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Un buon trip – Avventure psichedeliche, recensione del doc Netflix

Alzi la mano chi non ha pensato almeno una volta nella vita, ascoltando un classico del rock psichedelico di gruppi come i Grateful Dead, o i Pink Folyd, ma gli stessi Beatles non disdegnarono la psichedelia, “Chissà cosa dovevano aver preso per dar vita a un pezzo così!”. 

Ebbene, in Un buon trip – Avventure psichedeliche, documentario originale Netflix, disponibile in streaming dall’11 maggio e risultato di un lungo lavoro, lo confermano gli stessi protagonisti. È Sting, comodamente seduto sul divano di casa, a dire che: “Gli psichedelici non sono la risposta ai problemi del mondo, ma possono aiutare”. “Puoi dire, voglio fare quest’esperienza perché voglio scrivere una canzone, un romanzo, o fare l’amore, o trattare meglio la mia famiglia […] Se la intraprendi con in mente un obiettivo, sarai ricompensato. Se vuoi solo sballarti, ti sballerai e basta. Questa è una cosa che sconsiglio”.

Negli anni ’60, quando l’utilizzo degli allucinogeni come LSD, mescalina e psilocibina si diffuse, queste sostanze venivano considerate anche come un mezzo per espandere il proprio universo, allargarne i confini attraverso stati alterati di coscienza. Spalancare le “porte della percezione”, di cui parlava Aldus Huxley nell’omonimo saggio e a cui debbono il loro nome i Doors. Il regista Donick Cary, autore de I Simpson e Complete Savages, scrittore e produttore – qui scrive, oltre a produrre insieme con Ben Stiller e Stuart Cornfieldfa raccontare quel tipo di esperienza da chi l’ha vissuta e può parlarne per ciò che realmente è, nel bene e nel male, senza esprimere giudizi a priori.

Una carrellata di star alle prese con le sostanze psichedeliche

Ecco allora Bill Kreutzman, batterista dei Grateful Dead – i cui concerti vengono citati da molti degli intervistati come luogo ideale per un’esperienza con psichedelici – raccontare le sue avventure con gli allucinogeni. Presente anche Carrie Fisher, la principessa Leila di Guerre Stellari, scomparsa nel 2016. Qui parla della sua gioventù psichedelica, raccontando la sua esperienza come estremamente positiva: “Ho avuto solo un lungo buon trip”, anche se ammette che la sua vita era condizionata dall’assunzione di psichedelici.

Ben Stiller invece ha un’unica esperienza da raccontare con l’LSD, che giudica decisamente negativa. Intervistati anche la comica Sarah Silverman, la coppia di musicisti Adam Horovitz (Beastie Boys) e  e Kathleen Hanna (Bikini Kill), attori come Rosie Perez, Brett Gelman e Natasha Lyonne, lo chef americano Anthony Bourdain, anche lui purtroppo scomparso, e il cantautore Donovan, che fu tra i primi  ad abbracciare la musica psichedelica con album come Sunshine Superman ed oggi è un sostenitore della sperimentazione sugli usi terapeutici degli allucinogeni.

Gli effetti negativi dell’assunzione di queste sostanze non vengono sottovalutati, così come la possibilità di avere un “bad trip, ovvero un’esperienza negativa, uno stato allucinatorio che anziché comunione con l’universo e senso di fusione con la natura e l’ambiente circostante, porti con sé ansie e paranoie, amplifichi paure e faccia pensare a chi lo prova che sta impazzendo e non tornerà più normale. Questi in sostanza gli effetti più comuni di un “brutto viaggio”, come li descrive chi li ha provati.

un buon trip recensioneAnimazioni, ricostruzioni, parodie e materiale d’archivio

Il tema è delicato e la chiave scelta è quella divertente della commedia e dell’ironia, ravvivata dall’uso di animazioni ad opera di Sugarshack Animation e ricostruzioni delle vicende raccontate dagli intervistati. La grafica dell’animazione non può che essere in stile psichedelico e rimanda alle copertine dei dischi dei Grateful Dead o a quella del singolo Yellow Submarine dei Beatles.

In Un buon trip – Avventure psichedeliche si riflette anche su come molti dei filmati che parlavano di psichedelici, volti a scoraggiarne l’assunzione, come ad esempio quelli che circolavano negli anni ’80 nell’America reaganiana della lotta senza quartiere contro le droghe, non siano realistici e per questo falliscano poi nel loro scopo, finendo per rasentare il ridicolo. Per farlo il regista ne propone un’efficace parodia che sceglie di alternare ad interviste, animazioni e materiale di repertorio. Protagonista Adam Scott  – Parks and RecreationThe Aviator che mostra ai giovani gli effetti nefasti di queste droghe e li mette in guardia. A Nick OffermanCome ti spaccio la famiglia, The founder, Parks and Recreation, Fargo – un altro simpatico cameo: quello di professore esperto di psichedelici, che in un’aula scolastica istruisce lo spettatore sui principali tipi di allucinogeni e i loro effetti, riportando un po’ alla mente per ruolo e fattezze il Jack Black di School of Rock.

Questa commistione di materiali e generi è ben pensata ed efficacemente realizzata, grazie al montaggio di Gregory Steer e conferisce al lavoro un tono leggero, godibile e per nulla didascalico.

Gli studi sugli usi terapeutici

Un buon trip – Avventure psichedeliche offre poi spunti interessanti di riflessione sugli usi terapeutici degli allucinogeni. Charles Grob, docente di Psichiatria alla UCLA, parla dei suoi studi sul tema, rivelando che queste sostanze si sono dimostrate molto efficaci nel controllare l’ansia in pazienti oncologici, trattare la depressione o nella cura delle dipendenze. Secondo quanto sostiene il dottore, infatti, esse sono meno tossiche di altri stupefacenti e non creano dipendenza. Il suo studio, come altri che esplorano gli effetti degli allucinogeni nella cura di alcune patologie, è stato approvato dall’americana Food and Drug Administration dopo 50 anni di illegalità di queste sostanze negli Usa. Questa inversione di tendenza sembra dare ragione a quanti hanno dedicato la loro vita allo studio e alla sperimentazione degli psichedelici a scopo scientifico, come Timothy Leary, filosofo, psicologo e attore, controverso personaggio che già agli inizi degli anni Sessanta ipotizzava di poter curare le malattie mentali attraverso queste sostanze. All’epoca però i tempi non erano maturi perché le istituzioni appoggiassero questo tipo di sperimentazioni, come spiega oggi il figlio Zack Leary.

Gli elementi per una riflessione più matura sul tema oggi ci sono,  con tutte le cautele del caso, e la ricerca scientifica sembra pronta ad aprire le sue porte all’esplorazione del mondo degli allucinogeni.

Un buon matrimonio per Joan Allen

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Joan Allen parteciperà a A Good Marriage, adattamento di un lungo racconto di Stephen King (pubblicato in Italia nella raccolta Notte buia, niente stelle). Il film dovrebbe essere diretto da Peter Askin (Trumbo). Lo stesso Stephen King sul suo sito Internet riassume così la trama: “Darcy Anderson scopre sul conto di suo marito più di quanto non abbia capito in vent’anni di matrimonio quando inciampa letteralmente in una scatola nascosta sotto a un tavolo da lavoro nel loro garage…” Il Re del Brivido si è peraltro incaricato di scrivere l’adattamento del racconto. La più recente interpretazione di Joan Allen per il grande schermo era stata in The Bourne Legacy.

Fonte: ComingSoon.Net

Un buon esempio di cinema italiano: Il Gioiellino

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Il_Gioiellino

La Leda è una delle maggiori aziende agro-alimentari del Paese: ramificata nei cinque continenti, quotata in Borsa, in continua espansione verso nuovi mercati e nuovi settori. Quello che si dice un gioiellino.

Un broker cita The Wolf of Wall Street per 25 milioni di dollari

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Un broker cita The Wolf of Wall Street per 25 milioni di dollari

Guai in vista per Martin Scorsese e per il suo The Wolf of Wall Street. E’ stata infatti mossa ai danni del noto regista e della Paramount, una causa di ben 25 milioni di dollari intentata dal broker Andrew Greene, ex partner in affari di Jordan Belfort, interpretato nel film da Leonardo DiCaprio.

