L’uomo di neve, la spiegazione del finale: chi è l’assassino?

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Jo Nesbø è uno dei più noti scrittori norvegesi, specializzato in romanzi di genere crime, tra cui spicca la serie con protagonista il detective Harry Hole, brillante nel suo lavoro ma con metodi poco ortodossi. Di tredici libri dedicati a tale personaggio, solo il settimo, Snømannen, è ad oggi diventato un film. Si tratta di L’uomo di neve (qui la recensione), diretto dal regista svedese Tomas Alfredson (noto anche per Lasciami entrare e La talpa) e con protagonista l’attore candidato agli Oscar Michael Fassbender.

Originariamente doveva essere Martin Scorsese a dirigere il film, rimanendo però poi come solo produttore esecutivo. La produzione di L’uomo di neve è come noto stata infatti piuttosto travagliata e si è svolta in un breve lasso temporale. Un periodo troppo ristretto secondo Alfredson, che non avrebbe permesso di preparare adeguamente la sceneggiatura (tanto che alcune parti non sarebbero state girate) e la sua messa in scena. Problemi poi riscontrati anche dalla critica e dal pubblico, che hanno sonoramente bocciato il film.

 

Si può infatti notare un grande potenziale inespresso, che non trova giustizia a causa di alcune lacune nella storia. Rivedere oggi il film è comunque consigliato ai fan del genere, che potranno imbattersi in una visione con diversi elementi affascinanti. Il finale de L’uomo di neve, in particolare, necessita di una spiegazione completa a causa della sua complessità. In questo articolo si ritroveranno dunque ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Michael Fassbender in L'uomo di neve
Michael Fassbender in L’uomo di neve. Cortesia di Universal Pictures.

La trama e il cast di L’uomo di neve

Il film ha dunque per protagonista il detective Harry Hole, il quale si trova a dover risolvere un complesso e orrorifico caso: quello del serial killer che firma i suoi omicidi realizzando pupazzi di neve sul luogo del delitto e pertanto rinominato L’uomo di neve. Tra i due si sviluppa un vero e proprio gioco sadico, con il killer che provoca il detective lasciandogli degli indizi che però non sembrano portare a nessuna scoperta utile a svelare la sua identità.

Temendo di trovarsi di fronte ad un serial killer inafferrabile che da tempo si pensava morto, il detective ingaggia la brillante recluta Katrine Bratt, per aiutarlo a collegare alcuni casi irrisolti risalenti a molto tempo addietro, con i più recenti e brutali. Procedendo così, i due sperano di far uscire allo scoperto lo psicopatico che li sta osservando da chissà quanto tempo. Se falliranno nelle loro indagini, però, un male impensabile colpirà ancora una volta con l’avvento della successiva nevicata.

Come anticipato, ad interpretare il detective Harry Hole vi è l’attore Michael Fassbender, mentre Katrine Bratt ha il volto dell’attrice Rebecca Ferguson. L’attore Val Kilmer interpreta invece Gert Rafto, un detective alcolizzato. Se si ascolta il film in lingua originale, si noterà che Kilmer non parla con la sua vera voce. L’attore è infatti stato doppiato per via del cancro avuto alla gola. Recitano poi nel film gli attori Charlotte Gainsbourg nei panni di Rakel Fauke, J. K. Simmons in quelli di Arve Stop e Chloe Sevigny in quelli di Sylvia Ottersen.

Michael Fassbender L'uomo di neve
Michael Fassbender in L’uomo di neve. Cortesia di Universal Pictures.

 

La spiegazione del finale

Il finale de L’uomo di neve rivela che l’assassino è il chirurgo Mathias, che sta usando la sua reputazione professionale per nascondere le sue attività omicide. Harry e Katrine sospettano molti potenziali assassini nel corso dell’irregolare storia de L’uomo di neve, da Arve Støp a Idar Vetelsen. Tuttavia, alla fine del film, Harry scopre che Mathias Lund-Helgesen è stato l’assassino per tutto il tempo. Harry e Mathias hanno avuto diverse scene insieme nel corso del film, ma Harry non ha mai messo insieme gli indizi. Mathias è un rinomato chirurgo, il che lo fa sembrare un professionista premuroso e incapace di fare del male a qualcuno.

Chiaramente, si trattava di una facciata, perché Mathias era in realtà un pericoloso assassino. I primi indizi di ciò si ritrovano nella prima scena. L’uomo di neve si apre infatti con la scena di un bambino, sua madre e il suo padre biologico. Il ragazzo è il risultato di una relazione e quando la madre minaccia di dire la verità alla moglie del padre, il padre fugge e se ne va in macchina. La madre del ragazzo lo segue, con il bambino sul sedile del passeggero, ma finisce fuori strada e si ritrova su un lago ghiacciato. Il ragazzo scende dall’auto e dice alla madre di fare lo stesso, ma lei non lo fa. Rimane in macchina mentre il ghiaccio si rompe e l’auto affonda nell’acqua ghiacciata.

