Dopo tre anni dal debutto della prima stagione, che conquistò il pubblico e la critica internazionale, l’infernale thriller sudcoreano Hellbound torna su Netflix il 25 ottobre con una seconda stagione ancora più dannata e soprannaturale della precedente. Scritta da Choi Gyu-seok e diretta da Yeon Sang-ho, la serie trasporta nuovamente il pubblico in una Seul apocalittica, dove misteriosi esseri soprannaturali emettono sentenze di morte agli uomini, per poi giustiziarli crudelmente ed esiliarli all’inferno. Ma che aspetto ha realmente l’inferno di Hellbound? E queste spaventose entità ultraterrene sono davvero strumenti della giustizia divina o c’è una verità più oscura dietro le loro punizioni?
Hellbound: Dove eravamo rimasti?
Il primissimo episodio della stagione 1 è stato presentato in anteprima mondiale al 46° Toronto International Film Festival (TIFF), segnando un importante traguardo come prima serie TV coreana a essere inclusa in questo prestigioso festival cinematografico. L’episodio si apre su un uomo anonimo in un bar di Seul, visibilmente teso e angosciato, che controlla nervosamente l’ora sul cellulare. Improvvisamente, allo scoccare delle 13:20, un terribile rimbombo proveniente dal sottosuolo scatena il caos tra i presenti, mentre tre orribili e giganteschi demoni si materializzano per le strade. In pochi istanti, le tre entità colpiscono brutalmente l’uomo e lo bruciano, riducendolo a un mucchio di cenere e ossa. La città piomba così nel panico: uomini e donne iniziano a vedere misteriosi “angeli della morte” che annunciano loro il giorno e l’orario in cui i demoni verranno a prenderli per trascinarli all’inferno. Né la polizia né il governo riescono a fornire una spiegazione logica e razionale a questo assurdo fenomeno paranormale che sembra preannunciare la fine del mondo.
Ed è in questa atmosfera di disperazione e sconcerto che emerge una nuova religione, la Nuova Verità (The New Truth Society), fondata dal presidente Jung Jin-su (interpretato nella prima stagione da Yoo Ah-in) e determinata a diffondere il terrore attraverso una dottrina che interpreta le sentenze e le esecuzioni dei demoni come punizioni divine per peccati imperdonabili. Mentre la setta di Jin-su acquista sempre più credibilità e seguaci, l’avvocata Min Hye-jin (Kim Hyun-joo) e il detective Jin Kyunghun si trovano a dover collaborare per proteggere l’indifesa Park Jung-ja (Kim Shin-rok) dalla Nuova Verità. Dopo aver ricevuto la sentenza, Jung-ja viene rintracciata da Jin-su, che cerca di convincerla a trasmettere in diretta e pubblicamente la sua esecuzione, promettendo in cambio di garantire un futuro ai suoi due bambini, affinché possano sopravvivere senza di lei.
In seguito alla tragica morte di Jung-ja, la situazione degenera: nascono nuove sette, tra cui il gruppo radicale di estremisti violenti La Punta di Freccia (Arrowhead), che inizia a dominare le strade con ferocia e aggressività ingiustificata. Spaventata e affranta, Hye-jin cerca disperatamente di scoprire cosa si nasconda dietro queste esecuzioni e chi sia veramente il presidente Jin-su. Le sue indagini la conducono dal pastore Kim Jeong-chil, il quale le rivela che il fenomeno non è opera di Dio e che le esecuzioni avvengono in modo casuale, senza tener conto dei peccati commessi. Aggiunge inoltre che lo stesso Jin-su aveva ricevuto una sentenza di morte anni prima e che quella stessa sera la sua fine si sarebbe compiuta, consegnando La Nuova Verità nelle mani del pastore.
Nasce poi l’organizzazione segreta “Sodo”
Alla Nuova Verità e alla Punta di Freccia si aggiunge un’organizzazione segreta capeggiata da Hye-jin, chiamata Sodo. Questa organizzazione opera nell’ombra per contrastare le due potenze e il governo, proteggendo coloro che desiderano morire in pace e mantenere private le proprie dimostrazioni. Tuttavia, proprio quando sembra che il “nuovo mondo” abbia raggiunto un certo “equilibrio”, l’angelo della morte condanna all’inferno una bambina nata da pochi giorni. L’evento scatena una guerra ancora più grande di quella originata dalla dimostrazione di Jung-ja: mentre Sodo intende rendere pubblica l’esecuzione della neonata per dimostrare che non c’è alcun intervento divino dietro questo crudele fenomeno ultraterreno, la Nuova Verità fa di tutto per catturare la bambina innocente, nel tentativo di salvaguardare la propria dottrina, che sostiene fermamente che solo i peccatori meritano di morire per volontà divina.
La prima stagione si conclude così con un finale emozionante: i genitori della neonata, proteggendola in un abbraccio eterno, vengono giustiziati dai demoni, ma la bambina rimane illesa. L’esecuzione, avvenuta pubblicamente e diffusa online, mette in crisi il potere della Nuova Verità, mentre Sodo torna nell’ombra, portando con sé la neonata, affidata alle cure di Hye-jin.
