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Il Giocatore: Rounders – recensione del film con Matt Damon

Il Giocatore: Rounders – recensione del film con Matt Damon

Il Giocatore: Rounders è il film del 1998 diretto da John Dahl e con protagonisti nel cast Matt Damon, Edward Norton, Martin Landau, John Turturro, Famke JanssenJohn Malkovich.

  • Anno: 1998
  • Regia: John Dahl
  • Cast: Matt Damon, Edward Norton, Martin Landau, John Turturro, Gretchen Mol, John Malkovich, Famke Janssen

La trama del film Il Giocatore: Rounders

Trama: Michael (Matt Damon, protagonista “acqua e sapone” perfettamente a suo agio nella parte)  è uno studente newyorkese di giurisprudenza che ha una passione (o forse un’ossessione compulsiva) per il poker. È abile, ha fiuto, si sa muovere in mezzo agli “squali” e sa come spennare per bene i “polli” più ingenui.

Una sera crede di compiere il colpo della sua vita vincendo contro il russo Teddy Kgb (John Malkovich), affiliato della mala, battendolo direttamente sul suo campo di gioco (il club di sua proprietà); ma il ragazzo sbaglia i calcoli, forse pecca di Hybris e si abbandona alla propria arroganza…  fatto sta che perde la partita. 30.000$ dollari, i risparmi di una vita, la retta universitaria, e perfino il suo rapporto con la fidanzata Jo (Gretchen Mo) ne risente.

L’amico, giocatore e mentore Joey Knish (John Turturro) gli offre un lavoro serio, pulito. Per sei mesi Mike esce dal giro, smette di giocare. Ma il richiamo del tavolo verde è troppo forte, e le mille luci di Las Vegas semplicemente irresistibili… la situazione si complica ulteriormente quando esce di prigione l’amico di sempre, il “fratello” Lester Murphy detto “verme”- nomen omen, come dicevano i latini- (Edward Norton), il quale non faticherà troppo a riportarlo sulla “retta via” del vizio e del gioco…

Analisi: Nel 1998 il regista John Dahl regala alla storia del cinema un film senza grandi pretese ma con un cast all-stars assolutamente d’eccezione che riesce a diventare in breve tempo un oggetto di culto non solo per gli appassionati del genere.

Il Giocatore, il mondo del poker attraverso gli occhi di un giovane Matt Damon

Il Giocatore è un film sullo sport? Probabile, se mescolare un mazzo di carte e calare una mano vincente è uno sport nazionale. Perché Il Giocatore Rounders analizza nel profondo il mondo del poker filtrandolo attraverso gli occhi di un giovane, ma esperto, giocatore (un rounder, appunto) che sa bene come giocare le carte che il destino gli ha servito, non senza incontrare numerosi ostacoli sul proprio cammino.

A suo modo, forse, può anche  raccontare una storia esistenziale, perché Michael ha sempre respirato e vissuto in quel mondo, lui le regole del gioco non le ricorda nemmeno più: ormai fanno parte del suo dna, del suo tessuto umano e personale. E negando la sua vera natura- o “vocazione”, se preferite- per amore della fidanzatina Jo non raggiungerà la felicità personale né la piena realizzazione di sé.

Snodandosi tra citazioni dei più famosi giocatori della storia del poker e partite giocate fino all’ultimo respiro, il film Il Giocatore risulta, in definitiva, un pregevole prodotto pronto a soddisfare qualunque tipo di palato, dall’appassionato pokerista al cinefilo più incallito fino allo spettatore casuale.

La regia asciutta, mai prolissa, la trama scarna ed essenziale come i dialoghi ricreano con sapiente maestria il sottobosco newyorkese popolato da volti pallidi e stanchi, barbe sfatte dopo sessantaquattro ore di partita, mafiosi russi, creditori sadici, club fumosi, night-club infimi e bari da quattro soldi; sembra quasi di ritrovare, in quei vicoli malfamati illuminati dalle luci artificiali le atmosfere del miglior Martin Scorsese “nudo e crudo”, e la voce narrante di Michael che fa da “colonna sonora” alle prime immagini ci riporta dalle parti del cinema noir, come nei grandi classici della letteratura hard-boiled.

Nonostante sia una pellicola lenta e riflessiva, proprio come una partita di poker, dove fino alla fine si attende il colpo di scena che sovvertirà la partita e decreterà il vincitore, forse ci regala alcune tra le più belle interpretazioni degli attori protagonisti: un taciturno John Malkovich impone la propria presenza sullo schermo pur pronunciando soltanto una manciata di parole, ma il suo modo di masticare i biscotti Oreo non lascia spazio all’immaginazione… Edward Norton è perfetto nel ruolo di verme, un viscido codardo che risulta, però, agli occhi dello spettatore come un’irresistibile canaglia; Matt Damon mette in scena in modo credibile e intenso il dilemma morale e personale che affligge il suo personaggio: mollare tutto e mettere la testa apposto, oppure assecondare la propria vera natura?

Come insegna il professor Abe Petrovsky (interpretato da un convincente Martin Landau), è difficile non seguire la propria vocazione. Anche se il gioco potrebbe rivelarsi più pericolo del previsto e si potrebbe correre il rischio di… restare bruciati.

Il gigante: trama, cast e curiosità sul film con James Dean

Il gigante: trama, cast e curiosità sul film con James Dean

Sono bastati tre film all’attore James Dean per entrare nella storia del cinema come uno dei più importanti interpreti di sempre. Un talento unico il suo, tragicamente spezzato all’età di 24 anni in seguito ad un incidente d’auto. Tra il 1955 e il 1956 egli si è infatti distinto con le pellicole La valle dell’Eden, Gioventù bruciata e, in ultimo, Il gigante. Sono queste le sue uniche volte da protagonista, dove ha potuto dar prova di tutta la sua intensità e del suo valore. Il suo ultimo film, diretto da George Stevens e basato sull’omonimo romanzo di Edna Ferber, è ancora oggi considerato uno dei più belli della storia.

Il film è un ritratto epico di una potente famiglia di allevatori del Texas (il gigante del titolo) sfidata dai tempi che cambiano e dall’arrivo del grande petrolio. Allo stesso tempo, è un’opera che riflette sulla società statunitense, sul razzismo e sull’importanza dei diritti umani. Al momento della sua uscita in sala fu accolto da pareri critici estremamente entusiasti, che ne evidenziavano la profondità delle tematiche e della sua ricca messa in scena. Si rivelò anche un grande successo di pubblico, arrivando a guadagnare oltre 39 milioni di dollari a fronte di un budget di appena 5.

Candidato a ben nove premi Oscar, ma vincitore soltanto di quello per la miglior regia, il film è dunque un’opera imprescindibile per i cinefili e gli appassionati spettatori. La grandezza de Il gigante è infatti anche quella di saper apertamente parlare anche al pubblico di oggi. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Il gigante: la trama del film

La vicenda si svolge nel Texas degli anni Venti, un’epoca di transizione e di pieno sviluppo per gli Stati Uniti, sempre più indirizzati verso la modernità. In questo contesto il barone Bick Benedict sposa la bellissima Leslie Lynnton e la relega al ruolo di moglie. La donna deve infatti da subito misurarsi con una serie di difficoltà all’interno della sua nuova casa, tra cui l’ostilità della cognata Luz Benedict, ma anche il modo di pensare locale, estremamente chiuso e patriarcale. Allo stesso tempo, anche Bick ha i suoi problemi, notando i mutamenti del suo mondo ma incapace ad adattarvisi per via dei suoi valori ormai all’antica. Ciò è ben presto causa di crisi economica per la famiglia.

Tra i braccianti di Bick spica Jett Rink, il quale si innamora perduta di Leslie, pur consapevole dell’impossibilità di dare un futuro a quell’amore. Inaspettatamente, egli si ritrova però ad ereditare un piccolo terreno che cambierà per sempre le sue sorti. Quel pezzo di terra, infatti, rivela giacimenti di petrolio che conferiranno al giovane ricchezza e prestigio inimmaginabili. Ora egli ha la possibilità di conquistare Leslie e condurla verso una vita felice. Prima, però, dovrà fare i conti con Bick, il quale non è disposto a vedersi privato anche della sua donna. La rivalità tra i due avrà così inizio, destinata a durare per anni.

Il gigante cast

Il gigante: il cast del film

Ad interpretare il ruolo del bracciante Jett Rink vi è l’attore James Dean, il quale desiderava così tanto recitare in questo film da accettare di lavorare per il minimo salariale. Per interpretare al meglio il suo ruolo, egli fece in modo che i cowboy locali gli insegnassero come maneggiare un lazo e il cappello affinché potesse risultare più realistico nel maneggiarli. Egli decise infatti di calarsi quanto più possibile nel ruolo, assumendo una serie di atteggiamenti e movenze tipiche di un uomo di quel periodo. Tale metodo lo portò ad avere diversi scontri con il regista, il quale però non riuscì a fargli cambiare atteggiamento. Per la sua intensa interpretazione, Dean venne candidato ai premi Oscar come miglior attore protagonista e fu il primo a ricevere tale onore postumo.

Nei panni di Bick Benedict vi è invece il noto attore Rock Hudson. Questi venne scelto principalmente per la sua possibilità di risultare realistico sia come uomo di trent’anni che come sessantenne, come appare il suo personaggio alla fine del film. Durante le riprese, però, Hudson non ebbe un buon rapporto con Dean, criticando anch’egli il suo metodo lavorativo. L’astio tra i due li aiutò a risultare ancor più realistici nel dar vita a quello dei loro personaggi. Per il ruolo di Leslie Lynnton, fu infine Hudson a scegliere l’attrice Elizabeth Taylor. Nel film sono poi presenti Dennis Hopper nel ruolo di Jordan Benedict III e Carroll Baker per Luz Benedict II. L’attrice Mercedes McCambridge è invece Luz Benedict, sorella di Bick.

Il gigante: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il gigante è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili, Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 6 aprile alle ore 21:00 sul canale Warner TV.

Fonte: IMDb

Il Gigante di Ferro: Vin Diesel annuncia il sequel?

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Il Gigante di Ferro: Vin Diesel annuncia il sequel?

Proprio oggi abbiamo riportato la notizia del ritorno nei cinema Usa del film Il gigante di ferro in versione rimasterizzata, in vista di una edizione digital video che verrà presentata al Comic Con 2015.

Ora Vin Diesel, attore che doppiava il personaggio, potrebbe aver rivelato una notizia ancora più interessante: WB starebbe preparando un sequel. Ecco cosa ha scritto l’attore:

vin-diesel-il-gigante-di-ferro

Il gigante di ferro racconta la storia dell’amicizia che nasce fra Hogarth, un bambino di 9 anni orfano del padre e un enorme robot di metallo, piovuto dal cielo in una notte di pioggia. Ciò che era stato creato per essere un’arma mortale diventa, grazie a questo profondo legame, umano ed intensamente sensibile, fino a compiere l’estremo sacrificio per le persone che ama ed in cui crede.

Fonte: CBM

Il gigante di ferro torna al cinema: il nuovo poster

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Il gigante di ferro torna al cinema: il nuovo poster

Il gigante di ferro torna al cinema in versione rimasterizzata. Il 30 settembre e il 4 ottobre l’esordio alla regia di Brad Bird ritorna nei cinema Usa, in vista di una edizione digital video che verrà presentata al Comic Con 2015 in corso.

La storia dell’amicizia che nasce fra Hogarth, un bambino di 9 anni orfano del padre e un enorme robot di metallo, piovuto dal cielo in una notte di pioggia. Ciò che era stato creato per essere un’arma mortale diventa, grazie a questo profondo legame, umano ed intensamente sensibile, fino a compiere l’estremo sacrificio per le persone che ama ed in cui crede.

Nella versione originale del 1999, il gigante robot protagonista era doppiato da Vin Diesel.

Di seguito il nuovo poster del film:

Il gigante di ferro

Il Gigante di Ferro torna al cinema, ecco il trailer

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Il Gigante di Ferro torna al cinema, ecco il trailer

Il gigante di ferro torna al cinema in versione rimasterizzata. Il 30 settembre e il 4 ottobre l’esordio alla regia di Brad Bird ritorna nei cinema Usa, in vista di una edizione digital video che verrà presentata al Comic Con 2015.

La storia dell’amicizia che nasce fra Hogarth, un bambino di 9 anni orfano del padre e un enorme robot di metallo, piovuto dal cielo in una notte di pioggia. Ciò che era stato creato per essere un’arma mortale diventa, grazie a questo profondo legame, umano ed intensamente sensibile, fino a compiere l’estremo sacrificio per le persone che ama ed in cui crede.

Nella versione originale del 1999, il gigante robot protagonista era doppiato da Vin Diesel.

Il Gigante di Ferro al Tiff 2015 [foto]

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Brad Bird sta promuovendo la versione rimasterizzata del suo esordio alla regia nonchè uno dei suoi migliori film e trai migliori film d’animazione della storia del mezzo espressivo, Il Gigante di Ferro. Ecco le foto della presentazione al Tiff 2015.

Il giardino delle vergini suicide: 10 cose che non sai sul film

Il giardino delle vergini suicide: 10 cose che non sai sul film

Il giardino delle vergini suicide è uno dei film che ha segnato il cinema di fine anni ’90, raccontando sentimenti ed emozioni della fascia d’età adolescenziale, rimanendo un film autoriale, preciso e rispettoso.

Sofia Coppola, dopo alcuni corti, ha debuttato alla regia proprio con questo lungometraggio che ha da subito avuto pareri e critiche positive, sia per quanto riguardano le tematiche narrate (in quanto la regista è stata anche sceneggiatrice) sia per le sue innate qualità registiche.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Il giardino delle vergini suicide.

Il giardino delle vergini suicide film

1. A Sofia Coppola era stato consigliato il libro. Sembra che Thurston Moore della band Sonic Youth abbia suggerito di leggere Il giardino delle vergini suicide a Sofia Coppola, prestandole una copia. Dopo averlo letto, la regista decise di adattarlo in un film.

2. La Coppola non era l’unica interessata all’adattamento. Dopo aver scritto la sceneggiatura, Sofia Coppola ci rimase male nel sapere che già un’altra compagnia stava lavorando ad un adattamento del libro. Tuttavia, essi non erano contenti del loro lavoro, così lei mostrò loro il suo lavoro che alla fine venne usato per la realizzazione del film.

3. Un film per teenager (e non solo) di qualità. Stando alle dichiarazioni della regista, sembra che lei abbia voluto realizzare Il giardino delle vergini suicide perché connessa con i temi affrontati nell’omonimo romanzo e anche per la volontà di dare vita ad un film sui teenagers che fosse di qualità, con una buona fotografia e trattando gli argomenti con il dovuto rispetto.

