The Shape of
Water, il film di Guillermo del Toro
trai più nominati ai prossimi
Oscar 2018, sta affrontando una causa per
violazione di copyright a causa della sorprendente somiglianza del
film con un’opera teatrale, Let Me Hear You Whisper.
Nella sua corsa agli
Oscar, il film ha già vinto ai
PGA e ai DGA,
ma questa nuvola potrebbe interrompere la sua corsa verso la
statuetta, almeno quella verso la migliore regia, categoria in cui
del Toro è il favorito.
Mentre la fama del film è cresciuta
con l’ampliamento della distribuzione, le persone hanno cominciato
a notare delle somiglianze con l’opera teatrale del premio
Pulitzer, Paul Zindel. L’opera in questione parla
di un’infermiera che cerca di salvare un delfino (che non parla con
nessun altro se non lei) da un centro di ricerca. Si tratta di una
storia molto simile a quella che vede fiorire l’amore tra Elisa e
la creatura, nel film di del Toro, e ci sono quelli che credono che
queste somiglianze non siano affatto casuali.
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Del Toro sarà il Presidente di Giuria
Il figlio di Paul
Zindel, David, che ha presentato la causa, ha scritto a
Screen Rant,
elencando i reclami dettagliati contro The Shape of
Water. Il documento presenta molti riferimenti al
produttore Daniel Kraus, data la sua manifesta
ammirazione per il lavoro di Zindel e dato il suo attribuirsi la
paternità dell’idea del film, lo stesso anno in cui l’adattamento
di Let Me Hear You Whisper è arrivato in tv.
È stato lo stesso Kraus a portare
all’attenzione di Guillermo del Toro il concept
della storia, presentando al regista messicano la possibilità di
realizzare il suo sogno e raccontare una storia sulla Creature
della Laguna Nera.
Un attore fondamentale nella causa
intentata al film è Stephen Gammell, da cui del
Toro ha dichiarato di aver preso ispirazione, visto che avrebbe
voluto adattare il suo Scary Stories to Tell in the Dark,
e Grammell stesso ha lavorato come illustratore nella versione del
1974 di Let Me Hear You Whisper. Del
Toro colleziona i disegni di Gammell.
Sembra quindi difficile che il
regista non fosse al corrente dell’esistenza dell’opera teatrale,
tuttavia la Fox Searchlight ha
dichiarato che “del Toro non ha mai visto o letto”
l’opera, sottolineando che il regista è sempre molto aperto sul
discutere le sue influenze.
Staremo a vedere in che modo questa
storia penalizzerà, semmai lo farà, una eventuale vittoria di
Guillermo del Toro e di The Shape of
Wateragli Oscar 2018.
Sappiamo che il regista ha lavorato al progetto per moltissimo tempo e
che è stato un impegno fisico e
mentale notevole per lui e la sua squadra. Si spera che, se il
film dovesse essere davvero penalizzato, possa esserlo a fronte di
un accertato plagio e non solo di congetture.
Il cast del film
include Sally
Hawkins (Blue
Jasmine, Happy-Go-Lucky), il
candidato all’Oscar Michael
Shannon (Revolutionary
Road, 99 Homes), il candidato
all’Oscar Richard
Jenkins (The Visitor, Olive
Kitteridge), Doug
Jones (Crimson
Peak, Hellboy), il candidato al
Golden Globe Michael
Stuhlbarg (A Serious
Man, Steve Jobs) e la
vincitrice dell’Oscar Octavia
Spencer (The
Help, Gifted).
“È un dramma ambientato nel
1963, non è un film di fantascienza, non è un film di
genere ma io interpreto comunque una creatura. Sono una specie di
pesce umano, un enigma, nessuno da dove vengo, sono l’ultimo della
mia specie quindi è come se fossi un’anomalia naturale. Sono stato
studiato e testato in una struttura governativa degli USA nel 1963,
quindi durante la Guerra Fredda con la Russia, la corsa allo
spazio, quindi c’è tutto un background da raccontare. Sono stato
testato per cercare di misurare che tipo di potenzialità potevo
avere contro il nemico, per usarmi come vantaggio militare o per i
viaggi nello spazio, o per la tecnologia. Possiamo usarlo a favore
degli umani? Quindi provano a tenermi segreto dai Russi.”
Laureata in Storia e Critica del
Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di
critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come
direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal
2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi
critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al
giornale.