Qualche settimana fa abbiamo pubblicato il trailer davvero spettacolare, adesso arriva una prima immagine ufficiale di Battleship, che raffigura Rihanna.
Johnny Depp produttore per The Vault
Ecco Anne Hathaway ufficialmente Catwoman
Le mille trasformazioni dell’istrionico Jim Carrey
Jim Carrey – Il suo talento è noto a tutti, ed è quello che gli ha regalato i primi folgoranti successi a metà anni ’90. Due su tutti: Ace Ventura e The Mask. Ha fatto della comicità il suo credo fin da ragazzino, forse per esorcizzare un’infanzia e una giovinezza non proprio facilissime. La sua è una comicità dei gesti e delle espressioni, che gioca con le mille possibilità offerte dal suo vulcanico trasformismo.
D’altro canto, parliamo di un attore a tutto tondo, che con le interpretazioni dai toni drammatici – The Truman show e Man on the Moon – ha ottenuto i premi più prestigiosi.
Jim Carrey, biografia
Si tratta di James Eugene Carrey, meglio noto come Jim Carrey, canadese di Newmarket, vicino Toronto, classe 1962. Nasce da famiglia di origini modeste: mamma Kathleen e papà Percy, contabile con la passione per la musica. Ultimo di quattro fratelli, deve presto iniziare a lavorare per contribuire al sostentamento della famiglia in difficoltà. Sperimenta perciò lavori umili, e intanto coltiva la passione per lo spettacolo e la comicità: da sempre si diverte a fare imitazioni, intrattenendo spesso i suoi compagni di scuola. Mentre studia e lavora, inizia ad esibirsi in piccoli club a Toronto.
Il 1979 è un anno di svolta per Jim Carrey. A soli 17 anni lascia il Canada, e si trasferisce in California, a Los Angeles, per tentare il grande salto. Anche qui, i primi tempi sono difficili, e il nostro si accontenta di qualche serata come cabarettista in locali non certo di grido. Il ragazzo però ha talento e, col tempo, riesce a portare la sua comicità sul palco del Comedy Store.
Jim Carrey, film e filmografia
Nei primi anni Ottanta, approda anche sul piccolo schermo, partecipando ad alcune serie tv: un episodio di Happy Days, e The Duck Factory. Contemporaneamente, riesce anche ad ottenere i suoi primi ruoli per il grande schermo – Una vacanza fuori di testa (1983), Il treno più pazzo del mondo (1984), Se ti mordo… sei mio (1985) – muovendosi tra commedia e horror. Nel 1986 arriva un ingaggio niente popò di meno che da Francis Ford Coppola, che gli affida la parte di Walter Gets nella commedia Peggy Sue si è sposata, e nell’88 una partecipazione al quinto episodio della saga dell’ispettore Callaghan, Scommessa con la morte. Per arrivare al successo, però, Carrey dovrà attendere gli anni ’90 e fare ancora un po’ di gavetta. Intanto, sposa Melissa Womer, con cui avrà una figlia, Jane.
Ottiene la prima popolarità col film comco Ace ventura – L’acchiappanimali (1994), diretto da Steve Oedekerk. È il trionfo della comicità più pura, fatta di smorfie, facce, atteggiamenti, movenze, il tutto costantemente sopra le righe e ad altissima velocità. Per i non amanti di questo tipo di comicità, può risultare eccessivo e, alla lunga, ripetitivo. Per gli altri è esilarante. Il film ottiene un ottimo riscontro di pubblico negli States e una buona accoglienza in casa nostra. Visto il successo, il sequel arriva nel ’95: Ace ventura – Missione Africa. Nel frattempo, l’attore canadese ha avuto modo di dare prova del suo istrionico talento con The Mask – Da zero a mito (1994) di Chuck Russell, in cui interpreta l’impiegato di banca Stanley Ipkiss, che s’imbatte in una maschera dai magici poteri: consente a chi la indossa di trasformarsi in chiunque desideri. Nulla di meglio poteva chiedere Jim Carrey per dare prova delle proprie capacità da trasformista, che assicurano il successo anche a questa pellicola di genere fantastico. Per questo ruolo, è candidato al Golden Globe come Miglior Attore protagonista. Sempre del ’94, è la commedia di Peter Farrelly: Scemo & + scemo, dove Jim Carrey recita accanto a Jeff Daniels e Lauren Holly, che due anni dopo diventerà la sua seconda moglie.