Il giardino delle vergini suicide streaming

4. Il film è disponibile in streaming digitale. Chi volesse vedere o rivedere questo film, è possibile farlo grazie alla sua presenza sulle piattaforme di streaming digitale legale come Rakuten Tv, Google Play e iTunes.

Il giardino delle vergini suicide cast

5. Scarlett Johansson era stata considerata per un ruolo. Dopo averla vista nel film Manny & Lo (1996), Sofia Coppola trovò che Scarlett Johansson sarebbe stata perfetta nel suo film e le offrì un ruolo. Tuttavia, l’attrice considerò la sceneggiatura troppo intensa e preferì rifiutare l’offerta.

6. Una prova d’attrice per Kirsten Dunst. Secondo Kirsten Dust, interpretare il ruolo di Lux Lisbon è stata una prova attoriale non di poco conto. È proprio grazie al suo personaggio che la giovane attrice ha potuto dimostrare di avere tutte le capacità per interpretare un ruolo complesso.

Il giardino delle vergini suicide libro

7. Il film è l’adattamento di un romanzo del 1993. In quell’anno venne pubblicato il romanzo Le vergini suicide, scritto da Jeffrey Eugenides. Con questo libro, l’autore cerca di raccontare la vita dei teenager e, attraverso un narratore che si fa portavoce di un gruppo di ragazzi, viene raccontatala storia delle cinque sorelle Lisbon a distanza di vent’anni dallo svolgimento degli eventi.

8. Il romanzo è anche una fotografia sui legami famigliari. Oltre che analizzare l’adolescenza vissuta dai protagonisti, il libro di Eugenides prova a fare una fotografia circa le dinamiche che uniscono una famiglia, l’evoluzione che può avvenire e le conseguenze dettate da certe azioni, proponendo un parallelismo con la malattia che colpisce gli alberi della città.

9. Cinque copie della stessa ragazza. Se si legge attentamente il romanzo, ci si può rendere conto come le cinque ragazze non siano altro che punti di vista e osservazioni di una stessa ragazza, mentre altre volte ognuna sembra essere completamente diverse dall’altra.

Il giardino delle vergini suicide frasi

il giardino delle vergini suicide

10. Frasi che rimangono nella memoria. Non sono molti i film che riescono a rimanere nella memoria collettiva grazie a delle frasi incisive: tuttavia, questo è stato il caso de Il giardino delle vergini suicide. Ecco, allora, qualche esempio:

  • Evidentemente lei, dottore, non è mai stato una ragazzina di tredici anni… (Cecilia Lisbon)
  • Scoprimmo che le ragazze sapevano tutto di noi e che noi non potevamo capirle affatto.
  • Quello che abbiamo qui è un sognatore. Qualcuno completamente fuori dalla realtà (Tim Weiner)
  • Nel corso degli anni sono state dette tante cose sulle ragazze, ma non abbiamo mai trovato una risposta. In fondo non importava la loro età, né che fossero ragazze… La sola cosa che contava è che le avevamo amate… e che non ci hanno sentito chiamarle… e ancora non ci sentono che le chiamiamo perché escano dalle loro stanze… dove sono entrate per restare sole per sempre… e dove non troveremo mai i pezzi per rimetterle insieme.

Fonti: IMDbThe Guardian

Il giardino delle parole: i paesaggi reali confrontati con le scene dell’anime

Il giardino delle parole, è un film d’animazione giapponese del 2013 prodotto da Comix Wave Films e diretto da Makoto Shinkai. Il film, ambientato a Tokyo durante la stagione delle piogge, è incredibilmente fedele alla rappresentazione della città, che appare verde e luccicante sotto lo scorrere dell’acqua. Ecco alcune immagini del film in confronto con le rispettive vedute “dal vero” della città raccolte dal sito Nijipoi. Il risultato è incredibile:

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Il giardino delle delizie: 90 anni del film di Alfred Hitchcock

Il giardino delle delizie: 90 anni del film di Alfred Hitchcock

Domenica 7 giugno 1925 un treno carico di turisti proveniente da Monaco giunge alla stazione di Genova. A bordo, fra i numerosi passeggeri recalcitanti vi sono l’attore Miles Mander, il cameraman e barone Giovanni Ventimiglia, un’anonima attrice di origine orientale e un giovanissimo regista di cui nessuno conosce ancora il nome. Il corpulento ragazzetto che guida il gruppo è nientemeno che il ventiseienne Alfred Hitchcock, giunto in Italia per dare il primo giro di manovella al film d’esordio della sua carriera, un dramma amoroso dal titolo The pleasure garden (edito in italiano come Il giardino delle delizie ma anche Il labirinto delle passioni).

Il giovanissimo autore nato a Leytonstone nel 1899 da una famiglia di fruttivendoli dell’Est End di Londra, dopo un brevissimo quanto fulminante apprendistato come grafico e disegnatore dei cartelli per i film muti nel distaccamento inglese della Famous Player-Lasky (la futura Paramount), aveva avuto la possibilità di esordire nel suo primo esperimento di regia, purtroppo naufragato e perduto, con il cortometraggio Number 13 del 1922, per poi farsi le ossa con ben due esperienze di co-regia nel 1923 in altri due cortometraggi, Dillo sempre a tua moglie e Donna contro donno, grazie alle quali ebbe modo di incontrare la montatrice, collaboratrice e futura moglie Alma Reville. Dopo aver stretto un forte sodalizio con il produttore inglese Michael Balcon, assieme al regista e mentore Graham Cutts Hitchcock si era trasferito in Germania per collaborare alla regia di Il furfante, realizzato negli studi della UFA, all’epoca il complesso di teatri di posa più all’avanguardia in Europa.

In seguito ad alcuni screzi con Cutts sorti durante la collaborazione de Il peccato della puritana, Balcon, avendo riconosciuto le grandi e promettenti capacità del giovane Hitchcock decise di affidarlo agli studi tedeschi della Emelka, dandogli la possibilità di imparare direttamente dallo stile dei grandi registi tedeschi dell’espressionismo, primo fra tutti F.W. Muranu, e fu proprio Balcon che, grazie ad una co-produzione con la Decla Bioschop di Erich Pommer, diede al giovane regista la possibilità di realizzare il primo vero film della sua carriera. Scritturando alcune star di prima grandezza come gli attori Virginia Valli, Miles Mander e Ferdinad Martini, grazie alla collaborazione di un cast tecnico di scafati professionisti e un ottimo soggetto tratto dal romanzo di Oliver Sandys, Balcon mise in mano ad un esordiente (ma non inesperto) Hitchcock la possibilità di realizzare un pellicola innovativa dallo stile tipicamente americano e dunque esportabilissima.

Il film narra la vicenda di Patsy, una giovane ballerina di cabaret che sposa il soldato di fortuna Levett, il quale è costretto subito dopo il matrimonio a partire in missione per le colonie inglesi dei tropici. Passati alcuni anni durante i quali si viene a sapere che Levett versa in gravi problemi di salute, Patsy decide di andare a trovarlo e scopre che il marito è diventato un alcolizzato e si è risposato con un’indigena del luogo. Durante il tragico finale la giovane amante tropicale muore suicida affogata e Levett finisce ammazzato da un colpo di fucile sparato dal dottor Jill, medico della colonia che ben presto consolerà la povera ed affranta Patsy.

Dopo aver girato molte delle scene in interni negli stabilimenti dell’Emelka di Monaco, Hitchcock decise di trasferirsi con una piccola troupe in Italia, in particolare a Genova dove vennero girate le inquadrature del varo della nave di Levett, a San Remo dove ebbe luogo la scena del suicidio in acqua dell’amante indigena e nientemeno che sulle splendide rive del lago di Como, dove nel suggestivo paesino di Contesa sul Lario vennero girate le sequenze della luna di miele dei giovani sposi.

Ma a cominciare da quel fatidico giorno di novant’anni fa Hitchcock visse un vero e proprio “battesimo del fuoco” poiché la lavorazione del film in territorio italiano fu minata da numerose peripezie: il sequestro della macchina da presa (non dichiarata alla dogana) e dei 3000 metri di pellicola al confine con l’Austria; il furto di oltre 10.000 lire che costrinsero Hitchcock a chiedere un prestito alla troupe per poter alloggiare in albergo e l’improvvisa ed inattesa visita sul set delle attrici (non invitate!) Virginia Valli e Carmelita Geraghty, abituate a vivere lussuosamente e che rischiarono di prosciugare in un solo giorno l’intero budget del film in toilette e alloggi a cinque stelle. Malgrado questi inconvenienti il film venne portato a termine e piacque così tanto a Balcon da convincerlo ad affidare all’ormai battezzato Hitch la regia di una nuova produzione dal titolo L’aquila della montagna (1926), film oggi considerato perduto di cui rimangono solo alcuni fotogrammi. The pleasure garden pur essendo un film d’esordio contiene già una serie di temi e soluzioni artistiche che anticipano di fatto la produzione matura del maestro del brivido, come ad esempio la presenza del tema del voyeurismo e i riferimenti metalinguistici all’atto di visione teatrale nella sequenza di apertura, così come l’ormai famoso humor che vena l’intera opera del regista, senza dimenticare un uso sperimentale ed innovativo dei virtuosistici movimenti di macchina.

Dopo una fugace prima uscita in Germania il 3 novembre 1925 e un congelamento di oltre due anni dovuto alla non completa soddisfazione dei distributori, finalmente il 14 gennaio 1927 la pellicola uscì in Inghilterra, suscitando giudizi entusiasti da parte del pubblico e dei critici, i quali elogiavano lo stile innovativo e la bravura del giovane regista e notavano influssi derivati da Fritz Lang e D.W.Griffith, tutto questo mentre veniva proiettato il suo terzo lungometraggio, il primo veramente inglese, Il pensionate, ultimo atto della così detta “trilogia d’esordio” che permise in soli tre anni di far apparire il nome di Hitchcock sulla bocca di tutti i pubblici del mondo. Dopo oltre tre anni di restauro compito dal British Film Institute, una nuova versione completa di 90’ minuti è stata presentata nel 2012 al Festival Lumière, e noi quest’anno festeggiamo una decade importante che avvicina quest’opera d’esordio al suo primo secolo di vita, il primo fulgido (e forse ormai per molti sconosciuto) mattone della carriera di uno dei più grandi autori della storia del cinema.

Il Giardiniere: cosa suggerisce la scena post-credits?

Il Giardiniere: cosa suggerisce la scena post-credits?

Come sarebbe la transizione per qualcuno con un quoziente emotivo pari a zero se un giorno si svegliasse e provasse tutte le emozioni contemporaneamente? Beh, è più o meno la storia di Il giardiniere (The Gardener) di Netflix. Dopo un incidente d’auto e una grave ferita alla testa, Elmer ha smesso di provare emozioni. Sua madre, China Jurado, che aveva perso una gamba nell’incidente, ha imparato ad affrontare il cambiamento inaspettato e ha insegnato a Elmer a pensare sempre di essere speciale.

Dall’insegnargli a fingere le espressioni al ricordargli costantemente che non c’era niente di sbagliato in lui, China credeva di aver fatto del suo meglio per offrire a suo figlio una vita di qualità. Ma c’era un tranello: China usava le condizioni di Elmer per commettere omicidi su richiesta. Voleva disperatamente comprare la casa in cui era cresciuta in Messico e per realizzare il suo sogno aveva chiesto una grossa somma ai suoi clienti. Le cose cambiarono drasticamente quando Elmer capì gradualmente che poteva provare di nuovo delle emozioni e si chiese se non fosse più speciale.

Perché China voleva che Elmer si sottoponesse all’operazione?

Nel corso di Il giardiniere scoprimmo che Elmer aveva sviluppato un tumore benigno, che gli aveva fatto provare emozioni per la prima volta da adulto. Il medico consigliò di operarlo prima che diventasse cancerogeno, ma Elmer non era sicuro che fosse quello che voleva. Essendo una persona che non aveva mai provato nulla, l’amore gli aveva fatto cambiare idea. Pensò che avrebbe preferito morire giovane e provare cosa significasse essere innamorati piuttosto che vivere qualche decennio in più da uomo senza cuore. Ma China non era contenta della decisione di suo figlio, soprattutto perché la donna di cui si era innamorato era il loro obiettivo. Il loro cliente aveva offerto loro una grossa somma di denaro e, dopo questo incarico, China credeva che non avrebbero più avuto bisogno di uccidere. Ma Elmer si rifiutò di fare del male alla donna di cui era follemente innamorato. Tentò di prendere le distanze da Violeta, poiché sua madre aveva detto che era l’unica condizione alla quale avrebbe preso in considerazione il rifiuto dell’offerta, ma non riuscì a portarlo a termine. Violeta aveva trasformato il suo mondo monocromatico in un dipinto di Monet e non riusciva più a immaginare di vivere senza di lei. Elmer dedicava la maggior parte del suo tempo al giardinaggio e il resto a girare per la città con Violeta.

China era invidiosa; Elmer non aveva mai avuto un amico da piccolo e naturalmente dipendeva completamente dalla madre, senza mai mettere in discussione le sue decisioni. Ma nel momento in cui iniziò a provare emozioni e si rese conto che sua madre avrebbe preferito realizzare il suo sogno di comprare una casa in Messico piuttosto che lasciare che suo figlio vivesse la vita alle sue condizioni, prese le distanze da China. Uccidere Violeta era diventato un problema estremamente personale per China, così decise di farlo lei stessa. Ma presto si rese conto che stava lasciando che le sue emozioni prendessero il sopravvento invece di pensare logicamente alle conseguenze. China capì che l’amore non è mai privo di costi e che un giorno Violeta avrebbe sicuramente spezzato il cuore di suo figlio; dopotutto, lui era un assassino e il loro giardino era essenzialmente un’isola in decomposizione. Fu sollevata quando notò che Elmer non trascorreva la maggior parte delle sue giornate con Violeta. La giovane insegnante aveva un passato oscuro, che spesso si intrometteva nella sua relazione con Elmer.

Violeta fu accusata di aver ucciso il suo ex fidanzato, e fu sua madre, Sabela, a pagare la Cina per eliminarla. Anche se sembrava che Violeta fosse innocente e che fosse tutto solo un grande malinteso, alla fine scoprimmo che aveva davvero ucciso il suo ex violento che si rifiutava di lasciarla vivere in pace. Ma per fortuna la sua migliore amica aveva garantito per lei e aveva detto alla polizia che Violeta era con lei al momento dell’omicidio e, poiché non c’erano testimoni, era stata ritenuta innocente. Ma ogni tanto Sabela le ricordava che doveva pagare il prezzo della morte di suo figlio e in quei giorni Violeta preferiva stare con le sue amiche che sapevano tutta la verità piuttosto che con Elmer. Le sue amiche non pensavano che Elmer fosse l’uomo giusto per lei. Pensavano che fosse troppo appiccicoso e che potesse essere possessivo proprio come il suo ex, e le consigliarono di lasciarlo. Lei prese in considerazione il loro consiglio e lo lasciò, solo per rendersi conto che era ancora innamorata di Elmer.

