Festival di Roma 2014: La Foresta di Ghiaccio conferenza stampa

Alla conferenza stampa del film La Foresta di Ghiaccio erano presenti il regista Claudio Noce, gli attori Ksenia Rappoport, Domenico Diele e Adriano Giannini, insieme al delegato di produzione Rai Cinema e ai produttori Andrea Paris e Matteo Rovere  per Ascent Film.

 

La prima domanda che è stata rivolta al regista riguarda lo sviluppo narrativo del film, che vede alcune linee narrative messe in risalto e altre che si perdono nel corso dello sviluppo diegetico, a parte il fil rouge della vendetta personale. Secondo Noce, proprio il fatto di cimentarsi con con le regole fisse del genere- in questo caso il noir con i suoi meccanismi narrativi- non svincolano però l’autore/ regista dall’analisi introspettiva dei personaggi e delle loro emozioni.

Noce ha evidenziato il ruolo fondamentale dell’impervio paesaggio alpino nell’economia del discorso narrativo, sottolineando le evidenti difficoltà che hanno reso questo progetto simile ad una sfida, ma anche l’opportunità di usarle a loro vantaggio, soprattutto da parte degli attori per calarsi al meglio nei loro personaggi.

Giannini, parlando del suo personaggio- il contabile Lorenzo- ha messo subito in chiaro che Noce, mentre lo scriveva, pensava proprio a lui: così, quando un anno e mezzo dopo gli ha consegnato lo script definitivo, ha cominciato subito a lavorarci sopra per cercare di renderlo più credibile, togliendosi quell’aria da “bello dei Parioli” per sembrare sempre di più un abitante di quei luoghi, e senza dubbio le condizioni climatiche e i costumi lo hanno aiutato a calarsi nella parte nel migliore dei modi.

La Foresta di GhiaccioDi un parere simile è anche l’altro interprete, Diele, che nel film è Pietro: visto che il suo personaggio è nato nei Balcani per poi essere adottato da una famiglia italiana, l’attore aveva parecchio materiale a proposito della sua backstory sul quale lavorare; infatti, ha cercato di lavorare a lungo anche sul linguaggio e sul trucco, evidenziato dei difetti fisici che erano più in linea col suo personaggio- un dente sbeccato, per esempio.

La Rappoport, abituata alle impervie condizioni della sua Russia, ha ribadito e confermato l’opinione dei suoi colleghi uomini, e ha aggiunto che il suo personaggio era- in sceneggiatura- il più misterioso, quello con una backstory meno definita e più ambigua: lavorarci sopra, creando quindi da zero una personalità complessa al ruolo di Lana, è stata la sfida più difficile. Per costruirsi il personaggio si è ispirata alla raffigurazione dell’orso nelle fiabe russe: un animale spaventoso fuori, ma pronto ad intervenire e a salvare gli altri dai guai. Un’anima buona, in fondo.

Un’ultima domanda ha riguardato, ovviamente, la presenza del regista Emir Kusturica qui nella veste d’attore: Noce all’inizio confessa di essersi trovato in imbarazzo all’idea di dirigere un cineasta premiatissimo ed unico come lui, ma quest’ultimo si è dimostrato umano, propositivo e coinvolto dal progetto, superando un’iniziale diffidenza che si è poi subito trasformata in fiducia e curiosità. Semmai, la difficoltà è stata quella di contenere la sua istintività sul set, cosa che spesso lo portava ad improvvisare mutando un po’ il punto di vista del regista su alcune scene.

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