Il nostro, insomma, a metà anni ’90 sfrutta tutte le occasioni che ha a disposizione, per dimostrare di essere il mago della comicità, erede della miglior tradizione americana. Non si fa neppure sfuggire l’opportunità di partecipare a Batman Forever (1995), diretto da Joel Schumacher, che gli affida il ruolo genialmente malvagio dell’Enigmista, caratterizzato brillantemente.
Jim Carrey, però, è attore dalle mille risorse e non lo intimorisce la sfida di un film fantastico, ma con risvolti drammatici, anzi, gli evita di essere identificato con ruoli esclusivamente comici. È così che accetta di essere il malcapitato la cui esistenza, a sua insaputa, è da trent’anni una finzione televisiva. Lo fa per Peter Weir in The Truman Show (1998). La sua interpretazione dell’uomo medio americano Truman Burbank (assicuratore), che pian piano si scopre vittima del gigantesco inganno massmediatico in cui vive, opera del produttore Christof/Ed Harris, e tenta una disperata fuga verso la libertà, gli vale il primo riconoscimento di peso: il Golden Globe come Miglior Attore protagonista. Stesso premio a Ed Harris come attore non protagonista, nonché a Philip Glass e Burkhart von Dallwitz per la colonna sonora. Il film, pur candidato all’Oscar per regia, sceneggiatura di Andrew Niccol e ruolo da non protagonista per Harris, non porta a casa statuette.
Nel 1999
Jim Carrey bissa il successo, con un altro ruolo
dai risvolti drammatici: quello dell’eccentrico e spiazzante
showman Andy Kaufmann, amatissimo dallo stesso Jim
Carrey, di cui veste perfettamente i panni, diretto da
Miloš Forman in Man on the Moon.
Conquista il suo secondo Golden Globe, mentre a
Forman va l’Orso d’Oro al Festival di Berlino. Nel
cast del film anche Danny De Vito, nel ruolo dell’agente di
Kaufman, George Shapiro, e Paul Giamatti. Ormai Jim
Carrey è stimato dalla critica e amato dal
pubblico.
Il nuovo millennio si apre per lui con il ritorno alla commedia classica, Io me e Irene, accanto a Renée Zellweger, diretto dai fratelli Farrelly. Ma, nello stesso anno, ecco che Jim Carrey si presta all’ennesima trasformazione: diventa un essere verde, peloso e cattivo, che “boicotta” il Natale degli abitanti del paese di Chinonso: Il Grinch, per la regia di Ron Howard, favola che ironizza sagacemente sulle abitudini consumistiche, nata dalla penna dello scrittore americano Theodor Seuss Geisel.
Nel 2004, è di nuovo la volta di una commedia fantastica dai risvolti drammatici: Se mi lasci ti cancello di Michel Gondry, che nonostante il titolo italiano, non è frivolo, né superficiale, ma analizza con acutezza il delicato tema della fine di un amore o, se si preferisce, del logorio cui vanno soggetti i rapporti di coppia. Qui, la coppia è formata da Jim Carrey/Joel e Kate Winslet/Clementine, entrambi efficacissimi nei rispettivi ruoli, alle prese con la fine della loro storia d’amore e col bislacco tentativo di cancellare l’altro dalla propria mente per sempre. Sceneggiatura intricata, ma intrigante, ad opera di Charlie Kaufman, gli vale l’Oscar.
Nel 2007, Jim
Carrey cambia genere e approda al thriller, tornando a
farsi dirigere da Joel Schumacher in Number 23.
Nel 2008 sarà l’uomo che dice sempre sì nella commedia di Peyton
Reed Yes Man, mentre nel 2009 incarnerà Scrooge
per Robert Zemeckis nella trasposizione cinematografica del noto
racconto di Dickens A Christmas Carol. Qui,
l’attore canadese potrà ancora una volta assumere identità diverse
e dar prova della sua maestria. Oltre al vecchio Scrooge, infatti,
interpreta anche gli Spiriti del Natale passato, presente e futuro,
che danno a Scrooge una lezione di vita.