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Nonostante Greene non venga mai menzionato nel film (o almeno non in maniera esplicita), l’uomo ha accusato la produzione di aver leso la sua immagine, facendolo emergere come un criminale e come un tossicodipendente.

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Stando al ricorso legale, nel film Greene sarebbe “rappresentato” dal personaggio di Nicky “Rugrat” Koskoff, interpretato da P.J. Byrne. Secondo le dichiarazioni di Andrew Greene, la pellicola di Scorsese ha danneggiato la sua fama di “investment broker”.

Fonte: AGI.it

 

Un braccio da un milione di dollari per Craig Gillespie

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Million Dollar Arm, progetto targato Disney, protagonista  Jon Hamm (conosciuto soprattutto per il personaggio di Don Draper in Mad Men) nel ruolo di JB Bernstein (uno dei massimi esponenti del marketing sportivo a livello mondiale, e ideatore di iniziative dall’elevato impatto mediatico), sembra aver trovato un regista: Craig Gillespie (Fright Night).

Il film, scritto da Tom McCarthy, narrerà in particolare l’organizzazione in India del contest Million dollar arm, una sorta di ‘talent’, i due vincitori del quale sono stati i primi atleti indiani a firmare un contratto professionistico negli Stati Uniti. La gara era riservata a giocatori di cricket, che sono poi andati a giocare a baseball negli U.S.A. Alla competizione si presentarono in 40.000: Rinku Singh e Dinesh Patel furono i vincitori, andando a giocare per i Pittsburgh Pirates.

Gillespie sta attualmente sviluppando la commedia Flamingo Thief assieme a Will Ferrell.

Fonte: Empire

Un boss in salotto: recensione del film con Luca Argentero

Un boss in salotto: recensione del film con Luca Argentero

Luca Miniero, dopo i grandi successi di Benvenuti al Sud e Benvenuti al Nord dirige un’altra commedia in cui le diversità geografiche e personali sono al centro del motore narrativo: Un boss in salotto. Questa volta però non si affida a due attori simbolo ognuno della propria regione (come furono Claudio Bisio e Alessandro Siani) ma all’incredibile talento di Paola Cortellesi che oltre a scalare i dialetti italiani con un’abilità impressionante, tira fuori tutta la sua verve comica per una volta prestata ad un personaggio “cattivo”.

In Un boss in salotto Cristina D’Avola (Paola Cortellesi) è una donna modello. Madre premurosa, casalinga efficiente e moglie devota di Michele (Luca Argentero). Vive in un bel paesino sotto le Alpi e conduce la sua vita, ordinata e organizzata, con la sua bella famigliola. Dal suo passato però sta per arrivare un vero e proprio ciwww. Il fratello Ciro (Rocco Papaleo), che lei raccontava essere morto da tempo, si presenta davanti alla porta della sua casa per chiedere ospitalità durante un periodo di detenzione domiciliare in attesa del processo per associazione mafiosa. È a questo unto che viene fuori tutta la verità su Cristina (che in realtà si chiama Carmela) e che ha origini campane, ben nascoste sotto l’accento ben imparato del nord-est, e un infanzia difficile alle spalle. Una terra d’origine dalla quale  fuggita per dolore e per vergogna, ma che la raggiunge fino alle pendici delle montagne in cui si era rifugiata.

La rigida donna del nord, insistente ed esigente con figli e marito fino all’ossessione, si scontrerà irrimediabilmente con il fratello scanzonato e fuori dalle righe che non solo sconvolge la collaudata routine familiare, ma le ricorda un passato doloroso e ancora troppo vivido nella mente, sentimenti questi che Paola Cortellesi riporta con grande credibilità. Alla comicità sofisticata della protagonista femminile si accosta quella dirompente di Rocco Papaleo in un personaggio che pur presentato come il classico cattivo si rivelerà più tenero di quanto non voglia far credere. Questa storia semplice ma intelligente, che per fortuna si emancipa dal lieto fine a tutti i costi, riesce a centrare (chissà quanto consapevolmente) un punto centrale dei rapporti familiari quando alla voce di Cristina/Carmela vengono affidate parole dirompenti: “Fin da bambina ho cercato di non sentire il dolore che provavo, ma poi ho finito per non sentire più niente. Ed è così che si fanno i casini.”

Un boss in salotto: clip, backstage e featurette del film con Rocco Papaleo

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Un Boss in Salotto-clipSi preannuncia un assicurato successo al botteghino, il prossimo film di Luca Miniero, Un boss in salotto, che vedrà protagonisti Paola Cortellesi, Luca Argentero e Rocco Papaleo.

Di seguito potete guardare dei contenuti speciali dedicati al film, nell’ordine un video dietro le quinte, una clip dal film, e una featurette che ci racconta la realizzazione della colonna sonora del film.

Backstage:

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Clip:

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Featurette musica:

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Sinossi: Cristina (Paola Cortellesi) è un’energica meridionale trapiantata in un piccolo centro del Nord dove è finalmente riuscita a costruirsi una vita e una famiglia perfette insieme al marito, Michele Coso (Luca Argentero), e ai loro due splendidi figli. Un giorno Cristina, convocata in Questura, scopre che suo fratello Ciro (Rocco Papaleo) – che non vede da 15 anni – è implicato in un processo di camorra e ha chiesto di poter trascorrere gli arresti domiciliari a casa sua. Cristina suo malgrado accetterà e da quel momento i suoi piani e l’ordinatissima routine dei Coso verranno letteralmente sconvolti dall’arrivo dello zio Ciro, un tipo tutto tatuaggi, catene d’oro e poco abituato alle buone maniere… Il nuovo film di Luca Miniero è una commedia familiare moderna che fa ridere e al contempo  riflettere sulla camorra, sulla vita e su tutte le famiglie imperfette che, spesso però, si rivelano il posto più caldo dove stare.

Un Boss in Salotto: clip del film con Luca Argentero

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E’ online una divertente clip tratta da Un Boss in Salotto, l’ultimo film di Luca Miniero – già regista di Benvenuti al Sud e Benvenuti al Nord – in uscita nelle sale cinematografiche il prossimo 1 Gennaio. Nel cast, della pellicola prodotta dalla Cattleya e Warner Bros Pictures Italia, Paola Cortellesi, Luca Argentero e Rocco Papaleo.

In Un Boss in Salotto Cristina (Paola Cortellesi) è un’energica meridionale trapiantata in un piccolo centro del Nord dove è finalmente riuscita a costruirsi una vita e una famiglia perfette insieme al marito, Michele Coso (Luca Argentero), e ai loro due splendidi figli. Un giorno Cristina, convocata in Questura, scopre che suo fratello Ciro (Rocco Papaleo) – che non vede da 15 anni — è implicato in un processo di camorra e ha chiesto di poter trascorrere gli arresti domiciliari a casa sua. Cristina suo malgrado accetterà e da quel momento i suoi piani e l’ordinatissima routine dei Coso verranno letteralmente sconvolti dall’arrivo dello zio Ciro, un tipo tutto tatuaggi, catene d’oro e poco abituato alle buone maniere…

Un Boss in Salotto è una commedia familiare moderna che fa ridere e al contempo riflettere sulla camorra, sulla vita e su tutte le famiglie imperfette che, spesso però, si rivelano il posto più caldo dove stare.

Un Boss in Salotto in blu-ray e dvd

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Un Boss in Salotto-clipIl film campione d’incassi Un Boss in Salotto torna a far ridere tutta la famiglia in due imperdibili edizioni Blu-Ray e DVD grazie a Warner Bros. Entertainment Italia. Dopo Benvenuti al Sud e Benvenuti al Nord, il regista Luca Miniero torna a tratteggiare in maniera ironica gli stereotipi del Nord e del Sud Italia. Questa nuova irresistibile commedia vanta la partecipazione di un cast a dir poco esplosivo che vede, tra gli altri, Paola Cortellesi, Rocco Papaleo e Luca Argentero.

Una commedia familiare moderna che fa ridere e al contempo riflettere sulla camorra, sulla vita e su tutte le famiglie imperfette che, spesso però, si rivelano il posto più caldo dove stare.

