La Mummia: recensione del film con Tom Cruise

la mummia

C’erano una volta i Mostri Universal, creature fantastiche tratte dai migliori romanzi gotici e portate sullo schermo dagli Studi Universal. A partire dagli ormai lontanissimi anni ’20 del Novecento, il cinema di genere ha raccontato le storie di Frankestein, Dracula, la Mummia, l’Uomo Lupo e compagnia bella, grazie a questa grande casa di produzione americana, segnandone di fatto la cosiddetta golden age.  Col passare del tempo e delle mode, il favore del pubblico verso queste strane creature è scemato, lasciandole in un letargo sonnacchioso dal quale solo ogni tanto venivano ripescate per essere però oggetto di manipolazioni più o meno riuscite, e tornare quindi nell’oblio.

 

Messi da parte i vampiri che sbrilluccicano e i lupi mannari da appartamento, il nuovo conclamato intento della Universal è quello di riportare in auge i Mostri con la “M” maiuscola, i grandi classici che la hanno resa famosa. La prima creatura all’appello è La Mummia – consacrata nell’immaginario filmico grazie alla prima famosa interpretazione di Boris Karloff (La Mummia, 1932) – e che nel 1999 aveva visto la nascita di una nuova saga in stile Indiana Jones, con Brendan Fraser e Rachel Weisz.

Lo sceneggiatore David Koepp, tra i più quotati e apprezzati di Hollywood (i suoi script variano dal primo Mission: Impossible a Jurassic Park, da Spiderman all’ultimo Indiana Jones), prende alla lettera l’intento “purista” della Universal, portando su schermo una storia classica e ponendo le basi per ripartire da zero con la saga dei Mostri gotici. Sì perché, come è evidente dalle numerose, seppur sottili strizzatine d’occhio al pubblico, il film de La Mummia servirà da apripista ad una sequela di monografie sulle varie creature del cinema horror/fantasy.

la mummia

La trama è semplice, con un ribaltamento dei ruoli che vede per la prima volta nel ruolo della mummia una donna, la principessa Ahmanet, interpretata dalla sexy e “plastica” Sofia Boutelle. A dare il calcio di inizio a tutto, un Tom Cruise meno Tom Cruise del solito che –  se si escludono un paio di scene stile Mission: Impossible – riesce a dare spazio e voce anche ai co-protagonisti, per altro tratteggiati anche meglio del suo personaggio. Ecco quindi che la spalla di Tom è un sempre più lanciato Jake Johnson (il Nick di New Girl), qui nel ruolo di “zombie” maledetto, e al centro di ironici e azzeccati siparietti con il compagno di avventure, in una sorta di Week-end Con il Morto in salsa horror.

Ancor più importante è la presenza di Russel Crowe, nelle vesti di un erudito Dottor Jeckyll/ Mr Hyde, il cui ruolo risulta essenziale ai fini dei prossimi film programmati da casa Universal. In un vedo-non vedo di pochi secondi, il laboratorio dello strampalato Dottore ci regala degli indizi su cosa ci aspetterà nel futuro prossimo: un teschio con dei canini lunghissimi; lo scheletro di un licantropo; la zampa de Il Mostro della Laguna conservata sotto forma aldeide. Insomma, materiale ne abbiamo, e in abbondanza!

Merito forse anche della rinascita odierna del cinema Horror, grazie agli ottimi risultati ottenuti dalla Blum House e a registi come James Wan, il tentativo di rilancio dei “grandi classici” da parte della Universal è apprezzabile. Inoltre, la consapevolezza di non prendersi troppo sul serio e la capacità di fondere all’horror generi più alla portata di tutti come l’action e il fantasy, rendono La Mummia un buon prodotto, godibile e al di sopra di certi pregiudizi che il pubblico più integralista era già pronto a sfoggiare. Inutile e fastidioso l’uso del 3D, che causa per altro un forte inscurimento dei toni già saturi della pellicola.

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