Sono uscite ben sette character poster di Inception, che svelano anche alcuni dettagli dei vari personaggi del kolossal di Christopher Nolan.
7 nuovi poster per Inception!
Sono uscite ben sette character poster di Inception, che svelano anche alcuni dettagli dei vari personaggi del kolossal di Christopher Nolan.
Ciascuna locandina mostra uno dei protagonisti, descritto dalla tagline: Leonardo DiCaprio è l’Estrattore, Ken Watanabe è il Turista, Joseph Gordon-Levitt è l’Uomo Punto (The Point Man), Marion Cotillard è l’Ombra, Ellen Page è l’Architetto, Tom Hardy è il Contraffattore, Cyllian Murphy è l’Obiettivo. La spiegazione di questi nomi non è ben chiara, anche se sappiamo che il personaggio di Ellen Page è davvero un architetto (ma che lavora anche sulla manipolazione dei sogni) e che Cyllian Murphy è l’obiettivo della missione del team di Leonardo DiCaprio (incaricato di “impiantare” una idea).
7 nuovi poster per Inception!
Sono quattro i nuovi banner promozionali di Inception pubblicati da VirginMedia e ScreenWeek, tutti molto suggestivi. Potete vederli cliccando sulle miniature sottostanti:
Intanto, continua il virale del film. Mentre per le strade di Chicago sono comparsi dei nuovi poster dedicati al “furto dei pensieri” e altri crimini della mente, è online il “terzo livello” del gioco Mind Crime, a questo indirizzo: http://www.mind-crime.com/stage3.
E’ simile al secondo livello – il nuovo livello contiene, nel gameplay, anche dei personaggi chiamati “servizio di sicurezza dell’inconscio”, armati di pistola, che spareranno al giocatore nel caso lo identifichino. Inoltre sono stati aggiunti anche due nuovi oggetti: un orologio che rallenta il tempo, e occhiali da sole che impediscono di essere identificati. La creazione delle mappe è diventata molto ricca, e si possono aggiungere cinema, torri, magazzini e molto altro, e vengono sbloccati mano a mano che si procede nel gioco. Poi si può controllare la difficoltà di gioco o stabilire i livelli di sicurezza per impedire che altri “rubino” i propri asset. Sicuramente nei prossimi giorni, proprio come accaduto nel primo e nel secondo livello, verranno sbloccati nuovi contenuti del film come premi di gioco… Inception uscirà il 16 luglio 2010 negli USA, da noi 3 settembre 2010.
7 Minuti: recensione del film di Michele Placido
7 Minuti è stato presentato all’undicesima edizione della Festa del Cinema di Roma e arriverà nelle sale italiane il 3 novembre. Cosa sei disposto a fare pur di lavorare? Potrebbe essere racchiusa in questa domanda apparentemente semplice – ma in realtà carica di insidie – la nuova fatica da regista di Michele Placido, dal titolo 7 Minuti.
I proprietari di un’azienda tessile italiana cedono la maggioranza della proprietà a una multinazionale. Sembra che non siano previsti licenziamenti: operaie e impiegate possono quindi tirare un sospiro di sollievo. Ma c’è una piccola clausola nell’accordo che la nuova proprietà vuole far firmare al Consiglio di fabbrica. Undici donne dovranno perciò decidere per sé e in rappresentanza di tutta la fabbrica, se accettare la richiesta dell’azienda.
Ispirandosi a una storia vera avvenuta in Francia nel 2012, Placido e lo sceneggiatore Stefano Massini mettono in scena una storia dalle radici lontane ma sempre di grande attualità, fortemente legata alla società in cui viviamo; una società che ci ha insegnato soltanto ad avere paura del futuro, a scendere a compromessi, ad accettare passivamente qualsiasi condizione, anche umiliante.
7 Minuti, il film di Michele Placido
Servendosi di una struttura dall’impianto teatrale e dal forte richiamo internazionale, il film racconta di undici donne di nazionalità diverse chiamate a decidere in pochissimo tempo del loro futuro, in un crescendo tensivo molto ben costruito dove emergono personalità, bisogni e disperazione.
Lo spazio circoscritto dettato dall’ambiente unico in cui si svolge principalmente il film (la fabbrica) si sposa alla perfezione con una regia che punta a stare letteralmente addosso alle sue “combattenti” (diverse per estrazione sociale, per modo di porsi l’una nei confronti dell’altra, per idee e capacità di ascolto), enfatizzando così la potenza drammaturgica non solo dei dialoghi, ma dell’intera storia.
Ambra Angiolini, Cristiana Capotondi, Violante Placido, Maria Nazionale, Fiorella Mannoia e Ottavia Piccolo sono tutte carismatiche e sorprendenti nel loro rappresentare degli archetipi che fungono da specchio di una società che esiste e di una condizione (non solo femminile) che riguarda in prima persona anche lo spettatore, sia quello che hai già combattuto le sue battaglie, sia quello che si affaccia per la prima volta alle difficoltà e alle impervie del mondo del lavoro.
Nonostante un didascalismo che in alcuni momenti spezza la discreta riuscita generale del prodotto, 7 Minuti è un film che rivendica l’importanza della messa in discussione, del dialogo come momento di aggregazione e confronto, della forza individuale e collettiva come slancio per riuscire davvero a cambiare le cose, e non pensare sempre che il nostro destino possa essere imposto e deciso dagli altri.
7 minuti: lavoro e precariato secondo Michele Placido
Il lavoro fa parte della nostra vita adulta. Avere un lavoro per tutta la vita era un tempo una sicurezza, un argomento scontato, adesso è spesso un miraggio per le nuove generazioni.
Trovare un lavoro e tenerselo stretto diventa quindi l’obiettivo di molti, a qualsiasi condizione.
Partendo da questa contesto, molto comune in Italia e in buona parte dell’Europa, 7 minuti, nuovo film diretto da Michele Placido, mette in scena la storia di 11 donne che devono decidere il destino di una fabbrica, quella in cui lavorano e quella di loro stesse, di come vivranno con la loro coscienza a seconda della decisione che prenderanno.
Il film ha radici da una storia vera: alcuni anni fa alcune operaie di una fabbrica francese combatterono contro i loro datori di lavoro per avere i propri diritti riconosciuti, e non prevaricati.
Le donne del film di Placido sono sottoposte a un ricatto dalla nuova proprietà della fabbrica, una multinazionale francese, che richiede di contenere i costi.
Le undici donne sono tutte diverse tra loro: alcune hanno 35 anni di lavoro sulle spalle, hanno visto i propri diritti calpestati o riconosciuti a fatica, altre non sanno di avere diritti, altre ancora hanno semplicemente paura di perdere il lavoro e non potere così più mantenere la propria famiglia.
7 Minuti recensione del film di Michele Placido
Il cast è eterogeneo e con nomi importanti: Ottavia Piccolo, che ritorna sul grande schermo dopo tanti anni di assenza, Ambra Angiolini, la cantante e attrice napoletana Maria Nazionale, Cristiana Capotondi, Violante Placido e Fiorella Mannoia. Lo stesso Michele Placido appare in un ruolo.
La storia si sviluppa tutta in una stanza, come il film da cui Placido si è ispirato per la messa in scena: La parola ai giurati di Sidney Lumet, in cui 10 uomini dovevano decidere della colpevolezza o innocenza di un loro pari.
Nella storia raccontata da Michele Placido e presentata nella selezione dell’ultima Festa del cinema di Roma invece viene messo in discussione il destino di una moltitudine di persone e posto il dubbio su cosa si sia disposti a fare pur di mantenere il proprio posto di lavoro.
Un po’ come accadeva in Due giorni, una notte, dei fratelli Dardenne in cui però la risposta ad un ricatto della proprietà metteva a repentaglio il posto di una sola operaia, interpretata da Marion Cotillard.
7 minuti è in uscita nelle nostre sale il prossimo 3 novembre.
7 minuti: cosa siete disposti ad accettare per il posto di lavoro? Il dibattito social
Accettereste una pausa pranzo di soli 7 minuti pur di non perdere il posto? È successo davvero. Michele Placido ha portato al cinema la storia realmente accaduta di un gruppo di operaie costrette a scegliere fra la dignità e lo stipendio sicuro. Parliamone insieme su twitter.
Arriva sempre il momento in cui ci mettono di fronte a una decisione difficile. Una di quelle che sembrano formalità, e invece hanno implicazioni enormi.
7 Minuti recensione del film di Michele Placido
Per mantenere il posto di lavoro viene chiesto alle operaie di ridurre di 7 minuti una pausa pranzo che era già stata ridotta a 15 in una precedente trattativa. Quella pausa pranzo che anni prima era di un’ora adesso diventerebbe di 8-7 minuti… Loro una decione l’hanno presa. Ora tocca a voi.
Mettiti nei loro panni. Vogliamo sapere cosa ne pensi e cosa faresti tu. Partecipa al dibattito su twitter e usa gli hashtag:
7 giorni all’Havana, il film corale che sarà presentato a Cannes ’12
7 giorni all’Havana,
film corale che sarà presentato nella sezione Un certain
regard dell’edizione 2012 del Festival di Cannes,
è l’affresco contemporaneo di una delle città più
suggestive del Mondo: la Havana.
7 giorni a Entebbe: il cast e la storia vera dietro il film
Ci sono storie talmente incredibili, eppure reali, da non poter che diventare materiale per il cinema. Da sempre infatti questo si relaziona con quanto accade nel mondo, reinterpretandolo e consegnandolo a futura memoria. Un recente e apprezzato film di questo filone è 7 giorni a Entebbe, diretto nel 2018 da José Padilha. Questi è divenuto celebre grazie ai film Tropa de Elite e RoboCop, con i quali ha dato prova di possedere ottime qualità per la regia di film d’azione e di tensione pura. Con il titolo qui approfondito, Padilha ha così avuto modo di misurarsi con una vera storia di terrorismo, un caso che ha tenuto il mondo con il fiato sospeso per diversi giorni.
A scrivere la sceneggiatura vi è l’apprezzato Gregory Burke, che rielabora un noto episodio del 1976, già affrontato anche in diversi altri film. Quella qui raccontata è però una visione più ampia dell’accaduto, che presenta anche una serie di coordinate politiche e sociali particolarmente utili alla comprensione dell’accaduto. Con un cast di attori internazionali, le riprese del film si sono svolte nella città di Malta. Proprio qui la troupe ha assistito all’atterraggio di un aereo realmente dirottato, riuscendo ad inserire riprese di questo all’interno della pellicola.
