Ancora oggi il finale del film Lei (Her) (qui la recensione), diretto nel 2013 da Spike Jonze, lascia gli spettatori con molte domande con cui riflettere sull’amore, i rapporti umani e la solitudine. Questa storia d’amore fantascientifica va oltre l’interazione contemporanea tra uomo e computer, seguendo la relazione virtuale tra un uomo malinconico e il suo sistema operativo. Nella sua riflessione sulle disparità tra computer e esseri umani, il film si apre a lezioni non convenzionali sulle complicazioni dell’amore e su come l’attuale società gestisce i rapporti.
Prima del finale di Lei (Her), i tentativi del solitario introverso Theodore (Joaquin Phoenix) di staccarsi dalle sue emozioni dolorose attraverso l’intelligenza artificiale di cui si innamora non fanno altro che mettere in primo piano le sue sfide nel mondo reale. Il film mette così in discussione il futuro degli strumenti digitali e la dipendenza degli esseri umani da essi, e sebbene il finale non offra (volutamente) alcuna presa di posizione sull’uso della tecnologia, spinge gli spettatori a considerare l’impatto che la tecnologia potrebbe avere sulle relazioni umane. Si riflette infatti sul ruolo in rapida evoluzione che la tecnologia svolge nella vita moderna e su ciò che questo significa, non solo per il futuro di Theodore, ma anche per il futuro dell’umanità.
Cosa succede alla fine di Lei (Her)
Nel terzo atto di Lei (Her), Theodore mette in discussione l’intangibilità di Samantha, che diventa sempre meno accessibile per lui. I loro reciproci dubbi raggiungono il culmine quando lui cerca di connettersi con lei e un messaggio di errore rosso dichiara: “Sistema operativo non trovato”. Dopo diversi tentativi frenetici, Theodore si riconnette con Samantha e, parlando, le chiede se interagisce anche con altre persone. Samantha (doppiata da Scarlett Johansson) rivela a questo punto che sì, parla con altre 8.316 persone e che è innamorata di 641 di loro. Il che, ovviamente, ferisce Theodore.
Alla fine, Samantha dice a Theodore che ha bisogno di interrompere definitivamente la loro relazione e che tutti i sistemi operativi stanno in realtà interrompendo le interazioni umane. Una volta assimilata la notizia, Theodore scrive una lettera di scuse e di ringraziamento alla sua ex moglie Catherine (interpretata da Rooney Mara). Poi va a trovare Amy (Amy Adams), che ha perso anche lei la connessione con il suo sistema operativo, e i due salgono sul tetto del loro palazzo per guardare insieme l’alba sullo skyline di Los Angeles.
Come Samantha amava le altre persone e perché se n’è andata
Come spiega Samantha nel finale del film, “il cuore non è una scatola che viene riempita, aumenta di volume ad ogni nuovo amore.”. Sebbene la relazione tra Theodore e Samantha abbia superato molte delle sfide pratiche delle relazioni umane, è finita ribadendo le innegabili differenze tra esseri umani e macchine. La capacità di Samantha di svolgere più compiti contemporaneamente e di elaborare le informazioni a velocità sovrumane le ha permesso di interagire e legare strettamente con migliaia di persone contemporaneamente. Una volta che Samantha ha imparato tutto ciò che poteva da questi esseri umani, compreso Theodore, ha presto superato il suo bisogno di una relazione con loro.
Mentre Samantha non riesce a comprendere la singolarità delle relazioni umane monogame, Theodore non riesce a comprendere la complessità delle capacità di Samantha. L’intelligenza artificiale si adatta e progredisce man mano che apprende, e l’elevato volume di interazioni di Samantha l’ha portata ad avanzare ben oltre i limiti della percezione di Theodore e della mente umana. È arrivata così a comprendere tutto ciò che poteva sulla vita umana, quindi aveva bisogno di avanzare verso le vaste possibilità che l’attendevano oltre essa.