Sia l’edizione DVD che quella Blu-rayTM sono arricchite da imperdibili contenuti speciali che vi porteranno dietro le quinte del film grazie ai filmati di backstage, le scene tagliate, le papere e il trailer.

E in occasione di questa uscita, Warner Bros Entertainment Italia presenta il Cofanetto “Nord & Sud Collection”, contenente i tre successi di Luca Miniero in cui, a fare da trait d’union, è il confronto Nord vs Sud e i relativi luoghi comuni. Una tripletta di successidisponibile ora in un’unica edizione DVD: Benvenuti al Sud, Benvenuti al Nord e la nuova commedia Un boss in Salotto.

Cristina (Paola Cortellesi) è una energica meridionale trapiantata in un piccolo centro delNord dove è finalmente riuscita a costruirsi una vita e una famiglia perfette insieme al marito, Michele Coso (Luca Argentero) e ai loro due splendidi figli.

Un giorno Cristina, convocata in Questura, scopre che suo fratello Ciro (Rocco Papaleo) -che non vede da 15 anni- è implicato in un processo di camorra e ha chiesto di poter trascorrere gli arresti domiciliari a casa sua. Cristina suo malgrado accetterà e da quel momento i suoi piani e l’ordinatissima routine dei Coso verranno letteralmente sconvolti dall’arrivo dello zio Ciro, un tipo tutto tatuaggi, catene d’oro e poco abituato alle buone maniere…

CONTENUTI SPECIALI

L’edizione Blu-rayTM di Un Boss in Salotto include i seguenti contenuti speciali:

  • Scene tagliate
  • Papere
  • Backstage lungo
  • Backstage corto
  • Trailer

L’edizione DVD  di Un Boss in Salotto include i seguenti contenuti speciali:

  • Scene tagliate
  • Papere
  • Backstage lungo
  • Trailer

 

Un Boss in Salotto conquista il Box Office ITA

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Un Boss in Salotto-clipDebutto in cima alla classifica per il film italiano, Un Boss in Salotto di  Luca Miniero, già regista del film campione d’incassi Benvenuti al sud. La pellicola che vede protagonisti Paola Cortellesi, Rocco Papaleo e Luca Argentero ha incassato 1,3 Milioni di euro nel sono giorno della vigilia della befana, posizionandosi d’avanti a Frozen che racimola altri  991 mila euro. Il totale di Un Boss in Salotto si aggira intorno ai 5,5 milioni di euro in 5 giorni.

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Leggi anche: Luca Miniero presenta Un Boss in Salotto con Papaleo, Cortellesi e Argentero

Sinossi: Cristina (Paola Cortellesi) è un’energica meridionale trapiantata in un piccolo centro del Nord dove è finalmente riuscita a costruirsi una vita e una famiglia perfette insieme al marito, Michele Coso (Luca Argentero), e ai loro due splendidi figli. Un giorno Cristina, convocata in Questura, scopre che suo fratello Ciro (Rocco Papaleo) – che non vede da 15 anni – è implicato in un processo di camorra e ha chiesto di poter trascorrere gli arresti domiciliari a casa sua. Cristina suo malgrado accetterà e da quel momento i suoi piani e l’ordinatissima routine dei Coso verranno letteralmente sconvolti dall’arrivo dello zio Ciro, un tipo tutto tatuaggi, catene d’oro e poco abituato alle buone maniere… Il nuovo film di Luca Miniero è una commedia familiare moderna che fa ridere e al contempo  riflettere sulla camorra, sulla vita e su tutte le famiglie imperfette che, spesso però, si rivelano il posto più caldo dove stare.

Un biopic sui Gucci per Penelope Cruz

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Penelope Cruz è in trattative per partecipare a un film dedicato alla dinastia dei Gucci, che ha dato il proprio nome a uno dei principali marchi dell’italian style. Il film, diretto da Jordan Scott (figlia di Ridley) narrerà la storia di Maurizio, nipote del fondatore della casa di moda, ucciso nel 1995 su commissione della ex moglie Patrizia Reggiani. L’idea di un dedicato alla vicenda di Gucci risale al 2006, quando per la regia si era parlato di Ridley Scott, con Andrea Berloff alla sceneggiatura; nel frattempo altri nomi sono stati avvicinati al progetto, che sarà prodotto da Scott Free.

Vari i nomi fatti anche per gli interpreti: nel 2009 si era parlato di Angelina Jolie per interpretare il ruolo della Reggiani. Il rilancio del progetto avviene nel momento in cui la Gucci sta cercando di rilanciarsi quale marchio legato al glamour hollywoodiano, dopo il periodo di appannamento seguito all’abbandono dello stilista Tom Ford.

La compagnia tra l’altro porta avanti da anni un’intensa attività di mecenatismo nel mondo del cinema: ha ad esempio donato due milioni di dollari a Martin Scorsese per per il restauro di pellicole storiche come La Dolce Vita o C’era una volta in America, oltre a sostenere rassegne settimanali presso il Los Angeles County Museum.

Fonte: Panarmenian

Un biopic su Steve Jobs?

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Sembra che la Sony Pictures stia già valutando la possibilità di portare sul grande schermo la vita e i successi di Steve Jobs. La pellicola dovrebbe basarsi sulla biografia in uscita dal titolo, appunto “Steve Jobs” di Walter Isaacson. Il volume raccoglie oltre quaranta interviste nel corso di due anni. Vi segnaliamo che già un film tv è stato realizzato sul colosso Apple, dal titolo Pirates of Silicon Valley, dove Noah Wyle interpretò Jobs. Non ci resta che attendere ulteriori sviluppi per saperne di più.

Un biopic su Lindsay Lohan e James Franco

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James Franco si sta dando da fare per realizzare un biopic dedicato a sé stesso e alla turbolenta amica Lindsay Lohan; il 34enne attore e regista lanciato

Un biopic su Josh Hamilton per Casey Affleck!

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Un biopic su Josh Hamilton per Casey Affleck!

Casey Affleck dirigerà un biopic sul giocatore di Baseball Josh Hamilton. Il film, che verrà sceneggiato dallo stesso regista, racconterà la vita di un personaggio molto noto e amato negli Stati Uniti, dal suo esordio all’età di 18 anni alla discesa nel tunnel della droga fino al ritorno in campo nel 2005.

Il produttore Basil Iwanyk ha così commentato il progetto, che verrà coprodotto dallo stesso Hamilton insieme alla moglie: “Penso davvero che la storia di questo ragazzo sia una delle più ispiratrici che abbia mai letto. Sembra fatta apposta per un film: ha la qualità mitica di The Natural, la visione della fede di The Blind Side – e la fede è un elemento fondamentale nella nostra storia, e il romanticismo di Walk the Line. Casey ha colto in pieno questi elementi nella sua visione del film. È un’odissea straordinaria che lo porta dal fondo della dipendenza dalla droga, l’allontanamento dalla famiglia, la sospensione della carriera, a una spettacolare rinascita della sua vita, la fede, il matrimonio e la carriera nella major league.”

fonte: badtaste.it

Un biopic su John Belushi scritto e diretto da Steven Conrad

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La Warner Bros aveva già annunciato da tempo la produzione di un biopic sul grande John Belushi basato su uno script di Steven Conrad con Todd Philips (The Hangover) alla regia. Ora, sembra che Philips abbia rinunciato e che sarà lo stesso Conrad, già sceneggiatore di The Weather Man e The Secret Life of Walter Mitty, a dirigere la pellicola: Emile Hirsch (Into the Wild) Sarebbe in trattative per il ruolo.

Nelson Franklin(Veep, New Girl) sarebbe invece candidato per interpretare Dan Aykroyd, uno dei migliori amici di Belushi con il quale l’attore ha recitato non solo nel Saturday Night Live ma anche in diversi film come i Blues Brothers e 1941. Il biopic si concentrerà sul momento in cui Belushi raggiunse l’apice della notorietà, raccontando la gloria e la tragedia del sogno americano senza tralasciare la sua tragica morte per overdose a soli 33 anni. Il progetto sarà supervisionato e prodotto dalla vedova di Belushi, Judy Belushi Pisano, e dallo stesso Dan Aykroyd. Le riprese dovrebbero iniziare a New York nella primavera 2014.

