The Umbrella Academy 2 recensione serie tv

La recensione di The Umbrella Academy 2 che state per leggere è, naturalmente, senza spoiler. Tornano il 31 luglio su Netflix i fratelli Hargreeves, i sette supereroi cresciuti dallo scienziato pazzo Reginald che formano il gruppo noto come The Umbrella Academy e nati dalla mente di Gerard Way e Gabriel Bá. La serie si conferma un buon prodotto di intrattenimento che riesce anche a mantenere una certa coerenza nello sviluppo dei personaggi, il che già rappresenta un elemento di grande valore, dato il livello medio dell’ultima produzione Netflix.

 

Ma andiamo con ordine. Alla fine della prima stagione, i nostri eroi si rendono conto che Vanya, Numero Sette, non è disarmata e senza poteri, come loro hanno sempre creduto. Tutt’altro! Alla fine della stagione Luther, Klaus, Diego, Allison e Ben, guidati da Numero Cinque, hanno dovuto far fronte proprio alla sua rabbia e all’esplosione del suo potere che causa l’Apocalisse. All’inizio della seconda stagione, i sette eroi, fratelli non di sangue ma per circostanza, si trovano catapultati negli anni Sessanta, ognuno in un anno diverso.

The Umbrella Academy 2 è ambientato negli anni Sessanta

Costretti a stare da soli, ognuno cerca di fare del proprio meglio con gli strumenti che ha. Solo Cinque si trova di fronte ad una terribile verità: il loro viaggiare indietro nel tempo causa la fine del mondo, letteralmente. Dopo aver assistito alla fine del mondo, il fratello Hargreeves rimasto bambino ma più scaltro degli altri, viaggia nel tempo per chiamare a raccolta la famiglia e cerare di impedire che questa seconda Apocalisse abbia luogo. Naturalmente niente è semplice per questa famiglia sui generis e anche il compito di Cinque viene reso difficile dalle personalità, le strade, gli approcci diversi che gli altri fratelli hanno adottato nel corso del tempo trascorso in solitudine in questo tempo a cui non appartengono.

The Umbrella Academy 2 spinge i protagonisti fuori dalla loro confort zone, ogni personaggio si trova da solo ad affrontare un mondo che non conosce e tutti trovano una loro dimensione, cercando di sfruttare il proprio dono o potere. Luther, che ha sempre cercato la guida di una figura paterna, profondamente ferito dal comportamento del padre nei suoi confronti, diventa una specie di combattente invincibile al soldo di un uomo senza scrupoli. Allison trova l’amore ma anche la vocazione civile, in un periodo storico, gli anni ’60 appunto, in cui la popolazione di colore non poteva vivere liberamente. Diego, votato all’eroismo, decide di impedire l’assassinio di Kennedy, con il risultato di farsi rinchiudere in una clinica psichiatrica, dove fa un incontro molto particolare. Klaus sfrutta la sua capacità di comunicare con i morti e fonda addirittura un culto al cui centro dell’adorazione c’è proprio lui. Vanya, vittima di una forte amnesia, trova rifugio presso una famiglia in una fattoria, dove si reinventa baby sitter ed instaura un legame speciale con la moglie e madre e con suo figlio, un bambino affetto da una forma grave di autismo. La nuova normalità di ognuno di loro viene turbata da Cinque, che come un uragano arriva a scuoterli dal loro torpore e a coinvolgerli nel tentativo disperato di salvare ancora una volta il mondo.

Gli eroi si svincolano dalla paternità di Reggie

The Umbrella Academy 2Profondamente diversa per ritmo e approccio rispetto al primo ciclo, The Umbrella Academy 2 si concentra principalmente sull’obiettivo unico e condiviso della squadra di eroi. Se in un primo momento i sei fratelli hanno dovuto affrontare la presa di coscienza della loro individualità, l’autodeterminazione del loro essere non solo una squadra il cui leader era l’eccentrico Reggie Hargreeves, ma anche singoli individui con un cuore e una testa, non definiti dai loro poteri ma dal loro essere persone a tutto tondo, la seconda stagione li mette nella condizione di ritrovare quello spirito di squadra e questa volta di farlo per scelta, non per imposizione da parte di un padre padrone che, sembra, non ha voluto loro mai davvero bene.

Chiaramente le storie che si fondano sui viaggi nel tempo pagano ad un certo punto il prezzo di paradossi temporali, loop, “errori” e accavallamenti di linee che potremmo anche fingere di non notare per gettarci anima e corpo dentro questa girandola di emozioni ed avvenimenti concentrata in soli 10 giorni, quelli che precedono l’omicidio di Kennedy. L’evento storico diventa il filo rosso intorno al quale gravitano gran parte delle scelte e delle decisioni prese dal gruppo, un evento tragico nella storia di un Paese che i nostri credono di dover impedire, dal momento che si trovano nella condizione di poter intervenire e “fare la cosa giusta”. Tuttavia si renderanno presto conto che il loro compito è un’altro e tra avversità, emozioni, sensazioni e conflitti riusciranno a trovare il modo e la motivazione per lavorare insieme e fare di nuovo gli eroi.

La squadra di The Umbrella Academy si conferma vincente

Come nella prima stagione, il cast di The Umbrella Academy si rivela vivace e in parte, con un occhio di riguardo verso Aidan Gallagher al quale viene affidato il personaggio più complesso e consapevole, Cinque, e una nota di demerito a Tom Hopper che sembra calcare troppo la mano su una presunta stupidità di Luther, in contrapposizione alla sua forza fisica. Grande rivincita invece per Diego e Ben, che acquistano uno spazio molto più importante nella trama generale, mentre il Klaus di Robert Sheehan perde un po’ del brio che aveva caratterizzato la sua presenza nella prima stagione, senza però perdere fascino. Sempre molto equilibrato e volitivo il personaggio interpretato da Emmy Raver-Lampman, la sua Allison è una donna solida e devota, coraggiosa e impegnata, con le idee chiare e il cuore al posto giusto. Sboccia definitivamente la timida Vanya di Ellen Page; a tutti gli effetti la superstar del cast della serie, era rimasta in ombra per la maggior parte della prima stagione per poi trovare il suo giusto spazio alla fine della stessa e nel corso di tutta la seconda.

Con una scrittura divertente, dei personaggi che non si prendono mai troppo sul serio e un ritmo coinvolgente, The Umbrella Academy 2 conferma la buona qualità della prima stagione, replicandone il finale aperto, agganciando la curiosità dello spettatore e fidelizzando il suo pubblico.

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Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
the-umbrella-academy-2-netflixCon una scrittura divertente, dei temi universali, personaggi che non si prendono mai troppo sul serio e un ritmo coinvolgente, The Umbrella Academy 2 conferma la buona qualità della prima stagione, replicandone il finale aperto e agganciando la curiosità dello spettatore e fidelizzando il suo pubblico.