Presentato in anteprima al Festival di Berlino, 7 giorni ad Entebbe è stato accolto da pareri contrastanti, come contrastanti sono le opinioni sulla vicenda realmente avvenuta e qui riproposta. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla vera storia dietro il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
7 giorni a Entebbe: la trama del film
Ambientato nel 1976, il film ripercorre la vicenda del dirottamento di un aereo dell’Air France diretto a Tel Aviv. Quattro terroristi, capitanati da Wilfried Bose, richiedono infatti al governo israeliano un riscatto di 5 milioni di dollari e la liberazione di 53 militanti palestinesi, detenuti in diverse località. In attesa di una risposta, l’aereo atterra ad Entebbe, rimanendo lì per 7 giorni. Nel momento in cui il governo israeliano decide di non portare avanti la negoziazione, la questione diventa critica. Mentre una squadra di salvataggio tenta di liberare gli ostaggi, i passeggeri del volo dovranno confrontarsi con degli irrequieti criminali, i quali non faranno attendere una loro risposta.
7 giorni a Entebbe: il cast del film
Protagonisti del film sono una serie di grandi attori di nazionalità diverse. Ad interpretare il capo dei terroristi, Wilfried Bose, vi è infatti Daniel Brühl, divenuto celebre grazie al film Rush, dove interpreta Niki Lauda. La candidata all’Oscar per Gone Girl, Rosamund Pike, è invece Brigitte Kuhlmann, membro del gruppo di terroristi. L’attore Eddie Marsan interpreta invece Shimon Peres, ministro della difesa israeliano all’epoca dell’evento. Lior Ashkenazi è invece il presidente Yitzhak Rabin. L’attore Nonso Anozie, noto per film come Artemis Fowl e Cenerentola, è invece il celebre dittatore ugandese Idi Amin. Si ritrova infine, nel piccolo ruolo di un soldato, anche l’attore Tomer Kapon, celebre per il ruolo di Frenchie in The Boys.
7 giorni a Entebbe: la vera storia dietro il film
Il dirottamento del volo Air France 139 ha luogo il 27 giugno del 1976. Partito da Tel Aviv e diretto a Parigi, questo fa prima scalo ad Atene, dove si imbarcano anche quattro terroristi. Si tratta di due palestinesi del Fronte popolare per la liberazione della Palestina, e di due tedeschi delle Revolutionäre Zellen. In breve, questi presero il controllo del volo, obbligando i piloti a fare rotta per Entebbe, in Uganda. Il volo contava in quel momento 248 passeggeri. Ai quattro terroristi se ne aggiunsero poi altri quattro, i quali richiesero un riscatto di 5 milioni di dollari e la liberazione di una cinquantina di attivisti favorevoli alla liberazione della Palestina. Il 29 giugno, i dirottatori liberarono infine 140 passeggeri, trattenendo però 105 cittadini israeliani ed ebrei.
Dopo degli infruttuosi negoziati, il presidente israeliano Yitzhak Rabin decide di pianificare un’imponente operazione militare, sostenuta dal ministro della difesa. Nella notte tra il 3 e il 4 luglio, circa 190 soldati atterrarono segretamente all’aeroporto di Entebbe. Rapidamente questi arrivarono al terminal dove si trovavano i terroristi, uccidendoli tutti, ma facendo anche due vittime e 10 feriti tra gli ostaggi. Dopo essersi dovuti confrontare con i soldati ugandesi, l’esercito israeliano riuscì a ripartire con gli ostaggi in direzione di Tel Aviv. L’operazione, che durò all’incirca 50 minuti è passata alla storia come “Operazione Fulmine” o anche “Operazione Entebbe”. Da quel momento, Israele ebbe la forza di dimostrare la propria predisposizione alla guerra piuttosto che ai negoziati.
7 giorni a Entebbe: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di 7 giorni a Entebbe grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 30 gennaio alle ore 21:20 sul canale Rai 4.
7 film tratti da videogiochi che non hanno deluso le aspettative
Arriverà nelle nostre sale il prossimo giovedì, 16 Marzo, Tomb Raider, reboot del franchise tratto dal videogioco omonimo che porterà sul grande schermo una giovane Lara Croft interpretata da Alicia Vikander.
Prima di lei Angelina Jolie era entrata nei panni del personaggio in due pellicole uscite rispettivamente nel 2001 (Lara Croft: Tomb Raider) e nel 2003 (Tomb Raider: La culla della vita).
Tomb Raider – il nuovo trailer
In occasione della release della pellicola, CBR ha stilato una personale classifica di quelli che sono gli adattamenti cinematografici di videogiochi più riusciti degli ultimi anni e che non hanno affatto deluso le aspettative:
1Dragon Age: Redemption

Questa piccola web series a basso budget ha mostrato tutta la passione dei suoi creatori che hanno rispettato il materiale originale. La trilogia di videogiochi Dragon Age di Bioware ha infatti costruito un mondo incredibile per gli amanti della fantasia, ed è qualcosa che ci dà la speranza di vedere un progetto del genere trasferito sul grande schermo.
7 film che hanno lo 0% su Rotten Tomatoes
Come ben saprà chi ama il cinema, Rotten Tomatoes è un sito dedicato alla settima arte in cui i film vengono votati, secondo percentuali di gradimento, da critici, critici celebri e dal pubblico, un sistema democratico e onnicomprensivo. La somma complessiva di questi voti quindi corrisponde a un indice abbastanza democratico e attendibile della bontà o meno del film.
Di seguito ecco 7 film che hanno ottenuto in punteggio tondo di… 0%:
[nggallery id=1900]
Il sito si compone di tre votazioni: quella dei critici, quella dei critici top e quella del pubblico. Le votazioni complessive finali di ciascuna delle tre categorie sono espresse in percentuale.
Per le votazioni
dei critici e dei critici top sono indicati quanti di essi hanno
dato una recensione positiva (fresh), quanti hanno dato invece una
recensione negativa (rotten), il numero di recensioni totali e la
votazione media in decimi.
Per le votazioni del pubblico sono indicati il numero totale dei votanti e la votazione media, compresa in una scala da 1 a 5.
Per ottenere un giudizio complessivo positivo (espresso in percentuale) un film deve ricevere una valutazione positiva da parte di più della metà dei critici e degli spettatori che lo hanno visto (almeno 60%). Le votazioni dei critici e del pubblico sono indipendenti: un film può ottenere un giudizio negativo da parte dei critici ma essere comunque di gradimento per il pubblico o viceversa.
7 donne e un mistero: trailer del nuovo film di Alessandro Genovesi
Margherita Buy, Diana Del Bufalo, Sabrina Impacciatore, Benedetta Porcaroli, Micaela Ramazzotti, Luisa Ranieri e Ornella Vanoni sono le protagoniste di 7 Donne e un mistero, il film scritto da Alessandro Genovesi e Lisa Nur Sultan e prodotto da Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa per Wildside, società del Gruppo Fremantle, e WARNER BROS. ENTERTAINMENT ITALIA.
Diretto da Alessandro Genovesi 7 Donne e un mistero uscirà in sala il 25 dicembre distribuito da Warner Bros. Pictures.
La trama di 7 Donne e un mistero
Ambientato nell’Italia degli anni ’30, 7 Donne e un mistero racconta le concitate ore che seguono l’inspiegabile omicidio di un+ imprenditore, nonché marito e padre, al centro di un variopinto gruppo di donne che, dopo essersi riunite nella villa di famiglia per celebrare insieme la vigilia di Natale, si trovano costrette ad affrontare e rivelare l’un l’altra segreti e sotterfugi per cercare di risolvere un mistero che in qualche modo le riguarda tutte. Sono infatti tutte sospettate, chi sarà l’assassina?
7 Donne e un mistero, il poster
7 Donne e un mistero: teaser trailer del nuovo film di Alessandro Genoves
Warner Bros Italia ha svelato oggi la prima foto ufficiale ed il teaser trailer di 7 Donne e un mistero di Alessandro Genovesi, tratto dal film di François Ozon 8 FEMMES. Nel cast, in ordine alfabetico, con Margherita Buy, Diana Del Bufalo, Sabrina Impacciatore, Benedetta Porcaroli, Micaela Ramazzotti, Luisa Ranieri e con Ornella Vanoni.
Ambientato nell’Italia degli anni ’30, 7 Donne e un mistero racconta le concitate ore che seguono l’inspiegabile omicidio di un imprenditore, nonché marito e padre, al centro di un variopinto gruppo di donne che, dopo essersi riunite nella villa di famiglia per celebrare insieme la vigilia di Natale, si trovano costrette ad affrontare e rivelare l’un l’altra segreti e sotterfugi per cercare di risolvere un mistero che in qualche modo le riguarda tutte. Sono infatti tutte sospettate, chi sarà l’assassina?
Il film, scritto da Alessandro Genovesi e Lisa Nur Sultan, è prodotto da Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa per Wildside, società del Gruppo Fremantle, e WARNER BROS. ENTERTAINMENT ITALIA. 7 Donne e un mistero sarà al cinema dal 25 Dicembre, distribuito da Warner Bros. Pictures.

7 donne e un mistero, recensione del film di Alessandro Genovesi
Alessandro Genovesi firma la sua ultima pellicola, 7 donne e un mistero, e lo fa ispirandosi alla prima versione del film diretta dal francese di François Ozon uscita quasi vent’anni fa, che anch’essa traeva spunto dall’omonima opera teatrale risalente al 1958, scritta da Robert Thomas.
7 donne e un mistero, un adattamento
L’immediata differenza apportata da Genovesi rispetto alla storia di partenza, è, prima di ogni altra, nel titolo: le donne là erano otto. La seconda riguarda il genere, in quanto Ozon aveva fondamentalmente fatto un musical, anche se ciò che permane e che il regista di 10 giorni con Babbo Natale mantiene viva rielaborandola, è senza dubbio la linea comica.
La pièce uscita alla fine degli anni 50, infatti, era stata parte di un genere che stava iniziando a diffondersi proprio in quegli anni: la commedia thriller. E l’effetto finale che regala 7 donne e un mistero, è proprio un condensato dei due stili, con tutte le chicche del caso.