Perché la Cina ha attaccato Elmer?

Proprio quando la Cina pensava che Elmer fosse rinsavito e che avrebbe potuto usare la sua angoscia per costringerlo a uccidere Violeta, le emozioni di Elmer si intromisero. Era pronto a uccidere Violeta quando si incontrarono la prima volta dopo la loro rottura. Ma quando lei espresse il suo amore per lui, Elmer non riuscì più a seguire il piano. Elmer pensò che l’unico modo per risolvere il loro problema fosse uccidere Sabela e rubarle i gioielli, in modo che sua madre potesse usarli per comprare la casa. Elmer era guidato dalle emozioni e, di conseguenza, l’omicidio non andò come avrebbe preferito. Invece di far “scomparire” Sabela seppellendo il suo corpo in giardino, finì per pugnalarla e non ebbe altra scelta che far sembrare che si trattasse di una rapina. Consegnò i gioielli rubati a sua madre e la pregò di lasciarlo in pace.

Nel frattempo, la mattina dopo, quando Violeta rimase sola, capì che Elmer era stato lui ad uccidere Sabela. Aveva trovato l’orecchino di Sabela infilato nel suo pullover e la sua amica le aveva detto di aver visto Elmer fuori dalla casa di Sabela la sera prima. Violeta fece le valigie e decise di andarsene, quando all’improvviso un uomo la stordì. La portò in un bosco vicino e tentò di spararle, ma per fortuna riuscì a scappare. Per difendersi, Violeta lo colpì con una pietra, pentendosi immediatamente delle sue azioni. Anche se quella mattina aveva deciso di porre fine alla sua relazione con Elmer, lui era l’unico che conosceva che poteva aiutarla con il suo problema. Elmer accettò prontamente di incontrarla e mise l’uomo, il corpo di Orson, in macchina e la spinse giù da un pendio, e alla fine l’auto si schiantò. Aveva lasciato i gioielli che aveva rubato in macchina per far sembrare che Orson fosse il rapinatore che aveva ucciso Sabela e aveva tentato di scappare con la refurtiva, ma aveva avuto un incidente lungo la strada.

Elmer rimase deluso e affranto quando venne a sapere che sua madre aveva mandato Orson ad uccidere Violeta. Quando tornò a casa, chiese a sua madre di bruciare tutti i soldi che aveva guadagnato uccidendo delle persone per dimostrare che le importava più di lui che dei soldi che le portava. Elmer sapeva che sua madre voleva che tornasse alla sua vecchia forma perché era più facile da manipolare. A lei importava solo dei suoi sogni e non di quello che stava passando suo figlio. Si rese conto che non aveva altra scelta che abbandonarla e vivere la sua vita alle sue condizioni. Ma China non era pronta a lasciarglielo fare, così lo mise KO.

Perché Violeta aveva deciso di lasciare la città?

Violeta non aveva idea di frequentare un killer professionista. Aveva cercato di scappare da lui, ma il destino ha voluto che finisse per chiedere aiuto a Elmer dopo essersi cacciata in un bel guaio. Non solo ha ammesso di aver ucciso Sabela, ma anche di aver svolto tutti gli undici lavori che aveva accettato. Ha spiegato che anche Violeta era stata un bersaglio, ma non aveva potuto ucciderla perché si era innamorato di lei. Elmer voleva che lei sapesse che quando l’aveva baciata aveva cambiato completamente il suo mondo. Elmer lasciò Violeta nel punto in cui aveva lasciato la sua auto. Sapeva che quella era la fine della loro relazione; dopotutto, non c’era modo che lei volesse passare il resto della sua vita con un assassino. Violeta forse si maledisse per aver sempre scelto gli uomini sbagliati di cui innamorarsi. Le sue amiche le avevano sempre fatto notare che attirava sempre uomini problematici e che doveva stare molto attenta quando si innamorava. Ma ancora una volta aveva commesso un errore su cui non aveva alcun controllo. Amava la semplicità di Elmer e la sua dedizione nei suoi confronti.

Il pensiero che anche lui fosse un uomo ossessivo le era passato per la mente, ma quando aveva preso le distanze da lui, aveva pensato che forse era tutto ciò che aveva sempre desiderato e che doveva dargli un’altra possibilità. Chiese ai suoi amici di non dire alla polizia che avevano visto Elmer a casa di Sabela la notte dell’omicidio. Aveva dichiarato che non poteva essere coinvolto in alcun modo, perché se il suo segreto fosse venuto fuori, anche lei sarebbe affondata con lui. Alla fine de Il giardiniere, Violeta decise di lasciare la città e stabilirsi altrove. I ricordi ossessionanti legati alla città la stavano indebolendo un po’ ogni giorno e sentiva di aver bisogno di un cambiamento per superare tutto quello che aveva passato. Le sue amiche appoggiarono la sua decisione e, con il cuore pesante, le dissero addio.

Elmer proverà mai più emozioni?

Il Giardiniere finale serie

Dopo che China lo aveva messo fuori combattimento, Elmer fu ricoverato in ospedale e, di conseguenza, i medici operarono anche il suo tumore. Questo era esattamente ciò che China desiderava; aveva cercato di ottenere il risultato desiderato con il consenso di suo figlio, ma quando lui aveva deciso di “tradirla”, si era resa conto di non avere altra scelta che prendere in mano la situazione.

Quando Elmer era tornato in sé, China si era resa conto che suo figlio ricordava ciò che era accaduto la notte in cui era stato portato in ospedale. La disprezzava e si rifiutava di interagire con lei. China credeva che, poiché l’odio era l’ultima emozione che suo figlio aveva provato, fosse tutto ciò a cui si aggrappava. A volte aveva la sensazione che fingesse di essere arrabbiato con lei, perché finiva per restare con lei e dedicarsi a abbellire il suo giardino. Anche se il sogno di China di trasferirsi in Messico doveva ancora realizzarsi, era felice di riavere il figlio privo di emozioni.

Forse Elmer avrebbe accettato la vita che era stato costretto a vivere se non avesse incontrato Violeta alla fine della prima stagione di Il giardiniere. Se la ricordava, ma riusciva a ricordare come si sentiva quando era con lei? Elmer stava solo fingendo di non provare una pletora di emozioni nella speranza di ingannare sua madre e alla fine vivere la vita che aveva desiderato?

Lo show tornerà con una seconda stagione?

Durante la prima stagione di Il giardiniere, i detective Torres e Carrera erano impegnati a svelare il mistero. Avevano il compito di indagare su casi di persone scomparse e, anche quando si resero conto che si trattava forse di un omicidio, scelsero di indagare ulteriormente invece di passare il caso alla omicidi. Carrera voleva lasciare un segno prima di andare in pensione e credeva che il caso che aveva tra le mani avrebbe dimostrato quanto fossero efficienti ed efficaci le sue capacità investigative. Torres era semplicemente felice di seguirla e le due ebbero anche una breve relazione. Tutto iniziò con la scomparsa di un nuotatore. Carrera non riusciva a scrollarsi di dosso la sensazione che ci fosse qualcosa di più grande in gioco.

Il modo in cui il nuotatore aveva lasciato i suoi effetti personali (in modo estremamente ordinato) sulla riva, anche se nella vita reale non era una persona molto organizzata, e il fatto che il suo corpo non fosse stato trovato, fecero supporre a Carrera che non fosse morto annegato. Quando emerse un altro caso di scomparsa in cui trovò un attrezzo da giardinaggio sulla scena, iniziò a collegare i punti. La vittima era Mon, e l’ultima volta che era stato visto aveva avuto un acceso diverbio con Violeta. È interessante notare che Violeta era accompagnata da Elmer, che si dichiarava innocente, ma ovviamente c’era qualcosa in lui che insospettiva Carrera. Aveva anche notato la moglie del nuotatore in visita al vivaio di Elmer, ed è stato allora che ha pensato che forse era tutto collegato. Il modo più semplice per un giardiniere di sbarazzarsi dei corpi era quello di utilizzarli come concime per le proprie piante. Sospettava che avessero creato un’isola di decomposizione, che si traduceva in piante di buona qualità e uniche.

Carrera era ansiosa di catturare i criminali, così decise di sconfinare nella proprietà cinese e scattare foto delle piante nel vivaio sotto la luce UV. Se sulle foglie fossero comparse delle macchie, ciò avrebbe suggerito che sotto c’era un cadavere sepolto che era stato un fumatore, e ciò avrebbe sostanzialmente dimostrato la sua teoria. Il giudice concesse il permesso di perquisire la proprietà dopo che Carrera presentò le fotografie e il parere di un esperto in materia. Ma con sua sorpresa, quando raggiunse la proprietà, il giardino era sparito. Carrera e Torres furono umiliate dal capo del distretto per non aver passato il caso al dipartimento omicidi e per essersi rese ridicole. A quanto pare, quando Carrera stava scattando foto al giardino di China, quest’ultima l’aveva vista e aveva capito che la polizia stava indagando su di loro. Con l’aiuto di Orson, aveva rimosso tutti i cadaveri e li aveva gettati in mare. Proprio quando Carrera e Torres avevano perso le speranze, la natura li spinse a non arrendersi.

Nella scena dei titoli di coda de Il giardiniere, vediamo come il mare riporti i cadaveri a riva, il che significa che riapriranno il caso e avranno abbastanza prove per sospettare della madre e del figlio. Si spera che Carrera e Torres possano lavorare al caso e chissà, forse riusciranno a catturare la coppia di assassini in azione! Nella scena finale, Violeta era tornata nella sua vecchia città e aveva incontrato Elmer. Voleva il suo aiuto per uccidere un uomo; forse si era di nuovo invischiata in qualche problema, o forse qualcuno del passato continuava a infastidirla. Indica anche che la morte non era qualcosa di cui Violeta aveva paura. Proprio come Elmer, anche lei a volte pensava che fosse meglio uccidere chi causava problemi. Elmer accetterà il lavoro e questo farà riaffiorare i suoi sentimenti per lei? Sarà questo il motivo per cui Elmer finirà in prigione? Dovremo aspettare la seconda stagione di Il giardiniere per scoprire le risposte alle nostre domande.

Il Giardiniere, la spiegazione del finale: ci sarà una stagione 2?

Il finale de Il giardiniere parlava di China che riprendeva il controllo su suo figlio Elmer e della rottura di Elmer con l’amore della sua vita, Violeta. Così, dopo essere scappata da suo marito Tony, China ed Elmer avevano avuto un incidente. China perse una gamba ed Elmer perse i sentimenti. Quando Tony rientrò nelle loro vite, Elmer lo uccise, perché non poteva tollerare di vederlo torturare sua madre (anche se non aveva sentimenti). Per qualche ragione, questo spinse la coppia madre-figlio ad avviare un’attività incentrata sull’uccisione di persone, seppellendole nel loro giardino e lasciando che i corpi in decomposizione fertilizzassero le piante. Un giorno, Sabela Costeira li assunse per uccidere Violeta perché lei aveva presumibilmente ucciso suo figlio, Xoan.

Tuttavia, Elmer si innamorò di Violeta (i sentimenti di Elmer erano in qualche modo ripristinati a causa di un tumore alla testa), e iniziarono a frequentarsi. Le cose si fecero tese e mentre Elmer uccise Sabela, in modo da annullare il loro contratto, China assoldò Orson per uccidere Violeta, sperando che con lei fuori dai giochi potesse convincere Elmer a farsi rimuovere il tumore e tornare ad essere quello di prima. Oh, e gli investigatori della squadra persone scomparse Carrera e Torres si sono dati un po’ da fare senza successo e hanno persino avuto una relazione extraconiugale mentre tutto questo accadeva. Allora qual era il punto di tutto questo? Ci sarà una seconda stagione anche se Il giardiniere è stata etichettata come serie limitata? Scopriamolo.

China ha fatto togliere il tumore a Elmer in Il Giardiniere

Quando Violeta scoprì che Elmer aveva ucciso Sabela, cercò di scappare, ma Orson la prese e la portò in un luogo appartato nella foresta per piantarle un proiettile in testa. Non so perché Orson non abbia ucciso Violeta proprio dove si trovava. Era un punto qualsiasi dell’autostrada. Non c’era molta gente in giro. E se non aveva paura che qualcuno lo vedesse rapire una ragazza, perché aveva paura di essere visto ucciderne una? Voglio dire, quello era il modo più artificioso per dare a Violeta il tempo di riprendersi in modo che potesse far fuori Orson.

Comunque, dopo aver ucciso Orson, ovviamente, chiamò Elmer per farsi aiutare perché sapeva che era un serial killer. Elmer accettò perché, beh, era perdutamente innamorato della ragazza. Dopo essersi sbarazzata del corpo di Orson, Violeta andò a casa, mentre Elmer andò ad affrontare China per aver cercato di far uccidere la sua ragazza. Quando vide che sua madre era fuori di senno, le diede i soldi che voleva per ricomprare la sua casa in Messico e cercò di andarsene. Tuttavia, Violeta mise al tappeto Elmer, lo portò in sala operatoria e gli asportò il tumore contro la sua volontà.

Elmer perse le sue emozioni e tornò ad essere il giardiniere titolare. Anche se non era chiaramente spiegato nella “serie limitata Netflix”, era evidente che, invece di partire per il Messico, China ed Elmer rimasero in Spagna. Avevano interrotto tutta la loro attività di uccisione, suppongo, perché erano sotto pressione. E i soldi che Elmer e China avevano guadagnato furono reinvestiti nella loro attività di giardinaggio, come dimostra il numero di dipendenti extra che lavoravano nella loro serra.

