Talvolta il grande pubblico, pensando ai film di animazione, tende a considerarli solo come infantili, adatti solo ai più piccoli. Tuttavia, anche un cartone può divenire un ottimo strumento per comunicare messaggi più profondi: questo è il caso di Nina e il segreto del riccio. La pellicola, diretta da Alain Gagnol e da Jean-Loup Felicioli (candidati al premio Oscar per miglior film d’animazione per Un gatto a Parigi), racconta le avventure di Nina alle prese con una realtà sempre più ingiusta. Tra i doppiatori dei vari personaggi si ritrovano attori francesi già ben noti nel panorama cinematografico internazionale: prima fra tutti, l’attrice Audrey Tautou (Il favoloso mondo di Amelie, Il codice Da Vinci) doppia Camille, madre di Nina, e Guillaume Canet (The Beach, Asterix & Obelix: il regno di mezzo) dona la sua voce a Vincent, padre di Nina.
Nina e il segreto del riccio: un rifugio di fantasia
Nina è una bambina con una fervida immaginazione, alimentata dalle tante storielle che il padre le racconta prima di andare a dormire. Il protagonista delle favole della buonanotte però è sempre un riccio, un animaletto piccolo e determinato nel voler trovare il suo posto nel mondo, capace di rialzarsi dopo ogni sconfitta. Gli anni passano per Nina, ma la tradizione della storia resta, finché una sera il padre, demoralizzato dalle ingiustizie della propria vita, smette di inventare favole per Nina.
Questo sembra essere solo un piccolo preludio dei cambiamenti che caratterizzeranno la vita della bambina da quel momento in poi: il padre ha perso il lavoro e non sa più come badare alla propria famiglia. Nel vedere il proprio padre in un tale stato di tristezza e sconforto, Nina, grazie all’aiuto dell’amico Mehdi e del riccio, cerca di fare reagire per aiutare la sua famiglia. La fabbrica in cui lavorava il padre di Nina è stata chiusa per problemi economici e frodi da parte del proprietario; ciononostante, la polizia ancora non ha trovato dei soldi che il proprietario aveva nascosto. Nina e Mehdi sono determinati a trovare il tesoro per salvare le famiglie di tutti i lavoratori lasciati a casa.
Nel compiere questa impresa, però, i due giovani dovranno superare l’occhio vigile del guardiano della fabbrica e del suo cane.
Le ingiustizie che fanno
diventare grandi
Tema focale di Nina e il segreto del riccio sono proprio le ingiustizie di natura economica e sociale che vivono la famiglia di Nina e tutte le altre famiglie di lavoratori lasciati a casa di punto in bianco. Si tratta purtroppo anche di vicende non così distanti dalla realtà: fabbriche che chiudono per via della delocalizzazione della produzione in paesi emergenti, con manodopera più economica, o imprese chiuse per frodi attuate ai “piani alti”. Coloro che finiscono però a pagarne maggiormente le spese sono proprio i lavoratori.
Un esempio simile a queste vicende che ha animato il dibattito pubblico per molto tempo è stata proprio la chiusura dell’Ilva a Taranto, un acciaieria centenaria che ha rischiato la chiusura negli ultimi anni, salvata infine dall’intervento statale. Può cambiare la produzione della fabbrica, ma il risultato è sempre lo stesso: la perdita del proprio lavoro e della propria stabilità per i molti per delle decisioni prese dai pochi.
Nina e il segreto del riccio: la realtà si fonde con la natura
Il bosco, l’atmosfera bucolica diventano fin da subito parte integrante di questa storia, sia per la presenza di un riccio che guida l’avventura, ma anche per tante piccole interferenze che arrivano da altri animali selvatici. Un esempio è il gattino che salva Mehdi dall’essere scoperto dal cane da guardia, o il corvo che sorvola la fabbrica mentre i due giovani stanno cercando di entrare.
Perfino nel gran finale la natura gioca un ruolo da protagonista: senza fare spoiler, si aggiunge solamente che il tesoro tanto agognato da tutti farà ritorno a una natura che gli è indifferente.
Il riccio nei panni del nuovo Topolino
E’ impossibile non notare una certa familiarità nel disegno del riccio: le sue avventure, raccontate dal padre di Nina, sono rappresentate in bianco e nero, in maniera molto simile ai primissimi cartoni di Topolino. Altro elemento che sembra ricordare il noto personaggio di Walt Disney è anche la scena, all’inizio del film, in cui il padre di Nina disegna il riccio su un blocco di fogli e, sfogliandolo, questo sembra muoversi, come avveniva nei primi cartoni animati.
Nina e il segreto del riccio affronta tante tematiche interessanti, e talvolta anche di una certa rilevanza nella realtà di oggi. Di conseguenza è un cartone certamente adatto ad adulti, ma, proprio perché racconta di ingiustizie sociali, potrebbe risultare un po’ troppo pesante per un bambino troppo piccolo.
Nina e il segreto del riccio
Sommario
Nina e il segreto del riccio è una pellicola interessante, in grado di trattare tematiche sociali delicate. Ciononostante, l’infanzia può essere un periodo troppo precoce per far conoscere a dei bambini temi come la perdita del lavoro o le ingiustizie della società.