Le mille trasformazioni dell’istrionico Jim Carrey

Jim-Carrey-Una-settimana-da-dio

Jim Carrey – Il suo talento è noto a tutti, ed è quello che gli ha regalato i primi folgoranti successi a metà anni ’90. Due su tutti: Ace Ventura e The Mask. Ha fatto della comicità il suo credo fin da ragazzino, forse per esorcizzare un’infanzia e una giovinezza non proprio facilissime. La sua è una comicità dei gesti e delle espressioni, che gioca con le mille possibilità offerte dal suo vulcanico trasformismo.

 

D’altro canto, parliamo di un attore a tutto tondo, che con le interpretazioni dai toni drammatici – The Truman show e Man on the Moon – ha ottenuto i premi più prestigiosi.

Jim Carrey, biografia

Si tratta di James Eugene Carrey, meglio noto come Jim Carrey, canadese di Newmarket, vicino Toronto, classe 1962. Nasce da famiglia di origini modeste: mamma Kathleen e papà Percy, contabile con la passione per la musica. Ultimo di quattro fratelli, deve presto iniziare a lavorare per contribuire al sostentamento della famiglia in difficoltà. Sperimenta perciò lavori umili, e intanto coltiva la passione per lo spettacolo e la comicità: da sempre si diverte a fare imitazioni, intrattenendo spesso i suoi compagni di scuola. Mentre studia e lavora, inizia ad esibirsi in piccoli club a Toronto.

Il 1979 è un anno di svolta per Jim Carrey. A soli 17 anni lascia il Canada, e si trasferisce in California, a Los Angeles, per tentare il grande salto. Anche qui, i primi tempi sono difficili, e il nostro si accontenta di qualche serata come cabarettista in locali non certo di grido. Il ragazzo però ha talento e, col tempo, riesce a portare la sua comicità sul palco del Comedy Store.

Jim Carrey, film e filmografia

Nei primi anni Ottanta, approda anche sul piccolo schermo, partecipando ad alcune serie tv: un episodio di Happy Days, e The Duck Factory. Contemporaneamente, riesce anche ad ottenere i suoi primi ruoli per il grande schermo – Una vacanza fuori di testa (1983), Il treno più pazzo del mondo (1984), Se ti mordo… sei mio (1985) – muovendosi tra commedia e horror. Nel 1986 arriva un ingaggio niente popò di meno che da Francis Ford Coppola, che gli affida la parte di Walter Gets nella commedia Peggy Sue si è sposata, e nell’88 una partecipazione al quinto episodio della saga dell’ispettore Callaghan, Scommessa con la morte. Per arrivare al successo, però, Carrey dovrà attendere gli anni ’90 e fare ancora un po’ di gavetta. Intanto, sposa Melissa Womer, con cui avrà una figlia, Jane.

Ottiene la prima popolarità col film comco Ace ventura – L’acchiappanimali (1994), diretto da Steve Oedekerk. È il trionfo della comicità più pura, fatta di smorfie, facce, atteggiamenti, movenze, il tutto costantemente sopra le righe e ad altissima velocità. Per i non amanti di questo tipo di  comicità, può risultare eccessivo e, alla lunga, ripetitivo. Per gli altri è esilarante. Il film ottiene un ottimo riscontro di pubblico negli States e una buona accoglienza in casa nostra. Visto il successo, il sequel arriva nel ’95: Ace ventura – Missione Africa. Nel frattempo, l’attore canadese ha avuto modo di dare prova del suo istrionico talento con The Mask – Da zero a mito (1994) di Chuck Russell, in cui interpreta l’impiegato di banca Stanley Ipkiss, che s’imbatte in una maschera dai magici poteri: consente a chi la indossa di trasformarsi in chiunque desideri. Nulla di meglio poteva chiedere Jim Carrey per dare prova delle proprie capacità da trasformista, che assicurano il successo anche a questa pellicola di genere fantastico. Per questo ruolo, è candidato al Golden Globe come Miglior Attore protagonista. Sempre del ’94, è la commedia di Peter Farrelly: Scemo & + scemo, dove Jim Carrey recita accanto a Jeff Daniels e Lauren Holly, che due anni dopo diventerà la sua seconda moglie.

Il nostro, insomma, a metà anni ’90 sfrutta tutte le occasioni che ha a disposizione, per dimostrare di essere il mago della comicità, erede della miglior tradizione americana. Non si fa neppure sfuggire l’opportunità di partecipare a Batman Forever (1995), diretto da Joel Schumacher, che gli affida il ruolo genialmente malvagio dell’Enigmista, caratterizzato brillantemente.