Così, China riebbe la versione di suo figlio che voleva, ma aveva la fastidiosa sensazione che Elmer non fosse completamente privo di emozioni e che provasse una sorta di risentimento nei suoi confronti. La dinamica tra China ed Elmer può essere vista come una lezione di vita sull’essere genitori. Vediamo storie di persone che vogliono essere genitori e poi rovinano quel rapporto familiare controllando ossessivamente ogni aspetto della vita dei loro figli. Non sono sicuro che China abbia mai voluto essere genitore o che se lo meritasse a causa delle sue tendenze tossiche. Era consapevole del fatto che le sue emozioni erano la ragione per cui si era allontanata così tanto dalla luce. Quindi era contenta che Elmer non ne avesse. Tuttavia, si rammaricava del fatto che non fosse una parte naturale della sua psiche, ma il risultato della sua guida spericolata. Pertanto, ha corretto eccessivamente e ha essenzialmente manipolato il bambino. Non ho capito bene perché sia ricorsa all’omicidio seriale, però. Uccidere Tony aveva senso, ma perché è diventata una vigilante per le persone della sua città? Non è che si preoccupasse di qualcun altro oltre a se stessa. Inoltre, il “fare soldi per comprare una casa da sogno in Messico” era un ragionamento così debole. Abbiamo visto qualcosa, oltre a China che pregava davanti al suo altare, per giustificare che questa fosse la forza trainante dietro le sue azioni? Non lo so. Comunque, alla fine China tecnicamente vinse perché Elmer era di nuovo sotto il suo controllo. O no?

Violeta assunse Elmer

Dopo essersi separata da Elmer, subito dopo che lui l’aveva aiutata a disfarsi del corpo di Orson, Violeta tornò a casa per farsi coccolare dalle sue amiche, Catuxa e Lua. Sì, stava lasciando la città. Aveva fatto le valigie e tutto il resto. Ma scelse di tornare a casa perché non voleva lasciare i suoi amici in sospeso, dato che erano così preoccupati per Violeta che avevano quasi denunciato la sua scomparsa alla polizia. Poi si rese conto che il peso di avere tre morti sulla coscienza – Xoan, Mon e Orson – ed essere innamorata di un serial killer era troppo per lei. Così, fece di nuovo le valigie e se ne andò.

Tuttavia, nel finale di Il giardiniere, è tornata nella vita di Elmer perché voleva assumere i suoi servizi per uccidere qualcuno. Violeta è un personaggio frustrante perché non ha profondità. È etichettata come una “calamita per uomini” dai suoi amici. Lei stessa ammette di essere attratta da ragazzi che sono violenti nei suoi confronti. E come se questi stereotipi non spingessero al massimo il misuratore di tossicità, gli sceneggiatori la rendono anche un’assassina. Quindi, il fatto che fosse perfetta per un assassino privo di emozioni come Elmer sarebbe stato perfetto se fossimo alla fine degli anni 2000 o all’inizio degli anni 2010 (sì, sto parlando di Dexter). Ma che senso ha riutilizzare ora quel tropo datato e spigoloso? Anche in questo modo insipido e superficiale? È questo che viene considerato storytelling radicale al giorno d’oggi? Non lo so e non voglio saperlo.

Detto questo, scommetto che tutti voi vorreste sapere a chi si riferiva Violeta quando ha detto che voleva che Elmer uccidesse qualcuno, giusto? Beh, non c’è una risposta ovvia, perché la “serie limitata” è finita prima che potessimo avere un’indicazione concreta della persona che era nel mirino di Violeta. Posso solo fare delle ipotesi. Ma prima di arrivare alle mie ipotesi, devo ribadire che Il giardiniere è una serie limitata, secondo Netflix. Ho anche uno screenshot, nel caso la cambino per farmi sembrare un pazzo. Pertanto, non vedo il motivo di indovinare cosa accadrà in una potenziale seconda stagione. Sì, ci sono parecchi casi di serie limitate che sono diventate serie di ritorno a causa della loro popolarità, ad esempio Loki, Shogun, The White Lotus, Good Omens, 13 Reasons Why e The Flight Attendant. Forse gli showrunner sanno qualcosa che io non so; forse hanno tutte le intenzioni di fare una seconda stagione di questa “serie limitata”. Al momento in cui scrivo questo articolo, non ho informazioni al riguardo. Quindi è meglio se mi limito a fare delle ipotesi.

Ok, quindi la mia prima ipotesi è che Violeta voglia che Elmer uccida China. Avrebbe senso e creerebbe un interessante enigma. China ha già provato a uccidere Violeta una volta. Cosa le impedisce di usare la sua rete di assassini, che riusciamo a vedere a malapena, per cercare di uccidere di nuovo Violeta? E la richiesta di Violeta metterà Elmer in una situazione difficile. Permetterà al risentimento che “sente” verso sua madre di governare le sue azioni, o rimarrà fedele a China e ucciderà invece Violeta (perché tecnicamente non la ama più)?

La mia seconda ipotesi è che Violeta voglia che Elmer uccida Carrera o Torres. Forse hanno delle prove che possono dimostrare il coinvolgimento di Violeta nella morte di Xoan o Orson. Quindi, probabilmente vuole che Elmer si sbarazzi di quelle prove e degli agenti investigativi prima che loro si sbarazzino di lei. E la mia terza ipotesi è che Violeta abbia assunto Elmer per uccidersi. Voglio dire, lui ha cercato di ucciderla. Anche sua madre ha cercato di colpirla. Ha senso che Violeta sfrutti una sorta di scappatoia psicologica nella testa di Elmer per liberare il mondo dall’assassino, permettendole così di vendicarsi della Cina nel modo più subdolo possibile.

Carrera e Torres trovano una borsa

Il Giardiniere netflix

Se siete stanchi di sentirmi blaterare sul perché una serie limitata non può o non dovrebbe avere una seconda stagione, tenetevi forte, perché ora mi metterò a blaterare sull’abitudine di Netflix di non far vedere i titoli di coda. Certo, potete andare sul vostro profilo, poi andare alla pagina delle impostazioni e poi cercare il pulsante che vi permette di guardare i titoli di coda invece di essere spinti nel prossimo pezzo di “contenuto”. Ma direi che non essere spinti al prossimo contenuto dovrebbe essere l’impostazione predefinita, non una cosa che bisogna capire guardando roba su una piattaforma di streaming con un tasso di abbonamento follemente alto.

Ora, Netflix di solito non passa al trailer del prossimo contenuto quando ci sono alcune scene a metà o alla fine di uno spettacolo o di un film. In quel caso lasciano che l’intera scena venga mostrata. Tuttavia, per qualche inspiegabile motivo, hanno sbagliato nel caso di Il Giardiniere. Non ti biasimerò se ti sei disconnesso o hai cliccato sul prossimo “contenuto” che ti è stato sbattuto in faccia proprio quando il lettore video principale è stato ridotto a icona. Se l’hai fatto, penso che dovresti rivedere i titoli di coda perché c’è una scena prolungata a metà titoli di coda in cui Carrera e Torres trovano una borsa piena di ossa che galleggia nell’oceano. Non è chiaro di chi sia il corpo, ma dato che ci sono ossa nella borsa, si tratta di una vecchia vittima di China e Elmer. Quindi, sì, Carrera aveva capito che c’erano dei corpi nel cortile di China.

Detto questo, prima che potesse scoprirli, China e Orson dissotterrarono i cadaveri e li spostarono. Non abbiamo visto cosa ne abbia fatto Orson, ma dato che non era meticoloso come Elmer, forse ha casualmente gettato tutte quelle prove in mare, sperando che le maree le portassero lontano dalla Spagna. Invece, le maree le portarono a Carrera. Carrera e Torres sono stati rimproverati dal loro capo per non aver trasferito tutti i loro casi al dipartimento omicidi. Ora hanno la possibilità di riacquistare un po’ della gloria perduta se riescono a dimostrare che tutte le persone scomparse nel loro elenco sono collegate a quei sacchi per cadaveri, che a loro volta provengono dal Giardino della Cina.

Tuttavia, c’è il problema di una serie limitata che ottiene di nuovo una seconda stagione. Sì, se gli showrunner e Netflix daranno il via libera a Il Giardiniere per una seconda stagione, vedremo Carrera e Torres andare alla ricerca di China e cercare di dimostrare che è la madre di un serial killer. In caso contrario, potremmo vedere Carrera e Torres ottenere una sorta di lieto fine dopo aver raggiunto vicoli ciechi, aver romanticizzato l’adulterio, essere stati ostacolati da China ed Elmer e poi chiedersi perché sono stati ingannati così facilmente. Voglio dire, per miracolo, se Carrera e Torres riusciranno a risolvere il caso, non sarà grazie alle loro abilità da detective esperti, ma perché le prove sono tornate a galla. Comunque, questi sono i miei pensieri su questo orribile show. Qual è la tua opinione in merito? Per favore, fammelo sapere nella sezione commenti qui sotto.

Il GGG: Teaser trailer del nuovo fantasy di Steven Spielberg

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Il GGG: Teaser trailer del nuovo fantasy di Steven Spielberg

Guarda il teaser trailer di Il GGG, il nuovo fantasy diretto da Steven Spielberg e basato su classico romanzo per ragazzi di Roald Dahl.

https://www.youtube.com/watch?v=VG5MtenlP-A

Il GGG è prodotto dalla Amblin Entertainment per la Walt Disney Pictures. Ne cast del film Mark Rylance (il Grande Gigante Gentile), la piccola Ruby Barnhill (Sophie), Penelope Wilton (la regina), Rebecca Hall (Mary) e Bill Hader,Jemaine Clement, Michael David Adamthwaite, Daniel Bacon, Chris Gibbs, Adam Godley,Jonathan Holmes, Paul Moniz de Sa e Olafur Olaffson nei panni dei giganti.

Il GGG (The BFG) è un libro per ragazzi scritto da Roald Dahl e pubblicato da Salani nella collana Gl’istrici con il numero 1. Nel 1989 ne è stato tratto un film d’animazione. Nel settembre 2011, la DreamWorks ha annunciato di aver acquisito i diritti cinematografici del libro; i produttori saranno Kathleen Kennedy e Frank Marshall, mentre sarà la sceneggiatrice Melissa Mathison ad adattare la storia.

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile: online un nuovo poster

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Il GGG – Il Grande Gigante Gentile: online un nuovo poster

Presentato nella giornata di ieri al Festival di Cannes, la nuova pellicola diretta da Steven Spielberg, basata sul romanzo per bambini Il GGG – Il Grande Gigante Gentile di Roald Dahl, torna a mostrarsi in un nuovo e meraviglio poster.

Leggi la recensione di Il GGG – Il Grande Gigante Gentile

Il GGG è prodotto dalla Amblin Entertainment per la Walt Disney Pictures. Ne cast del film Mark Rylance (il Grande Gigante Gentile), la piccola Ruby Barnhill (Sophie),Penelope Wilton (la regina), Rebecca Hall (Mary) e Bill Hader,Jemaine Clement,Michael David Adamthwaite, Daniel Bacon, Chris Gibbs, Adam Godley, Jonathan Holmes, Paul Moniz de Sa e Olafur Olaffson nei panni dei giganti.

Il GGG (The BFG) è un libro per ragazzi scritto da Roald Dahl e pubblicato da Salani nella collana Gl’istrici con il numero 1. Nel 1989 ne è stato tratto un film d’animazione. Nel settembre 2011, la DreamWorks ha annunciato di aver acquisito i diritti cinematografici del libro; i produttori saranno Kathleen Kennedy e Frank Marshall, mentre sarà la sceneggiatrice Melissa Mathison ad adattare la storia.

Fonte: Comic Book Movie

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile: intervista a Spielberg e Rylance

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Arriva dal canale Yotube di Medusa Film Official un nuovo contenuto speciale per Il GGG – Il Grande Gigante Gentile. Si tratta di un’intervista al regista Steven Spielberg e a Mark Rylance, interprete del gigante protagonista e già premio Oscar per Il Ponte delle SPie, in cui è stato diretto proprio da Spielberg.

IL GGG – Il Grande Gigante Gentile arriverà in Italia il 30 dicembre grazie a Medusa Film in collaborazione con Leone Film Group.

L’intervista a Spielberg e Rylance su Il GGG – Il Grande Gigante Gentile

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile, diretto dal tre volte premio Oscar Steven Spielberg, (Il Ponte delle Spie, Schindler’s List, Salvate il Soldato Ryan), da una sceneggiatura di Melissa Mathison (E.T.: L’Extra-Terrestre, Black Stallion) e basato sul best-seller di Roald Dahl “The BFG”, ha come protagonisti il premio Oscar  Mark Rylance – vincitore di tre Tony Award, due Olivier Award e Oscar 2016 per “Il Ponte delle Spie” – la piccola Ruby Barnhill al suo esordio sul grande schermo, Penelope Wilton (Marigold Hotel, Downton Abbey), Jemaine Clement (Rio 2” The Flight of the Conchords), Rebecca Hall (The Gift, Iron Man 3), Rafe Spall (La grande scommessa, Prometheus) e Bill Hader (Inside Out, “Un disastro di ragazza”).

SINOSSI

Il GGG (Mark Rylance) è un gigante, un Grande Gigante Gentile, molto diverso dagli altri abitanti del Paese dei Giganti che come San-Guinario e Inghiotticicciaviva si nutrono di esseri umani, preferibilmente bambini. E così una notte il GGG – che è vegetariano e si ciba soltanto di Cetrionzoli e Sciroppio – rapisce Sophie (Ruby Barnhill), una bambina che vive a Londra e la porta nella sua caverna. Inizialmente spaventata dal misterioso gigante, Sophie ben presto si rende conto che il GGG è in realtà dolce, amichevole e può insegnarle cose meravigliose. Il GGG porta infatti Sophie nel Paese dei Sogni, dove cattura i sogni che manda di notte ai bambini e le spiega tutto sulla magia e il mistero dei sogni. L’affetto e la complicità tra i due cresce rapidamente, e quando gli altri giganti sono pronti a una nuova strage, il GGG e Sophie decidono di avvisare nientemeno che la Regina d’Inghilterra dell’imminente minaccia, e tutti insieme concepiranno un piano per sbarazzarsi dei giganti una volta per tutte.

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile: il grande sogno di Steven Spielberg

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Medusa Film ha diffuso il primo poster ufficiale e la prima featurette di  Il GGG – Il Grande Gigante Gentile, il film nato dalla collaborazione di tre dei più grandi narratori del mondo – Roald Dahl, Walt Disney e Steven Spielberg – che porta sul grande schermo uno dei più amati classici di Dahl.

IL GGG – Il Grande Gigante Gentile arriverà in Italia il 30 dicembre grazie a Medusa Film in collaborazione con Leone Film Group.

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile recensione del film di Steven Spielberg

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile, diretto dal tre volte premio Oscar Steven Spielberg, (Il Ponte delle Spie, Schindler’s List, Salvate il Soldato Ryan), da una sceneggiatura di Melissa Mathison (E.T.: L’Extra-Terrestre, Black Stallion) e basato sul best-seller di Roald Dahl “The BFG”, ha come protagonisti il premio Oscar  Mark Rylance – vincitore di tre Tony Award, due Olivier Award e Oscar 2016 per “Il Ponte delle Spie” – la piccola Ruby Barnhill al suo esordio sul grande schermo, Penelope Wilton (Marigold Hotel, Downton Abbey), Jemaine Clement (Rio 2” The Flight of the Conchords), Rebecca Hall (The Gift, Iron Man 3), Rafe Spall (La grande scommessa, Prometheus) e Bill Hader (Inside Out, “Un disastro di ragazza”).

