Arma Letale del 1987 rappresenta uno dei punti più alti della carriera di Richard Donner, già noto per la regia di Superman e di I Goonies. Con questo film, Donner esplora con sorprendente efficacia il genere buddy cop, fondendo azione, suspense e momenti di comicità, instaurando un equilibrio tra tensione narrativa e dinamiche personali tra i protagonisti. La sua regia riesce a rendere credibile il rapporto tra i due poliziotti protagonisti, creando una miscela che diventerà un modello per numerosi film d’azione successivi e contribuendo a ridefinire gli stereotipi del cinema poliziesco anni ’80.
Per Mel Gibson, Arma Letale segna un momento cruciale nella sua filmografia, consolidando la sua immagine di attore versatile capace di passare con naturalezza dall’eroe d’azione al personaggio più complesso ed emotivamente tormentato. Il ruolo di Martin Riggs, poliziotto instabile e autodistruttivo, gli permette di esplorare temi profondi come la perdita, la solitudine e la ricerca di redenzione, creando un personaggio che sarebbe diventato iconico e che influenzerà gran parte dei suoi successivi ruoli d’azione. La chimica con Danny Glover, nei panni di Roger Murtaugh, è centrale per il successo del film.
Arma Letale non è soltanto un film d’azione: affronta temi come il trauma, l’amicizia, la famiglia e la giustizia, mettendo in scena la lotta contro criminalità e corruzione nella Los Angeles degli anni ’80. Il film ha dato vita a una saga di enorme successo, con tre sequel ufficiali e un reboot televisivo, creando un franchise capace di mantenere il giusto equilibrio tra adrenalina e umanità dei personaggi. Nel resto dell’articolo verrà proposta una spiegazione del finale del film e del suo significato all’interno della storia di Riggs e Murtaugh.
La trama di Arma Letale
Protagonista del primo film è Martin Riggs, membro della squadra narcotici della polizia di Los Angeles, la cui vita viene irrimediabilmente segnata dalla morte della moglie. Riggs si ritrova così in una spirale di autolesionismo che lo porta a compiere una serie di azioni pericolose per se e per gli altri suoi colleghi. Viene allora trasferito dalla squadra narcotici alla squadra omicidi, dove si ritrova assegnato come partner il Sergente Roger Murtaugh. Questi, più anziano rispetto a Riggs, ha come obiettivo quello di tenersi lontano dai guai, ma con il nuovo collega sarà molto difficile.
In breve, i due si trovano coinvolti in un caso. Roger, infatti, riceve una chiamata da un suo vecchio amico ed ex compagno di armi, Michael Hunsaker. Questi incarica i due poliziotti di indagare sulla morte della figlia, dietro alla quale sembrano nascondersi loschi segreti. Ricercando informazioni, i due si ritrovano ad entrare nel torbido mondo della droga e della prostituzione, dove sembra che anche la giovane morta fosse finita. Il caso diventa sempre più complesso, e i due poliziotti capiranno che per poterlo risolvere sarà necessario che uniscano le loro forze come anche le loro competenze.
La spiegazione del finale del film
Nel terzo atto di Arma Letale, la tensione raggiunge il culmine con la minaccia diretta di Shadow Company, l’organizzazione criminale formata da ex agenti della CIA. Dopo che Murtaugh e Riggs sono stati catturati e portati nel seminterrato di un nightclub a Hollywood, vengono sottoposti a torture fisiche e psicologiche mentre la vita della figlia di Murtaugh, Rianne, è in pericolo. Riggs riesce a liberarsi, eliminando numerosi membri della compagnia, e salva Murtaugh e la figlia. La sequenza è caratterizzata da scontri intensi, inseguimenti e tattiche da veterano, mostrando pienamente le abilità militari e investigative dei due protagonisti.
La risoluzione del racconto vede Riggs e Murtaugh affrontare Joshua, il braccio destro del generale McAllister, in un confronto finale. Dopo una violenta colluttazione, Riggs ha la possibilità di ucciderlo ma decide di risparmiarlo, rispettando un codice morale che contrasta con la sua tendenza autodistruttiva iniziale. Tuttavia, Joshua tenta ancora un’ultima aggressione e viene ucciso dalla coppia. La vittoria non è solo fisica, ma simbolica: Riggs supera il proprio dolore e la propria ossessione per la morte, mentre Murtaugh protegge la sua famiglia, chiudendo così il conflitto centrale e garantendo la sicurezza di tutti i personaggi principali.
Dal punto di vista tematico, il finale porta a compimento i motivi centrali del film, come l’amicizia e la lealtà tra i protagonisti. La dinamica tra Riggs e Murtaugh si evolve da diffidenza e conflitto iniziale a fiducia reciproca e complementarità operativa. Riggs, inizialmente suicida e instabile, trova un equilibrio grazie al sostegno del collega e alla necessità di proteggere gli altri, mentre Murtaugh comprende il valore della dedizione e del coraggio del partner. Il film sottolinea come la collaborazione e il rispetto reciproco siano fondamentali per affrontare il male, sia nelle forme personali sia in quelle organizzative.
Il finale consente anche di chiudere il percorso emotivo di Riggs, mostrando la sua riconciliazione con la vita. La scena in cui condivide il pranzo di Natale con Murtaugh e la sua famiglia e consegna al collega il proiettile che aveva destinato al suicidio simboleggia la sua rinascita psicologica. Riggs sceglie di vivere, abbracciando relazioni umane e responsabilità invece dell’autodistruzione. La chiusura emotiva rafforza il tema della redenzione personale e della possibilità di trovare un senso e un legame nella vita anche dopo traumi profondi, suggerendo un equilibrio tra azione, morale e crescita interiore.
Il messaggio che Arma Letale lascia allo spettatore è quindi duplice: da un lato celebra la forza dell’amicizia e della lealtà come strumenti per superare il male e le difficoltà, dall’altro esplora il percorso di redenzione individuale di chi ha vissuto dolore e perdita. Riggs incarna la possibilità di trasformare il trauma in protezione e responsabilità verso gli altri, mentre Murtaugh rappresenta la stabilità e la famiglia come valori centrali. Insieme, mostrano che la giustizia non si misura solo attraverso la violenza, ma anche attraverso la compassione, il sacrificio e la scelta di vivere pienamente nonostante il dolore.