È del 2011 l’ultima fatica dell’istrionico ed eccentrico personaggio Jim Carrey: incarnare uno spregiudicato agente immobiliare (Mr. Popper), padre distratto, che riscopre il valore degli affetti grazie ad un lascito particolare del defunto padre esploratore: sei pinguini che movimenteranno non poco la sua esistenza, proprio quando sta per accettare la sfida più difficile della sua carriera. I pinguini di Mr. Popper è una commedia dal buon ritmo, dove un Jim Carrey misurato rispetto ai suoi inizi non sbaglia un colpo. Un concentrato di comicità, ironia e sagacia che può piacevolmente intrattenere grandi e piccoli spettatori. Sarà nelle sale italiane dal prossimo 12 agosto, prodotto dalla Devis Entertainment e dalla Twentieth Century Fox, anche distributrice della pellicola.
Pardo alla carriera per Harrison Ford
Nell’ambito della 64a edizione
del Festival del film Locarno un Pardo alla carriera sarà
consegnato all’attore americano Harrison Ford. Domani, sabato 6
agosto, Locarno accoglierà la prima europea di “Cowboys & Aliens”
in presenza del regista Jon Favreau e degli attori Harrison Ford,
Daniel Craig e Olivia Wilde.
Dark Horse di Todd Solondz: clip e poster!
The Dark Knight Rises: ecco Anne Hathaway nei panni di Catwoman!
E’ stata la Warner Bros. a pubblicare sul sito ufficiale di The Dark Knight Rises la prima immagine di Anne Hathaway in costume nei panni di Catwoman nel terzo film di Christopher Nolan.
Il Debito: recensione del film con Jessica Chastain
Il Debito di John Madden, remake di HaHov, film israeliano del 2007 diretto da Assaf Bernstein, racconta la storia di tre giovani agenti del Mossad, David, Stefan e Rachel, i quali nel 1966 si trovano nella Berlino Est per catturare il famigerato criminale nazista Vogel, conosciuto come Il chirurgo di Birkenau, per processarlo in Israele.
I tre giovani portano dentro gli orrori della guerra, a qualcuno di loro sono venute a mancare persone care e questo è il loro modo di cercare giustizia. La tensione è alta e qualcosa non va secondo i piani…l’operazione fallisce ma i tre agenti decidono di insabbiare il caso. A distanza di trent’anni però, la verità verrà inevitabilmente a galla e toccherà a Rachel saldare il debito con la propria coscienza, la propria famiglia e il proprio popolo.
Il Debito, il film
Il Debito è un film con delle alte potenzialità, legate soprattutto ai temi della guerra e dell’antisemitismo che però non sono approfonditi a dovere; il regista li accenna soltanto. L’importanza della verità, l’enorme senso di colpa che deriva dal vivere nella menzogna, il conflitto tra la ragione di stato e del cuore, la tradizione ebrea sono elementi solo rintracciabili, quando avrebbero potuto essere il motore di un film di qualità.
Evidentemente John Madden ha preferito puntare sulle caratteristiche tipiche di un thriller best-seller come i colpi di scena, i combattimenti e le storie d’amore. Nessun dubbio sulla qualità degli attori, in grado di mimetizzarsi, di cambiare accento e modo di muoversi; in particolare non si può fare a meno di citare Jessica Chastain (The Tree of life) e Helen Mirren che hanno rappresentato in maniera realistica la sofferenza di una Rachel rispettivamente giovane nel ’66 e anziano 30 anni dopo. Deludente invece il famoso Sam Worthington (Avatar), incapace di esprimere i celati tormenti del giovane David.
Ma è nel finale che il film trova il suo momento peggiore. Se inizialmente, grazie ai colpi di scena, alla bravura degli attori, ai colori della fotografia, le atmosfere e costumi d’epoca e ai temi, anche se solo accennati dell’olocausto, il film scorreva e destava l’attenzione, nel finale quell’armonia sembra cedere. Tutto si fa caotico e si chiude frettolosamente e il debito dello stato israeliano alla fine passa in secondo piano. Il Debito uscirà nelle sale italiane il 16 settembre con il titolo tradotto Il Debito.
Brett Ratner produrrà la cerimonia degli Oscar 2012
Brian Kirk di Game of Thrones in trattative per dirigere Thor 2!
