Tyler Rake 2: recensione del nuovo film con Chris Hemsworth

Il nuovo action thriller è disponibile su Netflix dal 16 giugno.

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Il noto attore australiano Chris Hemsworth (Thor nel Marvel Cinematic Universe) ritorna nei panni del formidabile sicario Tyler Rake. Il film è il sequel di Tyler Rake (Extraction) ed è basato sulla graphic novel Ciudad di Ande Parks. Diretto da Sam Hargrave e scritto da Joe Russo, Tyler Rake 2 è composto da un cast di tutto rispetto: Chris Hemsworth interpreta il protagonista Tyler, mentre l’attrice franco-iraniana Golshifteh Farahan (Exodus: Dei e re) è nel ruolo di Nik Kahn, socia di Tyler. Figure secondarie nella pellicola sono interpretate dall’attrice ucraina Olga Kurylenko (La Corrispondenza) e dall’attore Idris Elba (Heimdall in Thor, Thor: The dark world e Thor: Ragnarok).

 

Tyler Rake 2: la fine del congedo

Dopo la fine della missione del primo film, Tyler resta gravemente ferito, tanto da essere dato quasi per morto. Grazie alla sua forza di spirito, il combattente riesce a riemergere dal coma ed a riprendere pian piano l’uso delle gambe e di tutto il corpo.

Trascorso un breve periodo di calma e pace nelle campagne austriache, un misterioso uomo offre una nuova missione a Tyler: salvare la sorella della sua ex moglie, Ketevan, insieme ai figli, detenuti insieme al marito e padre in un carcere della Georgia. L’uomo è un feroce assassino che ha dato vita insieme al fratello, ad una organizzazione criminale basata proprio su un legame di fratellanza tra i vari membri. Quando Tyler ucciderà l’uomo in prigione per far evadere Ketevan ed i due figli dalla prigione, il fratello Zurab insieme a tutta la fratellanza gli daranno la caccia ovunque, bramando vendetta. La missione si rivelerà molto più complicata del previsto e metterà a rischio la vita dei membri della squadra di Tyler, di Ketevan e del figlio maggiore Sandro.

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Un action movie con una continua suspence

Tyler Rake 2, come il primo capitolo, descrive tutta una missione portata avanti da Tyler, Nik e tutta la   squadra. In questo action thriller non mancheranno le scene d’azione e di combattimento; anzi, a tratti queste potrebbero risultare anche troppo lunghe e frequenti. Negli action movie è necessario comunque mantenere un buon bilanciamento tra combattimenti e svolgimento della trama. In particolare, qui in Tyler Take 2 la sequenza di estrazione di Ketevan e dei figli dalla prigione può risultare essere troppo lunga e quindi può far perdere parte dell’attenzione dello spettatore.

Continuando a parlare della sequenza dell’evasione, alcune riprese fatte durante gli inseguimenti in auto, probabilmente volutamente mosse per dare maggiormente il senso di suspense ed azione, possono risultare visivamente confusionarie.

Analizzando il fattore effetti speciali, questi sono ottimi: permettono al pubblico di immergersi interamente nelle vicende. Oltretutto, si tratta sempre di una pellicola scritta ed in parte prodotta dai fratelli Joe e Anthony Russo, registi di grandi opere degli effetti speciali come Avengers: infinity war e Avengers: endgame.

Nel film c’è, inoltre, una certa attenzione ai particolari: un esempio, verso la fine della pellicola, è la scena in cui, dopo che Zurab fa uccidere un suo combattente che gli si oppone, si vede il sangue scorrere su una piccola Bibbia. La fratellanza si considera come un’organizzazione di assassini guidati da Dio; quindi, è un interessante richiamo di simboli.

Tyler Rake 2 si conclude senza una vera e propria conclusione: alcune questioni vengono lasciate in sospeso ed a Tyler ed alla sua squadra viene offerta un’altra missione. Sembra chiara l’intenzione di proseguire la sala con un terzo capitolo, che infatti è già stato annunciato!

Il dramma della perdita di un figlio

In questo secondo capitolo della saga di film ci viene data la possibilità di conoscere più a fondo il personaggio di Tyler. Il temibile sicario nasconde traumi e scheletri del passato, un dolore che non riesce a scacciare in alcun modo. Nel breve periodo di congedo Tyler si trova da solo a dover fare i conti con i suoi sentimenti: è pervaso dai sensi di colpa per aver dovuto abbandonare il figlio, malato di tumore e morente, per partire per una missione. Ha preferito scappare piuttosto che vedere il proprio bambino morire, senza poter far nulla per impedirlo.

Da allora Tyler si butta in tutte le missioni più pericolose, non temendo la morte, o quasi desiderandola. Alla fine del film con il confronto con Mia, la sua ex moglie e madre del bambino morto, Tyler affronterà i suoi sensi di colpa del passato, per uscirne forse più forte emotivamente e più in pace con se stesso.

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