Shōgun avrà una seconda stagione?

L'epopea dei samurai di FX è un successo, ma questo non significa necessariamente che vedremo la serie tornare.

Shōgun serie tv

Uno dei migliori show del 2024 è giunto alla sua epica conclusione: Shōgun, acclamato dalla critica, ha raggiunto l’atteso finale di stagione (e potenzialmente di serie). L’epopea, ampiamente apprezzata, non solo ha ridato vita al franchise da tempo inattivo, iniziato con il romanzo originale di James Clavell e proseguito con l’adattamento del 1980, ma è anche diventata una rinomata interpretazione della bellezza e della brutalità del Giappone feudale. Lo splendido design della produzione, la complessità dei personaggi e le incredibili interpretazioni hanno facilmente cementato Shōgun come uno dei primi candidati ai prossimi Emmy Awards.

Con recensioni entusiastiche e una fanbase consistente, Shōgun sembra il tipo di serie nuova ed emozionante che sembra fatta su misura per una seconda stagione. Sarà così per l’ultima acclamata serie di FX? La risposta potrebbe sorprendervi, soprattutto dopo lo scioccante finale.

Shōgun avrà una seconda stagione?

Nonostante l’amore diffuso che lo show ha ricevuto negli ultimi mesi, la risposta al rinnovo o meno di Shōgun per una seconda stagione sembra un secco no. Questo è supportato dai recenti commenti dei creatori dello show, Rachel Kondo e Justin Marks, che hanno entrambi ribadito che lo show è sempre stato pensato come una serie limitata a una sola stagione. Kondo e Marks sembrano più che soddisfatti del punto in cui la serie è stata lasciata, e lo ribadiscono ulteriormente nella dichiarazione che segue:

Abbiamo portato la storia alla fine del libro e abbiamo messo un punto alla fine della frase. Amiamo il modo in cui finisce il libro; è stata una delle ragioni per cui entrambi sapevamo di volerlo fare, e abbiamo concluso esattamente in quel punto. In passato mi è capitato di assistere a episodi come questo, in cui si costruisce un’intera fabbrica che produce solo 10 auto e chiude i battenti. È una rottura. Uno dei nostri produttori ha scritto un manuale di istruzioni di quasi 900 pagine su come realizzare questo show, lungo quasi quanto il libro Shogun. C’era dentro tutta questa conoscenza infrastrutturale. Spero solo che qualcun altro, magari un amico, abbia bisogno di un manuale di produzione sul Giappone feudale, così potrò dire: “Ecco, usa questo libro. Ti farà risparmiare 11 mesi‘”.

È chiaro che Rachel Kondo e Justin Marks tengono in grande considerazione il romanzo originale di James Clavell e hanno voluto raccontare la storia nel modo più accurato possibile, aggiornandola per il pubblico moderno. Hanno certamente ragione sul fatto che il libro originale ha un finale potente e chiaro, quindi ha senso che Kondo e Marks non vogliano stravolgerlo troppo. Terminare una serie nel suo momento migliore e abbandonarla finché si è in vantaggio ha certamente i suoi vantaggi. Dopotutto, Shōgun è stato ripetutamente paragonato a Game of Thrones, uno show che ha infamemente cercato di adattare materiale al di là dei libri, con una conclusione disastrosa.

Cosa è successo nella stagione 1 di “Shōgun”?

La storia di Shōgun inizia in un Giappone fratturato di epoca feudale, dopo la morte del Taikō dell’isola (Yukijirô Hotaru). La morte del sovrano ha lasciato un vuoto di potere sull’isola. Non essendo ancora stato scelto un nuovo Taikō, il Giappone è governato da un consiglio ristretto, il cui leader più accanito è Ishido Kazunari (Takehiro Hira), un signore feroce e spietato che da tempo disprezza i leader di alto lignaggio. Uno di questi è uno dei maggiori rivali di Ishido Kazunari, Lord Yoshii Toranaga (Hiroyuki Sanada). Lord Toranaga è sempre stato il favorito del defunto Taiko e questo lo mette già in contrasto con i suoi pari nel consiglio.

Un’opportunità unica per Lord Yoshii Toranaga di giocare per il dominio del Giappone si presenta sotto forma di un vascello olandese abbandonato, noto come Erasmus, che arriva sulla costa giapponese. La nave è dotata di cannoni, armi da fuoco e altre armi che non sono ancora state introdotte nel paese privato e la notizia dell’atterraggio di fortuna dell’imbarcazione sull’isola offre a Toranaga alcuni intriganti spunti di riflessione. Toranaga vuole usare queste armi per promuovere la sua pretesa di leadership giapponese e arruola (o meglio costringe) il pilota della nave, John Blackthorne (Cosmo Jarvis), ad addestrare i suoi soldati all’uso di queste armi.

John Blackthorne è riluttante ad aiutare i suoi rapitori, ma lo fa per necessità, nella speranza di poter tornare a casa in Inghilterra un giorno. Non solo forma un legame unico con Lord Toranaga, ma anche con la sua traduttrice, Toda Mariko (Anna Sawai). Tra i complicati sentimenti che John Blackthorne e Toda Mariko provano l’uno per l’altra, ognuno di loro giocherà un ruolo cruciale nell’imminente guerra per l’anima del Giappone.