Dopo aver firmato le sceneggiature
di titoli di successo come Gli Infedeli e aver recitato in
L’amore dura tre anni e Love is in the air – Turbolenza
d’amore, Nicolas Bedos torna sul grande schermo nei panni di
Victor nella pellicola Un amore sopra le righe
(titolo originale Monsieur & Madame Adelman) di cui firma
anche la regia. La pellicola racconta le vicende amorose e i
segreti inconfessabili di una coppia molto fuori dal comune, sullo
sfondo di oltre 40 anni di storia. Victor è uno degli scrittori più
affermati e famosi di Francia, ma chi c’è dietro al suo
successo?
E’ presto detto: Sarah,
interpretata da Doria Tillier – sua compagna anche nella vita – che
mai avrebbe immaginato durante quell’incontro nel lontano 1971 di
diventare la moglie di Victor e condividere con lui tutta la sua
vita. 45 anni pieni di passioni, tradimenti, delusioni e successi:
la commedia francese Un amore sopra le righe, vero e
proprio omaggio alle donne e alla loro forza, arriverà sugli
schermi italiani l’8 marzo.
Ecco le prime clip dal film
Un Amore sopra le righe, la commedia atipica,
opera prima di Nicolas Bedos, che arriverà nelle
sale italiane a partire dal 15 Marzo distribuito da
Officine Ubu.
Dopo aver firmato le sceneggiature
di titoli di successo come Gli Infedeli e aver recitato in
L’amore dura tre anni e Love is in the air – Turbolenza
d’amore, Nicolas Bedos torna sul grande
schermo nei panni di Victor nella pellicola Un amore sopra le
righe (titolo originale Monsieur & Madame
Adelman) di cui firma anche la regia. La pellicola
racconta le vicende amorose e i segreti inconfessabili di una
coppia molto fuori dal comune, sullo sfondo di oltre 40 anni di
storia. Victor è uno degli scrittori più affermati e famosi di
Francia, ma chi c’è dietro al suo successo?
È presto detto: Sarah, interpretata
da Doria Tillier – sua compagna anche nella vita –
che mai avrebbe immaginato durante quell’incontro nel lontano 1971
di diventare la moglie di Victor e condividere con lui tutta la sua
vita. 45 anni pieni di passioni, tradimenti, delusioni e successi:
la commedia francese Un amore sopra le righe, vero e
proprio omaggio alle donne e alla loro forza, arriverà sugli
schermi italiani l’8 marzo.
Tutti amano dire e dirsi che quello
che vivono è “Un amore sopra le righe”, una storia vivace,
interessante, coinvolgente, lontana dai cliché. Certamente
è sopra le righe la relazione tra Victor e Sarah, due giovani,
nella Francia degli anni ’70, che si incontrano per caso e che non
si lasciano più, per i 45 anni successivi. Una relazione fatta di
grandissima passione, gioia e fughe romantiche, ma anche di
tradimento, di lontanza e di crescita, maturazione. Insomma una
storia che nella sua complessità regala uno sguardo inedito sulle
relazioni, su ciò che le tiene in piedi nel tempo, ma anche
sull’ambizione, sull’aspirazione, sugli equilibri che due persone
che si amano sono disposte a mantenere per andare avanti.
Una relazione grandissima passione ma anche di tradimento e
maturazione
Quando si incontrano per caso, nel
1971, non immaginano che lui diventerà uno dei più importanti
scrittori francesi e che si innamoreranno perdutamente. Sarah ha
deciso da subito che avrebbe fatto innamorare Victor di sé, lui,
come ogni uomo, è un po’ più lento ma capisce che non può fare a
meno di lei, del suo sorriso, del suo supporto, dell’ispirazione
che da lei arriva.
Opera prima dell’attore e
sceneggiatore Nicolas Bedos, Un amore
sopra le righe (Mr & Mme Adelman) è sicuramente un
film che racconta una storia d’amore, ma è anche una riflessione
spietata sull’ambizione di un uomo e sulla capacità dello stesso di
aggrapparsi a una donna, fino a diventarne completamente
dipendente, quasi succube, se solo lei volesse esercitare con
spietatezza il suo potere.
Bedos, che interpreta
anche Victor, e Doria Tillier, interprete di
Sarah, co-sceneggiatrice e compagna nella vita del regista,
restituiscono un’intesa di coppia dinamica e raccontano un amore
realmente complesso, lontano dalle romanticherie e dai classici
schemi cinematografici. Se tradizionalmente la commedia romantica
racconta la storia d’amore al nascere, interrompendosi con un
fiducioso “e vissero felici e contenti”, Un amore sopra le righe è
sicuramente un film romantico, ma non è una commedia, né tantomeno
una storia tradizionalmente raccontata, dal momento che ha il
coraggio di raccontare l’amore in tutte le sue fasi, nel corso
della vita.
