I guardiani del destino: la spiegazione del finale del film

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I guardiani del destino (qui la recensione) è un film del 2011 diretto da George Nolfi e tratto liberamente dal racconto Squadra riparazioni di Philip K. Dick, autore di culto da cui sono state tratte molte altre opere cinematografiche come Blade Runner o Minority Report. Ambientato in una New York contemporanea ma velata di mistero, il film fonde elementi di fantascienza, thriller e romanticismo, raccontando una storia che esplora il libero arbitrio, il destino e l’intervento di forze superiori nella vita degli esseri umani. Al centro della vicenda troviamo il giovane politico David Norris (Matt Damon), che scopre l’esistenza di un’organizzazione segreta che controlla il destino delle persone.

Il film si muove così su un terreno molto vicino a quello di altre trasposizioni ispirate a Dick, in particolare per il modo in cui fonde un’ambientazione apparentemente realistica con meccanismi metafisici che mettono in discussione la percezione della realtà. Tuttavia, rispetto ad altri adattamenti più cupi o distopici, I guardiani del destino si distingue per il tono più emotivo e sentimentale, proponendo una riflessione sul libero arbitrio attraverso una storia d’amore intensa e sospesa tra le pieghe del tempo. La regia di Nolfi — al suo esordio alla regia dopo una carriera da sceneggiatore — si concentra sul ritmo serrato, su atmosfere urbane affascinanti e su una forte chimica tra i protagonisti.

Nel corso dell’articolo esploreremo più nel dettaglio la trama del film, i personaggi principali e soprattutto il significato del suo enigmatico finale. Analizzeremo anche i temi che emergono nel terzo atto, come l’opposizione tra predestinazione e scelta individuale, il ruolo dei misteriosi “guardiani” e il senso ultimo del percorso dei protagonisti. Una narrazione che si muove tra i binari del destino e della volontà personale, fino a un epilogo che lascia lo spettatore con una domanda: siamo davvero liberi di scegliere il nostro cammino?

Matt Damon, Anthony Ruivivar, John Slattery e Anthony Mackie in I guardiani del destino. Foto di © 2011 – Universal Pictures

La trama di I guardiani del destino

La storia, ambientata a Manhattan, vede come protagonista David Norris ex studente e giocatore di basket della Fordham University il quale, già membro del Congresso, è in procinto di vincere le elezioni per conseguire la carica di senatore. Proiettato quindi verso una brillante carriera politica Norris incontra casualmente un’affascinante ballerina, Elise Sellas, e tra i due scoppierà immediatamente l’amore a prima vista. Appena iniziata questa nuova frequentazione però, Norris si accorgerà presto che forze oscure e misteriose tramano e ordiscono per tenere lui ed Elise separati.

Recandosi un giorno a lavoro, Davis trova tutti nell’edificio completamente immobili ed esaminati da alcuni uomini. Provando a fuggire, egli viene trasportato in un magazzino dove un uomo di nome Richardson gli spiega che lui e i suoi colleghi fanno parte di un ufficio che si assicura che la vita delle persone proceda secondo il “Piano” elaborato da un soggetto denominato “Presidente”. Sarà così che Davis conoscerà l’esistenza dei “guardiani”, membri di un ufficio segreto che con mezzi e poteri illimitati decidono sul destino degli uomini. Starà a Norris scegliere e decidere tra la carriera di successo che ha davanti e l’amore per Elise.

La spiegazione del finale

Nel terzo atto de I guardiani del destino, dopo anni dalla loro separazione forzata, David rivede Elise per caso per strada e decide di non lasciarla andare di nuovo. Nonostante gli avvertimenti dell’agente Richardson, che aveva già distrutto il numero di telefono di Elise e minacciato gravi conseguenze, David insiste nel voler rivedere la donna che ama. Riesce così a raggiungerla alla sua prova di danza, sfidando le regole dell’ufficio e sfruttando i portali nascosti che i “guardiani” usano per spostarsi rapidamente tra le porte della città. È chiaro ormai che la loro connessione non è casuale: secondo Richardson, ci sono frammenti residui di un vecchio “Piano” in cui David ed Elise erano destinati a stare insieme.