E’ Variety ad annunciare
la notizie che Brian Kirk, regista tre episodi della prima stagione
del successo Game of Thrones, oltre a vari episodi di vari
episodi di BoardwalkEmpire, Luther, Dexter, è entrato in trattative con i Marvel Studios.
J.J. Abrams parla di Star Trek 2 e di Missioni Impossible 4
J.J. Abrams torna a parlare di Star Trek 2 e di Mission Impossible: protocollo fantasma.Il regista ha rilasciato una nuova intervista Collider, in cui conferma alcune voci e parla dell’esperienza da produttore per questa nuovo episodio di Missione impossible.
Adesso sei tornato a dedicarti a Star Trek 2?
Già. Ci sono state molte cose sulle quali abbiamo lavorato, molti elementi importanti che dovevamo assolutamente affrontare e risolvere. Una volta che si dice, “siamo pronti a partire, ma ancora non abbiamo finito lo script”, o “sto dirigendo il film e abbiamo una data d’uscita, ma ancora non abbiamo uno script completo”, ciò che succede – e l’ho visto accadere a molti miei amici – è che ci si ritrova improvvisamente nella produzione di un film nel quale tutti pensano “O mio Dio, non siamo ancora pronti. Pensavamo che ce l’avremmo fatta in tempo, ma non è così”. Noi invece ci siamo presi un momento per dire “Tiriamo fuori le cose importanti innanzitutto”, e poi tutto quanto riguarda la pre-produzione. E voglio assicurarmi che la storia e i personaggi, il cast e la troupe e, ancora più importante, il pubblico, vengano prima delle location del film, o del guardaroba o degli effetti speciali. Semplicemente è importante concentrarsi prima di tutto sulle cose importanti.
E’ stata una conversazione difficile o facile quella
con la Paramount, anche considerando la tua storia con loro, in cui
gli hai detto “Non rispetteremo l’uscita estiva perchè
comprometterebbe il film”?
Loro hanno capito. A tutti loro importa – e ho avuto in
proposito recentemente una discussione con Rob Moore – che questo
sia un buon film. Nessuno vuole fare un passo indietro. Sono stati
eccezionali.
Hai firmato ufficialmente come
regista?
No. Ma ci stiamo lavorando duramente e spero che ne
parleremo presto.
Quando bisogna fare cambiamenti come questi, quanto
è difficile destreggiarsi tra i programmi di un cast così
grande?
Il fatto è che non li abbiamo mai ingaggiati, pertanto non si può
dire che li stiamo “sganciando” o cambiando o annullando le date.
Tutti loro comprendono. Anche loro vogliono apparire in un buon
film.
Come produttore, cosa ne pensi di Mission
Impossible: Ghost Protocol e di Brad Bird come regista? Sarà il
miglior film della serie?
Credo sia il migliore della serie. Lo penso davvero.
Innanzitutto, anche se non avete mai visto un film in live action
di Brad Bird, quando lo vedrete penserete “Questo è un film di Brad
Bird”. Capirete di aver visto finora sempre film di Brad Bird che
avevano solo la particolarità di essere animati. E’ davvero
divertente. Inoltre, ci sono anche altre cose come una parte del
film girata in IMAX e poi c’è una sequenza sulla più alta
costruzione del mondo, il Burj a Dubai, dove Tom Cruise ha passato
cinque giorni agganciato fuori dall’edificio. E’ incredibile che la
compagnia di assicurazioni glielo abbia lasciato fare. Quando lo
vedrete in IMAX, sarà spaventoso. E’ folle ciò che ha fatto,
davvero incredibile. E’ strano parlare con lui e pensare, “quel
tipo stava scalando la parete dell’edificio”. Sto parlando con lui,
è nel mio ufficio, e ha fatto quello. E’ strano. E’ come parlare a
Buzz Aldrin e pensare “quel tipo è andato sulla
Luna!”.
Potevi essere il tipo
che ha quasi ucciso Tom Cruise.
Bè, si è sempre preoccupati dato che Tom fa a meno
degli stuntmen. Ma poi, quando lo vedi, capisci che può
farlo.
