La fama di Garry Marshall è legata alla creazione di serie tv di successo come Happy Days e Mork & Mindy e, indissolubilmente, ad alcune delle commedie sentimentali più famose degli ultimi anni, come Pretty Woman, Paura d’amare, Se scappi, ti sposo e Pretty Princess.

 

Con Mother’s Day, il regista e produttore statunitense – classe 1934 – porta a termine la sua “trilogia delle feste” iniziata nel 2010 con Appuntamento con l’amore e proseguita nel 2011 con Capodanno a New York. Dopo San Valentino e l’ultimo dell’anno, Marshall abbandona gli spazi enormi e sconfinati offerti da location come Times Square, per abbracciare una dimensione più piccola e intima nella pittoresca Atlanta, in Georgia, e raccontare una delle feste più importanti d’America, che si celebra anche in Italia ma con una diversa valenza: il Mother’s Day, ossia la Festa della Mamma.

Mother’s Day, il film

Mother’s Day 3

Per farlo, il regista ripropone la medesima formula usata nei precedenti capitoli: una serie di storie intrecciate che vedono protagoniste alcune delle più grandi star del panorama hollywoodiano. Jennifer Aniston, Kate Hudson, Julia Roberts (che a Marshall deve – almeno in parte – la fortuna della sua carriera) e Jason Sudeikis (adorabile contrappeso in questa giungla materna) sono i principali protagonisti di una commedia senza troppe pretese che esalta il legame madri/figlie e sottolinea, attraverso la quotidianità di vite vissute all’ombra di una figura tanto rassicurante quanto in alcuni casi ingombrante, un concetto ragguardevole ma avulso ormai da qualsiasi tipo di narrazione cinematografica che punti all’originalità e all’innovazione dei suoi temi: di mamma ce n’è una sola.

E se ciò è indiscutibilmente vero, è altresì vero che anche di Garry Marshall ce n’è uno solo: alla veneranda età di 82 anni, era impossibile pensare che una delle più stimate personalità del panorama cinematografico e televisivo americano uscisse dalla sua comfort zone per rischiare di deludere il suo pubblico di affezionati a stelle e strisce.

Mother's Day

Mother’s Day, nonostante concentri tematiche differenti che presentano al centro l’idea della famiglia e della maternità (genitori single, coppie gay, madri in attesa, assenti o lontane), è infatti tutto quello che ci si aspetta da un film di Marshall: un prodotto confezionato come un perfetto pacco regalo, con lo sguardo ancora una volta puntato sull’universo femminile, fortemente ancorato ad una certa tradizione americana che – ancora oggi – riesce a ridere e a piangere per l’esaltazione dei buoni sentimenti diluita con situazioni (purtroppo) patinate, banali e prevedibili. L’impatto che avrà Mother’s Day in Italia? Probabilmente passerà inosservato. O magari, per alcune spettatrici (madri, figlie o entrambe le cose), rappresenterà un divertissement con cui trascorrere 118  – ingiustificati – minuti in sala.

 

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