Fonte: The Hollywood Reporter

Un biopic su Dave van Ronk per i Coen

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Joel & Ethan Coen sono alle prese con un biopic incentrato sulla figura del cantante folk Dave van Ronk, attivo negli anni ’60, sbocciato più o meno contemporaneamente a Bob Dylan.

Un biopic dedicato a Susan Boyle

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Esplosa nel 2009 con la sua partecipazione al talent show televisivo Britain’s Got Talent, Susan Boyle raggiunse rapidamente la notorietà planetaria grazie alla diffusione delle sue performance su Youtube.

La sua vicenda, fatta di una vita sofferta culminata con la morte della madre – l’unica ad aver sempre creduto nelle doti canore di Susan fino a spingerla a partecipare al programma – avvenuta proprio alla vigilia del successo, commossero gli spettatori, assieme al connubio tra una voce angelica e un aspetto fisico lontano anni luce da quello delle star patinate dello showbusiness.

Nonostante la cantante sia da qualche tempo lontana dalle scene, la sua resta una vicenda dall’elevato appeal cinematografico, e infatti Lucas Webb della Fox Searchlight appare fortemente intenzionato a produrre un biopic dedicato all’artista, avendone già acquistato i diritti, assieme a quelli dell’adattamento del musical I Dreamed A Dream, che ne narrava la storia; il film appare dunque destinato ad essere una biografia dall’elevato contenuto musicale.

Fonte: Empire

Un bel mattino: recensione del film di Mia Hansen-Love

Un bel mattino: recensione del film di Mia Hansen-Love

Mia Hansen-Love torna dietro la macchina da presa con una storia dal grande impatto emotivo, Un bel mattino. Per il suo nuovo racconto impiantato nella sua Parigi, la regista sceglie Léa Seydoux nel ruolo della struggente Sandra, e ne esplora così l’animo in combutta fra una perdita che sempre più si affaccia nella sua vita e un amore appena sbocciato, con il quale dovrà fare i conti.

Come la stessa Hansen-Love afferma, Un bel mattino si ispira alla malattia del padre della regista, iniziando a scriverne la sceneggiatura quando egli era ancora in vita. Il film è stato presentato alla Quinzaine des Réalisateurs a Cannes e uscirà nelle sale italiane il 12 gennaio 2023.

Un bel mattino, la trama

Sandra (Léa Seydoux) è una madre single che lavora come interprete e si trova ad affrontare un momento di grande incertezza della sua vita: suo padre è malato e sempre meno autosufficiente, mentre l’incontro casuale con un vecchio amico, Clément (Melvil Poupaud), si trasforma presto in una relazione appassionata.

Clément però è sposato e lei non può abbandonarsi a questo grande amore come vorrebbe. Mentre cerca di venire a capo di quella sua nuova relazione, Sandra deve fare i conti anche con la consapevolezza della perdita del padre che, piano piano, si sta spegnendo davanti ai suoi occhi.

Un bel mattino Lea Seydoux

Il ritratto di una grande forza d’animo

Una sinfonia leggera e dolce, il cui testo nasconde però un significato profondo e sofferente. È questa la sensazione percepibile che si ha scorrendo fra le sequenze di Un bel mattino, mentre la macchina da presa immerge lo spettatore nell’apparente quotidianità tranquilla e ordinaria di Sandra. Ma se in superficie l’apparenza inganna, dando uno sguardo dentro si svela il tumulto di una donna provata dalle condizioni del padre debilitato, il cui ricordo di lei si sta affievolendo proprio come la sua vita, destinata a spegnersi.

La regista compone il racconto ammantandolo di colori pastello, chiari e vividi, con sullo sfondo la cornice di una Parigi che nasce e fiorisce nelle stagioni, per restituire una rappresentazione delicata di una donna che con eleganza, senza deturpare l’immagine di un tempo del padre, vive in anticipo un lutto che presto si consumerà. Lo vive a testa alta, nel silenzio del suo sguardo, in cui molto si focalizzano alcune scene, a volte accompagnate da una musica extradiegetica volta a enfatizzare i momenti di maggior pathos o valore.

Un dolore silenzioso ma presente

Mia Hansen-Love non vuole costruire attimi melodrammatici a livello di sceneggiatura, poiché il vero dolore non urla, non si espone, non parla. Si legge. L’estremo pudore delinea il ritratto di Sandra, elogiandone la sua immensa forza oltre che totale dedizione verso il proprio genitore. E mentre questo stesso dolore alberga nella protagonista, crescendo esponenzialmente e in parallelo con la malattia del padre, un amore improvviso arriva a farle una carezza, pronto a portare un po’ di pace nel suo cuore. Forse l’espediente narrativo della relazione adulterina con Clément poteva evitarsi, ma viene proposto in una modalità così tanto dolceamara da apprezzarla nella sua semplicità di essere un tipico cliché.

Amore e morte, lutto e vita, forza e fragilità, questi i capisaldi di Un bel mattino. Contrasti che si incontrano, spogliati di qualsiasi filtro e restituiti nella loro accezione più realistica, vera, autentica. Una pellicola che non lascia spazio ad altre interpretazioni, che vuole conciliare il bello della vita ma anche le sue sfumature ombrose, un inno ad essa ma anche un atto di consapevolezza verso la morte, l’ultima “compagna” con cui bisogna prima o poi fare i conti.

Un Batman inedito nelle action figure di Suicide Squad – foto

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Un Batman inedito nelle action figure di Suicide Squad – foto

Direttamente dalla New York Toy Fair, arrivano nuove action figure di Suicide Squad, e tra queste vediamo, nelle immagini di seguito, anche quella dedicata a un Batman inedito che, sappiamo, apparirà nel film.

Già in agosto, un report non confermato dal set diceva che in una scena, di cui abbiamo visto molte foto rubate, “Batman atterra sulla macchina di Joker, dentro la quale sono seduti il villain e Harley Quinn e la macchina sbanda, fino a finire in acqua. Batman lascia appena in tempo il tettuccio del veicolo”. Inoltre, lo stesso Ben Affleck era stato fotografato sul set.

Ecco le foto del Batman inedito 

GUARDA IL TRAILER DUE

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Suicide Squad si concentrerà sulle gesta di un gruppo di supercattivi dei fumetti DC che accettano di svolgere incarichi per il governo in modo da scontare le loro condanne.

Suicide Squad batman ineditoIl film arriverà al cinema il 5 agosto del 2016, mentre la data d’uscita italiana sarà probabilmente spostata nell’autunno.Nel cast vedremo Will Smith nei panni di Deadshot, Margot Robbie in quelli di Harley Quinn, Jay Courtney nel ruolo di Capitan Boomerang, Cara Delevingne sarà Enchantress, Joel Kinnaman nei panni di Rick Flag, Viola Davis nel ruolo di Amanda Waller e Jared Leto sarà l’atteso Joker.

Un bambino chiamato Natale, recensione del film con Maggie Smith

Un bambino chiamato Natale, recensione del film con Maggie Smith

Nella miriade di pellicole natalizie, su Netflix c’è un nuovo film sulla immortale formula del ‘c’era una volta’. Tratto dall’omonimo romanzo di Matt HaigUn bambino chiamato Natale di Gil Kenan porta sullo schermo la storia nascosta dietro a Babbo Natale, tra fantasia e realtà, magia e valori sinceri, per ricordare a tutti il vero spirito del giorno più bello dell’anno.

Un bambino chiamato Natale: la trama

La scorbutica Zia Ruth (Maggie Smith) deve trascorrere la notte della vigilia con i tre nipotini. Per far passare ai bimbi la nostalgia dei genitori – il padre è al lavoro e la mamma non c’è più – la vecchia zia racconta loro la storia del bambino chiamato Natale. Tanto tempo prima, in una umilissima baita in Finlandia viveva Nikolas, da sempre chiamato Natale dalla madre. Prima della sua morte, la donna raccontava a Nikolas le avventure del leggendario villaggio degli elfi, Elfhelm, un luogo magico.

