Nel film del 2013 Pacific Rim, diretto dal premio Oscar Guillermo Del Toro, prende vita la battaglia per la supremazia tra la razza umana e gli spaventosi Kaijū. Questi sono colossali creature, appartenenti alla cultura giapponese, qui intente a devastare ogni cosa si trovi lungo il loro cammino, con l’obiettivo di reclamare il dominio del pianeta. A distanza di cinque anni, nel 2018, è infine arrivato al cinema anche il sequel Pacific Rim – La rivolta (qui la recensione), diretto ora da Steven S. DeKnight e da Del Toro solo prodotto. Questo riprende le vicende del primo film, introducendo nuovi personaggi, nuovi scontri e, soprattutto, nuovi kaijū.
Questo sequel presenta ovviamente alcune modifiche fondamentali rispetto all’originale. Non solo un cambio in cabina di regia, ma anche il precedente protagonista, Charlie Hunnam, è stato qui sostituito da John Boyega di Star Wars, che interpreta Jake Pentecost, figlio di Stacker, interpretato da Idris Elba nell’originale. Il film è quindi ambientato 10 anni dopo gli eventi del precedente film, dove l’umanità ha goduto di un periodo felice senza attacchi di mostri giganti. Trattandosi di un sequel, quella pace ovviamente non può durare, e presto Jake e la sua squadra devono affrontare nuove minacce.
Ancor più grave, però, i protagonisti si renderanno conto che qualcuno dalla loro parte potrebbe voler favorire i mostri nel passaggio dalla loro realtà alla terra, anche se ciò significherebbe l’estinzione della specie umana. Pacific Rim – La rivolta si conclude poi con una grande battaglia tra Kaiju e Jaeger in Giappone, ma lascia intendere che la vera guerra per il futuro dell’umanità deve ancora arrivare. Dopo aver esplorato i vari colpi di scena del finale del precedente film, in questo approfondimento analizziamo il finale dell’epico sequel sui mostri ed esploriamo cosa potrebbe riservare il futuro al franchise.
Cosa vogliono veramente i Precursori
Pacific Rim ha rivelato che i Kaiju sono stati in realtà creati da una razza di esseri alieni chiamati Precursori. Queste creature hanno aperto una Breccia sul fondo dell’Oceano Pacifico dal loro mondo natale, l’Anteverso, e hanno inviato mostri sempre più grandi con l’intento di spazzare via l’umanità e colonizzare la Terra. Stavano andando piuttosto bene, finché Raleigh Becket, interpretato da Charlie Hunnam, non ha sganciato una bomba nucleare sul loro universo durante il finale, uccidendo i Precursori presenti e sigillando la Breccia.
Si credeva che i Precursori avrebbero continuato a inviare mostri giganti per indebolire l’umanità al punto da poterla semplicemente conquistare, ma Pacific Rim – La rivolta rivela che c’era un metodo nella loro follia. Si scopre che le creature erano in realtà dirette al Monte Fuji in Giappone, perché una volta che il sangue iper-volatile di un Kaiju si fosse mescolato con un vulcano attivo, avrebbe innescato un evento di estinzione che avrebbe spazzato via ogni creatura vivente sulla Terra e avrebbe anche terraformato l’atmosfera per i Precursori (un colpo di scena che crea una strana incongruenza nella trama).
Come l’umanità sconfigge i Precursori (e la loro talpa umana)
Nel film precedente, lo scienziato Newt Geiszler (Charlie Day) “entra in contatto” (ovvero forma una connessione psichica) con il cervello di un Kaiju per comprenderne lo scopo e scopre il complotto dei Precursori. Nel decennio tra i due film, Newt è diventato il capo di un programma che sostituirà i piloti Jaeger con droni telecomandati, insieme alla scienziata Liwan Shao (Jing Tian). Questi droni combinano la tecnologia Jaeger con cellule Kaiju clonate, ma a metà della storia, questi droni ibridi lanciano un attacco alla base principale dei Jaeger e aprono delle brecce in tutto il mondo che consentono a tre enormi Kaiju di attraversare l’Anteverso. La storia rivela poi che c’è Newt dietro a tutto, poiché le sue esperienze di deriva nel film originale lo hanno reso vulnerabile all’influenza psichica dei Precursori.
Questi lo hanno quindi usato per elaborare un piano per porre fine al mondo una volta per tutte. Alla fine, Jake guida la sua squadra di piloti alle prime armi in Giappone, dove tutti e quattro i Jaeger ingaggiano un combattimento distruttivo contro i Kaiju. Osservando il caos da un tetto, Newt scatena uno sciame di robot che fondono i mostri feriti in un unico Kaiju gigante, praticamente immortale. Tutti i Jaeger vengono quindi sconfitti in combattimento tranne il Gypsy Avenger di Jake, e la squadra escogita un piano folle per saldare un razzo gigante al Gypsy e lanciarlo proprio sul Kaiju mentre sale sul Monte Fuji. Jake e la sua giovane copilota Amara ce la fanno appena in tempo, uccidendo il mostro con un pugno ad alta velocità. Nate Lambert, interpretato da Scott Eastwood, non volendo essere da meno, abbatte Newt.
La scena finale anticipa un Pacific Rim 3
La scena finale di Pacific Rim – La rivolta sembra essere stata pensata come un vero e proprio cliffhanger post-credits, ma i realizzatori del film hanno deciso che era un po’ troppo debole come tale e l’hanno quindi inserita alla fine del film. In questa scena Jake affronta Newt, che è stato catturato ed è ancora posseduto, il quale insiste che i Precursori continueranno a provarci e alla fine distruggeranno l’umanità. Jake allora insiste che invece di aspettare un altro attacco, l’umanità porterà la lotta ai Precursori. È un finale che ricorda in modo inquietante Independence Day – Rigenerazione, che prometteva anch’esso di portare la lotta agli alieni in un terzo film che probabilmente non vedrà mai la luce.
Questo teaser a Pacific Rim 3 promette quindi almeno un nuovo ambiente in cui i mostri giganti e i robot potranno scatenarsi. Stando ad alcune indiscrezioni, questo terzo capitolo avrebbe dovuto anche collegare la serie di Pacific Rim al MonsterVerse, composto dai film dedicati a Godzilla, il più celebre tra i kaiju. Lo scarso successo economico del sequel ha però sospeso i progetti a riguardo, portando soltanto nel 2021 a far rilasciare su Netflix una serie animata intitolata Pacific Rim – La zona oscura, che espande la storia dei primi due film. Questa, composta ad oggi da 7 episodi, è una co-produzione tra Stati Uniti e Giappone, molto fedele allo spirito originale dei kaiju. Ad oggi, non ci sono piani per un sequel diretto.