Le protagoniste
Innanzi tutto, il cast di cui il film dispone è orchestrato in maniera ideale. La capofamiglia è Margherita (Margherita Buy) signora borghese e snob, sposata con Marcello e madre di Caterina (Benedetta Porcaroli) e Susanna (Diana Del Bufalo), che è appena rincasata da Milano per le festività natalizie. Insieme a loro vivono la nonna (una spassosa Ornella Vanoni) e la zia Agostina (Sabrina Impacciatore) e a servire tutti nella grande casa barocca e dalle note kitsch, c’è l’affascinante governante Maria (Luisa Ranieri).
I costumi, le pettinature e i colori con cui tutto è assemblato, sono parte integrante della storia e della linea dei personaggi, nonché dell’intenzione narrativa e stilistica che il regista, insieme alla sceneggiatrice Lina Nur Sultan, tracciano percorrendo un giallo deduttivo intriso di sarcasmo, chiaramente portato avanti dalle interpretazioni delle attrici mattatrici.
L’Enigma della camera
chiusa
La trama è strutturata attorno al cosiddetto “enigma della camera chiusa”, nel quale un gruppo di persone si trovano in uno spazio comune e, quando all’improvviso si scopre l’assassinio di uno di loro, s’innesca la caccia al colpevole con relative reciproche accuse e – soprattutto – svelamento degli altarini di ciascuno. In particolar modo nei confronti del rapporto che ognuno aveva veramente col morto.
L’atmosfera ricreata dagli ambienti, dall’aria che si respira tramite la messinscena e la recitazione spesso impettita delle donne, fa calare nello charme degli anni 30, nonostante la semplicità dei dialoghi e la forzatura nella resa di alcune battute.
Ma questo non importa molto, a dire il vero. 7 donne e un mistero regala la complicità relazionale che le interpreti hanno instaurato tra loro nel corso delle riprese, e lascia trasparire il loro divertimento nel calarsi in quei ruoli, una su tutte: Ornella Vanoni.
Un crime a base di leggerezza
L’impianto crime del film dà un sapore elegante anche all’attrazione che la storia suscita. E rende davvero il prodotto finale perfetto per l’intrattenimento da festività natalizie, non fosse altro che il periodo in cui i fatti si stanno svolgendo è proprio quello. Ciò che in assoluto fa funzionare tutto è la leggerezza con cui viene condotta la storia e quel senso svagato che man mano restituiscono i movimenti che s’innescano tra i personaggi, una sorta di distacco da quello che in parte era stato promesso, a favore di un’armonia tutta al femminile, in barba agli uomini che le fanno bisticciare. In fondo il caso da risolvere e i rospi che le protagoniste via via sputano, sono un pretesto per poi dire qualcos’altro, anche se viene accennato sempre con quella noncuranza paciosa e goliardica. E quel che resta è il gusto per i grandi classici che funzionano sempre, anche quando all’acqua di rose.
7 Donne e un mistero, l’incontro con i protagonisti
È stato presentata l’anteprima del nuovo film di Alessandro Genovesi, 7 Donne e un mistero, con un cast interamente al femminile, come si deduce facilmente dal titolo, e che è una versione meno cupa e più ridanciana rispetto alla sua ispirazione del 2002 diretta da François Ozon che di donne, però, ne aveva una in più. Il film di Ozon è tra l’altro a sua volta tratto dalla pièce teatrale Huit Femmes di Robert Thomas del 1958.
Il cast quasi interamente riunito di fronte ai giornalisti, insieme al regista, la sceneggiatrice e i produttori, avvolge tutta la sala di charme e parecchie risate. Genovesi, praticamente unico uomo del gruppo, viene subito preso di mira.
«Penso che per il povero Alessandro non sia stato facile lavorare con un cast di sole donne. Sette, per giunta», ride Luisa Ranieri, che nel film interpreta la domestica partenopea e affascinante: «Si rifugiava nello sgabuzzino, scappava», continua Micaela Ramazzotti.
«Be’, ci sono cose più facili», sorride sornione il regista, che ammette che sia stato uno dei film più belli da lui girati fino ad oggi.
«Ho cercato di concentrare tutta l’essenza del film nei colori, le pettinature e la comicità delle protagoniste», prosegue Genovesi, che poi passa la parola alla sceneggiatrice Lisa Nur Sultan: «Desideravamo fare un film di Natale, che quindi facesse venire voglia d’immergersi in un’atmosfera domestica pittoresca, ricca di suggestioni appartenenti a un mondo di festività d’altri tempi». E lo scopo è stato sicuramente raggiunto, considerando anche la complicità giocosa che si respira tra le attrici.
8 donne e un mistero, quello francese di Ozon, aveva un’aria quasi morboso, per alcuni aspetti, come spiega sempre Sultan: «Era un testo scritto negli anni 50, noi l’abbiamo voluto modernizzare, usando un linguaggio più fresco».
Di tutto il nutrito cast inizia a prendere la parola Sabrina Impacciatore, raccontando che l’esperienza vissuta è stata anzitutto umana: «Ero terrorizzata. Mi chiedevo come sarebbe potuta andare su un set con tutte queste donne. Ma poi mi sono resa conto che noi donne riusciamo a raggiungere una complicità molto più elevata di quanto riesca un gruppo di uomini». E anche Margherita Buy è dello stesso avviso: «È stata un’occasione per osservare il lavoro delle altre. Cosa insolita anche per me, che sto spesso per i cavoli miei», ride. Luisa Ranieri, più pacata, dichiara che non fosse affatto spaventata: «Perché è normale che in un set all’inizio ci si annusi», ma a sua volta racconta dell’arricchimento innanzitutto umano che è stato il gruppo, nel quale ognuna si confrontava con l’altra quando sedevano la mattina al trucco.
E al coro si uniscono Micaela Ramazzotti e Benedetta Porcaroli, la “piccina” del gruppo: «Per me è stato più un onore che altro!», dice.
Il discorso lo riprende Alessandro Genovesi: «Per me è stato molto importante generare questa dinamica goliardica tra loro, perché volevo girare un giallo, ma che fosse inquinato dalla commedia, che è la cosa che penso mi riesca meglio. Ho deciso di eliminare l’elemento musicale che è stata una scelta specifica di Ozon, così come l’ottava donna del cast, che rappresentava una sorta di tata. Luisa Raniera era più che sufficiente per la parte della governante».
Il regista si lascia poi andare ad uno scherzoso pronostico: «Se dovessi immaginarmi uno spin-off sarebbe in una versione coatta in romanesco».
In ogni caso, uscire con un film così familiare sotto Natale, può far stimolare tanti interrogativi. Come ad esempio come muoversi e che posizione prendere di fronte al desiderio di vendetta: «Non penso che questo sia un film sulla vendetta», interviene Ranieri, «Piuttosto si parla degli altarini che si nascondono in ogni famiglia».
«Aprire i vasi di Pandora in famiglia non è mai una passeggiata», continua Benedetta Porcaroli, «Ma farlo così ha tutt’altro sapore!».
Margherita Buy, Diana Del Bufalo, Sabrina Impacciatore, Benedetta Porcaroli, Micaela Ramazzotti, Luisa Ranieri e Ornella Vanoni sono le protagoniste di 7 Donne e un mistero, il film scritto da Alessandro Genovesi e Lisa Nur Sultan e prodotto da Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa per Wildside, società del Gruppo Fremantle, e WARNER BROS. ENTERTAINMENT ITALIA. Il film sarà in sala il 25 dicembre distribuito da Warner Bros.
7 Donne e un mistero su SKY e NOW
Alessandro Genovesi dirige la divertentissima commedia con delitto tutta al femminile 7 Donne e un mistero, in onda domenica 11 dicembre alle 21.15 su Sky Cinema Uno (e alle 21.45 anche su Sky Cinema Christmas), in streaming su NOW e disponibile on demand.
Remake di successo di Otto donne e un mistero di François Ozon, il film vanta un cast stellare tutto al femminile, con – in ordine alfabetico – Margherita Buy, Diana Del Bufalo, Sabrina Impacciatore, Benedetta Porcaroli, Micaela Ramazzotti, Luisa Ranieri e con la partecipazione straordinaria di Ornella Vanoni. Il film è una produzione WILDSIDE e WARNER BROS. ENTERTAINMENT ITALIA, distribuito nelle sale italiane da Warner Bros. Pictures.
La trama
Ambientato nell’Italia degli anni ’30, 7 DONNE E UN MISTERO racconta le concitate ore che seguono l’inspiegabile omicidio di un imprenditore, nonché marito e padre, al centro di un variopinto gruppo di donne che, dopo essersi riunite nella villa di famiglia per celebrare insieme la Vigilia di Natale, si trovano costrette ad affrontare e rivelare l’un l’altra segreti e sotterfugi per cercare di risolvere un mistero che in qualche modo le riguarda tutte. Sono infatti tutte sospettate, chi sarà l’assassina?
7 DONNE E UN MISTERO fa parte anche della programmazione di Sky Cinema Christmas, canale dedicato ai film a tema natalizio e ai titoli più amati da vedere con tutta la famiglia che fino al 31 dicembre si accenderà al canale 303 di Sky. Giunto alla sua dodicesima edizione, conta oltre 50 titoli e tra questi, oltre a 7 DONNE E UN MISTERO, anche le prime visioni CHI HA INCASTRATO BABBO NATALE? (già disponibile su Sky e NOW) e A CHRISTMAS STORY CHRISTMAS (il 6 dicembre alle 21.15 su Sky Cinema Christmas).
7 dias en la Habana – Trailer
7 dias en la Habana, sette episodi di
sette registi che raccontano ciascuno con il prorpio sguardo
l’anima di Cuba: Benicio DEL TORO, Pablo TRAPERO, Julio
MEDEM, Elia SULEIMAN, Juan Carlos TABIO, Gaspard NOÉ e Laurent
CANTET. Selezione ufficiale Un Certain Regard al Festival di Cannes 2012 dall’8 giugno al
cinema in Italia!
7 Days in Hell: Trailer del film parodia con Kit Harington
Il network americano della HBO ha diffuso il primo promo di 7 Days in Hell, il film che vede protagonista Kit Harington e Andy Samberg.
Il film è una parodia dei documentari via cavo che durerà circa 45 minuti e segue le vicende del cattivo ragazzo nonché star del tennis Aaron Williams (Samberg) e il suo acerrimo avversario Charles Poole (Kit Harington), in un lungo, sanguinoso match di sette giorni avvenuto a Wimbledon.
