Chadwick Boseman: il commovente tributo del regista di Black Panther

Il regista di Black Panther, Ryan Coogler, ha condiviso un lungo e commovente tributo a Chadwick Boseman, scomparso tragicamente lo scorso venerdì a soli 43 anni.

Ryan Coogler Black Panther

Mentre la grande famiglia Marvel e l’intero mondo di Hollywood continuano a rendere omaggio a Chadwick Boseman, scomparso tragicamente lo scorso venerdì dopo una battaglia di quattro anni contro un cancro al colon, il regista di Black Panther, Ryan Coogler, ha condiviso – via Variety – un lungo e commovente tributo all’attore.

 

“Prima di condividere i miei pensieri sulla morte del grande Chadwick Boseman, porgo le mie condoglianze alla sua famiglia, che significava davvero tanto per lui. A sua moglie, Simone, soprattutto.

Ho ereditato la scelta del casting della Marvel e dei fratelli Russo in merito a T’Challa. È qualcosa di cui sarò per sempre grato. La prima volta che ho visto la performance di Chad nei panni di T’Challa, era in un taglio incompiuto di Captain America: Civil War. Stavo cercando di capire se dirigere Black Panther fosse o meno la scelta giusta per me. Non lo dimenticherò mai: ero seduto in una sala montaggio nel Disney Lot e stavo guardando le sue scene. La sua prima scena era con Scarlett Johansson nei panni di Black Widow, poi era con quel titano del cinema sudafricano che risponde al nome di John Kani, che interpretava il padre di T’Challa, King T’Chaka. È stato in quel momento che ho capito che volevo fare quel film. Dopo che il personaggio di Scarlett li lascia, Chad e John hanno iniziato a conversare in una lingua che non avevo mai sentito prima. Suonava familiare, pieno degli stessi click e smack che i bambini di colore fanno negli Stati Uniti. Gli stessi click che spesso vengono considerati irrispettosi o impropri. Ma avevano una musicalità che sembrava antica, potente e africana.

Ho finalmente incontrato Chad di persona all’inizio del 2016, una volta che aveva firmato per dirigere il film. Si è intrufolato tra i giornalisti che si erano radunati per una conferenza stampa che stavo tenendo per Creed, ci siamo incontrati nella green room. Abbiamo parlato delle nostre vite, del tempo che ho passato a giocare a calcio al college e del tempo trascorso alla Howard a studiare per diventare un regista, della nostra visione collettiva per T’Challa e Wakanda. Abbiamo parlato dell’ironia di come il suo ex compagno di classe della Howard, Ta-Nehisi Coates, stesse scrivendo l’attuale arco narrativo di T’Challa con la Marvel Comics. E di come Chad conosceva lo studente della Howard, Prince Jones, il cui omicidio da parte di un agente di polizia ha ispirato le memorie di Coates ‘Between The World and Me’.

Sarebbe stata la prima di molte conversazioni. Chad era una persona speciale. Parlavamo spesso delle nostre origini e di cosa significa essere africani. Durante la preparazione per il film, rifletteva attentamente su ogni decisione, ogni scelta, non solo per come si sarebbe riflessa su se stesso, ma anche per il tipo di risonanza che avrebbero avuto. Non avevo idea se il film avrebbe funzionato. Non ero sicuro di sapere cosa stavo facendo. Ma guardando indietro, mi rendo conto che Chad sapeva qualcosa che tutti noi non sapevamo. Stava guardando oltre l’ostacola. Il tutto, mentre si impegnava tantissimo. E si è impegnato veramente tanto.

Ryan Coogler su Chadwick Boseman: “Era un leader, un uomo di fede, dignità e orgoglio”

Chad dava un profondo valore alla sua privacy e io non ero al corrente dei dettagli della sua malattia. Dopo che la sua famiglia ha rilasciato quella dichiarazione, mi sono reso conto che ha convissuto con la sua malattia per tutto il tempo che l’ho conosciuto. Era una persona che si prendeva cura degli altri, un leader e un uomo di fede, dignità e orgoglio, ha protetto i suoi collaboratori dalla sua sofferenza. Ha vissuto una vita bellissima. E ha fatto della grandissima arte. Giorno dopo giorno, anno dopo anno. Ecco chi era. Era uno spettacolo pirotecnico epico. Racconterò storie sull’aver assistito ad alcuni di quei fuochi d’artificio fino alla fine dei miei giorni. Che segno incredibile ha lasciato per tutti noi. 

Non ho mai sofferto per la perdita di una persona così prima d’ora. Ho passato l’ultimo anno a preparare, immaginare e scrivere parole da fargli dire, che non eravamo destinati a vedere. Mi lascia a bocca aperta sapere che non sarò più in grado di vederlo di nuovo in primo piano sul monitor o di avvicinarmi a lui e chiedergli un altro ciak. 

Mi fa ancora più male sapere che non potremmo avere un’altra conversazione, chiamarci su facetime o scambiarci messaggi. Mi mandava ricette vegetariane e regimi alimentari per me e la mia famiglia da seguire durante la pandemia. Controllava me e i miei cari, chiedeva come stavamo, anche se stava affrontando il flagello del cancro.

Nella culture africana ci riferiamo spesso a persone care che non ci sono più come antenati. A volte sono persone geneticamente legate a noi. A volte non lo sono. Ho avuto il privilegio di dirigere scene del personaggio di Chad, T’Challa, mentre comunicava con gli antenati di Wakanda. Eravamo ad Atlanta, in un magazzino abbandonato, con blu-screen ed enormi luci cinematografiche, ma la performance di Chad ha reso tutto profondamente reale. Penso che sia stato perché dal momento in cui l’ho incontrato, gli antenati hanno comunicato attraverso di lui. Adesso capisco come sia stato in grado di ritrarre abilmente alcuni dei nostri antenati più importanti. Non avevo dubbi che sarebbe sopravvissuto e avrebbe continuato a benedirci con altri ruoli. Ma è con il cuore gonfio di lacrime e con un senso di profonda gratitudine per essere stato in sua presenza, che devo fare i conti con il fatto che anche Chad è ora un antenato. E so che veglierà su di noi, finché non ci rivedremo.”

- Pubblicità -