Attraverso le scoperte di Harry e della sua squadra alla fine del film, diventa chiaro che Mathias è il ragazzo della scena iniziale de L’uomo di neve. È rimasto orfano dopo la morte della madre e l’abbandono del padre e ha trascorso il resto della sua vita con rabbia e risentimento per gli eventi. Tuttavia, la rabbia di Mathias è mal indirizzata. Mathias crede che sua madre non lo amasse e che per questo motivo abbia scelto di morire in auto. Inizia a uccidere donne che hanno abortito o che non conoscono il padre del loro bambino per l’odio che prova per la propria madre.

Rebecca Ferguson in L'uomo di neve
Rebecca Ferguson in L’uomo di neve. Cortesia di Universal Pictures.

Alla fine de L’uomo di neve, Harry gli dice che ha sbagliato tutto per tutta la vita. Non era sua madre a non interessarsi a lui, ma era suo padre a non volerlo. Nel fare questa scoperta, Harry è scioccato dal fatto che l’assassino lo conosca e abbia un legame con il suo passato. Harry conosce Mathias perché  lui esce con Rakel, la sua ex. Per questo, c’è anche una certa tensione tra Mathias e Harry, con il primo che dice al secondo che quando l’ha visto per la prima volta ha creduto che avesse una famiglia perfetta, anche se anche la vita di Harry è piena di difetti. Mathias prova dunque risentimento nei confronti di Harry perché sia Rakel che Oleg lo amano, mentre Mathias non ha nessuno.

In che modo Katrine è collegata a Rafto?

Tra i tanti misteri de L’uomo di neve, uno dei più sconcertanti è il collegamento tra Katrine e Gert Rafto. Harry viene a sapere che anni prima c’era stato un caso di omicidio simile, così va a incontrare Gert Rafto, uno degli agenti che si occupava del caso. Tuttavia, scopre presto che Rafto è morto otto anni prima per un presunto suicidio. Nella baita di Rafto, Harry scopre una giacca e una fotografia e scopre che Rafto è il padre di Katrine. Si rende conto che Katrine sta lavorando con lui al caso perché crede che suo padre sia stato assassinato e vuole scoprire chi lo ha ucciso.

Arve Støp è colpevole?

Rafto potrebbe essersi suicidato diversi anni prima degli eventi de L’uomo di neve, ma la sua morte finisce per diventare un altro pezzo del complesso puzzle. Katrine è convinta che l’uomo d’affari corrotto Arve Støp abbia ucciso suo padre. Tuttavia, non è mai in grado di collegarlo alla morte del padre o ai nuovi omicidi su cui Harry sta indagando. Nonostante gli altri suoi loschi traffici, Støp è però innocente in termini di omicidio e non ha ucciso Rafto. Tuttavia, è coinvolto in un giro di prostituzione, insieme a Vetelsen, un medico che tutte le vittime hanno visitato a un certo punto. Vetelsen diventa presto una vittima di omicidio e l’ultima scena di Støp è quando Katrine cerca di sedurlo. Da quel momento Støp non viene più visto.

J. K. Simmons in L'uomo di neve
J. K. Simmons in L’uomo di neve. Cortesia di Universal Pictures.

Cosa succede a Katrine?

Dopo che Katrine ha tentato di sedurre Støp, lui le dice di incontrarlo nella sua stanza d’albergo. Lei tenta di catturarlo nella stanza e di dimostrare la sua colpevolezza. Invece, viene catturata dall’assassino. L’assassino droga e uccide Katrine, poi le taglia il dito destro e lo usa per sbloccare la sua tavoletta da lavoro. Harry trova il cadavere di Katrine nella sua auto, con un pupazzo di neve disegnato sul tetto. Quando Mathias si rivela l’assassino, il dito di Katrine viene visto inchiodato alla sua porta.

Il vero significato del finale di L’uomo di neve

Sebbene, come riconosce il regista, L’uomo di neve non sia sempre chiaro, il film presenta un messaggio forte su come i traumi infantili e il risentimento possano far impazzire una persona. Non tutti coloro che hanno vissuto delle difficoltà crescendo o che hanno covato risentimento si trasformano in assassini, ma questo è ciò che è successo a Mathias. Non è mai guarito da ciò che i suoi genitori gli hanno fatto e lo ha usato per alimentare la sua follia omicida da adulto. Il finale de L’uomo di neve mette in luce anche il modo in cui la società spesso incolpa le donne e le madri, mentre lascia liberi i padri.

Mathias era più arrabbiato con la madre per la sua morte che con il padre per la sua partenza. Sebbene nel corso de L’uomo di neve abbia ucciso degli uomini, la maggior parte dei suoi omicidi ha riguardato donne in situazioni vulnerabili, come quella di non conoscere il vero padre del proprio figlio. Il finale rivela anche come il risentimento finisca inevitabilmente con il morire, dato che Mathias finisce per cadere attraverso il ghiaccio e nel lago ghiacciato, morendo esattamente nello stesso modo in cui è morta sua madre.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di L’uomo di neve grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 23 novembre alle ore 21:00 sul canale Iris.

Gianmaria Cataldo
Gianmaria Cataldo
Laureato con lode in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza e iscritto all’Ordine dei Giornalisti del Lazio come giornalista pubblicista. Dal 2018 collabora con Cinefilos.it, assumendo nel 2023 il ruolo di Caporedattore. È autore di saggi critici sul cinema pubblicati dalla casa editrice Bakemono Lab.
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