Una voce da doppiatore, un sorriso
da caro amico, una professionalità indiscussa, Marco
Onorato, trai direttori della fotografia più capaci e
premiati del nostro cinema è venuto a mancare lo scorso 2 giugno,
lasciando un vuoto non solo professionale, ma anche spirituale e
morale nel mondo del cinema. Tra qualche settimana arriverà in sala
il suo ultimo film, Reality di Matteo
Garrone, e il cinema, la luce e l’ombra che riusciva a
creare è il miglior modo per ricordarlo.
Classe 1953,
Onorato ha esordito al cinema con I ragazzi di
via Panisperna (1989) di Gianni Amelio e a
fianco di Duccio Tessari per il film C’era un
castello con quaranta cani (1990). Il suo lavoro da subito si
caratterizza per la mutevolezza del colore che riesce a conferire
all’immagine, lavorando sia al cinema che in televisione e,
soprattutto nell’ultima parte della sua carriera, collaborando a
cortometraggi autoprodotti anche a servizio di registi alle prime
armi. Il momento migliore della sua carriera arriva dal 1995 quando
comincia la sua bellissima collaborazione con Matteo
Garrone per il quale curerà la fotografia di tutti i suoi
film fino al 2012. Partendo con il cortometraggio Silhouette, la
coppia Matteo-Marco realizza un paio di film
“minori”, Terra di Mezzo (1997) e Ospiti (1998),
fino a L’Imbalsamatore (2002) vero e proprio caposaldo sia
per il lavoro da regista di Garrone che per l’arte
luministica di Onorato che grazie a questo film
conquista le sua prima nomination al David di Donatello come
miglior direttore della fotografia.
Dopo la parentesi dimenticabile di
De Reditu (2004), Marco si dedica a
quello che resta uno dei suoi lavori meglio riusciti: Primo
Amore di Matteo Garrone, del 2004. Nel film
Onorato rappresenta, con estrema delicatezza e
grande sapienza ed equilibrio usando le sfumature di luce più
delicate della sua tavolozza, un amore malato e splendidamente
raccontato dal Garrone regista al suo lavoro
migliore. La luci e le ombre che si disegnano sul corpo
straordinariamente magro di Michela Cescon
ricordano i macabri quadri di Francis Bacon e raccontano meglio di
qualunque parola la malattia e la mania del protagonista. Il film
viene presentato al Festival di Berlino dello stesso anno e riceve
una nomination ai David per la migliore fotografia. Dopo Primo
Amore, Marco si dedica ad una lunga serie di
cortometraggi, con qualche eccezione per la commedia Ma l’amore
… sì del 2006, Chiamami Salomè del 2007 e
Maradona, la mano di Dio del 2008.
Il 2008 è un anno decisivo per la
carriera di Matteo Garrone, che grazie al film
Gomorra raggiunge la fama internazionale e vince al
Festival di Cannes il Gran Premio della
Giuria. Parte di questo successo è sicuramente merito di
Onorato, che realizza una fotografia ai limiti del
documentaristico per raccontare senza fronzoli e colori artificiosi
la difficile realtà che gli abitanti dell’interland napoletano
condividono con la camorra. Per il suo lavoro in Gomorra
Marco otterrà la terza nomination ai David di
Donatello senza mai portare a casa una statuetta, mentre vincerà
l’European Film Award, l’Oscar europeo. Qui notiamo per l’ennesima
volta quanto lo stile di Onorato potesse essere
mutevole e al servizio della storia e della volontà del regista,
con un’umiltà intellettuale che solo i grandi hanno.

Dopo il successo internazionale
Marco conferma ancora una volta la sua voglia di
sperimentare e di lavorare per i giovani collaborando nel 2009
all’opera prima di Valerio Mieli Dieci
Inverni con Isabella Ragonese e
Michele Riondino. Sempre nello stesso anno il
direttore della fotografia lavora, dopo Gomorra, ad un
altro film a sfondo sociale, Fortapàsc di Marco
Risi, che racconta la vita e la tragica morte di Giancarlo
Siani, giornalista di Torre del Greco (NA) ucciso dalla camorra. Il
biennio 2010-11 è caratterizzato da un grande impegno in
televisione: nel 2010 Onorato cura la fotografia
del film Tv C’era una volta la città dei matti … opera
interessante e ben fatta sulla storia personale e professionale del
dottor Franco Basaglia e dei suoi sforzi per ridare ai malati
mentali una dignità che da troppo tempo era loro negata; il lavoro
di Onorato mostra con estrema efficacia l’oscurità
in cui sono immersi i pazienti dei vecchi manicomi e come, grazie
all’intervento lucido e paziente del medico interpretato da
Fabrizio Gifuni, riescono a riemergere alla luce
del sole e dell’umanità. Nel 2011 invece Onorato
lavora alla serie televisiva di RaiUno, “Il Segreto
Dell’Acqua”, che ha visto protagonista la generazione di
giovani attori italiani con cui Onorato amava
lavorare: Riccardo Scamarcio, Valentina
Lodovini e Michele Riondino.
Il 2 giungo scorso
purtroppo un malattia diagnosticatagli solo pochi mesi prima si è
portato via il caro Marco, non prima però di
avergli fatto assaporare l’ultimo trionfo al Festival di Cannes
dove Reality, ultimo film di Matteo
Garrone in uscita il prossimo 28 settembre, ha vinto il
Gran Premio della Giuria. In maniera diametralmente opposta
rispetto a quanto fatto con Gomorra,
Onorato ha realizzato una fotografia brillante ed
accesa, in comunione con i toni della fauna umana che popolano le
viuzze della Napoli di disperati che il regista ha dipinto in
maniera tanto realistica da risultare grottesca, in un microcosmo
dove l’unica speranza di migliorare la propria posizione è la
ricerca della fama effimera che dona il mondo della Tv.
Quello che si ricorda di lui non è
solo la grandissima esperienza e bravura tecnica ma soprattutto
“l’eredità di affetti” che ha lasciato trai suoi cari: attori,
registi, familiari, ma anche amici, fan e persone che lo
conoscevano appena. Il suo lavoro resterà per sempre nel cuore e
negli occhi di chi ama il buon cinema, come il suo sorriso.