L’89esima edizione degli Oscar è quasi alle porte. La notte del 26 febbraio si avvicina. E mentre cresce l’attesa, continua il nostro viaggio alla scoperta di film, registi e attori che hanno avuto l’onore di vedere il loro lavoro riconosciuto dall’Academy. Oggi è la volta di uno dei premi più attesi della lunga notte delle stelle: quello relativo alla migliore attrice protagonista.
Non importa di che nazionalità siano, quanta esperienza abbiano alla spalle o quale regista abbia avuto il privilegio di dirigerle. Quest’anno ci troviamo alla presenza di cinque “cavalli di razza”, tra veterane che continuano ad onorare la categoria e gradite sorprese sulle quali non sembra aver gravato né l’età anagrafica né la longevità della carriera.
Oscar 2017: le nomination della 89ª edizione
Conosciamo insieme le cinque nominate a Migliore attrice protagonista
Ecco nel dettaglio le cinque nominate al premio Migliore Attrice Protagonista di questa 89esima edizione degli Academy Awards: Isabelle Huppert, Ruth Negga, Natalie Portman, Emma Stone e Meryl Streep.
Isabelle Huppert per
Elle
Partiamo da una delle due
possibili vincitrici di questa edizione. Stiamo parlando della più
apprezzata e stimata interprete del panorama cinematografico
europeo: Isabelle Huppert. La vittoria dell’Oscar
sarebbe il coronamento di una carriera straordinaria già costellata
da numerosissimi e prestigiosi riconoscimenti: un BAFTA, due premi
a Cannes, due Coppa Volpi a Venezia (escluso il Leone d’oro alla
carriera) e un Orso d’argento a Berlino. Con la sua performance di
Michèle in Elle del regista Paul
Verhoeven ha letteralmente stregato la critica americana,
ottenuto un Golden Globe come migliore attrice protagonista in un
film drammatico e una candidatura ai prossimi César (è l’attrice
più nominata al premio, con ben 15 nomination e una vittoria). Nel
film, presentato in anteprima all’ultimo Festival
di Cannes e atteso nelle nostre sale per il prossimo 23 marzo,
la Huppert interpreta il capo di una compagnia di videogiochi che
dopo essere stata aggredita e violentata in casa sua da uno
sconosciuto, inizia un’ossessiva indagine solitaria per scoprire
l’identità del suo aggressore. All’età di 53 anni, Isabelle
Huppert sa ancora come reinventarsi e rubare completamente
la scena. Un talento raro da cui abbiamo avuto già modo di essere
ammaliati grazie a pellicole come 8 Donne e un
Mistero e La Pianista, e che questa volta
– probabilmente – non passerà inosservato neanche ai membri
dell’Academy, colpevoli di non aver mai realmente riconosciuto il
suo lavoro (Elle è infatti il primo film a
regalare alla Huppert una candidatura agli Oscar).
Ruth Negga per Loving
Passiamo ad analizzare la
vera “sorpresa” della cinquina di questa edizione. Dopo essersi
fatta notare con una serie di ruoli minori in pellicole quali
12 anni schiavo e Warcraft
L’Inizio, e con il ruolo della protagonista nella serie tv
Preacher, Ruth Negga, attrice
etiope naturalizzata irlandese, è balzata all’attenzione della
critica e del pubblico grazie all’interpretazione di Mildred
Loving, attivista statunitense di colore che nel lontano 1967
sconfisse le leggi americane contro i matrimoni misti, nel
biografico Loving (dal 16 marzo nelle nostre
sale), diretto dal regista Jeff Nichols e
interpretato al fianco di Joel Edgerton, nel ruolo
di suo marito Richard Loving.
La battaglia di Mildred e Richard contro lo stato della Virginia, portata avanti per oltre nove anni e passata alla storia con il nome “Loving contro Virginia”, aprì finalmente la strada alla possibilità per neri e bianchi di potersi sposare tra loro. Nonostante sia lontana dal riuscire a sbaragliare la concorrenza e a stringere l’ambita statuetta tra le mani, grazie all’interpretazione di Mildred, madre amorevole, timorosa e sempre composta, Ruth Negga si è imposta in un solo colpo come una delle più promettenti attrici della sua generazione. Per la sua performance ha ricevuto anche una nomination ai Golden Globes e ai BAFTA
Natalie Portman per Jackie
Quando
Jackie è stato presentato in anteprima mondiale
alla 73esima edizione del Festival di Venezia, in molti erano
pronti a scommettere che Natalie Portman sarebbe
riuscita a portare a casa il secondo Oscar come migliore attrice
protagonista, andando ad eguagliare il record stabilito da colleghe
quali Jane Fonda, Sally Field, Jodie Foster e
Hilary Swank. Sfortunatamente la season award di
quest’anno ci ha mostrato uno scenario ben diverso e regalato
all’ultima fatica dell’acclamato regista cileno Pablo
Larraín non tutta l’attenzione e il successo che avrebbe
invece meritato.