Fonte: Collider via badtaste
Tom Hardy parla del suo Bane
J. Edgar uscirà il prossimo 9 novembre
L’atteso prossimo film di Clint Eastwood ha finalmente una data
d’uscita. Si tratta del già noto e chiacchierato J. Edgar
incentrato sulla biografia dell’omonimo capo dell’FBI.
Man of Steel: prima foto di Henry Cavill
Warner Bros. Pictures e Legendary Pictures hanno pubblicato on line la prima immagine ufficiale di Henry Cavill nei panni di Superman in Man of Steel di Zack Snyder.Nel cast del film anche Amy Adams, Laurence Fishburne nei panni rispettivamente di Lois Lane e Perry White. Diane Lane e Kevin Kostner saranno i coniugi Kent, genitori terrestri di Clark. Michael Shannon sarà invece il Generale Zod, villain di turno. Russel Crowe o Julia Ormond saranno i genitori kryptoniani di Superman.
Fonte: Superherohype
Anne Hathaway arriva sul set di The Dark Knight Rises
Uscite al cinema del 5 agosto 2011
Diario di una Schiappa
2: Greg inizia a frequentare la seconda media. Ormai si è
ambientato, si è liberato del “formaggio ammuffito” che lo ha fatto
tanto penare, e ora pensa che le cose stiano andando per il verso
giusto. C’è solo un problema: suo fratello Rodrick ce la sta
mettendo tutta per rovinargli la vita.
Joe Wright: estetica ed emozione
Non ha neanche quarant’anni ed è già un apprezzato regista, le cui opere sono amate dai festival internazionali. Con soli quattro lungometraggi – l’ultimo, Hanna, uscirà nelle sale italiane il prossimo 12 agosto – è riuscito a imporre all’attenzione di critica e pubblico il suo stile rigoroso, con un raffinato senso dell’estetica e un’ispirazione, si direbbe, più pittorica che cinematografica, che non rinuncia, però, all’intensità dell’emozione. Stiamo parlando del londinese Joe Wright, classe 1972, che proprio dalle arti figurative e dal teatro – quello di marionette fondato dai genitori a Islington – muove i primi passi artistici, per approdare poi dietro la macchina da presa. Dai tempi della scuola si appassiona alla regia. Poi, lavora come burattinaio assieme ai genitori presso il loro Little Angel Theatre, ma è determinato a completare la formazione in ambito cinematografico, nonostante la dislessia da cui è affetto. Lo ritroviamo quindi alla Anne Scher Theatre School, poi al Campbell College of Arts, e infine al Central St. Martins, dove ottiene l’agognata laurea in belle arti e film.
Ed è proprio mentre completa gli studi che ha la possibilità di firmare il suo primo lavoro dietro la macchina da presa: un cortometraggio per la BBC dal titolo Crocodile Snap (1997). A questo, che ottiene un certo successo, segue un secondo corto: The End (1998).
Joe Wright, filmografia
Quindi, la carriera di Joe Wright sembra prendere strade diverse, seppur affini a quella del cinema: è assunto alla Oil Factory, società londinese di produzione video, soprattutto musicali. Ne dirige alcuni, e si occupa del casting. E siccome il nostro non si fa mancare niente in questi primi anni di attività, si dà anche alle serie tv, sempre con la BBC, che gli offre di sceneggiarne una: Nature boy. Siamo così ai primi anni del nuovo millennio e Joe continua a lavorare in tv, con le serie Bob & Rose (2001), Bodily harm (2002) e Charles II: The power and the passion (2003), di cui cura alcuni episodi.
Ma i due veri grandi amori di Wright restano il cinema e la regia. Ed è a questo che decide di tornare due anni dopo, nel 2005, quando firma il suo esordio nel lungometraggio. Da bravo inglese qual è, scegliere di proporre sul grande schermo una pietra miliare della tradizione letteraria del suo paese: Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen. Dal romanzo simbolo della borghesia britannica tra Illuminismo e Romanticismo, Wright trae un film dall’estetica “neoclassica” molto curata, in cui ricostruisce egregiamente l’ambiente nei dettagli. Per interpretare la famiglia Bennet, il regista sceglie oculatamente: il signore e la signora Bennet sono Donald Sutherland e Brenda Blethyn, ansiosa di accasare le figlie e petulante come nel romanzo. La parte della dolce primogenita Jane è affidata a Rosamund Pike – con cui Wright avrà una relazione. Ma protagonisti indiscussi sono la scaltra Lizzy/Keira Knightley e il signor Darcy/Matthew Macfadyen. La trasposizione ha momenti d’intensità e riesce a coinvolgere. Ottiene diverse nomination importanti, sia agli Oscar che ai Golden Globe. La pellicola si fa notare ed apprezzare da pubblico e critica e lancia Wright come nuova promessa del cinema. Dà inoltre l’avvio al sodalizio artistico tra il regista e la Knightley, che sarà di nuovo scelta da lui per il suo secondo film.
