Il regista e produttore esecutivo di Monster: La storia di Ed Gein, Max Winkler, analizza l’inquietante battuta finale della serie. Dopo essersi concentrata in precedenza su Jeffrey Dahmer e poi su Lyle ed Erik Menendez, la terza stagione della serie antologica Netflix di Ryan Murphy esplora il serial killer realmente esistito Ed Gein.
Nel finale di Monster: La storia di Ed Gein, il personaggio principale interpretato da Charlie Hunnam ha delle allucinazioni in cui si immagina di aiutare gli agenti dell’FBI a catturare il famigerato serial killer Ted Bundy. Negli ultimi istanti prima della morte di Gein, la sua vita gli scorre davanti agli occhi. Tra queste, quella seduta in veranda con sua madre, Augusta (Laurie Metcalf), che pronuncia la battuta finale della serie: “Solo una madre potrebbe amarti”.
In un’intervista con Variety, a Winkler, che ha diretto sei degli otto episodi della stagione, è stato chiesto come avesse scelto di sviluppare il finale della serie. Winkler spiega che voleva che la battuta della “madre” concludesse la serie perché è il momento “Rosebud” di Gein, che sottolinea i problemi di fondo che hanno motivato le azioni del personaggio.
Il regista Max Winkler ha spiegato che l’inclusione di Ted Bundy nella serie è servita per mostrare la personificazione del male puro, in contrasto con Ed Gein, che viene rappresentato come un uomo profondamente disturbato, ma non completamente malvagio. Bundy, al contrario, non aveva motivazioni o traumi alle spalle: era semplicemente un mostro, e Winkler voleva mostrare chiaramente cosa significa il vero male.
Winkler ha anche raccontato che la scena finale sulla veranda, con la battuta “Solo una madre potrebbe amarti”, è stata l’ultima girata e non era prevista nel copione. È nata sul momento, durante alcune riprese aggiuntive a Los Angeles. Il direttore della fotografia, Michael Bauman, ha ricreato la luce mattutina in studio, mentre gli oggetti di scena — come il limonataio e il lavoro a maglia — sono stati improvvisati.
Riguardo al finale in stile All That Jazz, Winkler lo descrive come un momento intenso e surreale, girato senza musica e in toni molto cupi, per enfatizzare la natura disturbante dei personaggi. Racconta che quella giornata fu una delle più lunghe e faticose del set, coincidente con il compleanno dell’attore Charlie, e che tutta la troupe lavorò fino a tardi per ottenere la scena perfetta.
Il trauma di Ed Glein
Il trauma di Gein era in gran parte radicato nel modo in cui Augusta abusava di suo figlio e nel modo in cui lui continuava a essere perseguitato da lei molto tempo dopo la sua morte. Dato il ruolo centrale e inquietante che lei aveva avuto nella sua vita, è appropriato che la scena finale lo veda immaginare di essere seduto accanto a lei, mentre lei lo tormenta fino alla fine con le sue parole.
Il rapporto contorto tra Gein e sua madre, incluso il tentativo di dissotterrare il suo cadavere, ha influenzato persino il film più importante di Alfred Hitchcock, Psycho, in particolare la rappresentazione di Norman Bates e del suo rapporto con la madre defunta.
Nonostante tutte le persone che Ed Gein uccide prima di essere catturato, la serie cerca di dipingerlo in una luce in qualche modo compassionevole, e un elemento chiave di questo è il contrasto tra lui e Bundy, e girare quelle scene senza musica e con luci soffuse.