La vacuità di un riconoscimento è però nulla se paragonata alla profondità e alla raffinatezza che fanno di Jackie (dal 23 febbraio nelle sale italiane) un autentico capolavoro, sicuramente il miglior film sui Kennedy mai realizzato. Natalie Portman è Jackie Kennedy in tutto e per tutto, incantevole e struggente nei panni di una regina detronizzata, senza marito e senza corona. Una creatura tanto splendida quanto contraddittoria, che l’attrice di origini israeliane ripropone sul grande schermo dando vita all’interpretazione più sentita (forse proprio la migliore) della sua carriera. Grazie a Jackie la Portman arriva a quota tre nomination, dopo quella del 2005 come non protagonista per Closer e quella del 2011 come protagonista per Black Swan, che la vide finalmente brillare con un’indimenticabile e tenerissimo pancione sul palco del Dolby Theatre.
Emma Stone per La La Land
Arriviamo finalmente alla
favorita di questa edizione. Nonostante il testa a testa con
Isabelle Huppert sia sentito e anche di notevole
risonanza (per differenza d’età e per film all’attivo), il
personaggio di Mia Dolan potrebbe non aver smesso di regalare a
Emma Stone gradite sorprese, come ha già fatto
alla scorsa Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di
Venezia, dove l’attrice ha ricevuto (inaspettatamente) la Coppa
Volpi per la migliore interpretazione femminile.
Saltata alla ribalta con la commedia Easy Girl e raggiunto il successo grazie al ruolo di Gwen Stacy nei due (fallimentari purtroppo) capitoli di The Amazing Spider-Man, Emma Stone è riuscita ad imporsi all’attenzione della critica e a conquistare un posto speciale nel cuore del pubblico non solo grazie ai suoi meravigliosi occhioni da gatto che ci permettono di poterla paragonare ad una Joan Crawford dei giorni nostri, ma anche ad alcuni dei titoli più apprezzati degli ultimi anni, come Birdman e Irrational Man. In La La Land di quel “piccolo” genio chiamato Damien Chazelle (uscito nelle nostre sale il 26 gennaio), la Stone canta, balla e recita. Ci ipnotizza, ci emoziona; ci accompagna per mano nella vita di un’inguaribile sognatrice, una talentuosa attrice in cerca dell’occasione della vita nella città delle opportunità, la magica Los Angeles. Quello di Mia Dolan è uno di quei ruoli che ti cambiano la vita e la carriera: una carriera in ascesa che quasi certamente troverà la giusta e meritata consacrazione durante la “notte delle stelle” il prossimo 28 febbraio. Per la sua interpretazione Emma Stone ha anche ricevuto il Golden Globe come migliore attrice protagonista in un film musical/commedia e lo Screen Actors Guild Award come migliore attrice protagonista.
Meryl Streep per Florence
Il nostro viaggio si
conclude con quello che è ormai diventato – a torto o ragione – il
“tallone d’Achille” degli Academy Awards. L’immancabile presenza di
Meryl Streep all’interno della cinquina delle
migliori attrici (protagoniste o non che siano) è diventato ormai
un vero e proprio argomento di dibattito. Noi per primi ci
chiediamo quanto il suo nome tra le candidate possa ancora avere un
qualche valore. Dopo tre Oscar vinti e il record raggiunto proprio
quest’anno per il maggior numero di nomination (20 in totale),
bisognerebbe forse lasciare spazio alla concorrenza e onorare
quella è che indiscutibilmente la più grande attrice vivente con un
meritatissimo (ma ormai sempre più agognato) Oscar alla carriera.
Ad oggi le parole si sprecano quando si parla del connubio
Streep/Academy. Cosa dire quindi?
La nomination di quest’anno arriva per Florence, biopic diretto da Stephen Frears e uscito al cinema in Italia lo scorso dicembre, che vede l’attrice calarsi – con quel manierismo che la contraddistingue da sempre – nei panni di Florence Foster Jenkins, soprano statunitense che divenne famosa per la sua completa mancanza di doti canore. Altro da aggiungere? Nulla, diremo! Siamo di fronte a Meryl Streep. Tutto è superfluo. Una cosa però è giusto sottolinearla: è davvero un peccato che la sua ennesima candidatura abbia precluso la possibilità a Amy Adams (una delle grandi protagoniste di questa season award) di gareggiare per Arrival (o magari per Animali Notturni). È davvero arrivato il momento, dunque, che l’Academy riveda quelle che sono le sue “priorità”. Voi cosa ne pensate?