Siamo così al 2007, quando la nuova fatica del regista inglese viene scelta per aprire il Festival del Cinema di Venezia – Joe Wright è il più giovane regista cui sia stato riservato questo onore. Si tratta di Espiazione, e siamo sempre in ambito di trasposizioni letterarie, ma stavolta l’opera è di letteratura contemporanea. Il film infatti, è tratto dall’omonimo romanzo di Ian McEwan. Anche in questo caso, ci troviamo di fronte a un adattamento fedele al romanzo. Al centro, le vicende della famiglia Tallis a partire dagli anni Trenta del secolo scorso, ed in particolare, una vicenda privata con conseguenze dolorose, cui si intreccerà la tragedia umana collettiva della Seconda Guerra Mondiale. Tutto parte infatti dall’errore di una ragazzina (Briony Tallis/Saoirse Ronan), che scopre la relazione tra la sorella maggiore (Cecilia Tallis/Keira Knightley) e un suo amico d’infanzia (Robbie Turner/James McAvoy).
Travisando i fatti e aggiungendo una buona quota di immaginazione a ciò che vede una notte nel buio, Briony accusa l’incolpevole Robbie di aver abusato di una sua cuginetta. Errore che cambierà per sempre la vita degli amanti Robbie e Cecilia, ma anche quella della piccola Briony. Resasi conto del danno arrecato, infatti, cercherà per tutta la vita il modo di espiare. Realizzazione che si destreggia bene nel gestire una complessa materia. Attori tutti in parte, primi tra tutti la Knightley e James McAvoy, ma anche Vanessa Redgrave, nei panni di Briony settantenne. Perfetta ricostruzione d’epoca, come vuole la precisione già mostrata dal nostro regista in Orgoglio e pregiudizio. Il film è candidato agli Oscar e ai Golden Globe, e stavolta ottiene alcuni riconoscimenti: Oscar e Golden Globe per la Miglior colonna sonora originale (ad opera di Dario Marianelli, che aveva già curato le musiche del lungometraggio d’esordio di Wright), e Golden Globe anche come Miglior film drammatico.
Due anni dopo, ancora una trasposizione per il regista londinese, stavolta dal libro del giornalista Steve Lopez su Nathaniel Ayers: musicista, suonatore di violino e violoncello di grande talento, ma con problemi psichici, finito a vagare senza dimora per le strade di Los Angeles. Il film racconta anche, in maniera realistica e disincantata, il rapporto tra il giornalista Robert Downey Jr. e Ayers, che ha il volto di Jamie Foxx.
Nel 2011, Wright passa al thriller, dirigendo ancora la giovane Saoirse Ronan che ritrova, dopo Espiazione, in Hanna. Se lì era una bambina con la passione per la scrittura e troppa fantasia, qui sarà una killer adolescente, figlia di un agente della Cia. Nel cast accanto a lei, Cate Blanchett e Eric Bana. Il film è prodotto dalla Marty Adelstein Productions e distribuito dalla Warner Bros. Per le musiche, stavolta il regista si affida ai Chemical Brothers. Sarà nelle sale dal prossimo 12 agosto.
Wright, tuttavia, non ha certo dimenticato il suo amore per i grandi romanzi classici e sta già preparando l’adattamento di Anna Karenina di Tolstoj, protagonista, neanche a dirlo, Keira Knightley.
Anche Laurence Fishburne in Man of Steel
Laurence Fishburne entrerà a far parte del cast di Man of Steel, reboot di Superman che vede al timone Zack Snyder e le cui riprese dovrebbero cominciare nelle prossime settimane. Secondo EW l’attore interpreterebbe Perry White, il capo redattore della testata giornalistica immaginaria Daily Planet della città di Metropolis e superiore del neo giornalista Clark Kent.
