Spaceman: recensione del nuovo film con Adam Sandler

Commovente e introspettivo, il film è disponibile su Netflix dal 1 marzo.

Spaceman recensione film
© 2023 Netflix, Inc. Courtesy of Netflix

A qualsiasi amante del genere comico sarà capitato di imbattersi almeno una volta in una delle tante commedie che vedono Adam Sandler nel ruolo di protagonista: da Terapia d’urto fino a Un week end da bamboccioni, l’attore è diventato un volto chiave nella comedy americana. Di tanto in tanto Sandler si è però cimentato anche con film drammatici, come il nuovo Spaceman: una pellicola profondamente drammatica, che vede l’astronauta Jakob Prochazka, interpretato da Sandler, confrontarsi con sé stesso attraverso un ragno alieno, doppiato da Paul Dano (The Fabelmans). Nel film, disponibile su Netflix e tratto dal romanzo Spaceman of Bohemia di Jaroslav Kalfař, ritroviamo anche l’attrice inglese Carey Mulligan nel ruolo di Lenka, moglie di Jakob, e l’italiana Isabella Rossellini.

 

La trama di Spaceman: la solitudine dello spazio profondo

Jakob Prochazka è un cosmonauta in missione nello spazio da 189 giorni, in totale solitudine. Il suo obiettivo è ottenere informazioni su una misteriosa nube viola che occupa i cieli da ormai diversi anni. La missione, che dura ormai da più di sei mesi, mette però Jakob a dura prova a livello fisico e mentale. Lenka, moglie di Jakob, non riesce più a tollerare la distanza e la mancanza di attenzione da parte del marito e decide di lasciarlo; nonostante il messaggio in cui Lenka decide per la rottura non sia mai arrivato a Jakob, lui stesso percepisce il silenzio tra loro due.

In questo stato di completa solitudine e di mancanza di sonno, un misterioso essere alieno, con le sembianze di un ragno gigante, entra nell’astronave di Jakob. L’essere, soprannominato dall’astronauta Hanus, è incuriosito dal totale stato di solitudine di questo “umano pelle e ossa” e per questo cerca di capirne il motivo. Così Hanus ripercorre insieme a Jakob dei flash della sua vita passata, specialmente dei momenti determinanti nella sua relazione con Lenka, in un affascinante viaggio introspettivo.

Hanus: realtà o proiezione?

Lo spettatore può guardare Spaceman da due punti di vista differenti. Da uno più superficiale, si può identificare l’incontro con Hanus in maniera totalmente fantascientifica: un esploratore dello spazio incontra un altro esploratore proveniente da un altro pianeta. In questo modo il ragno gigante rappresenta solo un saggio essere incuriosito dal genere umano.

Andando più a fondo nella visione del film, però, il personaggio di Hanus sembra essere una mera proiezione della psiche di Jakob. La creatura appare in un momento di estrema debolezza per l’astronauta per via del lungo periodo di solitudine, della perdita dell’unico appiglio emotivo, Lenka, e della mancanza di sonno. Pare molto più plausibile ipotizzare che Hanus sia stato creato dalla mente di Jakob per affrontare i propri sentimenti e gestire al meglio la solitudine. Questa interpretazione è provata anche dal fatto che Peter, in continuo contatto dalla terra con l’astronauta, non senta la voce del ragno.

Reale o non, Hanus resta una figura fondamentale del film: una sorta di psicologo con il corpo da ragno! Questo accompagna Jakob in un percorso di conoscenza personale, in modo da comprendere i problemi della propria relazione con Lenka.

Spaceman Adam Sandler
© 2023 Netflix, Inc. Courtesy of Netflix

 

Spaceman: la solitudine nella terra e nello spazio

Tu vai dove vado io, io vado dove vai tu. Giusto, cosmonauta?

Nonostante l’ambientazione spaziale, il tema focale di Spaceman rimane dunque la solitudine, di Jakob come anche di Lenka. Nonostante i sentimenti che provano l’uno per l’altra, i due si sono isolati, respinti a vicenda. Nel film li vediamo soli, costretti ad affrontare i propri problemi e sentimenti senza alcun supporto.

Nella prima parte di Spaceman viene naturale per il pubblico compatire Jakob, abbandonato dalla propria compagna in un momento così delicato. Solamente con la rivelazione dell’intera relazione tra i due tutto diventa più chiaro: l’ambizioso astronauta, nel guardare il cielo, perde di vista ciò che si trova sulla terra.

Solo grazie all’aiuto di Hanus, Jakob rifletterà realmente sulla propria relazione con Lenka, realizzando tutte le sue mancanze.

Un sorprendente Adam Sandler

Nonostante la fama di Sandler derivi maggiormente da film comici, in Spaceman l’attore dimostra nuovamente la propria versatilità. Il ruolo di Jakob è estremamente drammatico, tendente ad uno stato di totale apatia. Si tratta quindi di un personaggio molto differente dallo standard di Sandler, ma l’attore riesce ugualmente a trasmettere molto al pubblico, in una pellicola con una narrazione abbastanza lenta, incentrata interamente sulle emozioni e i sentimenti del protagonista.

Spaceman si dimostra così essere una pellicola emozionante, narrante un viaggio introspettivo. Uno stato di solitudine così estrema che porta inevitabilmente alla conoscenza o alla riscoperta di sé, anche grazie all’aiuto di un saggio ragno alieno!

- Pubblicità -