SINOSSI

Il GGG – Il Grande Gigante GentileIl GGG (Mark Rylance) è un gigante, un Grande Gigante Gentile, molto diverso dagli altri abitanti del Paese dei Giganti che come San-Guinario e Inghiotticicciaviva si nutrono di esseri umani, preferibilmente bambini. E così una notte il GGG – che è vegetariano e si ciba soltanto di Cetrionzoli e Sciroppio – rapisce Sophie (Ruby Barnhill), una bambina che vive a Londra e la porta nella sua caverna. Inizialmente spaventata dal misterioso gigante, Sophie ben presto si rende conto che il GGG è in realtà dolce, amichevole e può insegnarle cose meravigliose. Il GGG porta infatti Sophie nel Paese dei Sogni, dove cattura i sogni che manda di notte ai bambini e le spiega tutto sulla magia e il mistero dei sogni. L’affetto e la complicità tra i due cresce rapidamente, e quando gli altri giganti sono pronti a una nuova strage, il GGG e Sophie decidono di avvisare nientemeno che la Regina d’Inghilterra dell’imminente minaccia, e tutti insieme concepiranno un piano per sbarazzarsi dei giganti una volta per tutte.

Il GGG secondo Steven Spielberg: bellezza e diversità

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Il GGG secondo Steven Spielberg: bellezza e diversità

Arriva questo 30 dicembre al cinema Il GGG – il Grande Gigante Gentile. Trasformare la diversità in rara bellezza e accoglierla come ricchezza. Il cinema di Steven Spielberg ci ha insegnato, da sempre, anche questo.

Il GGG – il Grande Gigante Gentile, la magia di Dahl

Uscito nel Regno Unito nel luglio del 2016, per il pubblico italiano, il film sarà un regalo di chiusura d’anno che aiuterà anche i più grande a sentire la magia di dicembre perché, non importa quanto siamo cresciuti, se pensiamo a quanti degli adulti di oggi siano diventati tali insieme ai film di Spielberg e a quanti siano affezionati alla letteratura di Roald Dahl. Un’accoppiata, quella del regista e lo scrittore che è stata attesa perché è da sempre sembrata naturale: Spielberg era già entrato nel mondo dello scrittore quando, nel 1984 era stato produttore esecutivo de I Gremlins diretto da Joe Dante. Oggi, il connubio si fa più vivo nella veste di Spielberg che conosciamo meglio, quella del regista delle storie di infanzia e scoperta, crescita e consapevolezza. Il testo originale, datato 1982, narra dell’amicizia tra Sophie, una bambina rimasta orfana e un gigante creatore di sogni, nata in una notte in cui, mentre tutti dormono, la nostra protagonista si attarda a leggere sotto le coperte… di nascosto perché leggere a quell’ora è proibito. E il proibito, si sa, dà l’opportunità di conoscere, a chi osa sfidarlo, le più grandi avventure.

Cosa Il GGG ha in comune con E.T. – L’extraterrestre?

Il GGG 3Alla notizia che Spielberg avrebbe dato una sua interpretazione de Il GGG – il Grande Gigante Gentile, è impossibile non pensare a un indiretto revival del successo e della poesia che ha portato sul grande schermo con E.T. – L’extraterrestre  (con il quale il GGG condivide tra l’altro la sceneggiatrice, Melissa Mathisson) ed è altrettanto impossibile non avere altissime aspettative sul nuovo viaggio verso terre e popoli sconosciuti che ci propone. In uscita domani, venerdì 30 dicembre 2016, il film è il secondo lungometraggio ispirato al racconto dello scrittore anglo-norvegese che quest’anno avrebbe compiuto 100 anni: lo ha infatti preceduto il film d’animazione britannico Il mio amico gigante (1989).

Il trailer ci promette effetti visuali fantastici – basti pensare al fatto che, prima ancora di essere realizzato, è stato previsualizzato in digitale -, ma anche uno snodo narrativo tradizionale e lineare che fa della semplicità il suo reale punto di forza.

Il GGG: un progetto lungo 25 anni

Il GGGLo stesso Spielberg ha dichiarato che realizzare un film sul racconto di Roald Dahl è un sogno che ha da ben 25 anni, poiché, come nella maggior parte dei suoi film, parla di una storia tra la paura e la più forte curiosità, tra il profondo, tenebroso mistero e la meraviglia nello svelarlo… ma anche tanto humor: l’estratto della scena della colazione del Gigante a casa della regina ne è un valido esempio.

Il GGG segna anche il debutto sul grande schermo di Ruby Barnhill, scelta tra numerosissimi aspiranti piccoli attori. Se Spielberg può essere infatti semplicisticamente considerato un regista per bambini (grandi e piccoli), non è da sottovalutare il suo talento di regista di bambini, un talento che sembra gli sia connaturato perché è proprio lui a non aver mai perso lo spirito di un bambino che gli permette di lasciare libera l’immaginazione e di creare, come il protagonista del suo ultimo film, incantevoli sogni, in cui la tecnologia è una materia che si mette al servizio delle più “antiquate” emozioni.

Il GGG di Steven Spielberg ha una data d’uscita

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Il GGG, film tratto dal libro per ragazzi Il Grande Gigante Gentile, diretto da Steven Spielberg ha una data d’uscita. Il film verrà distribuito a partire dal 22 luglio 2016 nel Regno Unito, data in cui dovrà vedersela con il King Arthur di Guy Ritchie.

In una dichiarazione ufficiale, Steven Spielberg ha dichiarato di essere contento che la prima data internazionale ad essere stata ufficializzata sia quella in UK e che spera di rendere onore con il suo film all’eredità straordinaria lasciataci da Roald Dahl, autore della storia.

Il GGG (The BFG) è un libro per ragazzi scritto da Roald Dahl e pubblicato da Salani nella collana Gl’istrici con il numero 1. Nel 1989 ne è stato tratto un film d’animazione. Nel settembre 2011, la DreamWorks ha annunciato di aver acquisito i diritti cinematografici del libro; i produttori saranno Kathleen Kennedy e Frank Marshall, mentre sarà la sceneggiatrice Melissa Mathison ad adattare la storia.Il GGG

Fonte: Empire

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile: tutte le curiosità sul film

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile: tutte le curiosità sul film

Nel corso della sua lunga e gloriosa carriera, Steven Spielberg ha dato vita a lungometraggi di ogni tipo, sempre pronto a stupire il suo pubblico. Particolarmente amati sono ad esempio i suoi film pensati tanto per gli adulti quanto per i più piccoli. Opere come E.T – L’extraterrestre o il più recente Ready Player One sono un esempio lampante di ciò. Un altro titolo di questo filone è Il GGG – Il Grande Gigante Gentile (qui la recensione), uscito in sala nel 2016.

Si tratta del primo film diretto da Spielberg ad essere prodotto e distribuito dalla Walt Disney, ed inoltre l’adattamento dell’omonimo romanzo per ragazzi scritto nel 1982 da Roald Dalh. Spielberg, affascinato dalla dolcezza e dalla magia insite nel racconto, desiderava da tempo farne un lungometraggio in live-action, ricorrendo però alla tecnica della motion capture per dar vita ai giganti presenti nel film.

Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile: la trama del film

Ruby Barnhill in Il GGG - Il grande gigante gentile (2016)
Foto di Doane Gregory – © 2016 Storyteller Distribution Co., LLC. All Rights Reserved.

Il GGG è un gigante, un Grande Gigante Gentile, molto diverso dagli altri abitanti del Paese dei Giganti che come San-Guinario e Inghiotticicciaviva si nutrono di esseri umani, preferibilmente bambini. E così una notte il GGG – che è vegetariano e si ciba soltanto di Cetrionzoli e Sciroppio – rapisce Sophie, una bambina che vive a Londra e la porta nella sua caverna. Inizialmente spaventata dal misterioso gigante, Sophie ben presto si rende conto che il GGG è in realtà dolce, amichevole e può insegnarle cose meravigliose.

Il GGG porta infatti Sophie nel Paese dei Sogni, dove cattura i sogni che manda di notte ai bambini e le spiega tutto sulla magia e il mistero dei sogni. L’affetto e la complicità tra i due cresce rapidamente, e quando gli altri giganti sono pronti a nuova strage, il GGG e Sophie decidono di avvisare nientemeno che la Regina d’Inghilterra dell’imminente minaccia, e tutti insieme realizzeranno un piano per sbarazzarsi dei giganti una volta per tutte.

Il GGG - Il Grande Gigante Gentile cast

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile: il cast del film

Ad interpretare il GGG vi è l’attore Mark Rylance, che aveva già collaborato con Spielberg per Il ponte delle spie. È stato durante il primo giorno delle riprese di quel film, un drammatico thriller sulla Guerra Fredda, che Spielberg si è reso conto di aver trovato il suo gigante. Il famoso attore teatrale interpretava lì la spia sovietica condannata Rudolf Abel, un personaggio molto lontano da quello del dolce, ma semplice gigante raffigurato in questo film. Eppure il regista vide nell’interpretazione di Rylance qualcosa che gli fece pensare alla natura del protagonista del GGG. Per interpretarlo, Rylance si è poi dunque cimentato nella tecnica della motion capture, trovando l’esperienza entusiasmante.

Accanto a lui, nel ruolo della piccola Sophie, vi è invece l’attrice Ruby Barnhill, qui al suo film di debutto. Per ottenere la parte, la giovane interprete imparò a memoria numerose pagine del copione e quando si presentò al provino Spielberg rimase impressionato dalle sue capacità, affidandole la parte. Nel film sono poi presenti gli attori Penelope Wilton nei panni della Regina Elisabetta II, mentre Jemaine Clement è il gigante Inghiotti-Ciccia. Rebecca Hall interpreta Mary, mente Rafe Spall è Mr. Tibbs. Il noto attore Bill Hader, invece, dà vita al gigante Sangue-Succhia.

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Il GGG – Il Grande Gigante Gentile grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Now, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 30 novembre alle ore 21:10 sul canale TwentySeven.

Fonte: IMDb

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile: trailer italiano del film di Steven Spielberg

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Ecco il teaser trailer ufficiale italiano di film Il GGG – Il Grande Gigante Gentile (The BFG), il nuovo fantasy diretto da Steven Spielberg e basato su classico romanzo per ragazzi di Roald Dahl. Protagonista, nei panni del gigante del titolo, Mark Rylance, premio Oscar per Il Ponte delle Spie, in cui è stato diretto sempre da Spielberg.

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Il GGG è prodotto dalla Amblin Entertainment per la Walt Disney Pictures. Ne cast del film Mark Rylance (il Grande Gigante Gentile), la piccola Ruby Barnhill (Sophie), Penelope Wilton (la regina), Rebecca Hall (Mary) e Bill Hader,Jemaine Clement, Michael David Adamthwaite, Daniel Bacon, Chris Gibbs, Adam Godley, Jonathan Holmes, Paul Moniz de Sa e Olafur Olaffson nei panni dei giganti.

Il GGG - Il Grande Gigante Gentile Il GGG (The BFG) è un libro per ragazzi scritto da Roald Dahl e pubblicato da Salani nella collana Gl’istrici con il numero 1. Nel 1989 ne è stato tratto un film d’animazione. Nel settembre 2011, la DreamWorks ha annunciato di aver acquisito i diritti cinematografici del libro; i produttori saranno Kathleen Kennedy e Frank Marshall, mentre sarà la sceneggiatrice Melissa Mathison ad adattare la storia.

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile: Steven Spielberg racconta il suo film

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Ecco un nuovo video che promuove Il GGG – Il Grande Gigante Gentile, il nuovo film di Steven Spielberg già presentato al Festival di Cannes 2016 e con protagonista Mark Rylance, premio Oscar per Il Ponte delle Spie.

Nella featurette vediamo il regista del film che parla del lavoro svolto per raccontare la magica storia del Gigante protagonista.

https://www.youtube.com/watch?v=9q1zIO3B5Lo

Di seguito due clip dal film:

https://www.youtube.com/watch?v=4eRKbhvNbjg

https://www.youtube.com/watch?v=JPJEqXU0LDs

Leggi la recensione di Il GGG – Il Grande Gigante Gentile

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Il GGG è prodotto dalla Amblin Entertainment per la Walt Disney Pictures. Ne cast del film Mark Rylance (il Grande Gigante Gentile), la piccola Ruby Barnhill (Sophie), Penelope Wilton (la regina), Rebecca Hall (Mary) e Bill Hader,Jemaine Clement, Michael David Adamthwaite, Daniel Bacon, Chris Gibbs, Adam Godley, Jonathan Holmes, Paul Moniz de Sa e Olafur Olaffson nei panni dei giganti.

Il GGG - Il Grande Gigante Gentile Il GGG (The BFG) è un libro per ragazzi scritto da Roald Dahl e pubblicato da Salani nella collana Gl’istrici con il numero 1. Nel 1989 ne è stato tratto un film d’animazione. Nel settembre 2011, la DreamWorks ha annunciato di aver acquisito i diritti cinematografici del libro; i produttori saranno Kathleen Kennedy e Frank Marshall, mentre sarà la sceneggiatrice Melissa Mathison ad adattare la storia.

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile: recensione del film di Steven Spielberg

Sin dal suo primo bazzicare sulla Terra, l’uomo ha sempre avuto paura di qualcosa: del buio, del fuoco, dei fulmini. Quando ha iniziato a organizzarsi in comunità, di qualsiasi grandezza, ha cominciato ad aver timore anche del diverso, di ciò che nominalmente non segue – per un motivo o per un altro – le regole del branco. Un peccato capitale, per chi ha gli orizzonti mentali occlusi da muri troppo spessi, che porta inevitabilmente alla ghettizzazione, all’isolamento, al bullismo più becero. È ciò che accade a Il GGG – Il Grande Gigante Gentile dello scrittore britannico Roald Dahl, un essere tanto enorme quanto buono nel profondo, rifiutato dagli altri abitanti della Terra dei Giganti poiché per nulla incline a nutrirsi degli uomini, solo di spropositati e genuini cetrioli, e a vivere in una casa con tanto di laboratorio annesso. Un affronto troppo grande, per chi invece è solito vivere nel fango, a dettare legge e violenza, a calpestare le libertà altrui senza ragione, per spasso e cieca insolenza.