Dopo aver perso la mamma, Nikolas viene lasciato solo con la zia dal padre falegname: l’uomo è stato mandato in missione dal Re per una spedizione verso le nevi del Nord, alla ricerca di qualcosa di magico che possa ridare speranza al villaggio ridotto in povertà. Temendo di perdere anche il papà, Nikolas si mette in viaggio per ritrovarlo: insieme al topolino parlante e alla renna Lampo, vive incredibili avventure. Tra elfi, fate e forti emozioni, scopre finalmente le origini del suo soprannome.

La storia dentro la storia

La storia della buonanotte è il leitmotiv di tutto Un bambino chiamato Natale. Il film è tratto dal romanzo per bambini di Matt Haig. Zia Ruth narra ai nipotini di Nikolas, bambino a sua volta ossessionato dalla storia di Elfhem che sua mamma gli raccontava ogni sera. Il film gioca tantissimo sui confini tra realtà e finzione che si celano nei racconti per l’infanzia. La magia si mescola a momenti ed emozioni che ogni bambino può vivere: la paura dell’abbandono, la voglia di scoprire il mondo attorno a sé, o addirittura la perdita di un genitore.

Nella storia che vive Nikolas, i nipotini di zia Ruth possono rispecchiarsi e trovare conforto: come loro, anche il ragazzino perde la mamma ma riesce ad andare avanti e a vivere avventure straordinarie.

Un bambino chiamato Natale film recensione
Cr: Larry Horricks/NETFLIX © 2021 Ne

Lo storytelling ne Un bambino chiamato Natale

L’universo è fatto di storie, non di atomi”, dice zia Ruth. Narrare storie è da sempre essenziale per l’uomo, affrontare la cruda realtà è più semplice se la condiamo con un bel racconto.  Zia Ruth fa questo per i nipoti: addolcisce un evento traumatico come la morte del genitore adornandolo di magia e avventura. Il piacere di poter visualizzare sullo schermo un racconto così fantasioso, è notevole per lo spettatore. Tra atmosfere pittoresche, effetti speciali e tinte fantasy, le immagini costruite superano l’immaginazione. L’attenzione prestata alla costruzione del mondo fantastico in cui vive Nikolas aggiunge valore a Un bambino chiamato Natale, permettendo al lungometraggio di distinguersi tra i tanti film natalizi.

Il ruolo di Maggie Smith

Un bambino chiamato Natale non sarebbe lo stesso racconto senza Maggie Smith a fare da voce narrante. L’attrice è ormai un volto iconico dei film fantasy per bambini: è la professoressa Minerva McGranitt nella saga di Harry Potter, nonché nel cast di film come Hook di Spielberg o Tata Matilda e il grande botto. Maggie Smith è nota anche per i suoi ruoli in costume, come quello della Contessa Violet nella serie Downtown Abbey.

Il suo atteggiamento altezzoso, cinico e buffo, in tutto e per tutto inglese, la rendono perfetta per la parte della zia apparentemente fredda e temibile ma dal cuore d’oro. E con le sue parole, riesce a confortare l’animo dei nipoti tanto quanto quello dello spettatore.

Un bambino chiamato Natale maggie smith
© 2021 Netflix US, LLC – Studiocanal SAS

Un dramma per l’infanzia?

Un bambino chiamato Natale non spicca per la comicità. Per molti aspetti sembra più che altro un film drammatico, seppur rivolto ai bambini. I momenti toccanti sono consistenti, i temi trattati non di poca importanza: inserire tre lutti in una pellicola per l’infanzia ha un peso notevole. Le frasi importanti, profonde e moralistiche sono inserite di continuo tra gli eventi strampalati.

Forse l’aspetto drammatico è un po’ troppo enfatizzato, considerando il genere di film. In ogni caso, non si disprezza mai un po’ di profondità, raramente riscontrabile nelle pellicole natalizie e nei cinepanettoni che dominano questo periodo dell’anno.

Un bacio: il regista Ivan Cotroneo e il cast presentano il film

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Un bacio: il regista Ivan Cotroneo e il cast presentano il film

L’ultimo film scritto e diretto da Ivan Cotroneo, Un bacio, viene presentato alla presenza di un folto pubblico dei ragazzi dei licei romani presso l’Auditorium Parco della musica, è anche il primo film che viene presentato all’interno dell’iniziativa CityFest con la quale la Fondazione Cinema per Roma promette cinema nelle sale dell’Auditorium per tutto l’anno.

Il cast, con il trio di ragazzi protagonisti, Rimau Grillo Ritzberger, Valentina Romani e Leonardo Pazzagli, i produttori, la sceneggiatrice Monica Rametta e il regista Ivan Cotroneo rispondono alle domande di stampa e pubblico.

Qual è stato il percorso del film? Ivan Cotroneo risponde dicendo che il film nasce come adattamento del romanzo omonimo che lui stesso ha scritto ispirandosi a diversi fatti di cronaca, la sceneggiatura è stata poi portata a Indigo film e alla Titanus, dove ha convinto il produttore a ritornare a produrre per il grande schermo dopo anni di sola fiction. Il film intende parlare ai ragazzi  attraverso le loro stesse parole,  per questa ragione il film e prima la sceneggiatura sono state testate con le scuole, per vedere se la strada percorsa era quella giusta.

Quali sono state le reazioni alla storia, e soprattutto alla scena del bacio tra Antonio e Lorenzo? Il regista risponde che la reazione dei ragazzi che vedono il film, soprattutto quelli delle scuole è naturale e legata alla cultura in cui vivono e crescono: reagiscono per come gli è stato insegnato che è giusto reagire per essere accettati dal gruppo. Il bullismo è generato da questo: rifiutare chi si comporta in modo diverso dal gruppo, mentre ognuno dovrebbe tenere care le proprie differenze, perchè queste sono la propria ricchezza.

I tre protagonisti sembrano però cercare una strada per essere approvati, per diventare popolari ognuno per sé, non c’è una visione collettiva.

Anche a questo commento Cotroneo risponde dicendo che il problema di fondo è che gli anni del liceo sono un incubo, che tutti dobbiamo attraversare. I tre protagonisti cercano di farlo nel modo più indolore possibile, non è mero individualismo, è spirito di sopravvivenza che determina anche la creazione di mondi paralleli immaginari in cui i tre si rifugiano: per Lorenzo è un mondo in cui tutto va bene, è amato da tutti ed è una popstar di successo, Blu ha le sue lettere alla se stessa del futuro, Antonio immagina invece di parlare con suo fratello, che prima è una coscienza rassicurante, poi inizia a soffocarlo.Un bacio Ivan Cotroneo

Un Bacio recensione del film di Ivan Cotroneo

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Un Bacio recensione del film di Ivan Cotroneo

Un bacio castLorenzo, Blu e Antonio sono tre adolescenti che vivono in una piccola cittadina del Nord Est, ognuno di loro ha delle caratteristiche che lo fa definire “sfigato” agli occhi del compagni di scuola. I tre decidono allora di darsi sostegno a vicenda, finchè le regole dell’attrazione e la necessità di essere accettati non si metteranno in mezzo.

Dopo la commedia La kryptonite nella borsa, in cui  le vicende di una famiglia napoletana un po’ disfunzionale negli anni ’70 facevano da sfondo all’educazione sentimentale di un bambino, Ivan Cotroneo torna alla regia per il cinema con un film che affronta un tema molto drammatico, sebbene con un tocco leggero: omofobia e bullismo tra i banchi di scuola.

Un bacio viene presentato da diversi mesi in anteprima ai ragazzi coetanei dei protagonisti sullo schermo che poi, a fine proiezione, si confrontano con il regista e cast sulla storia.

Un argomento complicato da affrontare in un Paese che ha difficoltà a riconoscere le coppie di fatto e in cui ancora, un bacio tra due persone dello stesso sesso è accolto da risatine.

Il film quindi racchiude nel suo stesso titolo la semplicità che questa azione rappresenta: un bacio, una dimostrazione di affetto e amore, che invece in alcuni casi genera violenza e discriminazione.