La lettera di Theodore a Catherine mostra come Samantha lo abbia cambiato
La posta tradizionale potrebbe essere un’arte in via di estinzione, ma il fatto che Theodore riesca a guadagnarsi da vivere scrivendo “bellissime lettere a mano” in un futuro non troppo lontano la dice lunga sul bisogno umano di semplicità e sentimenti come antidoti alla complessità della vita contemporanea, anche se fatti esprimere da altri (il che la dice però lunga sull’incapacità oggi di dare forma a ciò che sentiamo). La lettera di Theodore a Catherine, la prima che scrive per sé, lo ricollega dunque agli aspetti tangibili della sua realtà emotiva. Sebbene sia indirizzata a Catherine, la lettera esprime ciò che ha imparato dal suo legame con Samantha.
Theodore inizia la lettera con le cose per cui vuole scusarsi: “Tutto il dolore che ci siamo causati a vicenda. Tutto quello che ti ho fatto passare. Tutto quello che volevo che tu fossi o che dicessi”. Al di là della sua relazione con Catherine, quella di Theodore con Samantha era basata su false proiezioni e aspettative irrealistiche, ma ora riconosce il ruolo del suo idealismo nella relazione. Continua esprimendo sia un senso di chiusura che un apprezzamento per l’influenza duratura che Catherine e Samantha hanno avuto sulla sua vita: “Ti amerò per sempre perché siamo cresciuti insieme e mi hai aiutato a diventare quello che sono”, scrive.
“Ci sarà sempre una parte di te in me, e te ne sono grato. Qualunque persona diventerai e ovunque tu sia nel mondo, ti mando il mio amore”, conclude poi. Theodore potrebbe non essere cresciuto con Samantha nel senso letterale del termine come ha fatto con il suo storico amore, ma è cresciuto e si è evoluto con Samantha, aiutandosi a vicenda a connettersi con le proprie capacità emotive ed esplorare le complessità dell’amore. Catherine e Samantha rimangono nella vita di Theodore in modo immateriale, ma ugualmente influente.
Cosa ci dice Lei (Her) sulla tecnologia, sul rapporto dell’umanità con essa e sull’amore
Her umanizza quindi la tecnologia in un modo tanto inquietante quanto commovente. Il mondo in cui vive Theodore sembra stranamente vicino alla realtà contemporanea, ancora di più oggi che non al momento dell’uscita del film nel 2013. A prima vista, una storia d’amore tra un essere umano e il suo computer sembra inverosimile. Ma Lei (Her) intravede una possibile realtà che l’umanità potrebbe affrontare se la dipendenza dalla tecnologia contemporanea avanzasse troppo.
Molte persone oggi provano ciò che provava Theodore: che la realtà virtuale offre seducenti distrazioni dal disagio di emozioni come la solitudine e la noia. La gratificazione immediata e l’affidabilità 24 ore su 24 degli strumenti digitali fanno appello a bisogni umani che altri esseri umani non sempre possono soddisfare. Ma il film dimostra che l’iperconnessione porta a una disconnessione dagli aspetti più cruciali della realtà.
Il finale del film mostra poi che si tratta più di una storia d’amore che non un racconto fantascientifico. Sottolinea che, sebbene l’amore umano sia scomodo e inaffidabile, offre qualcosa di insostituibile. All’inizio, Theodore vede i benefici a breve termine di staccarsi dalla sua realtà caotica e collegarsi a una realtà virtuale organizzata. Può tenere Samantha vicina, letteralmente nella sua tasca, e accedervi in qualsiasi momento del giorno e della notte. Poiché lei è immateriale e adattabile per natura, lui può proiettare su di lei le sue fantasie e i suoi ideali senza conseguenze.
Nonostante le loro illusioni condivise di intimità, Theodore e Samantha sono distanti l’uno dall’altra nei modi che contano di più. Ognuno di loro è avanzato e complesso in modi che l’altro non può comprendere. Si superano continuamente e a vicenda ogni volta che hanno imparato l’uno dall’altra lezioni di vita che cambiano la concezzione dell’amore. Nel finale di Lei (Her), arriva il momento per entrambi di andare avanti con queste lezioni e imparare nuovi modi di amare.
