Shark Tale: recensione del film con la voce di Will Smith

Shark Tale

Shark Tale è il film d’animazione del 2004 di Eric Bergeron, Vicky Jenson e  Rob Letterman e con le voci di Will Smith, Jack Black, Robert De Niro, Renée Zellweger, Angelina Jolie e Martin Scorsese.

 
  • Anno: 2004
  • Regia: Eric Bergeron, Vicky Jenson, Rob Letterman
  • Cast: Will Smith, Jack Black, Robert De Niro, Renée Zellweger, Angelina Jolie, Martin Scorsese

shark_tale_ver2 Shark Tale Trama: Oscar (Will Smith) è un un umile pesciolino che lavora al lavaggio Catacei locale e cerca di cambiare la sua vita: il caso mette sulla sua strada Lenny (Jack Black), squalo vegetariano emarginato dalla famiglia che cerca la comprensione e l’affetto del padre, il temibile Boss Don Lino (Robert DeNiro): complice una piccola bugia, i due diventeranno amici e cercheranno insieme di cambiare il proprio destino e realizzare i loro sogni.

Analisi: La rivalità fra la Pixar e la DreamWorks per il controllo dell’animazione è storia antica: è vero che la seconda si è sempre distinta per un taglio decisamente irriverente e per un particolare gusto per la parodia e il citazionismo, ma se oggi la distanza fra le due si va assottigliando sempre di più grazie a un notevole innalzamento della qualità generale ( segnato in particolare dallo splendido Dragon trainer del 2010)in passato la battaglia non è sempre stata combattuta ad armi pari e a colpi di originalità: dopo che la Pixar ci aveva deliziato con l’avventura di un piccolo e coraggioso pesce pagliaccio con alla ricerca di Nemo, la casa rivale ha tentato quindi di cavalcare l’onda dell’appeal del mondo sommerso con Shark Tale, lungometraggio d’animazione in CGI diretto da Eric Bergeron, Vicky Jenson e Rob Letterman.

Shark Tale, il film d’animazione della DreamWorks

Assecondando il marchio di fabbrica tipico della Dreamworks, Shark Tale sceglie di sfruttare le potenzialità offerte dal mare e dai suoi abitanti per costruire un una parallela realtà metropolitana, vera e propria versione subacquea di New York completa di Time Square e cronisti d’assalto della CNN: naturalmente, l’organizzazione criminale abituata a tenere in scacco la società non poteva che essere composta da Squali, che in rispetto alla tradizione del cinema di genere spadroneggiano sul fondale armati di accento siciliano e cattivi propositi.

Shark TaleCiononostante, a differenza di quanto suggerito dal titolo, Shark Tale non è alla fine la storia di uno squalo: il piccolo Lenny, figlio del Boss Don Lino e rifiutato dagli altri della sua specie perché vegetariano, è senza dubbio l’erede designato dalla Dreamworks per prendere il posto di Nemo e della sua pinna atrofica affermando la propria diversità, ma appare chiaro sin dalle prime scene che il vero protagonista della storia è il pesciolino Oscar, simpatica canaglia senza un soldo che cerca di vivere una vita migliore di quella che il destino ha scelto per lui; questa scelta narrativa, che predilige un personaggio spigliato a un altro timido e impacciato, si sposa bene col tono pop del film ma fa perdere del tutto il fuoco degli eventi, annacquati da una sceneggiatura che procede a tentoni e senza alcuna trovata interessante fino ad arrivare a un finale rassicurante come da canone ma non per questo particolarmente coinvolgente.

Se i colori sgargianti e il character design antropomorfo, modellato ad hoc sul volto degli attori che hanno dato le voci ai protagonisti del film, sono senza dubbio il frutto di un lavoro tecnicamente pregevole e accurato, la freschezza della pellicola finisce soffocata da un doppiaggio nostrano che rinuncia a star del calibro di Will Smith, Jack Black, Robert De Niro, Renee Zellweger e persino Martin Scorsese per lasciar entrare Tiziano Ferro, Luca Laurenti, Luisa Corna e Cristina Parodi.

Non incoraggiato da un plot sostanzioso, il sottile omaggio agli schemi del gangster movie di Shark Tale si avvita su sé stesso e inizia a imbarcare acqua portandosi ad un livello di noia pericolosa, persino per i più piccoli che sono ansiosi di trovare meraviglia e fantasia e non vogliono accontentarsi: vivere in fondo al mar va benissimo, ma con stile.

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Alessia Carmicino
Nata a Palermo nel 1986 , a 13 anni scrive la sua prima recensione per il cineforum di classe su "tempi moderni": da quel giorno è sempre stata affetta da cinefilia inguaribile . Divora soprattutto film in costume e period drama ma può amare incondizionatamente una pellicola qualunque sia il genere . Studentessa di giurisprudenza , sogna una tesi su “ il verdetto “ di Sidney Lumet e si divide quotidianamente fra il mondo giuridico e quello cinematografico , al quale dedica pensieri e parole nel suo blog personale (http://firstimpressions86.blogspot.com/); dopo alcune collaborazioni e una pubblicazione su “ciak” con una recensione sul mitico “inception” , inizia la sua collaborazione con Cinefilos e guarda con fiducia a un futuro tutto da scrivere .