Nel cast del filma anche Karen Gillan, Lena Dunham, Michael Sheen, Mary Steenburgen, Will Forte, Howie Mandel e Fred Armisen, oltre alle stelle del tennis John McEnroe e Serena Williams. Scritto da Murray Miller (“Girls”, “King of the Hill”) e diretto da Jake Szymanski (SNL Digital Shorts, Mike e Dave), 7 Days in Hell sarà presentato su HBO l’11 Luglio.
7 Days in Havana: recensione del film
In 7 Days in Havana: Sette giorni, sette episodi, uno per ogni giorno della settimana. Sette famosi ed affermati registi, che conoscono e amano Cuba, ci raccontano e ci presentano, ognuno a suo modo, un’ Avana inedita, nascosta e lontana dalle banalità turistiche tipiche del luogo. Una città unica e poliedrica dove i confini e i limiti tra sacro e profano, dramma e passione, sono labili e confusi; una città dove povertà e ricchezza convivono senza distinzioni nette e si mescolano in un clima dove musica e arte, religiosità e depravazione, si percepiscono nell’aria che si respira.
7 days in Havana è un film che parla di speranze disilluse o mai frustrate, è un film che racconta le difficoltà e le battaglie di chi invece della fuga sceglie di rimanere e lottare, giorno dopo giorno, moltiplicando le proprie attività nonostante una laurea in medicina. E’ un film che mostra l’Avana religiosa e unita da grande socialità popolare così come il suo volto superstizioso ed esoterico.
7 days in Havana è un film tratto da una serie di racconti firmati dal famoso scrittore cubano Leonardo Padura che per l’occasione ha curato anche la sceneggiatura di alcuni episodi. Padura è uno dei principali esponenti della cultura cubana nel mondo, figlio della generazione che ha fatto la rivoluzione e che durante la rivoluzione è cresciuto.
Nei sette episodi che coincidono con i sette giorni della settimana, i personaggi così come le storie si intersecano e i protagonisti di un episodio li ritroviamo come personaggi secondari in uno successivo. 7 days in Havana è un film a tratti intenso e sicuramente eterogeneo, ogni regista ha voluto raccontare la sua Avana secondo il proprio punto di vista e sopratutto secondo il proprio stile. Quasi documentaristico il modo scelto da Pablo Trapero per il suo “Jam session” in cui racconta la visita di Emir Kosturica, in perenne stato di ebbrezza alcolica, a Cuba per ritirare un premio per il suo film “Maradona”.
Uno stile sempre oscillante tra l’ironico e il poetico per il bravissimo regista palestinese Elia Suleiman, “Diary of beginner”, che presenta l’episodio forse migliore pur rinunciando a veri dialoghi ma affidandosi a splendide istantanee dal grande impatto visivo ed emotivo. Cantet e Noe’ puntano su un’Avana mistica e fortemente immersa in una religiosità estrema e disperata che spesso tende a cedere a reminiscenze pagane e tribali, figlie di antiche e radicate superstizioni. Quindi gli episodi probabilmente più toccanti, “La tentacion di Cecilia” di Medem e “Dulce Amargo” di Tabìo, in cui alla vitalità e alla passionalità che serpeggia per le caotiche vie della città si contrappone il desiderio della fuga, vista come unica soluzione e scelta possibile per sfuggire alla miseria di ogni giorno.
Benicio del Toro apre il film con il primo episodio, “El Yuma”, cui sceneggiatura è stata curata dallo stesso Padura, ma onestamente è il corto che ha suscitato meno interesse, quello che è oggettivamente piaciuto meno. Il bravissimo attore, all’esordio dietro la macchina da presa, racconta senza convincere molto una storia alquanto pigra e banale in cui si inquadra un’ Avana notturna e spregiudicata dove gli eccessi e le stravaganze si accompagnano ad una quotidiana caduta dei costumi.
7 days in Havana è un film che racconta e descrive una città incredibilmente viva e vitale, nonostante i palazzi fatiscenti e dagli intonaci scrostati e le auto sovietiche che si alternano alle splendide vetture americane anni ’50. Un’Avana che vive nonostante l’embargo, nonostante le mille difficoltà quotidiane, i balck-out continui e le acrobazie di ingegneri e dottori che si inventano pasticceri o meccanici per comprare le scarpe ai propri figli. Un film che ci permettere di conoscere meglio una città e sopratutto chi la abita, non con gli occhi del solito turista occidentale ma con gli occhi di chi osserva questi ultimi non senza un pizzico di fastidio.
La musica, il ballo, l’intensità degli affetti, la voglia di scappare e la paura di farlo, la fede e la superstizione, un insieme di immagini, suoni e sensazioni che meritano di essere vissuti in queste due ore che scorrono piacevolissime. 7 days in Havana è stato prodotto dalla Fullhouse e dalla Morena Films in collaborazione con l’Havana Club che dal 2007 promuove finanziariamente iniziative per diffondere la cultura cubana nel mondo. Distribuito in Italia dalla BIM distribuzione, uscirà nelle sale il prossimo 8 giugno.
7 colpi di scena che il pubblico non aveva previsto
Ogni spettatore ama essere sorpreso: quando ad un certo punto del film la narrazione, che fino ad allora procedeva spedita senza scossoni particolari, subisce il trattamento del “plot twist”, allo shock di quanto visto corrisponde sempre il piacere dell’inaspettato.
E la storia del blockbuster è pieno di esempi, dalla saga di Star Wars ai cinecomic Marvel, passando per il cinema d’autore di M. Night Shyamalan (un vero maestro nell’arte dei plot twist).
I migliori colpi di scena della storia del cinema
Ecco allora di seguito 7 colpi di scena svelati in celebri pellicole che il pubblico non aveva minimamente previsto:
1Kylo Ren uccide Snoke

Nei due anni trascorsi dall’uscita de Il Risveglio della Forza e Gli Ultimi Jedi, i fan di Star Wars hanno teorizzato molte ipotesi sull’identità del leader supremo Snoke e sulle sue motivazioni.
Chi è veramente Snoke? Come ha incontrato Kylo Ren? Perché è così interessato a Rey? Purtroppo la risposta a queste domande non verrà mai fornita (per quanto ne sappiamo), dal momento che In uno dei momenti Kylo Ren ha messo fine allesistenza del personaggio in una sequenza sconvolgente de Gli Ultimi Jedi.
Nulla toglie che nel prossimo episodio, J.J.Abrams non troverà il modo di ampliare il discorso su Snoke e sulle sue origini, dunque non ci resta che attendere l’uscita del film e incrociare le dita.
7 attori che hanno recitato nel MCU e nel DCEU
Laurence Fishburne, che presto sarà nelle sale con Ant-Man and The Wasp (oggi esce in America, in Italia arriverà il 15 agosto), è soltanto l’ultimo della lista di attori che nel corso degli anni è apparso sia nel Marvel Cinematic Universe che nel DC Extended Universe.
Scopriamo di seguito gli altri nomi che forse vi saranno sfuggiti:
Laurence Fishburne (L’Uomo d’Acciaio, Batman v Superman: Dawn of Justice / Ant-Man and The Wasp)
Come detto qui sopra,
Laurence Fishburne esordirà nel MCU nei panni del
dottor Bill Foster, ex collega di Hank Pym in
Ant-Man and The Wasp (e c’è chi specula sul fatto
che sia lui il vero villain del film). Qualche anno fa invece era
apparso in L’Uomo d’Acciaio e Batman v Superman
nel ruolo di Perry White, caporedattore del Daily Planet.
Ayelet Zurer (L’Uomo d’Acciaio / Daredevil)
Ayelet
Zurer ha interpretato la madre naturale di Superman
ne L’Uomo d’Acciaio di Zack
Snyder prima di apparire nella serie targata Netflix di Daredevil con il ruolo
di Vanessa Marianna, gallerista che attraeva l’attenzione del
villain Kingpin.
Zachary Levi (Thor: The Dark World, Thor: Ragnarok / Shazam!)
Zachary Levi ha
vestito i panni del guerriero Fandral nella saga di Thor
subentrando al posto di Joshua Dallas in Thor: The Dark
World e Thor: Ragnarok. Per la DC Film sarà
invece il supereroe Shazam! nello standalone in
uscita il prossimo anno, diretto da David F. Sandberg.
Florence Kasumba (Wonder Woman / Black Panther)
Florence
Kasumba ha debuttato nel MCU interpretando la guardia del
corpo di T’Challa in Captain America: Civil
War, riprendendo lo stesso ruolo in Black
Panther e Infinity War. I più attenti
l’avranno notata anche nel cinecomic DC Wonder
Woman, tra le fila delle amazzoni di Themyscira.
Adewale Akinnuoye-Agbaje (Suicide Squad / Thor: The Dark World)
È probabile che non
ricordiate la presenza di Adewale
Akinnuoye-Agbaje in nessun film del MCU o del DCEU, questo
perché in entrambi i casi l’attore era coperto da un massiccio
make-up. Tuttavia è stato Killer Croc in Suicide Squad e Algrim in
Thor: The Dark World.
Callan Mulvey (Batman v Superman: Dawn of Justice / Captain America: The Winter Soldier)
Callan
Mulvey si è fatto notare nei panni di Anatoli
Knyazev, il sicario ingaggiato da Lex Luthor che rapisce Martha
Kent in Batman v Superman, ma è anche apparso in
un ruolo piuttosto simile in Captain America: The Winter
Soldier, interpretando l’agente dell’HYDRA Jack
Rollins.
Kobna Holdbrook-Smith (Justice League / Doctor Strange)
Kobna Holdbrook-Smith
ha interpretato il fisioterapista che aiuta il protagonista durante
la sua riabilitazione in Doctor Strange, mentre è
apparso di recente anche in Justice League nei panni
del Detective Crispus Allen (nei fumetti è chiamato
Spectre).
69°Mostra del Cinema Di Venezia. Sezione Orizzonti in Streaming
68° Premi David di Donatello: tutti i premiati, vince Le Otto Montagne
Si è appena conclusa la cerimonia di premiazione dei 68° Premi David di Donatello, andata in onda in prima serata su RaiUno. A portare a casa il maggior numero di statuette sono stati Esterno Notte, il grande favorito La stranezza e Le Otto Montagne che, a sorpresa ha portato a casa il premio più prestigioso, Miglior Film.