I tre ragazzi del film, esordienti sullo schermo e coetanei dei personaggi che incarnano, rappresentano ognuno un dropout in cui ognuno di noi si è ritrovato forse almeno una volta nel periodo della scuola superiore: la ragazza facile, il ragazzo diverso, lo scemo. La storia del film si sviluppa intorno al cerchio di sicurezza che i tre creano tra di loro, creando un mondo a parte  rispetto alla scuola, ma che inevitabilmente, ci con il mondo reale torna a scontrarsi.

I riferimenti cinematografici sono tanti, ma tra molti quello più evidente è quello legato al cinema anni ’80 di John Hughes, quello di Breakfast club e Bella in rosa, anche in questo caso, storie apparentemente leggere di adolescenti che cercano di sopravvivere agli anni del liceo.

Il film esce in sala il prossimo 31 marzo in 180 copie.Un bacio Ivan Cotroneo

Un appuntamento per la sposa recensione del film di Rama Burshtein

Michal (Noa Kooler) ha 32 anni e sta per sposarsi. Tuttavia, durante la cena di prova in vista del grande evento, appena un mese prima, il suo promesso le confessa di non essere innamorato di lei. La grande fede di Michel in Dio le permette di non scoraggiarsi né perdersi d’animo; stufa della vita da single la donna decide di non annullare le nozze, tenendo presente che “Ho il luogo, il vestito, l’appartamento. Dio mi troverà sicuramente un marito!”

Dopo aver esordito al 69 Festival di Venezia con La sposa promessa e suscitando l’interesse di critica e pubblico, la regista israeliana Rama Burshtein torna in competizione al Lido nella sezione Orizzonti con Un appuntamento per la sposa, in uscita nelle sale italiane a partire dall’8 giugno.

Rispetto al precedente, il tono di Un appuntamento per la sposa si fa più leggero; la regista si serve ampiamente dei canoni tipici della wedding comedy americana pur rileggendoli in una chiave totalmente originale.

Con l’ottima Noa Kooler nei panni della protagonista, vista come una atipica Bridget Jones, la pellicola si presenta come una commedia pop dalle tinte drammatiche che riesce a combinare ironia e situazioni surreali; Burshtein si dimostra pertanto in grado di commissionare i generi senza perdere di vista il suo temo prediletto e caposaldo della prima pellicola, quale quello della religione.

Azzardandosi a giocare e rileggendo in chiave ironica i meccanismi del complesso sistema culturale e religioso della comunità hassidica, Burshtein pone la figura femminile al centro della vicende, relegando quasi il genere maschile ai margini e rendendo l’uomo un mero accessorio atto solo a compiere la missione di Michal; sono infatti le donne – la madre, le amiche, la sorella – coloro che hanno un ruolo davvero significativo all’interno della vita della (quasi) futura sposa.

Un appuntamento per la sposa mostra una profonda riflessione sul nostro personale senso di solitudine, sui nostri obbiettivi e sulla caparbietà di ognuno di riuscire nei propri intenti, anche quando il mondo sembra muovere contro; la Burshtein risulta una regista capace di calibrare meticolosamente ogni elemento, regalandoci una commedia fresca in grado di alternare la malinconia sottesa alle battute ironiche, senza mai sprecarsi.

Un anno fa ci lasciava Paul Walker: tutti i suoi film per ricordarlo

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Un anno fa ci lasciava, in un tragico incidente d’auto, Paul Walker, l’attore che proprio in una quattro ruote è entrato nella storia del cinema, grazie al franchise di Fast And Furious.

Di seguito una gallery di tutti i suoi film più importanti per ricordarlo:

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Paul William Walker IV nasce in California il 12 Settembre del 1973, primo dei cinque figli di un pugile quasi professionista e di una modella. Facile quindi rintracciare nel suo DNA le tracce che caratterizzeranno la sua carriera: la prestanza fisica e la bellezza.

Paul inizia in fasce la sua carriera di modello: è un bebè quando appare in uno spot della Pampers, è adolescente quando invece calca le scene, che gli portano un discreto riscontro, di alcune soap opera e serie tv da adolescenti: Febbre d’amore, Il mio amico Arnold e Autostop per il cielo.

Nel frattempo coltiva la sua passione per il mare e la biologia marina, in cui si diploma al college. Questi studi gli garantiranno, ma solo nel 2006, il suo unico ruolo da protagonista in un format televisivo, nella serie della National G …. CONTINUA

Un anno difficile: prenota il tuo biglietto gratis con Cinefilos.it

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Cinefilos.it offre la possibilità di vedere al cinema, gratis e in anteprima, Un anno difficile, in sala dal 30 novembre con I Wonder Pictures in collaborazione con Unipol Biografilm Collection. La commedia è diretta da Olivier Nakache e Eric Toledano (Quasi Amici) e vede protagonisti Pio Marmaï e Jonathan Cohen. I registi parteciperanno alle proiezioni.

Per avere la possibilità di ottenere un biglietto gratuito, inviare una email all’indirizzo [email protected] specificando NOME, COGNOME, CITTA’ E CINEMA.

Di seguito l’elenco delle sale disponibili:

  • DOMENICA 26/11 UN ANNO DIFFICILE MILANO, COLOSSEO 15:00     biglietti disponibili 20X2
  • DOMENICA 26/11 UN ANNO DIFFICILE MILANO, UCI BICOCCA 17:00 biglietti disponibili 20×2
  • LUNEDÌ 27/11 UN ANNO DIFFICILE  ROMA, ADRIANO  21:00 biglietti disponibili 30×2
  • MARTEDÌ 28/11 UN ANNO DIFFICILE NAPOLI, THE SPACE 21:00 biglietti disponibili 20×2
  • MERCOLEDì 29/11 UN ANNO DIFFICILE FIRENZE, MULTISALA PRINCIPE 21:00 biglietti disponibili  20X2

I biglietti omaggio saranno ritirabili, nel limite dei posti disponibili, segnalando il proprio nominativo alle casse del cinema il giorno stesso della proiezione. I biglietti omaggio sono ritirabili e garantiti fino a 30 minuti prima l’inizio della proiezione.

I Wonder Pictures in collaborazione con Unipol Biografilm Collection è lieta di annunciare il tour italiano di anteprime in esclusiva della brillante commedia francese UN ANNO DIFFICILE, diretta da Olivier Nakache e Éric Toledanogià noti per il clamoroso successo del film campione d’incassi Quasi Amici – nei cinema italiani dal 30 novembre. Per l’occasione, i due registi saranno presenti in sala per presentare il film.

Un Anno Difficile, la trama

UN ANNO DIFFICILE narra la storia di due amici incorreggibili, Albert e Bruno (Pio Marmaï e Jonathan Cohen). Uno vive di espedienti e l’altro ha una vita privata disastrosa, ma entrambi sono al verde e pieni di debiti a causa del loro consumismo compulsivo. Con queste premesse, i due un giorno decidono di unirsi a un gruppo ambientalista, attratti soprattutto dalla birra e dalle patatine offerte alle riunioni. Nel tentativo poco convinto di ricostruirsi una vita e cambiare atteggiamento, verranno coinvolti e trascinati da una serie di persone dominate dai propri ideali, giovani attivisti, allarmisti climatici, sostenitori della giustizia sociale e dell’eco-responsabilità. Riusciranno Albert e Bruno a trovare la via della redenzione?

Un Anno difficile, il trailer

Un anno di Disney+: i film e le serie più viste sulla piattaforma

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A un anno dall’arrivo di Disney+ in Italia, ecco quali sono stati i film e le serie più viste sulla piattaforma della Casa di Topolino.

Top 10 serie su Disney+
The Mandalorian è la serie più popolare con quasi il 51% che è quasi il doppio rispetto a WandaVision che è al secondo posto. Nel grafico a seguire, possiamo vedere che nella top 10 il franchise di Star Wars occupa il 57% dell’interesse del pubblico di Disney+, in Italia.

Top 10 film su Disney+
Per confermare il trend delle serie, anche sul versante film 4 dei film in top 10 in Italia appartengono al franchise di Star Wars: Star Wars: Gli ultimi Jedi, Star Wars: Il risveglio della Forza, Guerre stellari e Star Wars: Episodio II – L’attacco dei cloni.

