And the Oscar goes to …

oscar 2020

And the Oscar goes to … L’attesa per l’83esima edizione degli Academy Awards sale sempre di più, I preparativi fervono e I nominate trepidano. Quali saranno quest’anno i migliori, o meglio, i premiati?

 

Sappiamo chi si gioca la possibilità di stringere fra le mani il piccolo e prezioso Oscar, ma in giro si vocifera, si sussurra, si sa già chi è il favorito, chi invece non ha speranze, e chi, a buona ragione, ha già l’Oscar in tasca. I film che si dividono i premi più importanti, come al solito, sono pochini, tra questi quelli più quotati c’è The Social Network, che tra le altre nomination, potrebbe portarsi a casa con tutta probabilità quella di miglior film, e perché no, anche di miglior regia. Fincher potrebbe così riscattarsi della bocca asciutta del 2008 quando tante nomination e poche statuette per il suo Benjamin Button lo mandarono a casa un po’ abbattuto. All’epoca fece incetta di Oscar il collega, e ancora una volta rivale, Danny Boyle, cha anche quest’anno è in lizza con il suo 127 Ore.

Entrambi i registi hanno confezionato un ottimo prodotto, lavorando su storie vere con attori giovani e bravi, entrambi ‘rivali’ di Nomination, James Franco (che conduce la serata!) e Jesse Eisenberg. Ma trai due spunta fuori l’illustre sconfitto dello scorso anno, quel’incredibile Colin Firth, protagonista di una delle interpretazioni più interessante ed emozionanti della stagione cinematografica. Il suo Discorso del Re potrebbe fare la differenza, avendo già conquistato 10 nomination, a pari merito con Il Grinta, che pure ripropone il vincitore dello scorso anno nella categoria per il miglior attore, Jeff Bridges. Ma trai maschietti spunta anche lo ‘straniero’ Javier Bardem, che ha già vinto un Oscar, ma perché accontentarsi?

Altro grande atteso agli Oscar è il tanto discusso Cigno Nero, della premiata coppia Aronofsky-Portman, riusciranno autore e musa a portare a casa entrambi un premio? Se per la leggiadra e tormentata Nina di Natalie ci sembra molto probabile, per Darren il discorso è più complesso, e l’esito più incerto. Vero è che Natalie si dovrà confrontare con la straordinaria Jennifer Lawrence di Un Gelido Inverno, altro film che concorre nella massima categoria, e la rediviva Nicole Kidman, in una performance che finalmente la restituisce al suo primo splendore, nonostante il botox …

E poi ci sono le spalle, gli attori non protagonisti, e quest’anno ne avremo delle belle tra lo scanzonato Mark Ruffalo, il potente Goeffrey Rush, il finalmente riconosciuto dall’Academy Christian Bale, insieme a Melissa Leo e Amy Adams per The Fighter e le altre attrici di ‘supporto’. Come lo scorso anno è accaduto con Up, tra i 10 candidati per il miglior film spicca un film d’animazione. E’ la solita Pixar a realizzare l’ennesimo capolavoro, Toy Story 3, che però ovviamente punta, più verosimilmente, alla statuetta come miglior film d’animazione. Ma attenzione! Quest’anno gli avversari della Pixar sono di tutto rispetto: Dragon Trainer, made in DreamWork è un capolavoro, e che dire del delicato e ‘antico’ Illusionista di Sylvain Chomet? La guerra è aperta!

Ma non solo attori e registi, anche produttori, sceneggiatori, compositori e tutti gli altri responsabili dei cosiddetti (a torto) ‘premi minori’ trepidano e aspettano. Ognuno ha i suoi preferiti, tutti noi tifiamo in silenzio per il film, l’attore o il montatore che ha fatto meglio il suo lavoro, ma si sa, gli Oscar non sono mai al più bravo, sarebbe un torto verso gli altri candidati (e perché no, anche verso quelli che sono rimasti fuori dalle nomination!), che comunque vengono apprezzati per il lavoro svolto. Meryl Streep, lei che di Oscar e nomination se ne intende, ha detto in passato che il premio più bello è la candidatura perché è assegnata dai propri colleghi di categoria, e forse è vero, ma provatelo a dire a chi il 27 notte stringerà in mano l’omino d’oro, provate a chiedere ai vincitori se baratterebbe mai la vittoria con altre 5 nomination … cosa potrebbero mai rispondere?

E allora apriamo le danze incrociamo le dita e che vinca chiunque purché sia un bello spettacolo. In fin dei conti, chi arriva su quel palco a pronunciare il fatidico discorso ha già dato lo spettacolo migliore, quello in sala.

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