Dimentichiamoci la giovane Judy
Garland che, virata in seppia, canta spensierata Over the
Rambow. Niente più leoni codardi che intonano If I
Only Had the Nerve o spaventapasseri che invocano un
cervello in If I Only Had a Brain. Insomma,
dimentichiamoci l’impronta da musical a cui il cinema ci aveva
abituati fin dal 1939 col capolavoro di Victor Flaming,
poiché la colonna sonora di Danny Elfman per
Il Grande e Potente Oz di Sam Raimi
è tutt’altra cosa. Attingendo a piene mani dal repertorio
orchestrale maestoso ed imponente, fatto di cori e archi, a cui ci
ha abituato il cinema di John Williams, Elfman tesse un
apparato musicale che vuole evocare prima di tutto la dimensione
magica e fiabesca della storia, riproponendo sonorità ormai
scomparse tipiche del cinema anni trenta e quaranta, a cui fanno
capo autori del calibro di Dimitri Tiomkin e Bernard
Herrmann.
Fin dai titoli di testa,
mirabilmente realizzati in stile marionettistico e teatrale, la
colonna sonora ci immerge in un clima di mistero e di maestosità,
combinando il trillo di una melodia da carillon (leitmotiv
onnipresente nel corso della storia) con un boato orchestrale degno
dell’Opera barocca. Gli archi divengono gli elementi musicai
rappresentativi di tutto il film, combinandosi e modificandosi
continuamente. Evocano malinconia durate l’addio tra Oz ed
Annie, salutano maestosamente l’arrivo del mago a Oz e
diventano una cacofonia assordante durante la tromba d’aria.
L’incontro tra Oz e Theodora avviene in un clima di
beatitudine e sorpresa, puntualmente sottolineato da una melodia
avvolgente e magica che fa del pianoforte il suo strumento
rappresentativo. Fire Dance, il tema del carillon
regalato dal mago a tutte le “sue” donne ricorda inconsciamente una
nenia a metà strada tra un valzer e un organetto, creando in
principio una sensazione vagamente inquietante che rimanda agli
albori del cinema di Raimi e rispecchia il lato gotico ed oscuro
del racconto. Verrà più volte ripreso nel corso della vicenda,
calzandosi nelle diverse situazioni narrative, ora con toni
leggiadri e ora come oscuro presagio. Elfamn tuttavia non rinuncia
a motivi leggeri e scanzonati, come quello che accompagna
l’incontro tra Oz e la scimmia volante Finley, dove l’oboe e il
clarinetto creano un divertentissimo commento che rispecchia la
comicità della situazione, così come A Con Job,
l’allegro motivetto canticchiato dalla bambina di porcellana sulla
stradina gialla.
L’arrivo al Palazzo di
Smeraldo è salutato da un tema orchestrale imponente che
ricorda vagamente quello di Howard Shore per Il
Signore degli Anelli, mentre la Città di Porcellana appare
immersa in un’atmosfera eterea e sognate, resa mirabilmente dai
suoni dell’arpa e dello xilofono. L’incontro tra Oz e i
Minutoli, i nani sarti del Paese di Glinda, è l’unico
momento cantato di tutto il film, un chiaro ed affettuoso omaggio
ai Mastichini del film del 1939 e rievoca l’eredità latente
del musical. Questa ambivalente combinazione tra un registro
fiabesco e uno più dark è onnipresente in tutta la storia, ed
emerge soprattutto quando si alternano momenti più poetici, come il
viaggio nelle bolle di sapone (accompagnato da sonorità fatate e
sublimi) e situazioni degne di un film horror, come la
trasformazione di Theodora nella perfida Strega Verde, dove emerge
chiaramente l’influenza del cinema gotico di Tim
Burton sul lavoro di Elfman, soprattutto per Sleepy
Hollow ed Edward mani di forbice. La
battaglia finale è ovviamente accompagnata dal più classico stile
hollywoodiano, prediligendo sonorità forti e prorompenti che si
concretizzano con il tema identificativo di Oz, Oz The Great
and Powerful. Il film si conclude in un crescendo che ci
riporta ai grandi kolossal del passato, fra cui Il dottor
Zivago e Via col vento per poi introdurre
improvvisamente Almost Home, brano pop composto e
cantato appositamente da Mariah Carey, quasi Elfamn volesse
ricordarci che questo Oz abita nel nuovo secolo, quello della
musica dinamica e delle hit parade. Ma dopo tutto, sotto questo
imponete impatto sonoro sentiamo ancora le voci della piccola
Dorothy e dei suoi amici intonare We’re off to See the
Wizard incamminandosi sulla stradina di mattoni
gialli.
TRACK LISTINGS:
1. Main
Titles
2. A Serious
Talk
3. Oz
Revealed
4. A Strange
World
5. Where Am
I?/Schmooze-A-Witch
6. Fireside
Dance
7. Meeting
Finley
8. The Emerald
Palace
9. Treasure
Room/Monkey Business
10. China
Town
11. A Con
Job
12. Glinda
Revealed
13. The Munchkin’s
Welcome Song
14. Bad
Witch
15. The Bubble
Voyage
16. Great
Expectations/The Apple
17. Meeting the
Troops
18. What
Army?
19. Theodora’s
Entrance/A Puppet Waltz
20. A
Threat
21. Bedtime/The
Preparation Montage
22. Call to
Arms
23. Destruction
24. Oz The Great and
Powerful
25. Fireworks/Witch
Fight
26. Time for
Gifts
27. End Credits from
Oz
Con
James Franco,
Michelle Williams,
Mila Kunis,
Rachel Weisz,
Abigail Spencer e Zach Braff e
diretto da Sam Raimi (Spider-Man). Il
Grande e Potente Oz arriva in Italia al cinema a marzo
2013. Quando Oscar Diggs (James
Franco), il mago di un piccolo circo, grazie ad un
trucchetto di troppo, si ritrova nel fantastico mondo di Oz, dovrà
trasformarsi davvero nel grande e potente Mago, oltre che in un
uomo migliore.