Dream House, il film (non) di Jim Sheridan

E’ prevista per l’8 giugno 2012 l’uscita italiana dell’ultimo film di Jim SheridanDream House. Il regista irlandese dopo l’ultimo lavoro Brothers del 2009 (remake del film di Susanne Bier, Non desiderare la donna d’altri , 2004), torna in scena con un thriller psicologico destinato a diventare l’evento-flop dell’anno. Figlio delle più assurde controversie autoriali e decisionali, Dream House, girato da febbraio a marzo 2010, viene distribuito nelle sale statunitensi  dalla Universal Pictures il 30 settembre 2011, con un impatto su critica e pubblico del tutto sconcertante. Ad incrementare le diatribe sul film, la notizia che lo stesso Sheridan abbia disconosciuto la pellicola, richiedendo alla Directors Guild Of America (il sindacato che rappresenta i registi cinematografici e televisivi statunitensi) di far rimuovere il suo nome. Il tutto perché la casa di produzione Morgan Creek ha realizzato il montaggio finale del film senza nemmeno consultare il regista. A questo si unì poi il silenzio degli attori Daniel Craig e Rachel Weisz i quali si rifiutarono addirittura di rilasciare dichiarazioni alla stampa e  tantomeno promuovere il film.

 

Eppure le basi per un buon lavoro c’erano tutte. Un regista dal curriculum più che valido, con sei candidature alle spalle, ricordiamo alcuni dei suoi migliori lavori, The Boxer del 1997, nominato come miglior film drammatico ai Golden Globe. In America-Il sogno che non c’era del 2003 mentre del 2005 il film sulla vita del rapper 50 Cent, Get Rich or Die Tryin’. Un cast stellare composto da nomi di un certo calibro come Daniel Craig, Naomi Watts e Rachel Weisz.  Una trama piuttosto interessante che avrebbe potuto tramutarsi in uno di quei thriller carichi di suspense e colpi di scena. Per non parlare dei 50 milioni di budget  e le spalle piuttosto larghe di una major come la Universal.

“Will e Libby decidono di lasciare New York e trasferirsi con le proprie figlie in una graziosa cittadina del New England. Lì avrebbero iniziato una nuova vita e realizzato finalmente i sogni di tutta una vita. “La casa dei sogni” però,  si rivela presto il terribile scenario di un massacro avvenuto anni prima e, l’inquietante passato, torna a bussare alla porta dei nuovi malcapitati inquilini”.

Al di là delle polemiche e delle convinte bocciature che il film (non-film) di Sheridan ha ricevuto, non manca  quella fetta spettatoriale pronta a distinguersi e a salvare in qualche modo l’orfana pellicola. Sembra infatti che diversi amanti dell’horror abbiano visto in Dream House un film che funziona nonostante i problemi produttivi pre e post film. Un classico di quei thriller in vecchio stile, che riesce a non apparire patetico seppur nei soliti cliché: case idilliache infestate dai fantasmi (o come tali presunte…).

Will/Craig scrittore, una moglie e due figlie in una idilliaca casa del New England, i fantasmi di due povere bambine massacrate…questo ci porta a credere che l’idea in principio c’era, ehm…non vi ricorda nulla…?

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