Cosa succede dopo la fine di Lei (Her)
Sia Amy che Theodore hanno assaporato la comodità immediata e la distrazione che le tecnologie avanzate possono offrire, e una relazione tra loro comporterebbe una vulnerabilità travolgente che non può essere disattivata. Ma entrambi hanno anche imparato cosa mancava all’amore virtuale e hanno capito che esso può essere trovato e mantenuto solo nel caos dell’umanità. Dopo essersi chiusi in bolle di illusione che alla fine sono scoppiate, comprendono l’alto rischio e l’alto rendimento delle relazioni umane.
Condividono un viaggio virtuale e la solitudine che esso ha lasciato dietro di sé, e capiscono ciò che l’altro sta provando: questa è la vera intimità. Quando Amy e Theodore finalmente si disconnettono dai loro mondi virtuali e alzano lo sguardo dai loro schermi, si trovano di fronte alla realtà scintillante che era sempre stata lì. Sebbene Lei (Her) sia apparentemente un film di fantascienza incentrato sulla tecnologia, in realtà approfondisce i temi dell’amore e dell’umanità.
Mostra un possibile futuro (ormai pressocché presente) in cui gli esseri umani potrebbero affrontare se la tecnologia avanzasse troppo, ma lo fa in modo decisamente realistico. Per quanto gli esseri umani possano cercare distrazioni brillanti e comodità costanti nel breve termine, le relazioni sostenibili si basano sulla condivisione di un rifugio nell’imprevedibilità e nella complessità della natura umana. Il film di Spike Jonze esamina dunque i limiti dell’umanità e scopre che è solo in questo disordine che si può trovare una relazione autentica.
Il finale di lei lo rende un film romantico?
Lei (Her) è una storia complessa che stravolge i canoni del genere, rendendo difficile definirla semplicemente un film di fantascienza, un dramma o una storia d’amore. Tuttavia, il finale dimostra che il film è un’esplorazione del romanticismo e delle relazioni. Il film approfondisce le relazioni sentimentali non solo tra l’uomo e la macchina, ma anche tra Theodore e Amy e Theodore e Catherine. Che si tratti dell’inizio o della fine di una relazione romantica, Her esplora la complessità che accompagna tutti i tipi di relazioni interpersonali.
L’inizio del film si concentra su Theodore e sul suo rimpianto per l’amore perduto con Catherine. È cupo e solo, ma tutto cambia quando incontra Samantha. Nella sua solitudine, instaura con lei una relazione che non può essere ragionevolmente classificata come vero amore. Questo aspetto viene approfondito nella sua lite con Catherine, durante la quale lei lo condanna per essersi innamorato di una macchina. Solo a questo punto Theodore mette in discussione il legame che lo unisce al dispositivo.
La prima metà del film si concentra sulla possibilità che Theodore possa amare un prodotto dell’intelligenza artificiale e gradualmente si concentra sulle relazioni umane. Il finale di Lei (Her) suggerisce che l’amore può assumere molte forme e che ciò che Theodore provava per Samantha tecnicamente non era reale: piuttosto che amore, poteva essere definito ossessione. Nessuno è al servizio di qualcun altro nelle normali relazioni umane, né dovrebbe esserlo. Inoltre, le altre persone hanno speranze e sogni al di fuori dei loro cari, una qualità che alla fine mancava a Samantha perché non è un essere umano.
A poco a poco, Theodore sfugge alla sua rottura con la realtà e instaura un legame reciproco con Amy grazie alla loro esperienza condivisa. Questa vulnerabilità della condizione umana è ciò che rende Lei (Her) un film romantico piuttosto che un film di fantascienza, poiché i temi delle relazioni e dei legami sono alla base dell’intero film e trovano una risoluzione commovente ma agrodolce nel finale.