Rosalie è un dramma storico ed è stato presentato in anteprima, durante la scorsa edizione, nella sezione Un Certain Regard al Festival di Cannes 2023. Questo è il secondo film della regista e sceneggiatrice francese Stéphanie Di Giusto, che torna dopo il successo della sua opera prima Io danzerò, con un nuovo racconto al femminile ambientato nell’800.
La trama di Rosalie
Questo lungometraggio è ambientato nel 1870 dove la protagonista Rosalie, l’attrice Nadia Tereszkiewicz, vive in una rurale fattoria francese con il padre vedovo interpretato da Gustave Kervern. All’insaputa di tutti la giovane donna ha un segreto, soffre di irsutismo, una malattia causata dagli ormoni e che provoca la crescita eccessiva di peli in zone del corpo timpicamenti maschili. Dopo decenni passati a radersi il viso quotidianamente e a tenerla il più possibile lontana da occhi indiscreti, il padre di Rosalie ha combinato per l’unica figlia un matrimonio con Abel, l’attore francese Benoît Magimal, proprietario di una taverna in un villaggio operario in Bretagna.
Quest’uomo ancora ostacolato dalle ferite riportate sul campo di battaglia in gioventù, infatti porta un busto per aiutarlo nella postura, però è alla disperata ricerca della dote di Rosalie per salvare i suoi affari. Ben consapevole dei problemi di Abel, il padre della ragazza non rivela le particolarità della figlia e si assicura che lei non lo riveli fino a quando non si saranno spostati. Durante la prima notte di nozze Rosalie purtroppo non può più nascondere la sua condizione, Abel si arrabbia ma decide comunque di far rimanere la sua neo sposa che nel frattempo inizia a lavorare come cameriera nel suo locale.
L’atteggiamento solare e la presenza attraente di Rosalie, inizia ad attirare molti clienti tra gli operai e un giorno la giovane fa una scommessa con un cliente per vedere chi riesce a farsi crescere dei baffi migliori tra i due. Il marito è ovviamente scontroso e furioso, ma la ragazza sostiene che la sua barba potrebbe attirare visitatori, come in uno spettacolo “freak show“, il circo con fenomeni da baraccone che ai tempi andavano in voga nelle grandi città. In effetti, è esattamente così che va a finire e in breve tempo la gente del posto rimane affascinata da Rosalie, che mantiene un comportamento molto femminile nonostante la sua rigogliosa e molto notabile folta barba.
Una storia vera ma non una biografia
L’ispirazione di Stéphanie Di Giusto per Rosalie è stata Clémentine Delait, una donna che viveva con orgoglio la sua condizione di “donna barbuta” nella stessa epoca del film. La regista però ha specificatamente scelto, con la sceneggiatrice Sandrine Le Coustumer, che non voleva realizzare un biopic. Proseguendo la storia Rosalie fa anche amicizia con Jeanne, l’attrice e figlia d’arte Anna Biolay, una giovane donna della fabbrica affascinata dalla sua presenza ma anche con una bambina che vuole adottare con il marito. Da metà film però la magia della curiosità per la moglie di Abel viene spezzata per colpa di ben due abitanti del villaggio: Pierre il vecchio compagno di guerra di Abel, l’attore Guillaume Gouix, e il propretario della fabbrica Barcelin, interpretato da Benjamin Biolay.
I due uomini odiano Rosalie però per due motivi differenti; uno perchè è il classico maschio che ha paura delle donne diverse degli standard del tempo e il secondo invece perchè con il successo del locale lui non può attuare il suo piano di chiudere la taverna. Per fortuna alla fine di tutto finalmente Abel, che viene mostrato fin dall’inizio come un uomo di poche parole ma buono, accetterà Rosalie e si innamorerà veramente della moglie. Purtroppo però il finale, molto confusionario, lascia un pò perplessi sulla scelta di finire con la coppia che si lancia nel fiume senza una spiegazione logica.
Nadia Tereszkiewicz
l’anima del film
Per concludere questo secondo film di Stéphanie Di Giusto è realizzato con una prospettiva decisamente più moderna del procedimento del classico dramma storico e con uno sguardo femminista. Le scene che rappresentano al meglio quest’idea sono quelle dove si mostra il desiderio sessuale di Rosalie nei confronti dell’uomo che ha sposato, nell’autoerotismo quando è sola nel bosco ma anche in una precisa sequenza di seduzione che omaggia il celebre Lezioni di piano.
Rosalie è un lungometraggio che si basa sulla bravura straordinaria dei suoi interpreti principali interpretati da Benoît Magimal e Nadia Tereszkiewicz. Ovviamente quella che spicca di più è l’attrice che porta sul grande schermo una performance emotiva, che ti fa tifare per tutta la durata per la sua protagonista e forse accettare il finale senza capire se effettivamente i due sopravviveranno al tuffo nell’acqua.