Un Anno da Leoni: Trailer Italiano Ufficiale

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Un Anno da Leoni: Trailer Italiano Ufficiale

Tre amanti di birdwatching, gareggiano al concorso North American Big Year, ognuno di loro deve avvistare il maggior numero di uccelli più rari durante il corso di un anno.

Un anno con Salinger: la storia vera dietro il film

Un anno con Salinger: la storia vera dietro il film

Una delle personalità più affascinanti e misteriose del mondo della letteratura è senz’altro J. D. Salinger, l’autore del celebre Il giovane Holden che proprio dopo aver pubblicato questo romanzo si ritirò sempre più a vita privata, fino a scomparire del tutto senza più rilasciare alcuna intervista né pubblicare qualcosa di nuovo. Proprio questa sua scelta così radicale lo ha fatto diventare ulteriormente celebre per la regola secondo cui meno si appare più si è sulla bocca di tutti. I suoi fan non smisero infatti mai di pensarlo e di scrivergli e proprio sulle lettere indirizzate nel tempo allo scrittore si fonda il racconto del film Un anno con Salinger.

Diretto da Philippe Falardeau, anche regista di Monsieur Lazhar e The Bleeder – La storia del vero Rocky Balboa, il film ripercorre le vicende di un’assistente presso l’agenzia letteraria che aveva come cliente lo stesso Salinger. Una storia vera, questa, tratta dal romanzo autobiografico di Joanna Rakoff in cui si riflette proprio sulla vita e l’importanza di Salinger ma anche sul trovare la propria strada senza emulare pedissequamente i maestri. Da alcuni descritto come un “Il diavolo veste Prada nel mondo dell’editoria”, il film parte infatti dall’aura del celebre scrittore per raccontare in realtà il percorso di formazione di una nuova scrittrice.

Un film leggero, divertente, commovente, che non ha mancato di entusiasmare i propri spettatori, sia che questi fossero alla ricerca di una commedia con lezioni di vita sia che fossero alla ricerca di curiosità sul grande Salinger. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla storia vera. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Un anno con Salinger cast

La trama e il cast di Un anno con Salinger

Nella New York degli anni Novanta Joanna, una giovane aspirante scrittrice, ottiene un lavoro come assistente di Margaret, un’agente letteraria, che vanta tra i suoi autori il celebre e misterioso J. D. Salinger, autore de “Il giovane Holden“, che vive volutamente da recluso e lontano dalle luci della ribalta. Il compito di Joanna è molto semplice: rispondere in modo impersonale alla montagna di lettere che lo scrittore riceve ogni giorno dai suoi fan. Leggendo l’emozione e la stima che le persone trasmettono con le loro parole, la ragazza si rifiuta però di adottare la risposta imposta dall’agenzia e inizierà a risponde ai lettori in modo più originale. Le conseguenze, però, non tarderanno a presentarsi.

Ad interpretare Joanna vi è l’attrice Margaret Qualley, vista in C’era una volta a… Hollywood ma anche nella miniserie Maid e nel film Drive-Away Dolls. L’attrice Sigourney Weaver interpreta invece la sua datrice di lavoro Margaret, mentre nel ruolo di J. D. Salinger si ritrova Tim Post. Completano poi il cast gli attori Douglas Booth nel ruolo di Don, il ragazzo di Joanna, Colm Feore – noto per il ruolo di Reginald Hargreeves nella serie The Umbrella Academy – in quello di Daniel e Hamza Haq in quello di Karl, ex compagno di Joanna. Seána Kerslake ricopre il ruolo di Jenny, mentre Brían F. O’Byrne è Hugh.

La storia vera dietro Un anno con Salinger

Come anticipato, il film è basato sul romanzo autobiografico omonimo di Joanna Rakoff, la quale nel 1996, all’età di 23 anni, accettò un lavoro presso una delle più antiche agenzie letterarie di New York, la Harold Ober Associates. All’insaputa di Rakoff, l’agenzia curava gli interessi dello scrittore J. D. Salinger, notoriamente restìo a mostrarsi pubblicamente. Durante il suo periodo di lavoro presso l’agenzia, Rakoff aveva dunque il compito di rispondere alla grande quantità di lettere dei fan che Salinger riceveva e venne incaricata di rispondere con una risposta generica che spiegava che lo scrittore semplicemente non leggeva la posta dei fan e dunque non era possibile contattarlo.

Un anno con Salinger storia vera

Rakoff, tuttavia, non riuscì a nascondere la commozione suscitata da quelle lettere e iniziò a scrivere risposte personalizzate. Il suo periodo all’agenzia – che coincise con la pubblicazione in forma di romanzo unico dei racconti di Salinger oggi noti sotto il nome di “Hapworth 16, 1924” –  le permise di farsi notare come scrittrice e di incontrare in diverse occasioni lo stesso Salinger. I loro incontri sono poi stati dalla Rakoff descritti proprio nel suo romanzo autobiografico. Successivamente al suo periodo di lavoro presso la Harold Ober Associates, Rakoff svolse altri lavori nel mondo dell’editoria, fino a pubblicare il suo primo romanzo, A Fortunate Age, nel 2009.

Nel 2010, a seguito della scomparsa di Salinger, Rakoff ha creato un documentario radiofonico sullo scrittore e la sua corrispondenza con i fan per BBC Radio 4, intitolato Hey Mr Salinger. Prima della messa in onda di questo, la sceneggiatura è circolata nell’industria editoriale britannica, un editore l’ha letta e si è messo in contatto con Rakoff, incoraggiandola a espandere la sceneggiatura in un libro di memorie sul periodo in cui ha lavorato per l’agenzia. Questo libro di memorie è così diventato il secondo libro di Rakoff; intitolato My Salinger Year, pubblicato nel 2014 con ampio successo di critica.

Il trailer di Un anno con Salinger e dove vedere il film in streaming e in TV

Sfortunatamente il film non è presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 21 febbraio alle ore 21:10 sul canale Rai Movie. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.

Un Amore: trailer della nuova serie con Stefano Accorsi e Micaela Ramazzotti

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Debutterà in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW nella settimana della festa degli innamorati, dal 16 febbraio, Un Amore, la nuova serie Sky Original creata da Stefano Accorsi e Enrico Audenino di cui viene rilasciato oggi il trailer ufficiale. Una serie in sei episodi prodotta da Sky Studios e Cattleya, parte di ITV Studios, con il Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo e con il sostegno della Regione Emilia-Romagna, attraverso Emilia-Romagna Film Commission.

Una storia d’amore che resiste al tempo e alla distanza, per una serie diretta da Francesco Lagi e ambientata fra Bologna e la Spagna. Un Amore racconta, lungo due linee temporali distinte, fra presente e passato, un legame indissolubile, quello fra Ale e Anna, nato per caso e fatto solo di lettere di cui nessuno sa nulla, scambiate per una vita intera. A guidare il cast, due degli attori più amati del cinema e della tv italiani, i vincitori del David di Donatello Stefano Accorsi (La dea fortuna, Veloce come il vento, L’ultimo bacio, 1992-1993-1994) e Micaela Ramazzotti (La pazza gioia, Gli anni più belli, La felicità, La tenerezza).

Per la regia di Francesco Lagi, Un Amore è una serie e scritta da Enrico Audenino, Giordana Mari, Teresa Gelli, Francesco Lagi, Stefano Accorsi.

Nel cast anche Alessandro Tedeschi (Blocco 181, Il Colibrì, Chiamami ancora amore) che interpreta Guido, il marito di Anna, Andrea Roncato (Ricordati di me, Il cuore grande delle ragazze, Il Signor Diavolo), Ivan Zerbinati (La Porta Rossa 3, Il ragazzo invisibileSeconda generazione, Non mi lasciare) e Camille Dugay (Django, Cuore Sacro). Con loro anche Luca Santoro e Beatrice Fiorentini nei panni dei giovani Alessandro e Anna. E con la partecipazione di Ottavia Piccolo (7 minuti, Tu la conosci Claudia?, La famiglia), che nella serie sarà Teresa, madre di Alessandro.

