Dopo i segreti del piano sequenza di Steven Spielberg e lo stile di Edgar Wright nel girare commedie, è ancora una volta Tony Zhou a proporci un interessante saggio su un autore tra i più amati nel panorama attuale: Martin Scorsese.
Il grande regista newyorkese è
spesso stato elogiato per l’uso della musica, sempre funzionale
alla messinscena e mai inserita per caso (si pensi all’ingresso di
De Niro in Mean Streets o al famoso piano
sequenza di Quei Bravi Ragazzi), in tutto
questo forse siamo portati a dimenticare quanto invece sia
straordinario l’utilizzo del silenzio nelle sue pellicole.
In Scorsese, che sia a contrasto di un tema o che la scena inizi e
finisca in silenzio, l’assenza del suono è fondamentale nel far
risaltare un momento o anche per presentare una caratteristica di
un personaggio che difficilmente sarebbe potuta emergere
efficacemente se accompagnata da una melodia.
È così che nasce l’analisi di Tony Zhou, illustrata nel video
sottostante.
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Il caso vuole che il prossimo film di Martin Scorsese sarà intitolato proprio Silence, vedremo cosa riuscirà a fare in questo caso il regista premio Oscar.