Black Flies, la recensione del film con Sean Penn e Tye Sheridan – Cannes 76

Jean-Stéphane Sauvaire presenta il suo film drammatico alla Croisette

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Caotico, disturbante, complesso: Black Flies di Jean-Stéphane Sauvaire con Sean Penn e Tye Sheridan arriva a Cannes 76. Nei primi minuti con le sirene che stridono e i volti in primo piano, la trama incentrata sui paramedici di New York segue questo filone concentrandosi sulle complicazioni della vita. Tra sparatorie tra bande, aggressioni domestiche e morti di senzatetto, gestire tutto questo per Ollie (interpretato da Tye Sheridan) e Gene Rutkovsky (interpretato da Sean Penn) è psicologicamente difficile.

 

Ollie sta studiando medicina e fa questo lavoro per pagare le bollette, mentre Rut è ormai navigato e anziano fa da mentore, o per lo meno di prova. La prima notte di guardia come paramedico Ollie deve avere a che fare con una brutta sparatoria, preso dal panico Rut cercherà di guidarlo scegliendolo poi come partner. Gli orrori a cui assiste durante le notti come paramedico mettono a dura prova la sua anima: “Ho iniziato a fare questo lavoro per aiutare le persone, senza considerare che sono le persone che aiutano noi”.

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Black Flies, la trama

Presentato in concorso al Festival di Cannes, Black Flies vuole cercare di raccontare le paure e le debolezze degli uomini unendo il tutto con dei momenti di forte denunci nei confronti della società americana e in particolare sulla sanità. Membri delle gang, le mogli maltrattate e picchiate, i senzatetto accampati nelle lavanderie a gettoni, i tossicodipendenti, gli immigrati ignorati e molto altro è quello che popola le loro notti di turno come paramedici. Sono demoni che a volte riescono a combattere altre volte invece ne vengono inglobati rischiando di cadere in un vorticoso buco nero dal quale è difficile riemergere. Anche imbattersi in cadaveri in putrefazione avvolti da mosche nere è uno dei simboli del lavoro dei paramedici: “Le mosche nere sono le prime a sentire l’odore della morte”. Loro non sono altro che le mosche nere.

Un altro aspetto che emerge in Black Flies è la totale assenza di personaggi femminili a eccezione di tre significative presenze: la fidanzata di Ollie (interpretata da Raquel Nave), l’ex moglie di Rut (interpretata da Katherine Waterston) e la paziente incinta. Tre personalità forti che ognuna a modo suo cerca portare alla controparte maschile qualcosa. Per esempio, la fidanzata di Ollie con suo figlio, potrebbe rappresentare quella vita semplice e lontana dalle complicazioni.

(Dis)umanità

Black Flies nella sua complessità porta a fondo delle tematiche complesse in maniera ragionata. Oltre a far vedere in lavoro dall’interno lo vediamo anche dall’esterno, dal mondo in cui i paramedici sono percepiti dai pazienti. Il caso che scatena una concatenazione di eventi tragica è quello della donna tossicodipendente incita. In quell’occasione Ollie si rende conto di un potere quasi divino di cui dispongono i paramedici quello di decidere della vita o della morte. “So cosa stai pensando? Ne vale la pena?”, in un mondo segreto in cui i casi considerati senza speranza vengono lasciati morire nel retro dell’ambulanza.

Ollie, futuro medico, non riesce a convivere con questo peso sulle spalle e al suo personaggio è affidata la positività, verso una consapevolezza diversa rispetto a quella di Rust. Se, infatti, il personaggio di Sean Penn era ormai irrecuperabile nelle sue azioni e nel suo modo di pensare, Ollie rappresenta il cambiamento, una nuova generazione di personale sanitario che magari non si farà corrompere dalla malvagità.

Sommario

Caotico, disturbante, complesso: Black Flies racconta il drammatico mondo dei paramedici e delle loro vite. Due diverse linee di pensiero, quella di Ollie più moderna e più umana e quella di Rus che da veterano le ha viste tutte. Destinate a convivere ma anche a scontrarsi, il mentore e il giovane apprendista portano in scena una rappresentazione cruda di questa realtà.
Lidia Maltese
Lidia Maltese
Laureata in Scienze della Comunicazione alla Sapienza, classe 95. La mia vita è una puntata di una serie tv comedy-drama che va in onda da 27 anni. Ho lo stesso ottimismo di Tony Soprano con l'umorismo di Dexter, però ho anche dei difetti.

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