- MIGLIOR FILM – Le otto montagne – Prodotto da Wildside una società del gruppo Fremantle; Rufus; Menuetto; Pyramide Productions; Vision Distribution; in collaborazione con Elastic; con la partecipazione Canal+ e Ciné+; in collaborazione con Sky. Per la regia di Felix Van Groeningen, Charlotte Vandermeersch
- MIGLIOR REGIA – Marco Bellocchio per il film Esterno notte
- MIGLIOR ESORDIO ALLA REGIA – Giulia Louise Steigerwalt per il film Settembre
- MIGLIORE SCENEGGIATURA ORIGINALE – Roberto Andò, Ugo Chiti, Massimo Gaudioso per il film La stranezza
- MIGLIORE SCENEGGIATURA NON ORIGINALE – Felix Van Groeningen, Charlotte Vandermeersch per il film Le otto montagne
- MIGLIOR PRODUTTORE – Angelo Barbagallo per Bibi Film; Attilio De Razza per Tramp Limited; con Medusa Film e Rai Cinema per il film La stranezza
- MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA – Barbara Ronchi per il film Settembre
- MIGLIORE ATTORE PROTAGONISTA – Fabrizio Gifuni per il film Esterno notte
- MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA – Emanuela Fanelli per il film Siccità
- MIGLIORE ATTORE NON PROTAGONISTA – Francesco Di Leva per il film Nostalgia
- MIGLIORE AUTORE DELLA FOTOGRAFIA – Ruben Impens per il film Le otto montagne
- MIGLIORE COMPOSITORE – Stefano Bollani per il film Il pataffio
- MIGLIORE CANZONE ORIGINALE – “Proiettili (Ti mangio il cuore)” musica di Joan Thiele, Elisa Toffoli, Emanuele Triglia, testi e interpretazione di Elodie, Joan Thiele per il film Ti mangio il cuore
- MIGLIORE SCENOGRAFIA – Per la scenografia: Giada Calabria – per l’arredamento: Loredana Raffi per il film La stranezza
- MIGLIORI COSTUMI – Maria Rita Barbera per il film La stranezza
- MIGLIOR TRUCCO – Enrico Iacoponi per il film Esterno notte
- MIGLIOR ACCONCIATURA – Desiree Corridoni per il film L’ombra di Caravaggio
- MIGLIORE MONTAGGIO – Francesca Calvelli con la collaborazione di Claudio Misantoni per il film Esterno notte
- MIGLIOR SUONO – Presa Diretta: Alessandro Palmerini – Post-Produzione: Alessandro Feletti – Mix: Marco Falloni per il film Le otto montagne
- MIGLIORI EFFETTI VISIVI – VFX – Marco Geracitano per il film Siccità
- MIGLIOR FILM INTERNAZIONALE – The Fabelmans di Steven Spielberg (01 Distribution)
- PREMIO CECILIA MANGINI AL MIGLIOR DOCUMENTARIO – Il Cerchio di Sophie Chiarello
- DAVID GIOVANI – L’ombra di Caravaggio di Michele Placido
- MIGLIOR CORTOMETRAGGIO – Le variabili dipendenti di Lorenzo Tardella
- DAVID DELLO SPETTATORE – Il grande giorno di Massimo Venier
- DAVID ALLA CARRIERA – Marina Cicogna
- DAVID SPECIALE – Isabella Rossellini – Enrico Vanzina
66° Premi David di Donatello: 11 maggio la cerimonia di premiazione su RaiUNO
Carlo Conti conduce la 66ª edizione dei Premi David di Donatello in diretta martedì 11 maggio su Rai 1 dalle ore 21.25, con la regia di Maurizio Pagnussat. La cerimonia, che si svolgerà alla presenza dei candidati di tutte le categorie, sarà trasmessa dagli storici studi televisivi “Fabrizio Frizzi” e dal prestigioso Teatro dell’Opera di Roma.
Nel corso della serata Laura Pausini canterà dal Teatro dell’Opera di Roma una versione esclusiva del brano ‘Io si’, il singolo premiato agli ultimi Golden Globes come migliore canzone originale, tratto dal film La vita davanti a sé di Edoardo Ponti con Sophia Loren. La cantante, nominata ai Premi Oscar® 2021, è stata inoltre protagonista della novantatreesima edizione degli Academy Awards con un’esibizione del brano.
David di Donatello 2021: tutti i nominati della 66° edizione
Durante la cerimonia di premiazione saranno
consegnati venticinque David di Donatello, un
David alla Carriera, due David Speciali e tre targhe
denominate David 2021 – Riconoscimento d’Onore.
Il David alla Carriera 2021 andrà a Sandra Milo, straordinaria
interprete per registi come Antonio Pietrangeli e Federico Fellini,
Roberto Rossellini e Gabriele Salvatores, Gabriele Muccino e Pupi
Avati, Jean Renoir e Claude Sautet.
Due i David Speciali assegnati nel corso di questa edizione: a
Monica Bellucci, una delle attrici più conosciute e apprezzate a
livello globale, e a Diego Abatantuono, fra le voci più originali e
poliedriche dello spettacolo in Italia.
Tolo Tolo scritto, diretto e interpretato
da Luca Medici, è il film vincitore del David dello
Spettatore.
Nel corso della serata, i professionisti sanitari Silvia Angeletti,
Ivanna Legkar e Stefano Marongiu riceveranno tre targhe denominate
David 2021 – Riconoscimento d’Onore per l’importante contributo
alla ripresa in sicurezza delle attività delle produzioni
cinematografiche e audiovisive a Roma e in Italia durante la crisi
COVID-19.
I Premi David di Donatello sono organizzati dalla Fondazione Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello e dalla RAI: Piera Detassis è il Presidente e Direttore Artistico dell’Accademia, il Consiglio Direttivo è composto da Francesco Rutelli, Carlo Fontana, Nicola Borrelli, Francesca Cima, Luigi Lonigro, Mario Lorini, Domenico Dinoia, Edoardo De Angelis, Francesco Ranieri Martinotti, Giancarlo Leone. La 66ᵃ edizione della manifestazione si svolge sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, con il contributo del MiC Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, d’intesa con AGIS e ANICA e con la partecipazione, in qualità di Soci Fondatori Sostenitori, di SIAE e Nuovo IMAIE.
65: Fuga dalla Terra, recensione del film con Adam Driver
Che sana ventata d’aria fresca 65: Fuga dalla Terra, un film di genere che torna a durare solamente un’ora e mezzo! Niente lungaggini inutili per dimostrare al pubblico quanto denaro è stato speso in scenografie ed effetti speciali, il che di conseguenza significa una storia che va dritta al punto, pur riuscendo a settare con pienezza e spessore la backstory del protagonista Mills.
65: Fuga dalla Terra, la trama
Dopo un prologo di notevole efficacia nello spiegare le motivazioni che spingono il personaggio interpretato da Adam Driver a pilotare la nave spaziale destinata a portarlo per due anni lontano dalla famiglia, ecco che 65: Fuga dalla Terra si lancia immediatamente nell’azione. La lotta per la sopravvivenza che Mills e Koa – la bambina unica altra sopravvissuta dopo che l’astronave è precipitata – devono affrontare nella Terra preistorica popolata di dinosauri non concede quasi mai momenti di stasi.
Gli sceneggiatori e registi Scott Beck e Bryan Woods, già dimostratisi padroni di questo tipo di narrazione con gli script di A Quiet Place e del sequel, imbastiscono una narrazione dove sono le azioni a delineare e sviluppare i personaggi. Il rapporto che si instaura tra i due non diventa mai qualcosa di “altro’ rispetto alla necessità di salvarsi in un ambiente pericoloso e ostile, al contrario viene definito proprio da questa. Ciò fa sì che allora due diventino i fattori principali per la riuscita del film: l’ambientazione e l’alchimia tra gli attori in scena.

Il ribaltamento del preistorico
Partiamo dal setting, che ribalta con efficacia l’assunto ormai sedimentato nell’immaginario collettivo dal franchise iniziato con Steven Spielberg e il suo Jurassic Park del 1993: oggi siamo in qualche modo abituati a vedere dinosauri in un tipo di ambientazione contemporanea o comunque in un futuro abbastanza vicino da sembrare il nostro presente. 65: Fuga dalla Terra invece inverte l’equazione e precipita due ‘esseri umani” in un mondo incontaminato e preistorico, con almeno un paio di inquadrature che rimandano più o meno esplicitamente addirittura all’incipit di 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick.
Il ribaltamento risulta immediatamente convincente senza necessariamente essere innovativo a livello estetico: con pochi ma efficaci tratti il pilota e la piccola passeggera vengono immersi in una giungla tanto realistica quanto inscrutabile, fattore che la rende motivo di costante tensione. Quello che funziona meglio in 65: Fuga dalla Terra sta nell’aver reso azione e tensione precise, grazie a una scansione di montaggio che premia la velocità al posto della ridondanza: i momenti di pericolo sono fulminei e l’azione pur spettacolare non dura mai più del dovuto.

Se si può parlare di realismo riguardo un film di questo tipo, il lavoro di Beck e Woods ne possiede in quantità maggiore rispetto a molti altri progetti di fantascienza visti negli ultimi anni. Purtroppo il loro sci-fi non possiede una presa più forte presso lo spettatore perché a forza di scarnificare storia e messa in scena perdono leggermente per strada l’impatto emotivo della prima parte del film: quanto seminato in precedenza anticipando la dolorosa backstory di Mills viene infatti eccessivamente esplicitato nella seconda parte, rendendo la psicologia del personaggio e la sua relazione con Koa piuttosto schematiche.
La drammatica fisicità del ruolo di Adam Driver
Nonostante questo Adam Driver offre al pubblico una prova decisamente riuscita, asciugando al massimo possibile la sua interpretazione per lasciare spazio alla drammatica fisicità del ruolo. La sua interazione con la co-protagonista Ariana Greenblatt diventa poi scena dopo scena sempre più precisa e convincente. Se soltanto la storia personale di Mills fosse stata lasciata maggiormente all’intuizione dello spettatore, protetta in quella dimensione affascinante del non-detto, molto probabilmente 65: Fuga dalla Terra sarebbe stato un film avvincente anche a livello emotivo oltre che un comunque più che discreto spettacolo d’intrattenimento. Rimane comunque un divertimento assicurato, anche grazie alla presenza di uno degli attori più talentuosi della Hollywood contemporanea.
65: Fuga dalla Terra, Adam Driver smentisce un’insistente teoria sul film
65: Fuga dalla Terra, film con protagonista Adam Driver, che arriverà nelle nostre sale nelle prossime settimane, genera molta curiosità, soprattutto per il mistero che aleggia intorno a questo action fantascientifico di alto profilo produttivo. Non c’è quindi da sorprenderci se intorno alla trama del film sono nate voci e teorie su quello che effettivamente racconterà questa storia.