Una seconda stagione che cerca di dare delle risposte
La prima stagione di Hellbound ha lasciato gli spettatori con molte domande irrisolte riguardo alle misteriose apparizioni delle sentenze e alle cruente esecuzioni, culminando in un sorprendente cliffhanger in cui i resti di Jung-ja vengono mostrati risorgere. Questo colpo di scena ha scosso profondamente la narrazione, mettendo in discussione il vero significato dell’essere condannati all’inferno nella serie. La resurrezione di Jung-ja, infatti, non solo mette ulteriormente in crisi la dottrina della Nuova Verità, che giustifica le condanne come volere divino, ma solleva anche interrogativi più ampi sulla natura stessa del fenomeno: chi o cosa si cela realmente dietro queste esecuzioni, e quale ruolo ha il concetto di peccato?
La trama di questo nuovo capitolo apre dunque la strada a una riflessione più profonda sul concetto di giustizia, sull’estremo fanatismo religioso e sul controllo delle masse attraverso la paura e la vergogna del giudizio divino. Proprio per questo, nei nuovi episodi si fa particolare attenzione alle conseguenze sociali e politiche del crescente potere delle tre organizzazioni: Sodo, la Nuova Verità e la Punta di Freccia tornano a scontrarsi ancora, in seguito alle sconvolgenti notizie delle resurrezioni di Park Jung-ja e del presidente Jung Jin-su, ora interpretato da Kim Sung-cheol.
Far scoprire la verità o proteggere una bugia?
Come affermato dallo stesso regista Yeon Sang-ho, questo secondo capitolo si concentra su come gli individui affrontano, tra dubbi e interrogativi, il nuovo fenomeno della resurrezione. Il pubblico si trova quindi a riflettere sulle diverse motivazioni di potere delle tre organizzazioni — Sodo, la Nuova Verità e la Punta di Freccia — che, tra precarie alleanze e intransigente rivalità, ciascuna di esse tenta di stabilire un nuovo ordine che possa dominare il caos generato da un vero e proprio “inferno in terra”.
Le resurrezioni di Jung-ja e Jin-su, oltre a negare per l’ennesima volta la presenza di Dio dietro le esecuzioni, offrono al pubblico l’opportunità di esplorare l’Inferno nel mondo apocalittico di Hellbound. L’Inferno qui rappresentato è diverso da come ci si potrebbe aspettare. Attraverso il personaggio di Jin-su, viene delineato un luogo oscuro in cui i traumi familiari, le sofferenze, i tradimenti, la rabbia e la violenza dell’esistenza prendono vita nei ricordi personali più dolorosi e inquietanti. Nel suo intimo Inferno, Jin-su è perennemente dominato da un vortice di angoscia che gli rivela i suoi demoni interiori e la distruzione che cova dentro di sé. Questo aspetto della narrazione non solo rende l’esperienza dell’Inferno più tangibile e complessa, ma offre anche uno spaccato mistico della condizione umana, mostrando come le cicatrici emotive possano influenzare non solo la percezione della realtà e di noi stessi, ma anche il nostro approccio alla morte.
Un finale che non regge le alte aspettative
La seconda stagione di Hellbound, presentata in anteprima al 29° Busan International Film Festival, è un mix adrenalinico di tensione, dramma e una forte critica sociale, in cui il male dell’umanità prevale costantemente sul bene e sulla compassione. La narrazione segue un ritmo ben scandito, che non lascia spazio alla noia. L’atmosfera cupa e oscura domina l’intera serie, mentre la CGI mostra un netto miglioramento rispetto alla prima stagione.
Tra i volti nuovi e quelli già conosciuti, c’è stata l’introduzione di Kim Sung-cheol (Arthdal Chronicles, Hospital Playlist, Vincenzo), che ha assunto il difficile compito di sostituire Yoo Ah-in. Il motivo è noto: lo scorso anno, a seguito di un’indagine della polizia sudcoreana, la popolare star Yoo Ah-in è stato condannato a un anno di carcere per uso illegale dell’anestetico propofol. Escluso dalla seconda stagione di Hellbound, i creatori hanno scelto Kim Sung-cheol per interpretare il ruolo di Jung Jin-su. Nonostante la sostituzione forzata, la scelta si è rivelata efficace. Kim Sung-cheol riesce a colmare il vuoto lasciato dal carismatico Yoo Ah-in, immergendosi perfettamente nell’evoluzione del personaggio di Jin-su, che passa da potente leader di una setta religiosa a un’anima fragile e dannata.
Sebbene la seconda stagione mantenga alta l’attenzione del pubblico e mostri la volontà di rispondere ai molti interrogativi lasciati in sospeso, il risultato finale fatica a soddisfare le elevate aspettative. Hellbound 2, infatti, non riesce a fare piena chiarezza sulle complesse dinamiche che governano i protagonisti, e le risposte fornite appaiono insufficienti per comprendere appieno il messaggio profondo nascosto dietro questo emozionante, ma a tratti confuso, horror apocalittico. In definitiva, la serie continua a intrigare, ma lascia ancora molti dubbi irrisolti sulla vera natura dell’umanità di fronte alla fine del mondo. Viene quindi da chiedersi: ci toccherà aspettare una prossima terza stagione?
Hellbound 2
Sommario
La seconda stagione di Hellbound mescola tensione, dramma e critica sociale, con un’atmosfera cupa e una CGI migliorata. Anche l’introduzione di Kim Sung-cheol, che sostituisce Yoo Ah-in dopo la sua condanna per droga, si è rivelata efficace, dando un nuovo valore al controverso Jin-su. Tuttavia, nonostante il ritmo avvincente, la stagione non riesce a chiarire del tutto le complesse dinamiche della trama, lasciando molti interrogativi aperti.