 Jim Carrey, però, è attore dalle mille risorse e non lo intimorisce la sfida di un film fantastico, ma con risvolti drammatici, anzi, gli evita di essere identificato con ruoli esclusivamente comici. È così che accetta di essere il malcapitato la cui esistenza, a sua insaputa, è da trent’anni una finzione televisiva. Lo fa per Peter Weir in The Truman Show (1998). La sua interpretazione dell’uomo medio americano Truman Burbank (assicuratore), che pian piano si scopre vittima del gigantesco inganno massmediatico in cui vive, opera del produttore Christof/Ed Harris, e tenta una disperata fuga verso la libertà, gli vale il primo riconoscimento di peso: il Golden Globe come Miglior Attore protagonista. Stesso premio a Ed Harris come attore non protagonista, nonché a Philip Glass e Burkhart von Dallwitz per la colonna sonora. Il film, pur candidato all’Oscar per regia, sceneggiatura di Andrew Niccol e ruolo da non protagonista per Harris, non porta a casa statuette.

Jim Carrey man on the moonNel 1999 Jim Carrey bissa il successo, con un altro ruolo dai risvolti drammatici: quello dell’eccentrico e spiazzante showman Andy Kaufmann, amatissimo dallo stesso Jim Carrey, di cui veste perfettamente i panni, diretto da Miloš Forman in Man on the Moon. Conquista il suo secondo Golden Globe, mentre a Forman va l’Orso d’Oro al Festival di Berlino. Nel cast del film anche Danny De Vito, nel ruolo dell’agente di Kaufman, George Shapiro, e Paul Giamatti. Ormai Jim Carrey è stimato dalla critica e amato dal pubblico.

Il nuovo millennio si apre per lui con il ritorno alla commedia classica, Io me e Irene, accanto a Renée Zellweger, diretto dai fratelli Farrelly. Ma, nello stesso anno, ecco che Jim Carrey si presta all’ennesima trasformazione: diventa un essere verde, peloso e cattivo, che “boicotta” il Natale degli abitanti del paese di Chinonso: Il Grinch, per la regia di Ron Howard, favola che ironizza sagacemente sulle abitudini consumistiche, nata dalla penna dello scrittore americano Theodor Seuss Geisel.

Nel 2004, è di nuovo la volta di una commedia fantastica dai risvolti drammatici: Se mi lasci ti cancello di Michel Gondry, che nonostante il titolo italiano, non è frivolo, né superficiale, ma analizza con acutezza il delicato tema della fine di un amore o, se si preferisce, del logorio cui vanno soggetti i rapporti di coppia. Qui, la coppia è formata da Jim Carrey/Joel e Kate Winslet/Clementine, entrambi efficacissimi nei rispettivi ruoli, alle prese con la fine della loro storia d’amore e col bislacco tentativo di cancellare l’altro dalla propria mente per sempre. Sceneggiatura intricata, ma intrigante, ad opera di Charlie Kaufman, gli vale l’Oscar.

Jim CarreyNel 2007, Jim Carrey cambia genere e approda al thriller, tornando a farsi dirigere da Joel Schumacher in Number 23. Nel 2008 sarà l’uomo che dice sempre sì nella commedia di Peyton Reed Yes Man, mentre nel 2009 incarnerà Scrooge per Robert Zemeckis nella trasposizione cinematografica del noto racconto di Dickens A Christmas Carol. Qui, l’attore canadese potrà ancora una volta assumere identità diverse e dar prova della sua maestria. Oltre al vecchio Scrooge, infatti, interpreta anche gli Spiriti del Natale passato, presente e futuro, che danno a Scrooge una lezione di vita.

È del 2011 l’ultima fatica dell’istrionico ed eccentrico personaggio Jim Carrey: incarnare uno spregiudicato agente immobiliare (Mr. Popper), padre distratto, che riscopre il valore degli affetti grazie ad un lascito particolare del defunto padre esploratore: sei pinguini che movimenteranno non poco la sua esistenza, proprio quando sta per accettare la sfida più difficile della sua carriera. I pinguini di Mr. Popper è una commedia dal buon ritmo, dove un Jim Carrey misurato rispetto ai suoi inizi non sbaglia un colpo. Un concentrato di comicità, ironia e sagacia che può piacevolmente intrattenere grandi e piccoli spettatori. Sarà nelle sale italiane dal prossimo 12 agosto, prodotto dalla Devis Entertainment e dalla Twentieth Century Fox, anche distributrice della pellicola.

- Pubblicità -