Sulla base di quello che abbiamo visto dai trailer, sembra che l’astronauta Mills (Adam Driver) abbia in qualche modo viaggiato indietro nel tempo ed essere atterrato sulla Terra 65 milioni di anni fa, ma l’attore di Star Wars ha ora smentito questa teoria durante un intervista con Digital Spy.
“Non ci sono viaggi nel tempo, ma raccontare un mondo che esisteva in parallelo 65 milioni di anni fa, sembrava un concept movie davvero grande con pochissimo spazio a disposizione per fare un lavoro emotivo su personaggi che parlano di famiglia e che si erano persi nel corso del tempo”.
Quindi, Mills e la sua giovane compagna Koa (Arianna Greenblatt) sono intrappolati in una specie di mondo parallelo? Driver non ha approfondito, ma ha continuato a spiegare cosa lo ha attratto al progetto in primo luogo.
“È bello fare qualcosa di grande in cui molte persone possono identificarsi anche se veniamo da posti molto diversi del mondo e tempi diversi nelle nostre vite, e dobbiamo affrontare questa cosa a cui nessuno è davvero preparato. Quindi la metafora era ovvia, ma mi sono sempre piaciuti i film di tutti i tipi di budget e di tutte le dimensioni: questo, per me, è il cinema. Mi è sembrato unico e strano”.
65: Fuga dalla Terra, guarda il trailer italiano
65: Fuga dalla Terra è scritto e diretto da Scott Beck e Bryan Woods, noti per aver co-scritto A Quiet Place e aver diretto il film slasher del 2019 Haunt. Il film vedep protagonisti Adam Driver ( film di Star Wars), Ariana Greenblatt (Love and Monsters) e Chloe Coleman (My Spy).
“Dopo un catastrofico incidente su un pianeta sconosciuto, il pilota Mills (Adam Driver) scopre rapidamente di essere effettivamente bloccato sulla Terra… 65 milioni di anni fa“, si legge nella sinossi. “Ora, con una sola possibilità per salvarsi, Mills e l’unico altro sopravvissuto, Koa (Ariana Greenblatt), devono farsi strada attraverso un terreno sconosciuto pieno di pericolose creature preistoriche in un’epica lotta per la sopravvivenza.“
65: Adam Driver nel primo trailer del nuovo film di fantascienza targato Sony
Sony Pictures ha condiviso il primo trailer di una nuova avventura fantascientifica chiamata 65 e, il film presenterà infatti l’attore Adam Driver ( Star Wars: Gli ultimi Jedi, White Noise) che affronta dinosauri! Il filmato inizia con l’astronauta interpretato da Driver, Mills, che fa un atterraggio di fortuna su un pianeta sconosciuto e inesplorato… che risulta essere la Terra 65 milioni di anni fa! “65 milioni di anni fa, la terra preistorica ebbe un visitatore.”
Secondo la sinossi aggiornata: “Ora, con una sola possibilità di salvarsi, Mills (Driver) e l’unico altro sopravvissuto, Koa (Ariana Greenblatt), devono farsi strada attraverso un terreno sconosciuto pieno di pericolose creature preistoriche in un’epica lotta per sopravvivere.”
65 è stato scritto e diretto dagli sceneggiatori di A Quiet Place Scott Beck e Bryan Woods, che hanno anche prodotto con la loro neonata società Beck/Woods, al fianco del regista e produttore di successo Sam Raimi (Doctor Strange Nel multiverso della follia). “Bryan e io ci conosciamo da quando avevamo 11 anni”, ha rivelato Scott Beck a EW. “Siamo cresciuti insieme in Iowa, in una piccola città, e abbiamo avuto questo fantasia di voler fare film, e nessun altro intorno a noi, a 11 anni, voleva fare film. È stato fortuito che ci siamo seduti al stesso tavolo da pranzo.”
65: Adam Driver contro i dinosauri nel primo trailer del film
Sony Pictures ha diffuso il trailer di 65, il prossimo thriller fantascientifico. Il trailer presenta Adam Driver e Ariana Greenblatt che rimangono bloccati su un pianeta pieno di dinosauri. Il nuovo contributo mostra le sequenze d’azione da batticuore del film, poiché il personaggio di Adam Driver dovrà affrontare creature preistoriche per sopravvivere.
Il film dovrebbe fare il suo debutto nelle sale il 17 marzo, nello stesso weekend di uscita del il sequel DC Shazam! Furia degli Dei. Inoltre la pellicola uscirà lo stesso mese di altre pellicole di alto profilo tra cui Creed III, Scream VI, John Wick: Chapter 4 e Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri.
65 è scritto e diretto da Scott Beck e Bryan Woods, noti per aver co-scritto A Quiet Place e aver diretto il film slasher del 2019 Haunt. Il film vedep protagonisti Adam Driver ( film di Star Wars), Ariana Greenblatt (Love and Monsters) e Chloe Coleman (My Spy).
“Dopo un catastrofico incidente su un pianeta sconosciuto, il pilota Mills (Adam Driver) scopre rapidamente di essere effettivamente bloccato sulla Terra… 65 milioni di anni fa“, si legge nella sinossi. “Ora, con una sola possibilità per salvarsi, Mills e l’unico altro sopravvissuto, Koa (Ariana Greenblatt), devono farsi strada attraverso un terreno sconosciuto pieno di pericolose creature preistoriche in un’epica lotta per la sopravvivenza.“
Il film è prodotto da Beck e Woods attraverso il loro banner Beck/Woods insieme al creatore di Evil Dead e al regista di Doctor Strange in the Multiverse of Madness Sam Raimi attraverso il suo banner Raimi Productions. Questo segnerà anche l’ultima collaborazione del duo di registi con Sam Raimi dopo aver lavorato insieme a un episodio di 50 States of Fright di Quibi . Altri produttori sono Zainab Azizi e Debbie Liebling di Raimi Productions, con Douglas Merrifield come produttore esecutivo.
Oltre a 65, Adam Driver sarà presto visto in alcuni progetti di alto profilo, tra cui il film biografico sulla Ferrari di Michael Mann e l’epico dramma di Francis Ford Coppola Megalopolis . Nel frattempo, Greenblatt e Coleman sono stati entrambi scelti per progetti imminenti ad alto budget, con Greenblatt che apparirà nell’adattamento cinematografico di Borderlands di Eli Roth. Per quanto riguarda Coleman, reciterà accanto a Chris Pine in Dungeons & Dragons: Honor Among Thieves della Paramount .
64° London Film Festival: annunciato il programma gratuito
Il 64 ° BFI London Film Festival (LFF) in collaborazione con American Express ha annunciato oggi un programma di Screen Talks ed eventi che si svolgeranno durante i 12 giorni del Festival e saranno accessibili gratuitamente tramite YouTube e i canali social BFI. Ulteriori eventi incentrati su XR e arte immersiva si svolgeranno anche all’interno del nuovo spazio espositivo virtuale della LFF The Expanse e della sua sala virtuale. Tutti i discorsi e gli eventi sono gratuiti e accessibili sia al pubblico britannico che internazionale.
Gli attori Riz Ahmed e Letitia Wright si uniranno ai registi Michel Franco, Miranda July, Tsai Ming-liang, Christian Petzold, il musicista e performer David Byrne e l’artista Es Devlin (come parte di LFF Expanded), per una serie di LFF Screen Talks che offrono al pubblico un un’opportunità unica per conoscere le carriere di questi rinomati creativi. Oltre a Screen Talks, il 64 ° BFI London Film Festival ospiterà anche saloni dal vivo ed eventi di discussione che affrontano argomenti emersi dai film.
Il programma completo di conferenze ed eventi può essere trovato sul sito ufficiale del festival.
62° Mostra Internazionale del Cortometraggio FilmVideo di Montecatini
61esima edizione della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro: annunciato il programma
La Fondazione Pesaro Nuovo Cinema è orgogliosa di presentare la 61esima edizione della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema, in programma a Pesaro dal 14 al 21 giugno 2025, con il contributo del Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, del Comune di Pesaro e della Regione Marche e con la direzione artistica di Pedro Armocida.
Il manifesto della 61esima edizione, ispirato al fotogramma de L’uomo con la macchina da presa (1929), l’opera più famosa e rivoluzionaria del regista sovietico Dziga Vertov, è dell’artista Simone Massi, che firmerà anche la sigla del festival.
La 61esima edizione della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema presenta un programma ricco e variegato, contraddistinto da alcune sezioni dedicate a specifici generi, autori e periodi e altre che si muovono nel tempo e nello spazio. Grande entusiasmo per l’Evento Speciale di questa edizione dedicato a Gianni Amelio, l’atteso Concorso Pesaro Nuovo Cinema, e gli immancabili focus della Mostra, quest’anno riservati al Cinema di guerra fascista, alla regista cilena Jeannette Muñoz e all’artista sperimentale statunitense Jerome Hiler – per la prima volta in Italia -, le Lezioni di storia curate da Federico Rossin e le numerose proiezioni speciali. Cuore pulsante della Mostra e della sua città, Piazza del Popolo sarà teatro del Cinema in Piazza, con proiezioni, omaggi e incontri speciali dedicati alla città e in linea con la tradizione del festival. Tra gli ospiti che accoglierà la Piazza il regista Daniele Luchetti, che Pesaro omaggerà in occasione dei 30 anni de La Scuola nella serata di apertura. Spazio anche a una nuova iniziativa, grazie al contributo di Fondazione Marche Cultura e Marche Film Commission, con il Premio Marche Nuovo Cinema che andrà a tre giovani registi originari delle Marche – Giulia Grandinetti, Gianluca Santoni e Nicola Sorcinelli – che quest’anno sono entrati nelle cinquine dei finalisti dei Premi David di Donatello, chi tra i cortometraggi e chi tra le opere prime.
La selezione di opere in 35 mm La vela incantata – Cinema in Spiaggia si terrà come da tradizione nella cornice emozionante e suggestiva della spiaggia pesarese.
