Poltergeist – Demoniache presenze (1982) si colloca in un periodo d’oro per il cinema horror americano, quando il genere stava vivendo una rinascita grazie a film come Shining (1980) e La cosa (1980). Il film, prodotto da Steven Spielberg e diretto da Tobe Hooper, mescola elementi soprannaturali con l’horror domestico, portando le paure dell’ordinario a confrontarsi con forze ultraterrene. La sua uscita consolidò la formula della “famiglia minacciata da presenze invisibili”, contribuendo a ridefinire l’horror mainstream degli anni Ottanta.
Per Tobe Hooper, già noto per Non aprite quella porta (1974), Poltergeist – Demoniache presenze rappresenta un momento di svolta nella sua carriera, segnando il passaggio dall’horror splatter più crudo a un approccio più narrativo e spettacolare, caratterizzato da effetti visivi innovativi e da una tensione crescente. Spielberg, in qualità di produttore e co-sceneggiatore, influenzò fortemente il tono del film, introducendo elementi di famiglia americana e di meraviglia cinematografica, fondendo così suspense e sentimenti familiari con l’orrore soprannaturale.
Il genere di Poltergeist – Demoniache presenze combina dunque horror soprannaturale, thriller e dramma familiare, esplorando temi come la fragilità domestica, l’invasione dello spazio privato e la lotta tra bene e male. Rispetto ad altri film dello stesso periodo, come Entity (1982) o Changeling (1980), si distingue per la spettacolarità degli effetti speciali e per la presenza di una sceneggiatura più orientata al grande pubblico. Nel resto dell’articolo, si proporrà un’analisi dettagliata del finale e del modo in cui risolve il conflitto tra i protagonisti e le forze ultraterrene.
La trama di Poltergeist – Demoniache presenze
Steve Freeling è un agente immobiliare di successo che vive con la moglie Diane e i loro tre figli: l’adolescente Dana e i piccoli Robbie e Carol Anne. Una notte Carol Anne si alza nel sonno e comincia a parlare con la televisione accesa ma priva di segnale. Quando i genitori la trovano, la bambina con aria serena annuncia: “Sono arrivati!“. Da quel momento una serie di strani fenomeni sconvolge la tranquilla esistenza della famiglia Freeling. Inspiegabilmente i mobili si muovono, le posate si piegano, i bicchieri si rompono e al centro della cucina c’è un’area del pavimento che attira qualsiasi cosa.
Una notte, durante l’ennesima manifestazione paranormale, Carol Ann viene risucchiata da un vortice luminoso che si sprigiona dall’armadio della sua camera da letto e scompare nel nulla. Il resto della famiglia la cerca in tutta la casa fino a quando Robbie sente la voce di lei arrivare dal televisore sintonizzato su un canale vuoto. A quel punto, Steve chiederà aiuto a un piccolo gruppo di parapsicologi dell’Università della California, composto dalla dottoressa Lesh e dai suoi assistenti Ryan e Marty. Insieme anche alla medium Tangina Barrons, dovranno capire cosa sta accadendo e come riportare indietro Carol Anne.
La spiegazione del finale del film
Nel terzo atto di Poltergeist – Demoniache presenze, la tensione raggiunge l’apice quando Diane, guidata da Tangina, entra nella dimensione parallela attraverso il portal nel guardaroba dei bambini per salvare Carol Anne. Il piano di salvataggio è complesso: Diane è assicurata a una corda che attraversa il portale, consentendole di raggiungere la figlia intrappolata da presenze ostili e dalla forza demoniaca nota come “the Beast”. Dopo aver recuperato Carol Anne, entrambe emergono attraverso il soffitto del soggiorno, coperte di ectoplasma, mentre Tangina dichiara la casa “pulita” dal punto di vista soprannaturale, segnando la fine del conflitto principale tra famiglia e spiriti.
Subito dopo, la famiglia affronta un’ulteriore escalation: mentre stanno per lasciare la casa, “the Beast” riemerge con violenza, tentando di trascinare Diane e i bambini nella sua dimensione. La sequenza si svolge nel cortile in condizioni estreme, con Diane che cade in una piscina allagata e incontra scheletri che emergono dal terreno, simbolo della presenza storica dei defunti sepolti sotto la comunità di Cuesta Verde. Nonostante il terrore e la minaccia costante, Diane riesce a salvare i figli, mentre Steve e il resto della famiglia arrivano giusto in tempo per completare la fuga, seguita dalla distruzione della casa e della porta dimensionale.
Questo finale mostra la risoluzione della vicenda principale attraverso un atto di coraggio materno e collaborazione familiare. L’intervento di Tangina e il ruolo attivo di Diane evidenziano come la combinazione di coraggio, fiducia e strategia consenta di affrontare forze incomprensibili. La sconfitta di “the Beast” e il recupero di Carol Anne chiudono l’arco narrativo dei figli in pericolo, completando la tensione costruita lungo tutto il film. La dimensione soprannaturale viene così dominata dalla determinazione umana e dall’empatia.
In termini tematici, il finale porta a compimento il tema della vulnerabilità e della protezione familiare, centrale nel film. La casa, simbolo di sicurezza domestica, diventa il luogo della minaccia e del confronto con l’ignoto, mentre Carol Anne rappresenta l’innocenza esposta al male. L’intervento degli adulti, in particolare Diane e Tangina, enfatizza la responsabilità collettiva e l’importanza del coraggio. Il film suggerisce inoltre che la conoscenza e il rispetto per il passato – qui rappresentato dalle tombe e dai defunti – sono necessari per ristabilire l’ordine e superare le minacce soprannaturali.
Il messaggio finale che Poltergeist – Demoniache presenze lascia agli spettatori è duplice: da un lato, l’importanza della coesione familiare e della protezione reciproca; dall’altro, il riconoscimento dei limiti dell’uomo di fronte all’ignoto, ma anche la capacità di affrontarlo con coraggio, intelligenza e solidarietà. La fuga della famiglia e la distruzione della casa simboleggiano la liberazione dalle presenze ostili e la necessità di lasciare alle spalle ciò che è corrotto o pericoloso. La rimozione del televisore finale enfatizza la chiusura di un capitolo traumatico e l’inizio di una nuova fase di sicurezza e normalità.
