Stella è innamorata: recensione del film di Sylvie Verheyde

La regista affronta la sua adolescenza, mostrando gli impeti e i desideri di una giovane 17enne che deve ancora trovare il suo posto nel mondo

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Nel 2008, all’interno delle Giornate degli Autori della 65esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, Sylvie Verheyde aveva presentato Stella, film di stampo autobiografico che ripercorreva l’infanzia della regista. Nel 2022, con Stella è innamorata, Verheyde torna sui passi della bambina che fu, ora diventata adolescente. Siamo ancora a Parigi, nel pieno degli anni ’80. Stella ha 17 anni, ha fame di vita e vuole scoprire chi è davvero e cosa ne sarà del suo futuro. Come ogni giovane a quell’età comincia a sentire il sangue che le ribolle nelle vene a causa di un ragazzo, a sperimentare il desiderio sessuale e a gestire i suoi ormoni ballerini.

 

È il tempo della spensieratezza, che si alterna alle crisi esistenziali giovanili, dettate dalla poca consapevolezza di quel che si vuole fare da adulti. Stella è innamorata ha debuttato al Locarno Film Festival del 2023, ed è in concorso nella selezione ufficiale dell’edizione 2025 del Prix Palatine (il premio giovani del cinema europeo in collaborazione con Unifrance). Nei panni della protagonista l’ottima Flavie Delangle. La pellicola arriva al cinema il 21 novembre distribuita da No.Mad Entertainment.

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La trama di Stella è innamorata

1985. Siamo in Italia, a Napoli. Stella scende da una vespa rossa e dà un bacio al ragazzo che le ha fatto compagnia per tutto il tempo trascorso lì, dove era andata a passare le vacanze estive con le amiche. È tempo ora di tornare a casa, a Parigi, e affrontare il temibile anno della maturità. A Stella però sembra non importare molto dell’ultimo anno di liceo, nonostante sia conscia del fatto che i risultati che raggiungerà decreteranno il suo futuro. Nel bar dei genitori, poi, dove oramai lavora solo la madre lasciata dal padre, non ne vuole proprio sapere di stare. Una sera decide di accompagnare una compagna di classe in discoteca, al Les Bains-Douches, dove scopre la passione per il ballo e il ritmo e un ragazzo, André, di cui si innamora. Da qui cerca di rimettere in prospettiva tutta la sua vita, alla ricerca del suo posto nel mondo, che spera di trovare prima della fine della scuola.

Stella è innamorata

Un sofisticato racconto di formazione

L’adolescenza è il momento più delicato della propria vita. Sono gli anni dell’indecisione, delle insicurezze più radicate, dei dubbi e della fame di libertà. Talmente forte da offuscare il resto. È il periodo in cui i colori sono più vividi che mai, rappresentativi di un momento di transizione fatto di esplosione e curiosità. Difficile trattenersi quando si incrocia lo sguardo di qualcuno che ci piace, e all’improvviso ci si ritrova fra i banchi di scuola a sognare a occhi aperti ripensando al primo incontro. Lo stomaco si controce, le farfalle svolazzano, il desiderio di sapere cosa succede una volta scivolati via i vestiti dal corpo cresce a dismisura. C’è poi l’esigenza di capire cosa ne sarà di sé una volta chiuse le porte della scuola, quando l’ingresso nel mondo degli adulti e delle responsabilità arriva e si è chiamati a compiere delle scelte.

Crescere vuol dire anche chiarirsi le idee, fare i conti con se stessi non prima, però, di essersi lasciati guidare dalle proprie sensazioni. Ed è quello che accade a Stella: da un lato costretta a diplomarsi per non rimanere indietro mentre le sue amiche vanno avanti, dall’altro bisognosa di seguire quell’istinto che la porta a comunicare con il corpo. E così arriva la discoteca, l’impellente esigenza di ballare, ondeggiare con il bacino, assorbire la musica fin dentro le ossa. Un destino che sa appartenerle, nonostante i diversi ostacoli che incontra lungo il cammino, e che dipendono anche dal confronto con le sue compagne di viaggio, ben lontane da lei sia nel pensiero che nelle intenzioni future.

Vivere ascoltando se stessi

La scelta dei primi piani di Sylvie Verheyde sulla sua attrice protagonista è funzionale e necessaria per cogliere le trasformazioni del corpo e della mente che passano prima dal suo viso. Dalle labbra che si inarcano in un sorriso a mezzalunga, dagli occhi pieni di amore e bramosia, dalla fronte corruciata e dalle guance che accolgono lacrime amare. Il campo si restringe spesso su lei e sul sul microcosmo, per cogliere gli attimi catartici di Stella e quell’epifania avuta la prima sera alla discoteca Les Bains-Douches. Attraverso questa ponderata scelta registica il pubblico è ancor più a contatto con lei, vivendo in prima persona l’atmosfera trasognata tipica dell’adolescenza. La regista accarezza con tenerezza la sua Stella, la insegue e la analizza amorevolmente, lasciando solo intuire quel che le accade nel privato, senza mai essere troppo esplicita.

Un racconto elegante ma al tempo stesso frenetico, accentuato da una fotografia dai colori saturi, che si legano alla forza dominante di quegli anni belli quanto complessi. Flavie Delangle recita con talmente tanta naturalezza da avere a volte l’impressione che non lo stia facendo affatto, rendendola una bella promessa per il cinema francese. L’unica pecca è il doppiaggio italiano, attraverso cui si perde un po’ di quella autenticità che caratterizza Stella è innamorata, soprattutto perché Stella, con la voce fuori campo, ci accompagna in tutto il suo viaggio. La sua voce, come quella dei suoi comprimari, è stata affidata a una professionista itaiana che non le rende giustizia come dovrebbe, e questo è un vero peccato ai fini della completa riuscita dell’opera. Avrebbero dovuto fare come accaduto con Chien de la casse: proporre la visione con la versione originale, sottotitolata.

Stella è innamorata
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Sommario

Un racconto elegante ma al tempo stesso frenetico, accentuato da una fotografia dai colori saturi, che si legano alla forza dominante di quegli anni belli quanto complessi. Flavie Delangle recita con talmente tanta naturalezza da avere a volte l’impressione che non lo stia facendo affatto, rendendola una bella promessa per il cinema francese.

Valeria Maiolino
Valeria Maiolino
Classe 1996. Laureata in Arti e Scienze dello Spettacolo alla Sapienza, con una tesi su Judy Garland e il cinema classico americano. Articolista su Edipress Srl, per Auto.it, InMoto.it, Corriere dello Sport e Tutto Sport. Approda su Cinefilos.it per continuare la sua carriera nel mondo del cinema e del giornalismo, dove attualmente ricopre il ruolo di redattrice. Nel 2021 pubblica il suo primo libro “Quello che mi lasci di te” e l’anno dopo esce il suo secondo romanzo con la Casa Editrice Another Coffee Stories, “Al di là del mare”.

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