Protagonista di questo nuovo episodio di Superman è Henry Cavill (The Tudors) e accanto a lui un vero cast di stelle: Amy Adams come Lois Lane, Russell Crowe nei panni di Jor-El, Diane Lane in quelli di Martha Kent, Kevin Costner come Jonathan Kent, Michael Shannon come Generale Zod, e Julia Ormond nei panni di Lara Lor-Van.
La sceneggiatura è firmata da David S. Goyer e l’uscita è prevista per il 14 giugno 2013.
Fonte: Primissima
Il nuovo traielr di Twixt
Tinker, Taylor, Soldier, Spy: un nuovo poster e le foto
Ecco in rete altre immagini ufficiali di Tinker, Taylor, Soldier, Spy, l’adattamento del thriller di John le Carré intitolato La Talpa, atteso al prossimo Festival di Venezia.
The Dark Knight Rises: nuovo video e foto dal set
Grande rissa ai pieni del municipio di Gotham, Batman e Bane se le stanno dando di santa ragione e nei pressi del combattimenti, tumblers, poliziotti e … Miranda Tate!
Si tratta ovviamente del set di The Dark Knight Rises, dal quale possiamo vedere alcune foto e per la prima volta sul set Joseph Gordon-Levitt e Marion Cotillard. I ruoli di entrambi gli attori sono abbastanza misteriosi, perchè pur sapendo chi interpreteranno (Miranda Tate e l’agente John Blake) non si conosce l’effettivo coinvolgimento dei due nella trama.
Ecco la prima loro foto sul set:
Ecco invece una bella foto della scazzottata tra Christian Bale
e Tom Hardy:
Qui troverete le altre foto: Razzi, Getty Images, MailOnLine, superherohype, eyeprime.
Intanto qui un nuovo video dal set nel quale possiamo vedere le Tumbler mimetiche:
Fonte: badtaste
Box Office ITA del 1 agosto 2011
Terzetto invariato sul podio, con Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2, Captain America e Cars 2. New entry praticamente non pervenute…
Anche alla sua terza settimana, Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2 mantiene la prima posizione, raccogliendo altri 924.000 euro che gli consentono di abbattere la quota dei 20 milioni di euro complessivi. Si tratta del risultato più alto per un film di Harry Potter dopo dieci anni, ovvero dopo i 25 milioni di Harry Potter e la Pietra Filosofale: pare proprio che sarà difficile raggiungere questa somma…
Captain America: Il
primo vendicatore regge in seconda posizione con un
distacco minimo da Harry Potter: il film Marvel raccoglie infatti altri
860.000 euro e giunge a 4,1 milioni totali.
Ancora terzo posto per Cars 2, arrivato a
10 milioni complessivi con gli ultimi 149.000 euro incassati.
Diario di una
schiappa è l’unica new entry ad apparire nella top10:
la commedia debutta al quarto posto con 120.000 euro.
Nel frattempo, calo per Transformers 3
(112.000 euro) e Per sfortuna che ci sei
(103.000 euro), che arrivano rispettivamente a quota 8,3 milioni e
789.000 euro.
Le donne del sesto piano guadagna ancora una posizione arrivando a 900.000 euro complessivi, mentre nelle ultime tre posizioni troviamo At the end of the day (38.000 euro per 143.000 euro), Bitch Slap – Le superdotate (35.000 euro per 166.000 euro) e Il ventaglio segreto (23.000 euro per 240.000 euro).
Al via il Festival di Locarno 2011
L’arte di arrangiarsi: recensione del film con Emma Roberts
L’arte di arrangiarsi (The Art of Getting), ultimo film diretto da Gavin Wiesen, uscirà nelle sale italiane il 5 agosto con il titolo tradotto L’arte di arraggiarsi. La storia racconta di George (Freddie Highmore), un giovane adolescente che per la sua apatia, solitudine e mancanza apparente di emozioni e di buona volontà rischia di non superare il suo ultimo anno di liceo, compromettendo il suo futuro. Viene descritto fin dalle prime scene, uno studente dotato di un talento particolare nel disegno, ma che a causa della sua indifferenza verso le regole e dell’intenzione di non trovare stimoli nella vita, è praticamente un fallito a livello sociale e accademico. E’ sicuramente un artista, ma senza idee.