Ai luoghi cari del festival si aggiunge quest’anno, grazie alla partnership con Hangarfest, la Chiesa della Maddalena, un gioiello architettonico progettato dal Vanvitelli in cui si terranno incontri, presentazioni e il convegno sui 60 anni della Mostra organizzato in collaborazione con la Consulta Universitaria Cinema. Qui verranno anche proiettati i lavori di Tommaso Ottomano, a cui è dedicato il focus musicale, il tributo a Mario Masini Fuorinorma. Il tempo delle immagini e la nuova sezione Roads to Nowhere – Sentieri del rock italiano, che prevede proiezioni serali di corti e documentari legati a questo genere musicale. La sezione dedicata ai più piccoli, il Pesaro Film Festival Circus, torna al Centro Arti Visive – Pescheria per laboratori e proiezioni. Lo spazio bianco si anima con gli omaggi ad Adriano Aprà mentre la sezione Pesaro Nuovo Cinema VR, inaugurata lo scorso anno, sarà fruibile alla Casa delle Tecnologie Emergenti.
Dichiara il direttore artistico della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema Pedro Armocida: «È una selezione quest’anno particolarmente esaustiva, che mappa modalità e forme nuove di sperimentazione di cineasti che lavorano con questa arte che, come diceva Adriano Aprà (a cui la Mostra anche quest’anno è dedicata), è ancora molto giovane. Anche questa edizione si muove nel solco e nella tradizione di ricerca della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema che compie i suoi primi 60 anni. È un anniversario importante che ci responsabilizza ma che ci conforta nella sicurezza di proseguire sulla giusta strada inaugurata da Lino Miccichè e Bruno Torri».
- Concorso Pesaro Nuovo Cinema, Giurie, Premi ed Evento Speciale sul Cinema Italiano
Il fulcro della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema è, da 61 edizioni, il concorso internazionale, uno dei pochi, non solo in Italia, aperto a tutti i formati, a tutti i registi senza nessun tipo di limite, di età, di durata. Protagonista assoluta è la ricerca linguistica, la libertà di forme espressive nuove e non ascrivibili a categorie definite e chiuse. Schermo prediletto per tutti i titoli in concorso è il Teatro Sperimentale dove da lunedì 16 a venerdì 20 giugno verranno proiettati i 14 titoli provenienti da tutto il mondo, risultato di una lunga selezione a cura del direttore artistico della Mostra Pedro Armocida, affiancato da Paola Cassano, Cecilia Ermini, Raffaele Meale, Stefano Miraglia e Federico Rossin.
Una selezione dei film in concorso e di alcune altre sezioni sarà visibile anche attraverso la piattaforma MYmovies ONE. Grazie alla partnership del festival con MYmovies, sarà possibile vedere i film della Mostra anche per chi non riuscirà a essere fisicamente a Pesaro.
Le giurie del concorso sono tre, e si differenziano per la loro composizione, inclusiva e sfaccettata: la giuria composta da studenti provenienti dalle università di tutta Italia con insegnamenti di storia del cinema e dalle principali scuole di cinema e accademie di belle arti; un’altra professionale con personalità di rilievo internazionale – nello specifico, Rodrigo D’Erasmo, violinista, polistrumentista, compositore, arrangiatore e produttore musicale, Anna Marziano, regista, e Alain Parroni, regista – e, infine, la giuria del Premio della Critica Italiana SNCCI composta dai critici del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani Fabrizio Croce, Vittorio Renzi e Sarah Van Put.
Un riconoscimento speciale sarà dedicato, giovedì 19 giugno, ad Arielle Dombasle, che riceverà il Premio Pesaro Nuovo Cinema 61. L’attrice e regista franco-statunitense, musa di Éric Rohmer e protagonista di diversi suoi film, presenterà il suo ultimo film da regista Le secrets de la princesse de Cadignan.
In collaborazione con il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI), la Mostra, sempre attenta alla formazione del pubblico del domani, organizza un concorso per critici/recensori, intitolato a Lino Miccichè, fondatore del festival, diviso in due sezioni, una per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado e uno per quelli universitari.
Torna anche nella 61esima edizione accanto alla competizione internazionale quella di (Ri) Montaggi. Il cinema attraverso le immagini, il primo concorso in Italia, e uno dei pochi internazionali, dedicato ai video essay, la nuova forma di critica cinematografica. I curatori Andrea Minuz e Chiara Grizzaffi hanno selezionato 6 video essay tra cui verrà eletto il vincitore dalla giuria formata da Simone Emiliani, Federica Illuminati, Donato Sansone.
Il tradizionale Evento Speciale sul cinema italiano, in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale, quest’anno è dedicato a Gianni Amelio, che sarà presente alla Mostra dal 18 giugno per presentare alcuni dei suoi film e sarà ospite della Piazza nella serata finale.Attraverso la retrospettiva di alcuni dei suoi film, da lui stesso selezionati, la pubblicazione di una monografia curata da Pedro Armocida e Anton Giulio Mancino, edita da Marsilio nella storica collana Nuovocinema, e una tavola rotonda aperta al pubblico, la Mostra Internazionale del Nuovo Cinema omaggia il grande regista e sceneggiatore pluripremiato. Grazie a Fuori Orario e al partnerariato con Rai Cultura, la proposta dei film di Gianni Amelio prosegue idealmente su Rai3 e su RaiPlay con due serate/nottate, il 14 giugno con La fine del gioco, Il piccolo Archimede, I velieri, La città del sole e, il 15 giugno, con Effetti speciali, La morte al lavoro, Bertolucci secondo il cinema. «Nel 1970 qualcuno mi sgridò per non avere proposto alla Mostra di Pesaro il mio primo film La fine del gioco. – dichiara Amelio. A quel tempo non ci pensai: il Nuovo Cinema era un traguardo che sentivo di non meritare. Ma l’anno successivo lavorai sul quaderno dedicato a Nagisa Oshima e conobbi tutti i suoi film. Mesi dopo, quando Oshima venne a Roma, lo accolsi al cinema Rivoli con un breve e temerario discorso in giapponese. Allora nacque un’amicizia, una delle più fertili della mia vita. Adesso, dopo tanti anni, dedico alla sua memoria l’Evento Speciale che Pesaro mi offre e che accolgo con profonda riconoscenza».
CONCORSO PESARO NUOVO CINEMA
- v 12 ASTERISCI (Germania, 2025, 60’) di Telemach Wiesingerv SOB A CHAMA DA CANDEIA (Portogallo/Francia, 2024, 109’) di André Gil Matav EVIDENCE (USA, 2025, 71’) di Lee Anne Schmittv UNSTABLE ROCKS (Germania/Portogallo, 2024, 25’) di Ewelina Rosinskav AL BASATEEN (Francia, 2025, 24’40”) di Antoine Chaponv DESIRE (Gemania/Italia, 2025, 30’) di Giuseppe Boccassiniv DUAS VEZES JOÃO LIBERADA (Portogallo, 2025, 70’) di Paula Tomás Marques
- v INSIGNIFICANT SPECKS OF DUST IN A TAPESTRY OF STARS (Inghilterra, 2024, 8’) di Kyllachy
- v ¿CÓMO SUTURAR LA TIERRA? (Ecuador, 2024, 17’) di Wil Paucar Calle
- v UNDERGROUND (Giappone, 2024, 83’) di Kaori Oda
- v LO QUE CREEMOS ES LO QUE CUENTA PARA NUESTRA VIDA (Spagna/Francia, 2025, 19’07”) di Assia Piqueras
- v BUSEOK (Corea del Sud, 2024, 17’40”) di Park Kyujae
- v CARTAS DO ABSURDO (Brasile, 2025, 44’) di Gabraz Sanna
- v L’ATTAQUE DE LA DILIGENCE (Francia, 2024, 3’58’’) di Noé Grenier
EVENTO SPECIALE DEDICATO A GIANNI AMELIO
- v COLPIRE AL CUORE (Italia, 1982, 105’)v COSÌ RIDEVANO (Italia, 1998, 121’)v IL PRIMO UOMO (Italia/Francia/Algeria, 2011, 98’)v IL SIGNORE DELLE FORMICHE (Italia, 2022, 130’)
- v LAMERICA (Italia/Francia, 1994, 114’)
- v LA TENEREZZA (Italia, 2017, 105’)
- v LE CHIAVI DI CASA (Italia/Francia/Germania, 2004, 105’)
- v IL LADRO DI BAMBINI (Italia, 1992, 116’)
- Cinema in Piazza, La vela incantata – Cinema in Spiaggia, la musica e la danza
Il Cinema in Piazza, che si terrà come ogni anno nella grande arena di Piazza del Popolo, presenta un ricco programma di incontri, omaggi e presentazioni. L’apertura, sabato 14 giugno, sarà dedicata a La scuola di Daniele Luchetti: un omaggio al regista, che sarà presente sul palco intervistato anche da Barbara Sorrentini, nel trentennale dell’uscita di un film che ha inaugurato un genere. Domenica 15 giugno la Piazza ospiterà in anteprima mondiale un esordio italiano, Il primo figlio. La regista Mara Fondacaro e il cast – Benedetta Cimatti, Simone Liberati, Astrid Meloni e Lorenzo Ferrante – incontreranno il pubblico per presentare il film in anteprima mondiale. Lunedì 16 giugno in Piazza tornerà EMERGENCY con la proiezione del corto Yuri diretto da Ryan William Harris che sarà accompagnato dai due sceneggiatori Valerio Cualbu e Marzo Pozzati, vincitori del concorso “Una storia per Emergency”, e a seguire si terrà l’anteprima mondiale di La leggenda di Zagor, che ricostruisce la vicenda artistica di Mirko Bertuccioli, musicista pesarese scomparso nel 2020. La Mostra omaggerà Claudio Caligari nei 10 anni della sua scomparsa martedì 17 giugno con il suo ultimo lungometraggio Non essere cattivo; sarà presente una delle protagoniste, Roberta Mattei, insieme allo sceneggiatore Giordano Meacci e al produttore Simone Isola. Giovedì 19 giugno sarà protagonista della Piazza un’importante volto del cinema internazionale: l’attrice e regista francese Arielle Dombasle, musa di Eric Rohmer (Pauline alla spiaggia), con la proiezione di Les Secrets de la princesse de Cadignan, adattamento di una novella di Balzac che ha diretto e di cui è protagonista. Si chiude sabato 21 giugno con l’evento speciale dedicato a Gianni Amelio – ospite sul palco che ritirerà il Premio Pesaro Nuovo Cinema – e la proiezione di Lamerica, in una serata che vedrà la co-conduzione di Liliana Fiorelli.
