Game of Thrones 8×03, recensione dell’episodio con Maisie Williams

Game of Thrones 8x03 recensione serie tv

La lunga notte è il titolo di Game of Thrones 8×03. Ma di quale “notte” parliamo? Di quella che sarà la silenziosa e fredda testimone della Battaglia di Grande Inverno o quella che si abbatterà su Westeros quando il Re della Notte avrà preso il comando? La HBO ha tenuto sotto segreto anche i titoli degli episodi di questa ottava e conclusiva stagione, proprio per evitare qualsiasi tipo di fuga di notizie e dettagli, perché fa parte della storia e dello spettacolo arrivare alla visione vergini di qualsiasi conferma, portando con sé soltanto il proprio carico di congetture e aspettative. Per questo, segnaliamo che nella stesura di questo articolo, potrebbero esserci spoiler e invitiamo i lettori a pensarci bene, prima di proseguire.

 

La premessa dell’episodio è semplice e ineluttabile: Grande Inverno è circondata dagli Estranei, pronti ad attaccare, gli eserciti di Daenerys (Emilia Clarke) e Jon (Kit Harington) sono schierati: Dothraki, Immacolati, Bruti, uomini del nord, sono tutti schierati, il castello è fortificato, ogni guerriero possiede armi di ossidiana, ma tutto sembra vano, i morti sono troppi, il loro capo, il Re della Notte, a cavallo di drago di ghiaccio, è potente e inarrestabile. Non serve a niente abbattere i nemici, ogni avversario abbattuto, ogni soldato che si sacrifica si unisce all’armata del Re della Notte, che ha un solo obbiettivo, uccidere il Corvo e Tre Occhi. Con queste premesse era difficile sperare, ed effettivamente la battaglia sembrava volgere a favore degli Estranei e del loro Re. Tuttavia, una flebile speranza ha continuato a fluire: ci sono ancora tre episodi prima che lo show finisca per sempre, quindi qualcuno deve sopravvivere per forza.

Game of Thrones 8x03 sansa e aryaMiguel Sapochnik, già regista delle puntate Aspra Dimora e La Battaglia dei Bastardi, ha messo di nuovo al servizio dello show le sue doti, consegnandoci un episodio superlativo, che coniuga tensione e sollievo, brividi ed emozione, epicità e intimità. Lo fa bilanciando alla perfezione le scene di mischia con dialoghi intimi, che strutturano sempre meglio i personaggi e i rapporti di forza, presentandoci grandiosi attacchi, ritirate tragiche, inseguimenti e anche un assaggio di scrittura sapiente, per un personaggio che, per tutta la serie, dal primo episodio ad oggi, si è allenato per ciò che andava fatto, contro ogni previsione, contro ogni auspicio e soprattutto sorprendendo lo spettatore, ma anche i personaggi stessi. Game of Thrones 8×03 si fa esempio di grande televisione, palesando la sua natura di show che andrebbe goduto al cinema, in questo caso anche per aggirare il fastidioso effetto della fotografia molto buia, ovviamente condizionata dalla location (la buia campagna intorno al castello del nord, di note, sotto una tempesta di neve).

Nonostante Grande Inverno sia il teatro della battaglia, sono cinque  i luoghi in cui si concentra l’attenzione della regia e si svolgono le azioni. Il primo è il campo di battaglia, ovviamente, testimone del violento e sanguinoso scontro, la parte iniziale, quella più emozionante ma forse meno brutale. L’azione si sposta poi dentro le mura, quando le difese sembrano collassare, qui, in particolare, siamo testimoni del coraggio di Lyanna Mormont: la Lady dell’Isola dell’Orso, che si era rifiutata di rinchiudersi nelle cripte, sacrifica la sua vita affrontando un gigante zombie. La più piccola guerriera dell’esercito dei vivi, distrugge con un solo colpo, il più grande aggressore dell’esercito dei morti, una fine dolorosa, gloriosa, simbolica. Sempre dentro al castello, seguiamo la fase più sanguinosa della battaglia: i singoli eroi combattono contro centinaia di nemici, in una lotta impari e disperata. Jaime, Brienne, Tormund si ergono, armati e sanguinanti su pile e pile di cadaveri e di morti, che forse non rimarranno tali a lungo.

Game of Thrones 8x03In una battaglia in cui ci sono ben tre draghi per i due schieramenti, la battaglia aerea è altrettanto importante, coreografata al meglio, nonostante l’inevitabile oscurità di alcuni passaggi che genera un po’ di confusione nello spettatore. Dall’alto dei cieli fino alle profondità della terra, anche le cripte di Grande Inverno regalano brividi ed emozione. Soprattutto perché, oltre ai rapporti di forze trai personaggi che sono costretti a rifugiarvisi, come Sansa (Sophie Turner), Tyrion (Peter Dinklage) e Missandei, testimoniano l’avverarsi di una congettura fatta per gioco in rete nei giorni passati: la guerra è contro i morti che risorgono dalle tombe e i buoni di rifugiano nelle cripte, che sono, appunto, piene di cadaveri pronti a svegliarsi.

Infine, l’ultimo luogo topico della battaglia è stato il Parco degli Dei, l’albero diga e Bran che aspetta di incontrare il suo nemico, protetto solo da Theon che cerca così di guadagnarsi la redenzione per gli errori commessi in vita. Questo è il luogo della resa dei conti, dove gli Antichi Dei si fanno testimoni della lotta per la vita. L’episodio Game of Thrones 8×03 riporta in scena anche Melisandre, che non vedevamo da lungo tempo, ormai, e che si ascrive a quella lunga lista di personaggi che fanno del loro meglio per redimersi da ciò che di sbagliato hanno compiuto nel corso della propria vita. Il suo ruolo è determinante, non solamente con i fatti, che si rivelano soltanto provvisori sostegni alla causa dei vivi, ma soprattutto nelle parole, nel ricordare alle persone giuste il proprio ruolo. Adoratrice del fuoco e del Signore della Luce, Melisandre accenderà la fiamma nel petto degli eroi e delle eroine, guidandoli finalmente al compimento del loro destino.

L’episodio testimonia l’attenzione alla costruzione delle storie e dei personaggi lungo tutta la serie, portando a compimento diversi archi narrativi legati ad alcuni degli attori principali della vicenda, esaurendone il ruolo all’interno della vicenda. Questa capacità di riscoprirsi uno show che riesce a fare tesoro del passato per ripresentarlo al momento giusto, testimonia che Game of Thrones 8×03 ha un impianto solido, una scrittura che non guarda mai solo ai confini dell’episodio ma che si allarga fino a contribuire al grande disegno finale. La lunga notte di Grande Inverno è trascorsa, la Lunga Notte è stata scongiurata, la Grande Guerra è vinta, e ora arriva il momento di scoprire chi sarà il vincitore dell’Ultima Guerra.

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Chiara Guida
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Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
game-of-thrones-8x03Questa capacità di riscoprirsi uno show che riesce a fare tesoro del passato per ripresentarlo al momento giusto, testimonia che Game of Thrones ha un impianto solido, una scrittura che non guarda mai solo ai confini dell’episodio ma che si allarga fino a contribuire al grande disegno finale.