Non ci resta che il crimine – La serie: recensione della prima puntata della serie su Sky

Alla regia ancora Massimiliano Bruno, affiancato questa volta da Alessio Maria Federici. Il primo episodio debutta in streaming il 1 dicembre

non ci resta che il crimine La Serie recensione

Con la trilogia fantastico-comica Non ci resta che il crimine, diretta da Massimiliano Bruno dal 2019, abbiamo conosciuto meglio la Roma degli anni Ottanta, addentrandoci nei luoghi simbolo in cui al tempo operava la banda della Magliana; poi quella degli anni Quaranta, in piena Seconda Guerra Mondiale, con tutti gli eventi che portarono alla caduta del regime fascista. Ora, le tre pellicole con al centro Moreno, Sebastiano (che non ci sarà) e Giuseppe, a cui si è aggiunto Claudio nell’ultimo C’era una volta il crimine, assumono una nuova veste e si presentano sotto forma di serie televisiva. Non ci resta che il crimine – La serie, si re-impossessa del titolo d’esordio – omaggio al Non ci resta che piangere di Troisi e Benigni – che ha dato il via alla bene accolta trilogia in cui, a troneggiare, sono i tanto amati viaggi nel tempo alla Ritorno al futuro. In arrivo in esclusiva su Sky e in streaming NOW dal 1 dicembre, per un totale di 6 episodi, la serie vede il come back di Marco Giallini, Gian Marco Tognazzi e Giampaolo Morelli, e una new entry di tutto rispetto quale Maurizio Lastrico. Non ci resta che il crimine – La serie è prodotta da Sky Studios e Lucisano per Italian International Film.

 

Non ci resta che il crimine – la serie, la trama

La serie inizia dopo gli eventi di C’era una volta il crimine. Giuseppe, dopo aver appurato che i suoi genitori vogliono vendere la casa in cui lui è cresciuto, trova in un cofanetto una foto misteriosa: due ragazze hanno in braccio un bambino piccolo, ossia lui. Rovistando meglio, capisce di essere stato adottato, e che per tutta la vita quelli che credeva essere sua madre e suo padre gli hanno mentito spudoratamente. Per fortuna, sullo sfondo dell’immagine, c’è una data: 17 giugno 1970. Giuseppe decide così di rintracciarle per conoscere la verità, passando attraverso l’oramai famoso wormhole e finendo nella Roma in cui la sinistra giovanile e la destra eversiva hanno preso il potere. Nel presente, però, qualcosa è andato storto con i conti bancari di Moreno e Claudio, i quali si ritrovano con i fondi bloccati. Con l’aiuto di Gianfranco, i due raggiungeranno Giuseppe per aiutarlo a sistemare la faccenda, poiché i problemi finanziari dipendono proprio da lui. Ma una volta arrivati lì si ritroveranno invischiati in una situazione più grande di loro: intanto, l’amico, è intenzionato a conoscere la madre biologica, spingendosi un po’ troppo oltre.

Non ci resta che il crimine - La serie

La Roma degli anni Settanta

Il primo episodio di Non ci resta che il crimine – La serie – l’unico visionato in anteprima – comincia facendo capire al suo pubblico di aver conservato tutte quelle peculiarità che hanno reso appetibile la trilogia. È una puntata che prepara il terreno per quel che sarà il discorso narrativo principale della serie, la quale è pronta a far vivere ai suoi spettatori un’esperienza più lunga – come il format richiede – e sopratutto più ricca di dettagli. Se nei film la storia in termini di contenuto era meno incisiva e subalterna, per lasciare spazio a un racconto più votato all’intrattenimento puro, duro e sincero, con il formato seriale questa sembra farsi più presente, e dalla prima puntata capiamo che avrà una struttura più solida. Rimanendo ancorati ai salti temporali – oramai vero e proprio must delle pellicole fantasy – la colorita banda ci teletrasporta nella Roma degli anni Settanta.

