Sotto Assedio – White House Down: recensione del film con Jamie Foxx

Sotto Assedio - White House Down

Arriva anche in Italia il nuovo film del regista “catastrofico” per eccellenza Roland Emmerich, che questa volta si cimenta in un action-movie ambientato alla Casa Bianca e che vede protagonisti Channing Tatum, Maggie Gyllenhaal, Jamie Foxx, James Woods, Richard Jenkins e Jason Clarke. La pellicola è il secondo film che debutta nell’arco di un anno, incentrato su un attacco terroristico ai danni del presidente degli Stati Uniti e della sua famigerata residenza. L’altro film in questione era Attacco al potere – Olympus Has Fallen.

 

Si tratta dell’ultima moda hollywoodiana, forse figlia di una concorrenza spietata tra produttori e Major. Capitò con Biancaneve qualche anno fa e siamo certi che capiterà in futuro con i nuovi rifacimenti in produzione nei prossimi anni. Sotto Assedio – White House Down racconta dell’agente della polizia di Washington John Cale, che si vede negato il lavoro dei suoi sogni con i Servizi Segreti per la protezione del Presidente James Sawyer. Non volendo deludere la sua bambina, John la porta a fare una visita alla Casa Bianca, quando l’intero complesso viene preso d’assalto da un gruppo armato paramilitare. Con il governo nazionale nel caos ed il tempo che scorre inesorabile, ora sta a Cale salvare il Presidente, sua figlia, e il Paese.

Roland Emmerich ritorna in maniera quasi nostalgica su una storia fuori tempo. Per toni, stile e scelte narrative, Sotto Assedio – White House Down riproduce un certo modo di fare cinema tipico degli anni 80’ e che, alla fine degli anni 90’, aveva perso il giusto appeal con il grande pubblico. Ma, pur ricalcando storie già viste, la pellicola di Emmerich riesce a mostrare maggiori punti forza rispetto ad Attacco al potere di Fuque, soprattutto per l’impiego di maggiore ironia e per l’attualità di un discorso politico e bellico che fa eco alle vicende odierne e che viene fuori nel film in un epilogo quasi demenziale.  Fra tutti i rimandi alla reale condizione socio-politica globale c’è il riferimento esplicito alla figura del presidente in carica Obama e alla recente crisi mediorientale che sembra essere un abisso infinito. Tralasciando gli eventuali intenti alti, il film è un blockbuster di vecchio stampo che riesce nell’intento di costruire un’ora e mezza di azione, buoni sentimenti, e battute ironiche che faranno certamente la felicità dei nostalgici. Rimangono d’antologia alcune battute al limite del comico come quelle legate al colosso Apple o al film Indipendence Day, proprio di Emmerich stesso e in questo periodo al centro di un dibattito internautico su possibili sequel.

Buona la prova del cast, che spazia per ottime caratterizzazioni dei veterani James Woods e Richard Jenkins, passando per l’ottimo cattivone di turno interpretato dall’oramai conferma Jason Clarke, agli scontati Channing Tatum, Maggie Gyllenhaal, Jamie Foxx.

- Pubblicità -