La rassegna La Vela incantata – Il cinema in spiaggia, organizzata con la collaborazione il Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale, è da sempre particolarmente amata vista la straordinaria location della spiaggia di Pesaro. Le proiezioni esclusivamente in 35 mm riguardano quest’anno opere di registi omaggiati in passato dalla Mostra come Comencini, Scola e Monicelli. Ma ci sarà anche I pugni in tasca di Marco Bellocchio, a sessant’anni dall’uscita.
Grande spazio alla musica all’interno della Mostra: venerdì 20 giugno, nella notte che saluta l’arrivo della giornata Internazionale della Festa della Musica, ecco i solisti e l’orchestra ritmico-sinfonica del Conservatorio Rossini di Pesaro che si esibiranno in Ladies, Songs & Symphonies, concerto dedicato alle celebri “songs” presenti in colonne sonore cinematografiche e interpretate dalle regine del jazz o del soul. Gli arrangiamenti sono a cura dei docenti Gian Marco Gualandi, Vincenzo Presta e Massimiliano Rocchetta e la serata sarà co-condotta da Liliana Fiorelli.
Arriva alla sesta edizione il concorso di videoclip musicali Vedomusica, che presenterà durante le serate in Piazza i sei finalisti tra i migliori 20 videoclip italiani. Tre finalisti sono stati definiti attraverso un contest social e tre sono stati votati da un comitato di selezione. La giuria di qualità composta da Simone Emiliani, Federica Illuminati, Donato Sansone decreterà il vincitore che sarà annunciato in piazza venerdì 20 giugno.
In linea con le altre sezioni del festival anche in ambito musicale ci sarà un focus dedicato a un autore particolarmente significativo, Tommaso Ottomano.Regista, direttore creativo, autore e compositore toscano, la sua attività di regista è spesso legata al mondo della moda e della musica: ha scritto e diretto molti dei videoclip più interessanti degli ultimi anni per artisti come Lucio Corsi – con cui è nata una fratellanza artistica culminata con la partecipazione al 75° Festival di Sanremo e all’Eurovision Song Contest 2025 – Måneskin, Jovanotti, Chiello, Baustelle e altri.
Viene inaugurata quest’anno la sezione Roads To Nowhere – Sentieri del rock Italiano, curata da Paola Cassano e Anthony Ettorre. Tra martedì 17 e venerdì 20 giugno, una timida ma fiera selezione si propone di raccontare frammenti, luoghi, storie, leggende e miti del rock italiano contemporaneo. Dal piccolo tributo ai Massimo Volume di circa venti anni fa, agli Offlaga Disco Pax, questi sentieri ci conducono dal mondo di Le Macabre, storico club di Bra, fino alla Sicilia degli Uzeda con lunghe soste in Emilia dove, accompagnati da Freak Antoni, ci perdiamo in un road movie psichedelico.
Alla Mostra si aggiunge quest’anno la videodanza, che si inserisce così nel dialogo tra cinema, e nuove tecnologie. In collaborazione con Hangartfest,organizzazione che promuove l’omonimo festival di danza contemporanea nato nel 2004, viene portato nel Festival il premio Prix ViDa Italia che, nella sua prima edizione, verrà consegnato nell’arena di Piazza del Popolo nella serata di domenica 15 giugno. Lo stesso giorno la Chiesa della Maddalena ospiterà la proiezione dei corti finalisti del Premio 2025 e, fuori concorso, dei vincitori dell’edizione zero (2024), mentre sabato 21 giugno una installazione dal titolo Moon. Il progetto è nato per riconoscere e sostenere la videodanza come linguaggio artistico autonomo e valorizza l’incontro tra movimento, regia, montaggio e composizione visiva.
Lo sguardo sulla realtà virtuale, con il PesaroNuovoCinemaVr inaugurato lo scorso anno, prende forma grazie all’apporto di Hangarfest con ZED Festivalche, da domenica 15 a sabato 21 giugno, alla Casa delle Tecnologie Emergenti, presenteranno una selezione di film di danza VR a 360°.
- I focus, gli omaggi, la didattica
Tanti i focus della 61esima edizione, dedicati a correnti e artisti legati alla storia e allo spirito della Mostra. Nella sezione ‘ideale’ degli Esordi Italiani troviamo, oltre ai corti sul riuso dei materiali d’archivio firmati dagli studenti di montaggio del Centro Sperimentale di Cinematografia – Scuola Nazionale di Cinema, l’anteprima mondiale del film Deriva con cui Danilo Monte esordisce nel lungometraggio di finzione dopo i tanti e significativi lavori di cinema del reale. Insieme al nuovo cinema di oggi ecco un omaggio a quello del passato con la gloriosa figura di Paul Vecchiali, regista francese tra i più memorabili, ricordata nell’affettuoso e personale documentario di Antonio Pettinelli Paul a Mayerling – un ritratto presentato anch’esso in prima mondiale.
Si inserisce invece nella tradizione delle retrospettive di studio sul cinema italiano quella sul cinema di guerra fascista, curata da Sergio Toffetti, che getta un ponte con il Neorealismo, ipotizzandone i prodromi nella rappresentazione della realtà messa in scena tra il 1938 e il 1944. Tra realismo di dettaglio e invenzione propagandistica, registi come Roberto Rossellini e Flavio Calzavara dialogano con la verità sceneggiata del cinema e lo fanno curiosamente in modo molto poco retorico perché quasi documentaristico. Nella mattinata di martedì 17 giugno, nella Chiesa della Maddalena, verrà dedicata al tema una tavola rotonda.
I focus dedicati al filmmaker statunitense Jerome Hiler (curato da Rinaldo Censi e Federico Rossin) e alla regista cilena Jeannette Muñoz (a cura di Cecilia Ermini e Stefano Miraglia), omaggiati per la prima volta in Italia, richiamano l’anima sperimentale del festival. I lavori di Jerome Hiler, che si dipanano tra il 1967 e il 2024, sono momenti di pura illusione, luoghi dove arte e magia sono fatte della stessa sostanza. Jeannette Muñoz ha invece iniziato a lavorare con le immagini in movimento nel 2001. Nel suo cinema convivono personale e politico, ecologia, storia del paesaggio, corrispondenze e temporalità multiple, riflessioni su cosa può ma soprattutto deve fare oggi il mezzo cinematografico. Da lunedì 16 a venerdì 20 giugno sarà possibile vedere i lavori dei due artisti in Sala Pasolini.
Alla Chiesa della Maddalena, da giovedì 19 a sabato 21 giugno, ci sarà una tre giorni affidata alla cura del gruppo Adriano agli Amici nato dall’esperienza di Fuorinorma, creata da Adriano Aprà, il grande critico, regista e organizzatore culturale, scomparso lo scorso anno, che è stato spettatore della prima Mostra Internazionale del Nuovo Cinema nel 1965 e dal 1966 ha collaborato alla sua realizzazione, dirigendola dal 1990 al 1998. A lui è dedicato il titolo della rassegna: Adriano agli amici. La programmazione comprenderà proiezioni di lungometraggi italiani appunto fuorinorma come Paura dell’alba di Enrico Masi, Balentes di Giovanni Columbu e Myanmar di Tommaso Cotronei insieme a cortometraggi come Appendice ad un film girato in estate di Tiziano Doria + Samira Guadagnolo, Innesti neri e bianchi di Federica Foglia, The Eggregores’ Theory di Andrea Gatopoulos e Freelm di Leonardo Carrano e Alain Parroni. La sezione, oltre ad ospitare un simposio dedicato ad Adriano Aprà con ospiti come Olimpia Carlisi, Paolo Mereghetti, Gianfranco Pannone e la prima edizione del Premio Adriano Aprà al critico e cineasta francese Bernard Eisenschitz, omaggia Mario Masini con Fuorinorma – Il tempo delle immagini. Tributo a Mario Masini. Conosciuto principalmente per la sua collaborazione con Carmelo Bene e i fratelli Taviani, di cui firma anche la fotografia di Padre Padrone, Masini è uno degli esponenti di punta della cinematografia sperimentale italiana degli anni Sessanta e Settanta.
Mauro Santini prosegue l’omaggio ad Adriano Aprà, allo Spazio bianco, da martedì 17 a venerdì 20 giugno, ore 17-20, con la proiezione dei film a lui dedicati Io credo nell’inconoscibile di Marco Allegrezza, Edoardo Mariani, Francesco Scognamiglio e Après Aprà di Adriano agli amici.
Alla Mostra verranno portati anche i lavori di Simone Massi, che firma manifesto e sigla di questa 61esima edizione. Venerdì 20 maggio al Teatro Sperimentale verrà proiettato il suo ultimo lungometraggio, Invelle, mentre altre sue opere si potranno vedere nella Chiesa della Maddalena nel pomeriggio di mercoledì 18 giugno. All’artista sarà infine dedicato un incontro nella mattinata di sabato 21 giugno.
Ampio spazio nel festival anche alla didattica. L’ottava edizione delle Lezioni di storia, curate da Federico Rossin, è intitolata Sperimentare il colore. 80 anni di invenzioni e performances. Il programma, che come ogni anno vuole sottolineare le forme innovative di cinematografia e riscoprire registi dimenticati, si focalizza sull’utilizzo del colore nel cinema sperimentale. Le Lezioni omaggeranno per la prima volta in Italia i filmmaker Corinne Cantrill, José Antonio Sistiaga e Malcolm Le Grice. Appuntamento il 16, 17 e 21 giugno in sala Pasolini.
Torna nello spazio della Pescheria dal 16 al 20 giugno il Pesaro Film Festival Circus curato da Giulietta Fara, che propone la formula consolidata di visioni e laboratori dedicati ai più piccoli. Alla sua quinta edizione, il Circus propone un programma che spazia nel tempo: dai Moomins, che nel 2025 compiono 80 anni, a Wes & Soda di Bruno Bozzetto, che spegne 60 candeline, fino a lavori di animazione contemporanea, tra cui Flow che la Mostra proietta in qualità di film vincitore dell’Adriatic Audience Award all’interno del Network of Festivals of the Adriatic Region, con cui il festival collabora. Mercoledì 18 giugno avrà luogo un laboratorio speciale: nelle vie di Pesaro si terrà la caccia al tesoro cinematografica. Al termine dei cinque giorni verrà assegnato dal giovanissimo pubblico un Premio al miglior film della rassegna.
La Mostra incarna la mentalità green propria della città di Pesaro. Grazie a Marche Multiservizi, che donerà 200 borracce, il festival verrà reso ancora più sostenibile. Inoltre nel 2025 è stata rinnovata l’attestazione EcoActions rilasciata dalla società Ambiente & Salute in partnership con Legambiente.