Il GGG - Il Grande Gigante Gentile

Steven Spielberg fa sua la sceneggiatura della compianta Melissa Mathison, l’autrice di E.T. scomparsa lo scorso novembre, per realizzare un film fantasy per ragazzi formalmente perfetto, che ha ogni elemento essenziale al suo posto. Aiutato da una talentuosa Ruby Barnhill, alla sua prima esperienza cinematografica, e da Mark Rylance, che regala in maniera superlativa volto e voce al gigante buono, il regista de Lo Squalo e di Schindler’s List prende per mano lo spettatore e lo accompagna in un mondo surreale, incantato, dove sott’acqua esiste un altro universo sottosopra e i sogni si possono catturare come farfalle.

Quando non è intento a cucinare deliziosi manicaretti vegetariani, il GGG infatti custodisce e crea bei sogni da consegnare ai bambini bisognosi, andati magari a letto con l’umore a terra e la tristezza sulle labbra. Sulla sua spalla si annida sempre la piccola Sophie, un’orfanella intenta a smuovere l’animo del gigante, a cercare una soluzione per non vederlo soffrire sotto le grinfie dei suoi ottusi simili. Quale modo migliore dunque se non spintonarlo sin sotto la finestra della Regina d’Inghilterra, l’unica persona in grado di mobilitare un intero esercito per la causa?

Il GGG - Il Grande Gigante Gentile castGirato quasi interamente in CGI, in un modo che appena qualche anno fa sarebbe stato impensabile, Il GGG – Il Grande Gigante Gentile fa tornare bambini – con fantasia e ironia – tutti gli adulti cresciuti con il libro di Dahl, mentre i più piccoli sono catapultati in una storia di fiducia e amicizia senza tempo. Dal 1982, anno di uscita dell’opera letteraria, le società hanno ovviamente subito profondi cambiamenti a 360 gradi, accettare la diversità è però un tema tristemente attuale, soprattutto se guardiamo al nostro Paese, che riempie tutt’oggi le pagine di cronaca dei giornali con bimbi autistici isolati dalle loro classi o feroci proteste per le unioni civili omosessuali.

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile è dunque ancora una figura dell’immaginario collettivo fondamentale, utile a insegnare ai più piccoli che nel diverso non c’è nulla di sbagliato, al contrario è molto probabile trovarvi qualcosa che possa addirittura arricchirci nell’anima; agli adulti invece ricorda quanto è stupido emarginare o discriminare un essere umano per motivi soggettivi, che possono essere uno stile di vita ben preciso, un orientamento sessuale o religioso. Dispensare odio inoltre non porta mai a nulla di buono, almeno secondo la penna “giustiziera” di Dahl: è bene pensare che in un attimo il fato potrebbe ripagarci con la stessa moneta spesa per offendere. Chi mal semina…

Il GGG – Il grande gigante gentile: recensione del film di Steven Spielberg

Dopo l’impegnativo e magnifico Il ponte delle spie, a distanza di circa un anno Steven Spielberg torna al cinema, con una fiaba per bambini che fa breccia anche nel cuore dei più grandi, Il GGG – il Grande Gigante Gentile.

C’era una volta Roal Dahl, scrittore di libri per l’infanzia amato da grandi e piccini, e conosciuto in tutto il mondo. Nella storia del cinema più volte Hollywood gli ha reso omaggio: da Chi ha paura delle Streghe? con Anjelica Huston, a Matilda 6 mitica di e con Danny DeVito, passando per il visionario La fabbrica di Cioccolato, il cui remake era stato opera di Tim Burton. Questa volta alla regia troviamo Steven Spielberg che dà corpo e forma a un progetto in gestazione da 25 anni.

La storia de Il GGG – Il grande gigante gentile

Ruby Barnhill in Il GGG - Il grande gigante gentile (2016)
Foto di Doane Gregory – © 2016 Storyteller Distribution Co., LLC. All Rights Reserved.

La storia è una fiaba fantastica, incentrata sull’incontro tra una bambina orfana e un gigante buono, unico nella sua specie fatta di mostri mangia-bambini. Tra i due nascerà una profonda amicizia e un sodalizio che li vedrà lottare assieme alla Regina d’Inghilterra contro i giganti cattivi.

La colonna sonora è affidata al maestro John Williams, e il main theme partecipa per grazia e intensità alla figura dinoccolata ma allo stesso tempo aggraziata del Gigante Gentile su cui la pellicola è volta a focalizzarsi. Creatura fantastica che di lavoro “acchiappa” i sogni per poi “soffiarli” sui bambini che dormono. Il Gigante è interpretato magistralmente da Mark Rylance, col quale Spielberg aveva già lavorato ne Il ponte delle spie e che il regista ha voluto personalmente, ritenendolo perfetto per la parte. Visivamente magnifico, Il GGG si avvale di una CGI ottima grazie al contributo della WETA DIGITAL.

Il GGG – Il grande gigante gentile non centra il cuore del pubblico

Il GGG - Il Grande Gigante Gentile
© 2016 Disney

Purtroppo però Il GGG non è un film che centra il cuore del pubblico. Adulto o bambino che esso sia, lo spettatore non è mai davvero coinvolto dalle vicende che si susseguono sullo schermo. Nulla è memorabile, sicuramente non come lo furono le canzoni degli Humpa-Lumpa o la Strega Suprema di Anjelica Huston.

Spielberg si limita a girare con la maestria che ormai gli è consona, esibendosi in riprese magistrali e permeando tutto di una luce irreale che ben si addice al clima fantasy. Ma nulla convince davvero: nei momenti di (presunto) humor non si ha mai davvero voglia di ridere, e in quelli più toccanti non ci si sente davvero coinvolti.

Il GGG è una favola “all’antica”, che forse i bambini di oggi (come pure gli adulti) faticheranno ad apprezzare anche a causa del cambiamento dei tempi: abituati come siamo alla frenesia dei videogames e al colorato caos dei cartoni Pixar, nulla ci risulta più difficile che abituarci al ritmo lento e pacato delle fiabe da “C’era una volta”. Dove il lieto fine porta con sé la morale buonista di un mondo da fiaba che gli anni 2000, forse, hanno spazzato via per sempre.

 

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile: nuovo trailer del film di Steven Spielberg

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È stato presentato ieri al Festival di Cannes 2016, al momento in svolgimento, Il GGG – Il Grande Gigante Gentile, nuovo film di Steven Spielberg, basato su classico romanzo per ragazzi di Roald Dahl. Protagonista, nei panni del gigante del titolo, Mark Rylance, premio Oscar per Il Ponte delle Spie, in cui è stato diretto sempre da Spielberg.

Leggi la recensione di Il GGG – Il Grande Gigante Gentile

https://www.youtube.com/watch?v=y1fZg0hhBX8

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Il GGG è prodotto dalla Amblin Entertainment per la Walt Disney Pictures. Ne cast del film Mark Rylance (il Grande Gigante Gentile), la piccola Ruby Barnhill (Sophie), Penelope Wilton (la regina), Rebecca Hall (Mary) e Bill Hader,Jemaine Clement, Michael David Adamthwaite, Daniel Bacon, Chris Gibbs, Adam Godley, Jonathan Holmes, Paul Moniz de Sa e Olafur Olaffson nei panni dei giganti.

Il GGG - Il Grande Gigante Gentile Il GGG (The BFG) è un libro per ragazzi scritto da Roald Dahl e pubblicato da Salani nella collana Gl’istrici con il numero 1. Nel 1989 ne è stato tratto un film d’animazione. Nel settembre 2011, la DreamWorks ha annunciato di aver acquisito i diritti cinematografici del libro; i produttori saranno Kathleen Kennedy e Frank Marshall, mentre sarà la sceneggiatrice Melissa Mathison ad adattare la storia.

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile: la performance di Mark Rylance – video

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Ecco una bella featurette dal dietro le quinte di Il GGG – Il Grande Gigante Gentile, il nuovo film di Steven Spielberg che è stato presentato all’ultimo Festival di Cannes.

Nel video possiamo vedere la performance in mo-cap di Mark Rylance, premio Oscar per Il Ponte delle Spie, che ha dato vita al giganteprotagonista.

https://www.youtube.com/watch?v=DJ9m9byHXik

Leggi la recensione di Il GGG – Il Grande Gigante Gentile

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Il GGG è prodotto dalla Amblin Entertainment per la Walt Disney Pictures. Ne cast del film Mark Rylance (il Grande Gigante Gentile), la piccola Ruby Barnhill (Sophie), Penelope Wilton (la regina), Rebecca Hall (Mary) e Bill Hader,Jemaine Clement, Michael David Adamthwaite, Daniel Bacon, Chris Gibbs, Adam Godley, Jonathan Holmes, Paul Moniz de Sa e Olafur Olaffson nei panni dei giganti.

Il GGG - Il Grande Gigante Gentile Il GGG (The BFG) è un libro per ragazzi scritto da Roald Dahl e pubblicato da Salani nella collana Gl’istrici con il numero 1. Nel 1989 ne è stato tratto un film d’animazione. Nel settembre 2011, la DreamWorks ha annunciato di aver acquisito i diritti cinematografici del libro; i produttori saranno Kathleen Kennedy e Frank Marshall, mentre sarà la sceneggiatrice Melissa Mathison ad adattare la storia.

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile: in home video il film di Steven Spielberg

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È disponibile a partire dal 19 aprile in home video con Eagle Pictures Animation la favola magica e visionaria di Spielberg che trasporta lo spettatore in un universo estraneo agli esseri umani, popolato di giganti crudeli, aggressivi e affamati di essere umani. Il GGG (Mark Rylance) è un Grande Gigante Gentile, molto diverso dagli altri abitanti del Paese dei Giganti poiché è vegetariano e si ciba soltanto di Cetrionzoli e Sciroppio, e una sera rapisce Sophie (Ruby Barnhill), una bambina che vive a Londra e la porta nella sua caverna. Inizialmente spaventata dal misterioso gigante, Sophie ben presto si rende conto che il GGG è in realtà dolce, amichevole e può insegnarle cose meravigliose. Il GGG porta infatti Sophie nel Paese dei Sogni, dove cattura i sogni che manda di notte ai bambini e le spiega tutto sulla magia e il mistero dei sogni. L’affetto e la complicità tra i due cresce rapidamente, e quando gli altri giganti sono pronti a nuova strage, il GGG e Sophie decidono di avvisare nientemeno che la Regina d’Inghilterra dell’imminente minaccia, e tutti insieme concepiranno un piano per sbarazzarsi dei giganti una volta per tutte.

L’adattamento cinematografico del bestseller di Roald Dahl sarà disponibile in dvd, blu-ray e blu-ray 3D a partire dal 19 aprile e conterrà il trailer e il B-roll del film.

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile è un prodotto Eagle Pictures Entertainment e partecipa all’iniziativa GIVE ME FIVE!: acquistando 1 DVD o Blu Ray della categoria Eagle Pictures Animation, evidenziato dall’adesivo GIVE ME FIVE! troverai all’interno 1 leaflet promozionale che riporterà le indicazioni per ottenere uno sconto di 5€ valido per l’acquisto di un biglietto intero di MIRABILANDIA.

Acquistando 2 DVD o Blu Ray con le stesse caratteristiche sarà possibile cumulare il vantaggio per ottenere fino a 10€ di sconto su 1 biglietto di ingresso al Parco.

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile: due clip dal film di Steven Spielberg

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Ecco le prime due clip da Il GGG – Il Grande Gigante Gentile, il nuovo film di Steven Spielberg già presentato al Festival di Cannes 2016 e con protagonista Mark Rylance, premio Oscar per Il Ponte delle Spie.

Leggi la recensione di Il GGG – Il Grande Gigante Gentile

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Il GGG è prodotto dalla Amblin Entertainment per la Walt Disney Pictures. Ne cast del film Mark Rylance (il Grande Gigante Gentile), la piccola Ruby Barnhill (Sophie), Penelope Wilton (la regina), Rebecca Hall (Mary) e Bill Hader,Jemaine Clement, Michael David Adamthwaite, Daniel Bacon, Chris Gibbs, Adam Godley, Jonathan Holmes, Paul Moniz de Sa e Olafur Olaffson nei panni dei giganti.

Il GGG - Il Grande Gigante Gentile Il GGG (The BFG) è un libro per ragazzi scritto da Roald Dahl e pubblicato da Salani nella collana Gl’istrici con il numero 1. Nel 1989 ne è stato tratto un film d’animazione. Nel settembre 2011, la DreamWorks ha annunciato di aver acquisito i diritti cinematografici del libro; i produttori saranno Kathleen Kennedy e Frank Marshall, mentre sarà la sceneggiatrice Melissa Mathison ad adattare la storia.

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile, la spiegazione del finale, cosa succede al gigante?

Steven Spielberg è uno dei nomi più famosi dell’industria cinematografica. Grazie alla sua lunga e storica carriera, è diventato un’istituzione di per sé. Visionario a pieno titolo, Spielberg ha cambiato il modo in cui percepiamo i limiti del cinema. Lavorando su celluloide e digitale, ha definito un nuovo linguaggio cinematografico attraverso la sua opera che spazia da “Schindler’s List” all’epocale “Jurassic Park”. I film di Spielberg hanno un tocco emotivo che raramente è stato ricreato sul grande schermo. La sua regia di Il GGG – Il Grande Gigante Gentile non fa eccezione. Basato sull’omonimo racconto di Roald Dahl, il film segue l’improbabile legame tra un bambino e un gigante, il cui carattere è molto diverso dal suo. Un dramma fantasy emozionale creato con la tecnica del digitale, Il GGG – Il Grande Gigante Gentile è un sentito racconto di compagnia. Senza entrare nel merito, approfondiamo i dettagli del film. SPOILER IN ARRIVO.

Sinossi della trama di Il GGG – Il Grande Gigante Gentile

Ruby Barnhill in Il GGG - Il grande gigante gentile (2016)
Foto di Doane Gregory – © 2016 Storyteller Distribution Co., LLC. All Rights Reserved.

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile (qui la recensione) inizia a Londra in un orfanotrofio. La giovane Sophie si sveglia nelle “ore delle streghe”, l’ora in cui esce l’uomo nero. Sophie vede un uomo gigante camminare fuori dalla sua finestra. Il gigante cattura Sophie e la porta via nella sua patria. Sophie crede che il gigante la mangerà, ma lui risponde negativamente. Dice che non mangia i bambini e che ha portato Sophie con sé per paura di essere scoperto dal mondo esterno. Sophie sente che il gigante non è minaccioso e lentamente si affeziona a lui.

Il gigante viene chiamato “Grande Gigante Amico” (BFG) per il suo carattere gentile. Egli rivela che ci sono giganti più grandi che mangiano i bambini e causano problemi. Un gigante divoratore di bambini, chiamato Fleshlumpeater, entra nella casa del BFG e lo maltratta. Gli altri giganti sono molto più grandi del BFG e lo chiamano “nanetto”. Quando Sophie e il BFG vanno a raccogliere i sogni, gli altri giganti li afferrano. Sophie riesce a nascondersi, ma sfortunatamente si lascia dietro la sua coperta.

