Captain America: The Winter Soldier: recensione del film di Anthony e Joe Russo

Captain America: The Winter Soldier

Ritorna sul grande schermo il Capitano più amato dagli appassionati dei fumetti con Captain America: The Winter Soldier. Dopo il grandissimo successo di The AvengersChris Evans torna nella tuta del super soldato Steve Rogers e dovrà fare i conti con una realtà cambiata radicalmente mentre lui era profondamente immerso in un sonno di ghiaccio. Per un uomo giusto e dalla moralità di granito non è semplice lavorare accanto ad ex spie e agenti segreti governativi che hanno sempre qualcosa da nascondere, e presto Cap scoprirà che non tutti sono ciò che sembrano, che non tutti meritano la sua fiducia e che le persone in cui ha imparato a credere durante la sua breve permanenza nel XXI secolo forse non stanno dalla parte del bene.

 

La trama di Captain America: The Winter Soldier

In Captain America: The Winter Soldier attraversato da profondi dubbi e posto davanti ad una situazione di estremo pericolo, Cap dovrà scegliere di chi fidarsi e da che parte stare, imparando anche a fare i conti con il proprio passato che si ripresenta misteriosamente nelle minacciose sembianze del Soldato d’Inverno. Questa avventura, per Steve Rogers, è sicuramente la più dura: il ragazzo del Queens dovrà ambientarsi in un mondo che non conosce, capire di chi fidarsi e familiarizzare con un mondo di menzogne e tradimenti che è lontanissimo da ciò che ha imparato a conoscere prima del congelamento. Il mondo in bianco e nero dell’integerrimo Steve si sfalda in mille sfumature che rischiano di mettere il Super Soldato in grave difficoltà. Per fortuna, riuscirà a capire di chi fidarsi e da chi guardarsi, in una corsa contro il tempo che lo vedrà sfidare, in prima linea, senza arretrare di un passo, il suo passato.

Captain America: The Winter Soldier, il film

Captain America: The Winter Soldier è il cuore della Fase 2 della Marvel, che si sta dispiegando nel corso dei mesi con la sicurezza che solo il successo di The Avengers può consentire. Ma se Iron Man 3 e Thor: The Dark World hanno rappresentato dei buoni momenti di intrattenimento nel post Avengers, questa seconda pellicola che ha come protagonista Steve Rogers  si estranea leggermente dal Marvel Cinematic Universe e si trasforma in una intrigante spy-story, in cui i protagonisti sono stretti nella morsa del dubbio, costretti a fidarsi solo di se stessi e a sfidare un sistema che ritenevano inattaccabile. Accantonati i toni scanzonati di The Avengers, Captain America: The Winter Soldier è un film cupo, che pur non rinunciando ai momenti di ironia, costruisce sull’indagine e sul mistero la sua struttura, regalandoci non solo sequenze d’azione adrenaliniche e divertenti, ma anche momenti di tensione che coronano quello che è senza dubbio il miglior film Marvel di sempre, almeno fino ad oggi.

Un po’ meno “fumettoso” e un po’ più film vero e proprio, la pellicola si avvale di un cast straordinario, che oltre ai ritorni illustri (Chris Evans, Scarlett Johansson, Samuel L. Jackson, Cobie Smulders, Sebastian Stan) vede anche diverse new entry che impreziosiscono il quadro e arricchiscono la storia di personaggi che ristabiliscono l’equilibrio tra il bene e il male, come il bravo Frank Grillo, o il leggendario Robert Redford, o ancora l’ottimo Anthony Mackie.

Una spy-story che omaggia gli anni ’70

L’esordio nel Marvel Cinematic Universe di Anthony e Joe Russo si rivela incredibilmente vincente. I due registi sono bravi a mescolare suggestioni cinematografiche da spy-story e noir anni ’70 con i colori, i tempi, l’umorismo del cinecomics di casa Marvel, così come abbiamo imparato ad amarlo. Gestiscono tempi e spazi alla perfezione, regalando il giusto ritmo alla vicenda, mantenendo in equilibrio le varie nature di Captain America: The Winter Soldier (action, thriller, fumetto). Lo fanno con una regia avvincente che entra nel cuore dell’azione e stimola lo spettatore a fare attenzione ad ogni momento. L’azione, concitata e ben ritmata, lascia spazio anche a momenti intimi, emotivi, che permettono ai personaggi di strutturare e sviluppare rapporti umani che vanno oltre le relazioni di lavoro.

Steve tra Natasha e il Soldato d’Inverno

Ne Captain America: The Winter Soldier privato di tutto il suo mondo, Steve Rogers imparerà a considerare i suoi nuovi compagni di battaglia una vera e propria famiglia, ma lo stesso si può dire per l’ex spia russa Natasha Romanoff. Vedova Nera assume una grande importanza in questo film, oltre ad acquisire la consapevolezza, forse non ancora piena, dell’importanza che i Vendicatori hanno nella sua vita nomade.

Vero fiore all’occhiello del film è però il personaggio del Soldato d’Inverno: villain indecifrabile, dà il titolo al film e diventa il principale grattacapo di Steve Rogers. La minaccia con il braccio metallico si rivela un osso duro: è addestrato, è letale, non si ferma davanti a nulla, eppure ha un segreto, e il nostro eroe proverà a scardinare quei recessi segreti della mente dell’avversario per ottenere la vittoria. Una vittoria che però avrà un prezzo estremamente alto.

Captain America: The Winter Soldier

Captain America: The Winter Soldier è un gustoso capitolo della Fase 2, si rivela superiore ai suoi predecessori, per storia, interpretazioni e concezione del racconto. Una spy story ambientata nel mondo dei fumetti che farà felici moltissimi spettatori. I Marvel Studios continuano a proporre costose puntate di una costosissima serie tv per il cinema, ma questo episodio si è rivelato essere forse il più interessante e ben architettato di tutti, perché è un turning point nell’economia del racconto dell’universo Marvel e perché mette in scena l’intenzione dello studio in seno alla Disney di lavorare anche con i generi e non solo di canonizzare un genere e raccontare una storia.

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