I guardiani del destino film
Matt Damon e Emily Blunt in I guardiani del destino. Foto di © 2011 – Universal Pictures

A questo punto entra in scena Thompson, un agente di grado superiore che prende in mano il “caso”. Con freddezza e determinazione, egli rivela a David le conseguenze della sua insistenza: stare con Elise significherebbe rinunciare alla possibilità di diventare Presidente degli Stati Uniti, mentre Elise non raggiungerebbe mai il successo come coreografa internazionale. Per dimostrare il suo potere, Thompson fa addirittura inciampare Elise durante una prova, provocandole una distorsione alla caviglia. Schiacciato dal senso di colpa e dalla convinzione che il loro amore possa distruggere il futuro di entrambi, David la abbandona in ospedale, spezzando il cuore a se stesso e alla donna che ama.

Passano altri undici mesi e David scopre che Elise sta per sposarsi. A quel punto Harry, un altro agente del Bureau, entra in gioco, motivato da rimorso per aver manipolato la vita di David in nome del Piano. In un momento strategico – durante un temporale, che impedisce ai guardiani di localizzarli – Harry gli insegna a usare le porte per spostarsi come fanno loro, consentendogli così di raggiungere Elise e dirle la verità. David riesce a trovarla poco prima del matrimonio, e insieme iniziano una fuga rocambolesca per tutta New York, teleportandosi da una porta all’altra, mentre gli agenti del Bureau li inseguono senza sosta. Alla fine, i due decidono di affrontare direttamente il “Presidente”, l’enigmatica entità a capo dell’organizzazione, e raggiungono la sede centrale del Bureau.

Sul tetto dell’edificio, braccati e senza più via di fuga, David ed Elise si dichiarano amore eterno e si baciano. In quel momento, tutti gli agenti scompaiono. Harry appare e mostra loro una copia del nuovo Piano del Presidente, che ora è completamente bianco: le loro vite non sono più predeterminate. Sono finalmente liberi di scegliere chi essere e dove andare. Harry spiega che forse il vero Piano del Presidente è proprio spingere le persone a conquistare il libero arbitrio, a lottare per la propria autodeterminazione come hanno fatto David ed Elise. Il film si chiude così, con la coppia che si allontana mano nella mano, libera finalmente da ogni controllo.

Matt Damon, Anthony Ruivivar e John Slattery in I guardiani del destino
Matt Damon, Anthony Ruivivar e John Slattery in I guardiani del destino. Foto di © 2011 – Universal Pictures

Dal punto di vista simbolico, il finale de I guardiani del destino rappresenta dunque una forte presa di posizione in favore del libero arbitrio. La burocrazia sovrannaturale del Bureau diventa metafora dei limiti imposti dalla società, dalle aspettative e dalle istituzioni, che spesso cercano di guidare o limitare i percorsi personali degli individui. David ed Elise, scegliendo di ribellarsi al Piano, incarnano il rifiuto di questi vincoli e la possibilità di scrivere la propria storia, anche a costo di sacrificare potere, successo o sicurezza. Il loro gesto d’amore diventa un atto di insubordinazione contro ogni forma di predestinazione.

Il film riflette anche su cosa significhi davvero il concetto di “destino”. Attraverso la metafora del Bureau, suggerisce che il vero senso della vita non sta nel seguire un tracciato già scritto, ma nel guadagnarsi ogni scelta, anche sbagliata. Il nuovo Piano vuoto è una pagina bianca, un invito a essere protagonisti del proprio percorso. In questo senso, I guardiani del destino non è solo una love story fantascientifica, ma una riflessione profonda sulla libertà, sull’identità e sulla responsabilità di decidere chi vogliamo essere.

Cosa ci lascia I guardiani del destino

I guardiani del destino ci lascia dunque con una riflessione potente sulla libertà di scelta e sull’autodeterminazione. Dietro l’apparenza di un thriller romantico con elementi fantascientifici, il film pone una domanda universale: quanto delle nostre vite è scritto e quanto dipende da noi? Il messaggio è chiaro: anche quando sembra che tutto sia già deciso, il libero arbitrio può prevalere. La lotta di David ed Elise contro un potere superiore rappresenta il coraggio di scegliere il proprio cammino, anche contro ogni previsione. In fondo, il film ci invita a non smettere mai di scrivere il nostro destino, giorno dopo giorno.

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Gianmaria Cataldo
Gianmaria Cataldo
Laureato con lode in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza e iscritto all’Ordine dei Giornalisti del Lazio come giornalista pubblicista. Dal 2018 collabora con Cinefilos.it, assumendo nel 2023 il ruolo di Caporedattore. È autore di saggi critici sul cinema pubblicati dalla casa editrice Bakemono Lab.
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