Temendo il peggio per Sophie, il BFG decide di riportarla al suo orfanotrofio, poiché la sua esistenza è nota ai mangiatori di bambini. Tuttavia, Sophie torna dal BFG, dove gli altri giganti le danno la caccia. Sophie trova la casa dell’ultimo umano che ha vissuto con il BFG, e uno degli oggetti che possiede le fa venire l’idea di sbarazzarsi dei giganti. Il BFG e Sophie decidono di ricorrere all’aiuto della Regina. Utilizzando le capacità di creazione di sogni del BFG, intraprendono una rischiosa avventura per catturare i giganti maligni.

Il finale di Il GGG – Il Grande Gigante Gentile: Cosa succede al BFG e a Sophie?

Il GGG - Il Grande Gigante Gentile

Alla fine, i mostri mangia-uomini vengono sconfitti e deportati su un’isola remota. La Regina apprezza il coraggio di Sophie e i suoi sforzi per catturare i giganti malvagi. Infine, le viene concesso un posto dove stare a casa della Regina, sotto le cure di Maria. Con la minaccia dei suoi avversari annullata, il BFG torna al suo mondo natale. Sophie è ancora legata al BFG attraverso i suoi sogni, in cui vede il gigante coltivare verdure nel suo orto, a parte gli snozzcumbers. Forse è questo il sogno che la ragazza coglie nel lago del Paese dei Sogni.

I sogni sono un motivo ricorrente nel film che definisce il legame tra Sophie e il BFG. Il gigante può sentire Sophie dalla sua casa e sorride calorosamente, sapendo che lei è al sicuro nel comfort dei suoi sogni. Inoltre, in una scena precedente, il BFG riporta Sophie al suo orfanotrofio quando i giganti mangia-uomini fiutano la sua esistenza. Non vuole mettere a repentaglio la vita di Sophie perché è in preda ai sensi di colpa: la perdita dei suoi precedenti compagni lo perseguita ancora. Tuttavia, Sophie si fida del gigante e salta dalla finestra, aspettandosi che lui la catturi. E di certo lui torna a prenderla. Questo legame affabile regge le emozioni del film Il GGG – Il Grande Gigante Gentile, che viene servito come un poetico momento di chiusura.

Che ne è dei giganti mangia-uomini?

I giganti mangia-uomini sono il simbolo del comportamento prepotente che ha pervaso la nostra società. A causa della visibile differenza di dimensioni, il BFG è sottoposto a una costante sottomissione da parte degli altri giganti. Inoltre, le loro ignobili abitudini alimentari richiedono una degna chiusura. L’elemento di umorismo morboso di Roald Dahl si manifesta dopo la cattura dei mangiatori di bambini. Dopo aver visto un ritratto della Regina Vittoria in possesso del precedente compagno umano del BFG, Sophie escogita un piano ingegnoso.

Il BFG crea un incubo e lo fa credere alla Regina Elisabetta II, che in seguito si rivelerà vero. In sostanza, Sophie intuisce che un racconto diretto della verità potrebbe essere assurdo e quindi crea una visione attraverso l’incubo. Il suo piano funziona: la regina Elisabetta II accetta di inviare le sue guardie reali nel Paese dei Giganti e di catturare i giganti. Tuttavia, un contrattempo tardivo costringe Sophie a seminare lei stessa gli incubi nei giganti.

Mentre la maggior parte dei giganti si sente in colpa per gli incubi, Fleshlumpeater non ne risente. In un momento di serendipità, le guardie intervengono all’attacco di Fleshlumpeater e trattengono tutti i giganti. È interessante notare che non vengono eliminati. Al contrario, vengono abbandonati su un’isola remota dove il loro unico cibo è lo snozzcumbers, un ortaggio dal sapore sgradevole che i giganti odiano. Questo è esattamente il punto in cui possiamo trovare l’innato umorismo di Roald Dahl.

Ironia della sorte, le abitudini alimentari dei giganti, che li rendevano minacciosi, vengono strappate via e devono sopravvivere nutrendosi di ciò che odiano. In sostanza, la conclusione è una fine soddisfacente ma non violenta della prepotenza dei giganti. Sophie e il BFG sono aiutati nella loro missione dalla Regina, a dimostrazione dell’importanza del lavoro di squadra, come sottolineato in questo bellissimo film.

Il genio inconfondibile di Pedro Almodóvar

Il genio inconfondibile di Pedro Almodóvar

Pedro Almodóvar  – Ironico, dissacrante, fantasioso, colorato, coraggioso, critico, estroso, geniale. Sono solo alcuni degli aggettivi che vengono in mente nel descrivere il cinema di Pedro Almodóvar.

Negli anni ’80 ha incarnato e magnificamente rappresentato con le sue pellicole la reazione spagnola ai rigidi schemi della morale franchista, ipocrita e bigotta. È stato, allora, il più dirompente talento del cinema iberico ed è, oggi, unanimemente riconosciuto tra i maestri europei della settima arte. Tra le sue qualità, l’estro assoluto, che gli consente di creare mondi eccentrici, popolati da personaggi altrettanto sopra le righe, ma perfettamente coerenti e quindi credibili, cui il pubblico inevitabilmente si appassiona. E la capacità di coniugare realismo e immaginazione, grazie alla quale riesce a trattare temi anche scomodi o scabrosi, utilizzando la chiave della fantasia con risultati di grande efficacia. Il tutto senza dimenticare la sua vena critica, ad esempio nei confronti della religione e della chiesa.

Il genio inconfondibile di Pedro Almodóvar

Pedro Almodóvar nasce a Calzada de Calatrava, nella Mancha, ma sul giorno e l’anno non ci sono certezze. Pare che lui stesso sia sempre stato piuttosto vago al riguardo – 24 settembre 1949, o 25 settembre 1951? Ad ogni modo, dalla terra di Don Chisciotte si allontana a otto anni, alla volta dell’Estremadura. Qui frequenta la scuola presso i frati Salesiani e Francescani. L’esperienza non è certo delle migliori: è quella da cui trarrà ispirazione molti anni dopo per il suo La mala educación, e certo ha una responsabilità nel suo allontanamento dalla religione cattolica, cui spesso riserverà ironia e sarcasmo nelle sue pellicole. Nel 1968 Almodóvar lascia la famiglia e si trasferisce a Madrid, dove fa vari lavori e vorrebbe studiare cinema, ma siamo ancora nel periodo franchista e la dittatura comporta anche la chiusura delle scuole di cinema. Così il nostro futuro regista dovrà formarsi da autodidatta, e intanto cercarsi un impiego che gli garantisca qualche guadagno. Lo trova alla Compagnia Telefonica spagnola, dove sarà impiegato per più di dieci anni. Anche quest’esperienza troverà un’eco nei suoi film. Basti pensare alla presenza e al ruolo del telefono in Donne sull’orlo di una crisi di nervi. La lunga permanenza alla compagnia telefonia, però, consente ad Almodóvar di risparmiare il necessario per acquistare una macchina da presa Super 8, con la quale comincia a fare le prime prove di ripresa. Siamo negli anni ’70 e Pedro ha tutt’altro che abbandonato la passione per cinema e teatro: partecipa ad un gruppo teatrale, Los Galiardos, e per non farsi mancar nulla, fonda anche il gruppo musicale Almodóvar e McNamara, e scrive racconti. Insomma, una doppia vita, quella del nostro in questi anni: di giorno impiegato, di sera e di notte preso a coltivare le sue passioni artistiche. Nel frattempo, il franchismo tramonta, e Almodovar s’inserisce a pieno titolo nella Movida: quel movimento di cultura che segna il rifiorire della Spagna dopo il periodo oscuro della dittatura.

Pedro Almodovar, film e filmografia

Dopo i primi cortometraggi, nel 1980 arriva l’esordio nel lungometraggio con Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio. Protagonista, un’attrice che Pedro Almodóvar  porterà al successo e vorrà spesso con lui nelle successive pellicole: Carmen Maura. Un gruppo di donne per un esordio dissacrante, dove si affrontano temi quali: sessualità in tutte le sue forme, violenza, perversione, disagio. Il tutto in maniera assolutamente esplicita, puntando a stuzzicare, scandalizzandolo, il perbenismo ancora imperante nella Spagna dell’epoca. Una pellicola di rottura insomma, di grande coraggio perché pone al centro temi che forse mai prima d’allora erano stati affrontati in maniera così significativa e diretta.

Due anni dopo, è la volta di Labirinto di passioni, commedia corale che ruota attorno al sesso. Oltre a Cecilia Roth, altra attrice prediletta da Pedro Almodóvar, qui ha inizio il sodalizio tra il regista e Antonio Banderas, che deve proprio a lui la sua prima fama. Nel 1983 lo sguardo del regista spagnolo punta invece dritto sul mondo religioso, che egli però rivisita in chiave grottesca, con abbondanti dosi di ironia. Esce infatti L’indiscreto fascino del peccato, dove il regista ritrova Carmen Maura, affiancandole Julieta Serrano e Marisa Paredes. Anche qui siamo di fronte a un gruppo di personaggi, in particolare di donne, di suore, che nel loro convento ne fanno di tutti i colori (sono eroinomani, scrivono riviste porno ecc…). Un universo grottesco, proprio perché Pedro Almodóvar  rende il convento un coacervo di vizi, mostrando, in maniera volutamente esagerata, cosa può celarsi dietro un’apparenza di rettitudine e rigore. Gioca a frastornare lo spettatore, a scardinare le sue convinzioni e princìpi, a divertirlo facendo accadere l’improbabile. Nell’84 sarà ancora Carmen Maura, nei panni della casalinga Gloria, la protagonista di Che ho fatto io per meritare questo? dove il regista va ancora alla ricerca di ciò che si cela dietro alle apparenze di un tranquillo nucleo familiare. Tre anni dopo, il film che farà conoscere il regista spagnolo anche nel nostro paese: La legge del desiderio. Omosessualità, incesto, omicidio, molta ironia e gusto kitsch sono gli ingredienti di questa commedia, che ancora una volta, come quasi sempre nel cinema di Almodóvar, non può prescindere dal raccontare dinamiche di gruppo. In questi anni, il regista spagnolo fonda assieme al fratello Agustín una casa di produzione cinematografica: El Deseo, con la quale produrrà tutte le pellicole successive. Il passo, a quanto pare, è fondamentale, visto che nel 1988 esce il film che lo farà conoscere e apprezzare a livello internazionale: Donne sull’orlo di una crisi di nervi. Commedia sofisticata, come l’ha definita lo stesso autore, dove tutto appare straordinariamente a posto: ambienti, costumi, tutto esteticamente perfetto e appagante, il che mette ancor più in evidenza ciò che invece non va.

Il “dramma” infatti, è che gli uomini continuano a lasciare le donne, come accade alla protagonista Pepa/Carmen Maura ed anche, attraverso gli intrecci tipici della commedia, ad altre donne che animano il gruppo al centro del film. Pepa viene lasciata da Ivan nel più sgradevole dei modi: con un messaggio lasciato sulla segreteria telefonica. Tenta di parlare con lui più volte, per sfogare la sua rabbia, ma si scontra sempre con la solita segreteria. Ivan è l’insensibile dispensatore di sofferenza, ma è anche un uomo solo, incapace di una vera relazione e di un confronto adulto. Tanto altro però accade a Pepa in questa commedia dai ritmi serrati: si vede arrivare a casa un giovane (Carlos/Antonio Banderas) – che poi scoprirà essere il figlio del suo amante – con la fidanzata (Marisa/Rossy De Palma) interessati ad affittare il suo appartamento. Ma arriverà anche la stravagante amica di Pepa, Candela/María Barranco, convinta che la polizia sia sulle sue tracce. Un universo prevalentemente femminile raccontato nelle sue debolezze e fragilità, ma anche evidenziandone tenacia e voglia di reagire, senza nascondere una rabbia che, opportunamente diretta – anche contro gli apparecchi telefonici, come s’è detto – finisce per essere innocua, ma liberatoria. In Italia il film ottiene ampi consensi e premi: David di Donatello come Miglior Film straniero, Ciack d’Oro a Carmen Maura e Osella per la Miglior Sceneggiatura a Venezia.

L’anno successivo è la volta di Lègami!, in cui Pedro Almodóvar sceglie Antonio Banderas come protagonista, accanto a Victoria Abril, per indagare diversità e normalità, mettendo in discussione le certezze di chi guarda. Lo fa però in modo meno dissacrante e scabroso di quanto si potrebbe prevedere. Antonio Banderas è un ragazzotto che esce da un ospedale psichiatrico e decide di sequestrare in casa una pornostar, legandola al letto, per costringerla a conoscerlo, amarlo e infine sposarlo. Da una premessa eccentrica si dipana una trama incentrata sul rapporto complesso tra i due protagonisti. Ritmo veloce e coinvolgente, humour, ironia, quel tocco visionario e surreale che non guasta ed è ormai cifra distintiva del regista spagnolo. Anche il giovane Banderas è ormai lanciatissimo nel panorama internazionale. Una curiosità: Pedro Almodóvar ha dichiarato in un’intervista che fu proprio la visione di questa pellicola a convincerla a intraprendere la strada del cinema. Il cammino artistico dell’attrice sotto la guida del regista spagnolo sarà poi lungo e fruttuoso.

Gli anni ’90 si aprono per Pedro Almodóvar all’insegna di un’altra commedia corale: Tacchi a spillo. Due donne, madre e figlia (Marisa Paredes e Victoria Abril). Un uomo: ex amante della prima e marito della seconda, assassinato. La moglie che si autoaccusa e un giudice (Miguel Bosé) che indaga. Sembrerebbe un poliziesco, invece il modo di trattare la materia tipico del regista spagnolo, la rende una commedia che gravita attorno ai suoi personaggi femminili, coloratissima, strampalata, amorale, come tanta parte del cinema di Pedro Almodóvar.

Negli anni a seguire, il regista continuerà a scegliere le sue attrici predilette (Paredes, Abril, De Palma). Ma nel ’97 cambia registro, sia per quel che riguarda il tipo di film, sia, quasi del tutto, per il cast che sceglie. Protagonista di Carne tremula è infatti, accanto a Javier Bardem e Liberto Rabal, Francesca Neri, che per la sua interpretazione di Elena si aggiudica il Nastro d’Argento. Lo stesso premio otterrà il film come miglior pellicola straniera. Dicevamo un Almodovar diverso, con meno eccessi, che qui si muove nel registro del dramma, con una storia di destini incrociati e vite irrisolte. E non disdegna neppure il tema politico – il film è ambientato a Madrid e fotografa gli ultimi anni dell’era Franco e il passaggio al post franchismo.

