Terminator Salvation: recensione del film con Christian Bale

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L’attesissimo sequel della saga Terminator, diretto da McG, prometteva adrenalina, spettacolo e un approccio più moderno rispetto all’originale capolavoro di James Cameron. Terminator Salvation arriva nelle sale come uno dei film più attesi della stagione, con Christian Bale nel ruolo iconico di John Connor, leader della resistenza umana contro le macchine.

Eppure, tra aspettative altissime e promesse di rinnovamento, il risultato lascia un retrogusto amaro: un blockbuster visivamente potente, ma narrativamente fragile.

Christian Bale in un John Connor urlato e poco sfumato

Terminator Salvation 2009

Il cuore del problema non è tanto Bale, che come sempre si impegna con serietà e dedizione, quanto la scrittura del suo personaggio. John Connor avrebbe meritato una caratterizzazione più complessa, mentre qui appare come un soldato urlatore e spara-tutto, insulso ed egoista, ridotto a un cliché dell’action più muscolare.

La sua interpretazione, pur corretta, non riesce a emergere: già ne Il Cavaliere Oscuro era stato offuscato dal talento di Heath Ledger, e anche qui il rischio è di essere oscurato da altri comprimari.

La regia di McG tra spettacolo visivo e limiti narrativi

McG apre il film con una sequenza spettacolare: il piano sequenza dell’elicottero che precipita, con Bale all’interno, è un inizio che promette grande cinema. Ma presto la regia si appiattisce su un ritmo ripetitivo, fatto di sparatorie contro macchine sempre più cattive e indistruttibili.

Quella che poteva essere una storia affascinante sull’identità, la sopravvivenza e il destino dell’umanità, si riduce a un susseguirsi di scene d’azione senza vera profondità. L’universo “macchinista” finisce per soffocare le emozioni, rendendo la narrazione prevedibile.

Sam Worthington, la sorpresa che ruba la scena

Terminator Salvation cast

Se Bale fatica a brillare, a guadagnarsi la scena è invece Sam Worthington, nel ruolo di Marcus Wright, un ibrido umano-macchina. Il suo personaggio, ben costruito e carico di ambiguità, riesce a catturare l’attenzione più del protagonista stesso, aggiungendo una sfumatura drammatica che purtroppo non viene sviluppata fino in fondo.

Worthington riesce a incarnare il conflitto tra natura umana e componente artificiale, regalando al film i suoi momenti migliori.

La sceneggiatura travagliata e l’intervento di Jonathan Nolan

Non è un mistero che la sceneggiatura abbia avuto una gestazione complicata. Tanto da richiedere l’intervento di Jonathan Nolan, fratello di Christopher, chiamato a riscrivere la parte finale per tentare di risollevare le sorti del film.

Il risultato è un epilogo parzialmente riuscito, che introduce un certo pathos e si salva dalla mediocrità generale, ma non basta a cancellare la sensazione di un potenziale sprecato.

Effetti visivi spettacolari e il cameo digitale di Schwarzenegger

Terminator Salvation film

Dal punto di vista tecnico, Terminator Salvation si difende bene. Gli effetti visivi sono di alto livello e restituiscono un mondo post-apocalittico credibile e cupo. Il cameo digitale di Arnold Schwarzenegger, ricreato nei panni iconici del T-800, è un momento che strappa l’applauso nostalgico, pur evidenziando quanto il film cerchi di aggrapparsi alla memoria del passato.

Tuttavia, come accade spesso, la fotografia e l’impatto visivo non bastano da soli a salvare un film che manca di anima e profondità.

Un blockbuster che intrattiene ma non lascia il segno

Terminator Salvation non è un totale fallimento, ma neppure un capitolo memorabile della saga. È un film che diverte per la sua azione spettacolare e le sue atmosfere post-apocalittiche, ma che delude chi cercava la complessità e la forza emotiva dell’originale.

Il risultato complessivo è appena sufficiente: un film che si guarda, che intrattiene, ma che si dimentica in fretta.

Terminator Salvation
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Sommario

Terminator Salvation di McG, con Christian Bale e Sam Worthington, è un blockbuster spettacolare che fatica però a dare profondità alla saga di Cameron.

Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice e Direttore Responsabile di Cinefilos.it dal 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.

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