La trama di Un Amore

Alessandro e Anna, poco più che maggiorenni, si conoscono casualmente durante un viaggio Interrail in Spagna. È una calda estate di fine anni ‘90 e i due si innamorano subito. Le loro vite però sono molto più complicate del destino che li ha uniti e presto i due sono costretti a separarsi. Negli anni restano legati da un intenso rapporto epistolare, senza riuscire mai a trovare il coraggio di vedersi. Tuttavia, a vent’anni dal loro primo incontro e ormai adulti, si ritrovano a Bologna. Il loro sentimento, mai esauritosi nel tempo, si dovrà scontrare con le interferenze di una realtà più complessa di quella che avevano creato solo attraverso le parole.

Un Amore: recensione dei primi due episodi della serie Sky con Micaela Ramazzotti e Stefano Accorsi

“Abbiamo due amori nella vita, uno possibile con cui costruire, uno impossibile con cui vivere in sogno ciò che avrebbe potuto essere”, scriveva Massimo Bisotti nel suo Un anno per un giorno, una frase che sembra trovare il suo emblematico esempio in Anna e Alessandro, protagonisti – e appassionati amanti – della nuova serie Sky Original Un Amore. Come accadeva per One Day di Netflix, anche nel prodotto diretto da Francesco Lagi si racconta un amore che va oltre il tempo e i chilometri che fisicamente separano due persone. Soprattutto se la vicinanza non la si intende come qualcosa di corporeo, ma piuttosto percettivo.

Che si trova nel sentire, nelle connessioni del cuore e nelle vibrazioni della pancia, le quali legano indissolubilmente due individui pur essendo materialmente separati. È questa la forza dell’amore, quello vero, scevro di opportunismo e frivolezze, immune agli anni che passano e alle influenze esterne. Potrebbe essere anche qualcuno che conosciamo da poco, ma con il quale sembra aver vissuto una vita intera in pochi giorni, e ci pare di conoscere da sempre. In fondo non importa la quantità del tempo trascorso, ma la qualità e l’intensità dell’esperienza provata. Può capitare, però, che la nostra anima gemella rimanga un desiderio o una magia eterna, e proprio perché tale si trasforma in qualcosa di indelebile, incisa dentro la pelle. Perché poi, alla fine, c’è da fare i conti con la realtà, con ciò che ci circonda, con quel che crediamo sia giusto e non possiamo o vogliamo accantonare, e che deriva da scelte che sì, magari sappiamo rimpiangeremo.

Un Amore, in arrivo su Sky dal 16 febbraio, proprio in coincidenza con la settimana di S. Valentino, parla di tutto questo attraverso gli sguardi, le bocche e i sorrisi dei rodati e Micaela Ramazzotti, e degli ancora freschi ma ottimi Luca Santoro e Beatrice Fiorentini, versioni young di Alessandro e Anna, di cui si può apprezzare tutto l’appeal scenico.

Un Amore, la trama

In una calda estate degli anni Novanta, Anna e Alessandro si incontrano in un viaggio Interrail verso la Spagna. Lui è da solo, zaino spalla, vuole raggiungere quella fetta di terra che sembra essere la fine del mondo. Lei è con le amiche, direzione Barcellona. Sono giovani, belli, spensierati. Per volere del fato il treno li lascia in una stazione di un paesino spagnolo dove erano scesi, e i due si ritrovano a doversi arrangiare insieme in attesa dell’arrivo di un altro convoglio. Basta poco, uno scambio di sorrisi e sguardi per accendere un sentimento fra loro, che però non si consuma a causa della gravidanza di lei, la quale a Bologna ha persino un fidanzato che l’aspetta. Il tempo trascorso, però, in cui viene registrato ogni attimo, li unisce nel profondo, e quando è il momento di separarsi Anna e Alessandro si promettono di non vedersi mai più, ma di scriversi sempre. Per evitare, a detta di lei, che possa scappare insieme ad Alessandro e mollare la sua vita oramai avviata qualora dovesse reincontrarlo. Circa vent’anni dopo, in un salto temporale, li vediamo entrambi sistemati: ognuno ha un partner, il proprio lavoro dei sogni, eppure il pensiero l’uno dell’altro non è mai sbiadito. E così, quando Alessandro arriva a Bologna per andare a trovare la madre, decidono finalmente di rivedersi. Ma si sa, quando si lascia anche di poco aperta una porta, e la si decide di attraversare, non si sa mai dove essa possa portare…

Un Amore Ramazzotti Accorsi

Fra passato e presente

Scorre su due binari sovrapposti, Un Amore. Quello del passato e del presente, le cui impronte di passi solcati scandiscono i momenti che Anna e Alessandro vivono prima nel bollente sole spagnolo e poi nell’ uggioso cielo bolognese. Il tema è fra i più classici e universali di sempre, l’amore, il quale genera nei protagonisti un trasporto viscerale ed emotivo, che coltivano in maniera non proprio comune, ossia attraverso uno scambio epistolare, quasi fossero una coppia d’altri tempi. Da quell’incontro sull’Interrail niente è più come prima per entrambi, e pur decidendo di andare ognuno per la propria strada, Alessandro e Anna non si sono mai realmente separati. Le loro mani si stringono ancora, vivono l’uno nel pensiero e nelle parole – potenti – dell’altro.

La scelta di dividere il racconto su due piani narrativi, che si intrecciano sequenza dopo sequenza, sciorinati attraverso un montaggio alternato, è quanto più saggia e calzante. Lagi ci introduce ai protagonisti con dolcezza, partendo con una carrellata di ricordi: siamo prima negli anni Novanta, i colori sono accesi, segno di una giovinezza e di un tempo luminoso che Anna e Ale vorrebbero durasse per sempre. Quando ci spostiamo nel presente, pur essendo le nuance più fredde, ritroviamo la stessa luce del passato, solo che adesso è emanata dai protagonisti stessi e non più da un buon uso della fotografia. Regia e sceneggiatura, in un perfetto connubio, accarezzano teneramente i loro beniamini a ogni frame, cogliendo anche le più impercettibili espressioni del viso e del cuore con estrema delicatezza e cura. Un lavoro ben riuscito, esaltato da Ramazzotti e Accorsi che regalano una performance estremamente intima, sincera e naturale dei loro rispettivi personaggi, attraverso cui riusciamo a recepire ogni loro sussulto, imbarazzo, battito cardiaco.

La preziosità del pensiero e delle parole

Come detto in apertura, Un Amore affronta diverse tematiche racchiuse nella storia d’amore di Anna e Alessandro. Una delle riflessioni più rilevanti che emerge sin dai primi due episodi – gli unici che abbiamo visionato ma che ci hanno dato concreta dimensione del racconto – riguarda l’oramai velocità con cui si assorbono le cose, a volte persino i sentimenti. Oggi siamo abituati ad andare di fretta, a non elaborare i nostri pensieri, a non confrontarci con essi. Ci sono i messaggi, lettere digitate frettolosamente, su cui forse non ci soffermiamo neanche. Anna e Alessandro dimostrano invece, attraverso le lettere, quanto sia importante concedersi dei momenti per pensare, comprenderci e comprendere l’altro, quasi come a volerci dare un consiglio. Scrivere e leggere equivale in un certo senso a fermare la realtà che abbiamo attorno a noi, per dedicarci unicamente all’ascolto di noi stessi e di quello dell’altro.

È anche un modo per interrogarsi sulle scelte compiute, come succede ai protagonisti. Anna e Alessandro si chiedono, senza dirlo esplicitamente, se non vedersi più sia stata l’opzione migliore, se il loro amore meritava di essere anche concretamente vissuto, e cosa nel corso della loro vita hanno sbagliato e su cosa invece possono aggiustare il tiro. Sono queste le domande in cui ci si imbatte e che almeno una volta hanno attanagliato la quotidianità di chiunque. E forse se nel corso della visione ci si sente così partecipi e legati ad Anna e Alessandro, è perché ciò che fa Un Amore è parlare di qualcosa che tocca tutti, nessuno escluso. Loro siamo noi, esseri umani in cerca di risposte, di conferme, di voglia di rimettere in prospettiva una vita per amore, se ne vale la pena.

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