Siamo in pieno fermento sociale e politico, con la rivoluzione culturale che si fa spazio fra i giovani. Si diffondono movimenti quali l’hippie e il punk e si cerca di imporre ancor di più la propria voce e la propria libertà individuale. Sono anche gli anni in cui la politica si fa ancora più presente nelle università, come la Sapienza e la Facoltà di Lettere e Filosofia, luogo in cui si svolge il primo episodio, con i ragazzi sempre più orientati verso il PCI. La data in cui però si ritrovano Moreno, Claudio e Giuseppe è storicamente importante nell’era calcistica: 17 giugno 1970, giornata in cui gli Azzurri batterono la Germania per 4-3. Una partita significativa, così come la sequenza contenuta nell’episodio, che diventa chiara reference di Non ci resta che il crimine, quando nel’82, altra data da ricordare, Giuseppe svela a Renatino che l’Italia vincerà i Mondiali contro la Germania. Non ci resta che il crimine – La serie ci delinea perciò il contesto entro il quale i nostri sui generis protagonisti si muoveranno, e sappiamo che negli episodi seguenti sarà preso in esame un evento storico in particolare: il fallito Golpe Borghese.

Un primo episodio che funziona

Sin dal primo episodio di Non ci resta che il crimine – La serie si ride. La comicità, rintracciata sia nel linguaggio verbale che espressivo dei tre amici, continua a essere la colonna portante. Per non farci dimenticare che, pur essendo un prodotto contaminato da diversi generi quali gangster e fantasy, i capisaldi restano quelli della commedia dissacrante. Le situazioni rocambolesche, che ritroviamo già nel primo episodio (che vuole partire con il botto), sono l’elemento caratterizzante che siamo sicuri permeerà in tutta la serie, e sono supportate da un cast il quale attraverso la propria romanicità (ma anche napoletaneità) riesce a dare quella giusta verve, e delle più che azzeccate gag, tali da coinvolgere e divertire.

Moreno, Claudio e Giuseppe ci trascinano perciò in questa nuova pazza avventura con tutto il loro spirito brioso, seppur debbano ricordarsi di gestire loro stessi con molta prudenza: come sempre, esistono i paradossi temporali, una spada di Damocle da non sottovalutare. Dovranno stare attenti a non cambiare il passato, seppur questa volta Giuseppe sembri ancor più incline a farlo, altrimenti gli effetti si vedranno nel presente. Il primo episodio di Non ci resta che il crimine – La serie setta dunque il tono dell’intero show, promettendoci che, andando avanti, avremo un crescendo di esperienze assurde, folli e divertenti. E chissà, magari l’aver dato alla trilogia l’opportunità di essere una serie, ci permetterà anche di legarci meglio ai suoi irresistibili protagonisti.

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RASSEGNA PANORAMICA
Voto di Valeria Maiolino
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Valeria Maiolino
Classe 1996. Laureata in Arti e Scienze dello Spettacolo alla Sapienza, con una tesi su Judy Garland e il cinema classico americano, inizia a muovere i primi passi nel mondo della critica cinematografica collaborando per il webzine DassCinemag, dopo aver seguito un laboratorio inerente. Successivamente comincia a collaborare con Edipress Srl, occupandosi della stesura di articoli e news per Auto.it, InMoto.it, Corriere dello Sport e Tutto Sport. Approda poi su Cinefilos.it per continuare la sua carriera nel mondo del cinema e del giornalismo, dove attualmente ricopre il ruolo di redattrice. Nel 2021 pubblica il suo primo libro con la Casa Editrice Albatros Il Filo intitolato “Quello che mi lasci di te” e l’anno dopo esce il suo secondo romanzo con la Casa Editrice Another Coffee Stories, “Al di là del mare”. Il cinema è la sua unica via di fuga quando ha bisogno di evadere dalla realtà. Scriverne è una terapia, oltre che un’immensa passione. Se potesse essere un film? Direbbe Sin City di Frank Miller e Robert Rodriguez.
non-ci-resta-che-il-crimine-la-serie-skyLa serie vuole mantenere la verve e la comicità tipica della trilogia, ma questa volta decide di dare maggiore focus al contenuto della storia. Il primo episodio parte con il botto e catapulta il pubblico nella Roma degli anni Settanta, con la sinistra giovanile e la destra eversiva.