Regia: Billy Wilder
Cast: Audrey Hepburn, William Holden, Humphrey Bogart, Walter Hampden, Martha Hyer
Trama: Sabrina (Hepbrun) è la figlia dell’autista di una famiglia di miliardari; l’amore senza speranza per il più giovane degli eredi della casata (Holden), la spingerà a tentare il suicidio, salvata dal più grande dei due (Bogart); in seguito al gesto, la giovane verrà mandata a studiare cucina a Parigi, per tornare qualche anno dopo, completamente trasformata: da giovane e ingenua ragazzina ad una donna elegante e sofisticata, che finirà per conquistare i cuori di entrambi i fratelli, dando il via ad una serie di equivoci sullo sfondo delle trame e delle lotte di potere del mondo dell’alta finanza.
Analisi: Lanciata nell’empireo del cinema mondiale da Vacanze Romane, Audrey Hepburn si avvia alla definitiva consacrazione quale icona di stile (nel film i suoi abiti sono firmati Givenchy, contribuendo alla vittoria dell’Oscar per i migliori costumi) oltre ad attrice di primo livello (l’interpretazione le valse la nomination all’Oscar, già vinto proprio con Vacanze Romane, che non sarebbe però mai riuscita a doppiare), in questo capolavoro nella storia della commedia sentimentale, firmato dal maestro Billy Wilder.
Sabrina è uno
splendido esempio di commedia nello stile del regista:
sentimenti, un pizzico di dramma, gag ‘di alleggerimento’ inserite
con sapienza senza cadere nella farsa; ad affiancare la
protagonista (la cui voce accompagna il film anche
nell’interpretazione del tema portante, La vie en rose), due attori
del calibro di William Holden ed Humphrey
Bogart; e forse il pregio maggiore del film sta proprio
nell’idea di usare due protagonisti per il quale la commedia non
era un territorio del tutto abituale: da una parte il ‘pistolero’
Holden, dall’altra l’oscuro Bogart, qui peraltro in una delle sue
ultime interpretazioni. Proprio il personaggio di Bogart era stato
originariamente pensato per Cary Grant, forse più
adatto al ruolo, ma la sua interpretazione in Sabrina (pur
giudicata tutt’altro che memorabile) appare ancora oggi come
un’efficace trovata, con l’effetto in parte straniante di
vedere Bogie alle prese con patimenti sentimentali per lui
abbastanza inconsueti. Il resto è tutto nella luminosa bellezza di
Audrey Hepburn, a conciliare in modo disarmante semplicità ed
eleganza sofisticata.
Vincitore di un Goden Globe per la migliore sceneggiatura, inserito nel 2002 nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti, Sabrina è stato oggetto di un inutile remake a metà anni ’90 che – pur affidato alle sapienti mani di Sydney Pollack – non è riuscito lontanamente a riprodurre la magia dell’originale con un trio di protagonisti (Julia Ormond, Harrison Ford e Greg Kinnear) che si sono rivelati solo pallide copie degli originali.