Catapultando lo spettatore in un mondo in cui la fervida fantasia infantile incontra la realtà, L’immaginario è il nuovo adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di A.F. Harrold. Prodotto dallo Studio Ponoc e diretto da Yoshiyuki Momose (Porco Rosso, La città incantata) e scritto da Yoshiaki Nishimura (Il castello errante di Howl) , il film riprende marcatamente lo stile dello Studio Ghibli e di Miyazaki stesso. Presentato al festival di animazione di Annecy, L’immaginario è il secondo lungometraggio realizzato dallo Studio Ponoc, dopo Mary e il fiore della strega. La distribuzione, originariamente programmata per l’estate del 2022, è stata successivamente rimandata al 15 maggio 2024 per il Giappone e al 5 luglio in piattaforma.
L’immaginario: un amico speciale
Amanda è una bambina come tante: va a scuola, gioca, ha una madre amorevole. Ciò che però la contraddistingue è una forte immaginazione, più potente di quella di altri bambini. Lei ha dato vita al suo amico Rudger, il quale vive con lei tante avventure nel mondo della sua immaginazione.
Tutto però inizia a cambiare nel momento in cui uno strano signore, il signor Bunting si presenta alla porta della libreria della madre di Amanda. Bunting porta con se il suo immaginario: una terrificante figura di una bambina, vestita di nero e dalla carnagione grigiastra. Pur di mantenere viva la sua immaginazione anche da adulto, il signore si nutre di anime di amici immaginari ed è alla ricerca di Rudger.
La madre di Amanda continua a non credere alla presenza di Rudger e questo porta a una lite tra le due: Amanda finirà per respingere il suo amico. I due si separeranno il giorno dopo in seguito a un incidente. Nonostante le nuove avventure vissute con gli altri immaginari, Rudger farà di tutto per ritornare dalla sua amica.
Il miracolo dell’immaginazione
L’elemento chiave de L’immaginario è proprio il potere del fantastico, del saper vedere oltre la semplice realtà davanti ai nostri occhi. Questa è una caratteristica tanto affascinante quanto affrontata nel cinema e nella letteratura: nel vedere il film risulta chiaro allo spettatore più attento un parallelismo con il concetto stesso del Fanciullino pascoliano. Amanda, con la sua fervida fantasia, non riesce solo a creare mondi diversi dalla realtà, ma anche a vedere cose e persone che sono invisibili per gli adulti. Allo stesso modo il fanciullino ideato da Giovanni Pascoli è parte di tutti noi, e permette di scoprire il mondo con una meraviglia e immaginazione differente. Col tempo, però, ogni persona cresce e matura, e il fanciullino resta solamente una parte recondita e dimenticata; allo stesso modo, ne L’immaginario, ogni bambino finisce per dimenticarsi degli amici immaginari e smette di vedere la magia nel mondo.
Ma ciò che cade nel dimenticatoio non ci resta necessariamente per sempre: la spensierata immaginazione dei bambini può tornare anche da adulti e con essa gli amici immaginari dell’infanzia. Un chiaro esempio è proprio il ritorno di Frigo, immaginario della madre di Amanda: nel momento in cui la donna lo ricorda, il suo amico fedele fa ritorno da lei.
Un immaginario con sentimenti reali
Una delle cose che affascina maggiormente del modo in cui gli amici immaginari sono rappresentati nel film è proprio la loro realisticità. Un amico nato dal solo frutto dell’immaginazione di un bambino dovrebbe rispecchiarne al massimo il carattere e il modo di pensare, proprio perché non si tratta di un’entità individuale ma dipendente dal suo amico umano. Rudger invece, pur essendo fortemente legato a Amanda, ha le sue idee e il suo carattere, alle volte contrastante con quello della bambina. A rafforzare questo elemento è anche la scelta di utilizzare come voce narrante all’inizio del film proprio quella di Rudger.
La fantasia come evasione
Fin da subito, il signor Bunting afferma di voler divorare Rudger perché lo considera un immaginario speciale, ma fino alla fine non è ben chiaro il motivo della sua particolarità. Rudger, a differenza di molti altri come lui, non viene creato dalla sola gioia e fantasia, ma anche dalla tristezza di Amanda. Non riuscendo ad affrontare da sola la triste realtà, Amanda crea Rudger per colmare il dolore della sua perdita, come una sorta di meccanismo di difesa psicologico.
L’immaginario si presenta come una pellicola di animazione con diversi livelli di comprensione e interpretazione. Agli occhi di un bambino il film incanta con la fantasia, ma la visione da parte di uno spettatore adulto permette di ricavare vari spunti di riflessione.