Un giorno, però incontra Sally (Emma Roberts), una sua compagna di corsi, è bella e intrigante; i due trovano un punto di contatto e diventano amici. Lei provoca una trasformazione in lui: lo introduce a una vita più avvincente e meno solitaria. Come ogni storia di adolescenti e non, l’amicizia si trasforma in qualcos’altro…causando inevitabili squilibri e cambiamenti. Il plot principale è incentrato proprio su questa pseudo amicizia, che fin da subito comprendiamo possa portare ad altro, soprattutto dalle attenzione che il giovane George riserva a Sally. Fanno da sfondo altri problemi da affrontare, come i difficili rapporti con le rispettive famiglie, i problemi a scuola e l’alto rischio di bocciatura del protagonista.
Dopo aver visto L’arte di arrangiarsi, si evince che probabilmente il regista ha voluto raccontare una storia generazionale: di George ormai ne è pieno il mondo. Lui rappresenta quei giovani che si sentono quasi obbligati a non credere più a niente, trovando una scusa per non impegnarsi, per non appassionarsi, perché le passioni conducono a indispensabili sacrifici, che pochi ormai sono disposti a fare. Nonostante questo importante tema sociale, L’arte di arrangiarsi risulta troppo semplice, nell’accezione negativa del termine. È una storia comune, già sentita e vista soprattutto nel cinema americano. Non esprime molto. Ci sono dei momenti in cui la sceneggiatura può colpire lo spettatore e farlo sorridere e anche la musica si fonde bene con le scene. Il suo problema risiede nella trama, banale e già sentita.
Bradley Cooper in The Silver Linings Playbook
Leonardo Di Caprio in un altro western?
Leonardo DiCaprio già coinvolto nel ruolo del cattivo in Django Unchained di Quentin Tarantino, interpreterà un altro western: The Creed of Violence. Todd Field si occuperà della regia, e sta adattando il romanzo omonimo di Boston Teran. LA Times riferisce che per Di Caprio si pensa ad uno dei ruoli principali, quindi bandito o agente, ma non si conoscono ancora i propositi dell’attore in merito al progetto.
La storia racconta di un bandito contrabbandiere di armi che deve superare la frontiera messicana con un carico di armi, appunto, in direzione della rivoluzione in Messico.
fonte: coming soon
Box Office USA 1 agosto 2011
Harry Potter e i doni della morte Parte 2 inizia a cedere alle nuove uscite. Scende infatti al terzo posto della classifica del Box office americano, lasciando la prima posizione a Cowboys and aliens, che appena uscito, incassa 36 milioni di dollari.
Captain America resiste in seconda posizione, raggiungendo 117 milioni di dollari.
In quarta posizione, una commedia sul tradimento e gigolò redenti: Crazy, stupid, love. Seguita da un’altra commedia su forme diverse di relazione: Amici di letto-Friends with benefits, che si ferma in sesta posizione con 38 milioni di dollari di incasso.
Horrible bosses-Come ammazzare il capo e vivere felici, scende in settima posizione, mentre Transformers 3 si ferma nella parte bassa della classifica, ma con un incasso lordo da far girare la testa: 338 milioni di dollari.
Zookeeper si avvia verso l’uscita dalla classifica con un incasso settimanale di 4 milioni di dollari e anche Cars 2, in nona posizione, aggiunge 2 milioni al suo incasso totale che arriva a quota 182 milioni.
Winnie the Pooh chiude la classifica con quasi due milioni di dollari di incasso, raggiungendo quota 22 milioni.
Tra i film più attesi della prossima troviamo Attack the block film di fantascienza di Joe Cornish realizzato con il benestare di Edgar Wright, realizzatore di pellicole di culto come Hot Fuzz e Shaun of the dead.
Esce anche il nuovo film di Miranda July, The future, che tratta di alterazioni spazio temporali causati dall’adozione di un gatto. Dalla regista di Me and everyone we know, un’altra opera che promette di essere surreale.
The Avengers – il primo teaser trailer
Ecco on line l’attesissimo primo teaser trailer de I Vendicatori, nel quale abbiamo un piccolo assaggio dei nostri eroi che già singolarmente hanno affollato gli schermi negli anni passati.