Il trionfo di Tutto su mia madre

Tutto su mia madre filmA fine anni ’90 e con l’inizio del nuovo millennio, il regista spagnolo mette a punto e perfeziona uno stile maturo, in cui affianca al racconto di un’umanità variopinta ed eccentrica, accenti di grande delicatezza. Non punta più tanto, o non solo, a sconvolgere e scandalizzare, quanto a far emergere la parte più delicata e fragile dei suoi personaggi, come sempre in massima parte femminili. Ed è questo nuovo tocco delicato e appassionato al tempo stesso, a regalargli la maggior notorietà e una miriade di riconoscimenti internazionali, tra cui l’ambitissima statuetta dell’Academy. Esce infatti nel 1999 uno dei suoi capolavori: Tutto su mia madre. Il regista sceglie ancora due tra le sue attrici feticcio: Marisa Paredes e Cecilia Roth, alle quali affianca la giovane promessa Penelope Cruz, per raccontare una storia dove riconosciamo i consueti ingredienti del cinema almodóvariano: il tradimento, donne che fanno fronte da sole alla vita, ambiguità sessuale, scardinamento dei pilastri della morale tradizionale. Qui però a prevalere non è l’atmosfera comico-grottesca dei primi lavori del regista. C’è il dolore per una perdita (quella vissuta da Cecilia Roth/Manuela, il cui figlio diciassettenne Esteban muore investito da un’auto), la depressione e il senso di colpa di una famosa attrice solitaria (Marisa Paredes/Huma Rojo, la cui auto ha investito Esteban), la bislacca, ma toccante storia d’amore e dolore tra una giovane suora (Penelope Cruz/Rosa) e l’ex marito di Manuela, il transessuale Lola. Non mancano poi i colori accesi prediletti da Pedro Almodóvar, nella luce di Barcellona, cornice esteticamente perfetta. Interpretazioni impeccabili, sceneggiatura che funziona a meraviglia e successo assicurato: la pellicola ottiene l’Oscar e il Golden Globe come Miglior Film straniero e la Palma d’Oro a Cannes per la Miglior Regia, consacrando definitivamente Pedro Almodóvar nell’olimpo delle star.

Due anni dopo, il successo è bissato da Parla con lei. Anche qui amore e dolore, disagio, malattia, tutto raccontato con sublime grazia e un geniale ricorso al surreale al momento opportuno. Non un gruppo di protagonisti, ma due uomini e due donne, in situazioni omologhe, e un intreccio di cui il regista tiene abilmente le fila. Oscar per la sceneggiatura e Golden Globe come Miglior Film Straniero.

Nel 2004 il regista spagnolo attinge al proprio passato, e in particolare alla dolorosa esperienza educativa in collegio, in cui fu testimone di abusi. Parte da qui La mala educación. Protagonisti due ex compagni di collegio (Gael García Bernal/Ignacio e Fele Martinez/Enrique), uno attore, l’altro regista, che si ritrovano dopo anni con l’idea di mettere su uno spettacolo su una sceneggiatura che rievoca proprio i tristi fatti dell’infanzia scolastica, quando Ignacio era vittima delle morbose attenzioni di Padre Manolo. Segue un intreccio complicato, che vedrà compiersi il destino di queste due vite segnate per sempre, in modo indelebile, dall’esperienza infantile.

Due anni dopo arriva Volver, in cui Pedro Almodóvar torna a un suo classico, rielaborandolo in maniera egregia. Tragicommedia che gravita attorno a un gruppo di donne, e alla loro incrollabile forza, con la quale affrontano e superano i momenti bui della vita. Trionfo della figura femminile, cui rende omaggio innanzitutto col personaggio di Raimunda, splendidamente incarnato dalla Penelope Cruz, ma anche ritrovando Carmen Maura. Ancora incetta di premi: Palma d’Oro a Cannes per tutte le protagoniste femminili, Nastro d’Argento come Miglior Film europeo. Torna poi a scegliere la Cruz anche per Gli abbracci spezzati (2009), che però non ottiene lo stesso riscontro della precedente pellicola.

E siamo a questi giorni, a quest’ultimo mese, che ha visto il regista spagnolo presentare al Festival del Cinema di Venezia la sua ultima fatica: La pelle che abito, in cui ritrova Antonio Banderas dopo dodici anni e cambia genere, virando su un dramma che sa di thriller psicologico. Fa interpretare all’attore un chirurgo plastico che cerca contemporaneamente di vendicarsi e riportare in vita, almeno in apparenza, l’amata moglie. Il regista stesso, nel presentare il film alla stampa romana ne ha ribadito i temi centrali: l’abuso di potere, l’istinto di sopravvivenza e l’identità, che nessuno ci può togliere. Il film è nelle sale dal 23 settembre.

Pedro Almodovar: frasi

  • Trovo molto attraente Gael García Bernal sia come uomo che come donna.
  • Penélope Cruz appartiene alla scuola di recitazione mediterranea, uno stile caratterizzato da carnalità, sfrontatezza, mancanza di inibizioni, capelli scompigliati, una scollatura generosa e un modo assai vociante di comunicare. Anna Magnani, Sophia Loren, Claudia Cardinale, la Silvana Mangano dei primi anni, persino Elizabeth Taylor e Rachel Weisz furono maestre di questo stile.
  • Penélope è capace di tutto, è diventata una donna eterna e senza età. Le inquadrature iniziali di Carne tremula sono state concepite apposta per lei. La sequenza dura otto minuti e lo spettatore ne trae l’impressione che si tratti di una protagonista del film, anche se poi non ricompare più.

Il genio della truffa: trama, cast e curiosità sul film con Nicolas Cage

Nel corso della sua lunga carriera il regista Ridley Scott ha affrontato quasi ogni genere possibile, dalla fantascienza di Alien all’epica di Exodus – Dei e re. Nel 2003 ha invece dato vita a quella che è a tutti gli effetti la sua prima commedia. Si tratta di Il genio della truffa, un’opera insolita e inedita nella sua filmografia, che dimostra una volta di più le capacità del regista di adattarsi ad ogni storia e sue relative caratteristiche. Scritto da Nicholas e Ted Griffin, quest’ultimo anche autore del film Ocean’s Eleven, il film si configura così come una rocambolesca storia di imprevisti, che porteranno i personaggi sull’orlo del disastro.

Il film è l’adattamento dell’omonimo romanzo di Eric Garcia, pubblicato nel 2002 e divenuto in breve un grande successo. Nel giro di un anno, infatti questo si è trasformato nel film in questione, arricchito da tutto il gusto per la messa in scena di Scott come anche da una serie di preziose interpretazioni. Forse poco noto rispetto ad altri titoli del regista, Il genio della truffa non sembra avere nulla da invidiare a questi, rivelandosi un grande esempio di come la comicità dosata in modo giusto possa rivelarsi un arma estremamente potente. Particolarmente apprezzato dalla critica, il film sembrava dunque destinato ad un grande successo al momento del suo arrivo in sala.

Costato ben 62 milioni di dollari, Il genio della truffa riuscì tuttavia ad incassare circa 65. Passato dunque in sordina, ha fortunatamente visto negli anni una crescita di popolarità, fino a diventare un titolo particolarmente ricercato. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Il genio della truffa: la trama del film

Protagonista del film è Roy Waller, il quale insieme al socio Frank Mercer forma un’incallita coppia di truffatori professionisti. Svolgendo tale attività, Roy manifesta una sicurezza unica, che non possiede affatto nel resto della sua quotidianità. Al di fuori del suo lavoro, infatti, si trova a dover combattere con una serie infinita di paranoie, dall’agorafobia fino a numerose altre ossessioni al limite della maniacale. Per cercare di mantenere il controllo di sé e delle sue nevrosi, questi è solito prendere alcune medicine prescrittegli dal suo medico di fiducia. Il giorno che però questi non si dimostra reperibile, per Roy hanno inizio seri guai.

Nel tentativo di risolvere i suoi problemi, decide allora di contattare la sua ex moglie. Quello che otterrà, però, non è ciò che si aspettava. Roy scopre infatti di possedere una figlia mai conosciuta prima, di nome Angela. Acconsentendo a tenerla con sé per qualche giorno, la ragazzina si rivelerà da subito entusiasta e attratta dal vero lavoro del padre, chiedendo di poter partecipare alle sue truffe e anzi spingendolo a puntare più in alto. Sempre più paranoico, Roy finisce però con il commettere una serie di errori che rischieranno di far finire in seri guai sé stesso, il suo socio e la figlia. Tentare di rimediare sarà l’unica cosa sensata da fare.

Il genio della truffa cast

Il genio della truffa: il cast del film

Ad interpretare il ruolo del protagonista, Roy Waller, vi è l’attore premio Oscar Nicolas Cage. Questi aveva da poco terminato le riprese di Il ladro di orchidee, dove interpreta un altro personaggio particolarmente problematico, affetto da numerose nevrosi. Cage portò dunque un po’ di quell’esperienza nella sua costruzione del protagonista di Il genio della truffa. Particolarmente apprezzato per la sua interpretazione, Cage diede così vita ad un altro caratteristico personaggio, che dimostra una volta di più la sua grandezza di interprete. Accanto a lui, nel ruolo del suo socio Frank Mercer, vi è invece l’attore Sam Rockwell. Oggi premio Oscar per il film Tre manifesti a Ebbing, Missouri, questi ha per la sua interpretazione in Il genio della truffa ricevuto la nomination come miglior attore non protagonista ai Satellite Award.

Star del film è inoltre l’attrice Alison Lohman, presente nei panni di Angela, la figlia di Roy. Nonostante avesse già all’attivo qualche apparizione cinematografica, questo fu il ruolo che la fece conoscere a livello internazionale. Ottenne la parte dopo essersi presentata all’audizione vestendo e comportandosi come un’adolescente. Fu soltanto in seguito che Scott scoprì che l’attrice aveva in realtà 23 anni. Grazie alla sua interpretazione, venne poi scelta per il ruolo della giovane Sandra Bloom in Big Fish – Le storie di una vita incredibile. Nel film sono poi presenti gli attori Bruce Altman nei panni del dottor Harri Klein, medico di Roy, e Bruce McGill in quelli di Chuck Frechette, arrogante uomo d’affari vittima di una delle truffe del protagonista. Infine, nei panni di Kathy, la nuova compagna di Roy, vi è l’attrice Sheila Kelley.

Il genio della truffa: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Il genio della truffa grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 10 dicembre alle ore 21:20 su canale Rai 4.

Fonte: IMDb

Il Genio del secolo

Il Genio del secolo

Benvenuti alla Festa Internazionale del Film di Bangkok. Le piogge torrenziali hanno causato qualche disagio (Stefania del Kebab è andata dispersa lungo la fiumana ma qualcuno ha avvistato Christian Bale che la traeva in salvo) ma noi siamo qui pronti a lottare per voi. Oggi è la volta buona che c’è un ospite che mi interessa, il Robert Zemeckis di Ritorno al Futuro e Chi ha incastrato Roger Rabbit?. Ok, ha fatto anche un Beowulf in cui Ray Winstone (che di base è un barile) mostrava chiappe dure e finte in Cgi e Angelina Jolie interpretava un mostro con i tacchi a spillo, ma perché farsi del male? Rimozione, rimozione è la parola chiave. ritorno al futuroChe tra l’altro Zemeckis ci casca a pennello perché dopodomani è il 21 ottobre 2015, il giorno in cui Marty McFly sbarca nel futuro e secondo la teoria del film (datato 1989) in giro dovrebbe essere pieno di gente che gioca col volopattino e si veste come un deficiente. E invece, se ti guardi intorno, all’Auditorium non si vede nessuno che gioca col volopattino.

Ma vabbè, Zemeckis non poteva prevedere che i bruschi cambi climatici avrebbero arretrato il progresso tecnologico di 15 anni, del resto costruire microchip con l’umidità tropicale e le zanzare che ti si infilano nei circuiti non è facile.

Oggi comunque il grande Bob presenta il film su un genio del secolo scorso. No, no, fermi. So cosa state pensando. Non si tratta di Albert Einstein, che con la teoria della relatività ha rivoluzionato il modo di concepire l’Universo e di metterci in relazione con esso. No, non si tratta nemmeno di Alexander Fleming, che con la scoperta della Penicillina ha contribuito a curare milioni, ma che dico, miliardi di persone.

No.

Si tratta di un tizio che nel 1974 ha deciso di camminare su un filo teso tra le due Torri Gemelle rischiando di spiaccicarsi come un pomodoro maturo. Onestamente non conosco come è andata a finì la storia nella realtà, ma guardando il film tiferò che si spiaccichi. Lo merita.

sub zeroDetto questo, me volete male. Io è da sempre che confondo tutti sti registi che si chiamano Anderson, da quello de I Tenenbaum a quello di The Master a quello di Mortal Kombat e dei Tre Moschettieri in versione Steampunk. Per me so’ tutti la stessa persona. Te chiami Anderson, sei quello. Sarei capace, come ha fatto una volta Mirko Lomuscio (ma coscientemente, io no) di portare ad autografare un dvd dell’uno a uno degli altri. Ecco, m’avete messo in programmazione due di questi Anderson, uno con un documentario, uno con un incontro. E io non so quale cazzo dei due andrò ad intervistare. Speriamo che sia quello di Mortal Kombat almeno gli propongo un doppio. Io prendo Sub-Zero però, non rompesse il cazzo.

(Ang)

auditoriumBuongiorno anche da me cari affezionati lettori: stamattina mi sono svegliata e credevo di essere intrappolata dentro Suburra, è da ieri pomeriggio che un cielo grigio mi accompagna mentre percorro 400 chilometri da una stazione all’altra con Runtastic. Essì, ho un secondo abbandonato la Festa del cinema perché avrei pure da lavorare ad altro – ma non temete, tornerò presto, giusto il tempo di trovare un abito per la chiusura che non mi posso fa parla’ dietro, non vorrete che le foto sui giornali abbiano didascalie tipo ‘La matrigna, Valentina Pettinato, vestita demmerda’ o ‘vestita random’.

Sono comunque in filo diretto con la sala stampa, per cui continuerò a scrivere indiscrezioni, non preoccupatevi. Nel mentre state accanto ad Ang che lo vedo un po’ stanchino: tra sale, interviste, presentazioni e redazione ha più impegni lui a sto festival di Jude Law.

Io proporrei di fare un incontro in Petrassi dal titolo, ‘Ang, l’animatore della Festa del Cinema’. Altro che quelli della Pixar.

(Vì)

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