.
Amedeo è un operatore socio-sanitario (Oss) che si prende cura in prima persona degli anziani ospiti, offrendo loro non solo assistenza, ma anche rispetto, affetto e ascolto. Il suo personaggio è costruito con una tenerezza che sorprende e rappresenta l’anima più empatica del film.
Quando Pio chiede ospitalità, Amedeo accetta di accogliere lui e i suoi ragazzi nel piano disabitato della casa di riposo. Ne nasce una convivenza forzata tra generazioni che sembrano distanti, ma che presto scoprono di condividere le stesse fragilità: la solitudine, il bisogno di sentirsi utili, la voglia di essere amati. Giovani “fuori posto” e anziani danno vita a una nuova comunità, in cui ironia e solidarietà si intrecciano in modo autentico.
Il film costruisce su questa base una riflessione semplice ma efficace: quella sull’inclusione e sulla capacità di riconoscersi nell’altro, anche quando le differenze sembrano incolmabili. L’umanità che emerge dai dialoghi e dai piccoli gesti quotidiani – una partita a carte, una sfida a rubabandiera, una canzone cantata insieme – restituisce il senso profondo di un film che vuole celebrare la vita come incontro, come possibilità continua di rinascita.

Tra ironia e quotidianità
Oi Vita Mia alterna momenti di grande leggerezza a passaggi più riflessivi. L’amicizia tra i due protagonisti diventa così la chiave per esplorare il tema del rispetto reciproco e del bisogno di appartenenza, con una naturalezza che in alcuni momenti sfiora l’emozione autentica.
Non mancano, però, alcune ingenuità narrative: certi passaggi risultano prevedibili, e la regia – pur ispirata nelle intenzioni – fatica a mantenere sempre un equilibrio tra toni comici e drammatici. Si percepisce la voglia di costruire un cinema “vero”, vicino alla gente, ma il risultato alterna momenti ispirati a passaggi più convenzionali. Tuttavia, il film non perde mai il suo cuore: la convinzione che la gentilezza e l’empatia possano essere atti rivoluzionari.
Girato interamente in una vera casa di riposo a Vieste, con la partecipazione degli stessi ospiti come comparse, Oi Vita Mia si distingue per un senso di autenticità raro. Ogni sguardo e ogni sorriso hanno un valore reale, e contribuiscono a creare quell’atmosfera di comunità che il film vuole trasmettere.

Lino Banfi, l’anima del film Oi Vita Mia
Il vero centro emotivo del racconto è Lino Banfi, nel ruolo di un uomo affetto da Alzheimer. La sua interpretazione è un piccolo capolavoro di misura e sensibilità: il volto segnato dal tempo, lo sguardo che oscilla tra smarrimento e dolcezza, la fatica di ricordare e il bisogno di essere ricordato.
Banfi – che condivide con i registi le radici pugliesi – è qui più che un attore: è una presenza viva e commovente, capace di incarnare la memoria stessa del film. Attraverso di lui, Oi Vita Mia parla della dignità del vivere e del morire, ma anche del valore di ogni istante condiviso.
Il personaggio di Banfi si muove tra lucidità e assenza, e nella sua fragilità diventa un simbolo universale: la vita che sfugge, ma che nel contatto umano ritrova senso. È impossibile non emozionarsi davanti a certi momenti di silenzio o a quella malinconia leggera che accompagna ogni suo gesto.

Un film sincero e imperfetto
Il merito più grande di Oi Vita Mia sta nella sincerità. Pio e Amedeo non cercano di costruire un film furbo o ruffiano: vogliono raccontare la parte più umana e nascosta del loro mondo, quella che sta dietro la risata. E ci riescono, anche se con qualche incertezza stilistica.
La loro regia è semplice, ma mai superficiale. Si percepisce la cura nel dirigere gli attori e l’intenzione di restituire una verità emotiva che supera la tecnica.
La colonna sonora, varia e accogliente, accompagna bene i passaggi di tono: dai momenti corali di leggerezza alle scene più commoventi. E nella scelta musicale, che spazia dai Pooh fino a una citazione dei Beatles (omaggio alla celebre performance sul tetto), emerge l’idea di un film “per tutti”, costruito per abbracciare pubblici diversi.
Oi Vita Mia è un film imperfetto ma onesto, un piccolo passo di crescita per due artisti che cercano nuove forme di espressione. Un racconto sull’amicizia, sulla cura e sul bisogno di riconoscersi, che non sempre convince ma lascia una traccia sincera.
Oi Vita Mia
Sommario
Un film sincero e ricco di cuore, forte nei momenti emotivi ma meno solido nella costruzione complessiva: un esordio promettente, anche se imperfetto.
