X-Men: Apocalypse, recensione del film di Bryan Singer

X-Men: Apocalypse

La scena post credits di X-Men Giorni di un Futuro Passato aveva annunciato l’ora dell’Apocalisse: il primo mutante che della Storia, il padre di tutti coloro che rappresentano lo stadio superiore nell’evoluzione. In X-Men: Apocalypse facciamo la conoscenza di En Sabbah Nur, colui che, attraverso i secoli, si reincarna di volta in volta in nuovi mutanti, assumendone i poteri e diventando così sempre più forte. Venerato come Dio, temuto come il demonio, Apocalisse vuole distruggere il mondo per edificarne uno nuovo. Per farlo ha bisogno di seguaci, quattro potenti mutanti che come lui covano rabbia e odio verso il genere umano.

 

Bryan Singer completa la sua trilogia del nuovo corso dei mutanti Marvel con X-Men: Apocalypse, concludendo in un trionfo di CGI una storia che, pur facendone massiccio uso, soprattutto nel finale, non viene mai soffocata dagli effetti visivi, tenendo sempre al centro le relazioni, i personaggi, il cuore pulsante che esiste nei fumetti e che il film restituisce. Naturalmente la trama si basa su una rielaborazione di caratteri e non tutti i personaggi presentano una story-line che ne rispetta le origini, tuttavia la coesione del racconto fa passare in secondo piano le incongruenze (ce ne sono diverse anche nella confusissima continuity del franchise) per restituirci una valanga di emozioni e tanta azione, tutto ciò che un cinecomics modernamente inteso dovrebbe avere.

X-Men: Apocalypse, il cast

James McAvoy, Michael Fassbender, Jennifer Lawrence e Nicholas Hoult riportano sul grande schermo Xavier, Eric, Raven e Hank con grande energia, rispettando i canoni posti da Singer in X-Men L’Inizio. Torna anche Quicksilver (Evan Peters) con una nuova esilarante scena al ralenty.

X-Men: ApocalypseA Oscar Isaac è stato affidato il ruolo del villian, un cattivo che oltre ogni mutazione e talento possiede il potere della persuasione, cosa che Isaac, nonostante il criticato look, che nel film si inserisce alla perfezione, restituisce in maniera magistrale.

Il film ci propone un ventaglio di protagonisti in vecchi panni: Sophie Turner, Tye Sheridan, Alexandra Shipp e Kodi Smit-McPhee sono i nuovi volti di mutanti già noti (Jean Grey, Scott Summers, Ororo Munroe e Kurt Wagner) che aggiornano e rivedono i ruoli nella loro adolescenza. In particolare Jean e Scott, con un maggiore sviluppo, rappresentano l’essenza degli X-Men: ragazzini spaventati, che attraversano il difficile cammino verso l’accettazione da parte del mondo ma soprattutto verso un’auto-accettazione. Come ognuno di noi, nella vita reale. In questo risiede, ancora una volta, la forza di questi personaggi e di X-Men: Apocalypse.

Sono gli uomini che fanno la Storia, non gli Dei, sono le persone che accettano se stesse e le proprio doti, non senza sofferenza e sacrificio, a vincere contro il male perché prima hanno già battuto il più grande nemico che ogni individuo si trova a fronteggiare: se stessi.

X-Men: Apocalypse

- Pubblicità -