Un viaggio capace di sorprendere a ogni svolta
Sfociando nel thriller,
attraversando il dramma e chiaramente trovando un comodo spazio
nella commedia brillante, il film di Bedos si potrebbe spiegare
come un viaggio, lungo (il film dura 120 minuti),
capace di sorprendere a ogni svolta svolta narrativa, incatenando
lo spettatore alla sorte di Victor e Sarah. Le parabole dei due
protagonisti si sviluppano parallele e in direzione inversa;
all’inizio siamo abbagliati dal brillante scrittore in erba, alla
fine siamo stregati da questa donna affascinante che ha abbracciato
l’età con grazia, diventando sempre più bella, una donna che strega
prima lo spettatore e poi il protagonista con il suo sorriso
magnetico e il suo fine intelletto.
Un amore sopra le
righe non regala fiori, non fa complimenti, sconvolge la
quotidianità e apre gli orizzonti, svincolato dai canoni, scappa
nella notte sotto la pioggia, al suono di risate giovani e ribelli,
sotto un fuoco incrociato di grida di persone di mezza età in crisi
di identità, abbracciando due vite così eccezionali da sembrare
aliene.
Brillante, travolgente,
sorprendente, è la storia d’amore che stavate aspettando.
E’ finalmente al
cinema Un Amore sopra le righe, la commedia
francese, opera prima di Nicolas Bedos,
distribuito da Officine Ubu. Ecco due nuove
clip dal film:
Dopo aver firmato le sceneggiature
di titoli di successo come Gli Infedeli e aver recitato in
L’amore dura tre anni e Love is in the air – Turbolenza
d’amore, Nicolas Bedos torna sul grande
schermo nei panni di Victor nella pellicola Un amore sopra le
righe (titolo originale Monsieur & Madame
Adelman) di cui firma anche la regia. La pellicola
racconta le vicende amorose e i segreti inconfessabili di una
coppia molto fuori dal comune, sullo sfondo di oltre 40 anni di
storia. Victor è uno degli scrittori più affermati e famosi di
Francia, ma chi c’è dietro al suo successo?
È presto detto: Sarah, interpretata
da Doria Tillier – sua compagna anche nella vita –
che mai avrebbe immaginato durante quell’incontro nel lontano 1971
di diventare la moglie di Victor e condividere con lui tutta la sua
vita. 45 anni pieni di passioni, tradimenti, delusioni e successi:
la commedia francese Un amore sopra le righe, vero e
proprio omaggio alle donne e alla loro forza, arriverà sugli
schermi italiani il 15 marzo.
Dal 13 giugno in
esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW sarà disponibile
Un amore senza tempo – The Time Traveler’s Wife,
affascinante sci-fi romance HBO di cui viene rilasciato oggi il
trailer ufficiale in italiano. Firmato da Steven
Moffat, co-creatore del cult britannico
Sherlock nonché showrunner di ben cinque
stagioni di Doctor Who, la serie racconta il complicato
amore tra Claire e Henry, messo alla prova dagli imprevedibili e
incontrollabili viaggi nel tempo di lui, che intrecciano le vite
passate, presenti e future dei protagonisti stravolgendo il loro
destino.
A interpretare Claire e Henry due
stelle di prima grandezza della TV e del cinema britannico,
Rose Leslie (Il Trono di
Spade, Vigil) e Theo James (The Divergent Series,
Sanditon). Accanto a loro Caitlin Shorey e Everleigh
McDonell nei panni di Claire da giovanissima e da bambina, e
Brian Altemus e Jason David in quelli di Henry rispettivamente da
adolescente e da piccolo. Desmin Borges è Gomez, amico di Claire,
segretamente innamorato di lei; Natasha Lopez è Charisse, miglior
amica e coinquilina di Claire; Michael Park e Jaime Ray Newman sono
Philip e Lucille Abshire, genitori di Claire; Taylor Richardson e
Peter Graham sono Alicia e Mark Abshire, sorella e fratello di
Claire; mentre Kate Siegel e Josh Stamberg sono Annette e Richard
De Tamble, genitori di Henry. Nel cast anche Chelsea Frei, Marcia
DeBonis, Will Brill e Spencer House.
Un amore senza tempo – The
Time Traveler’s Wife è tratta dall’omonimo, celebre
romanzo di Audrey Niffenegger, già trasposto nel film campione
d’incassi Un amore all’improvviso, con Rachel McAdams ed
Eric Bana. L’adattamento seriale, diretto da David Nutter e targato
HBO, è firmato da Steven Moffat, co-creatore del cult britannico
Sherlock, nonché showrunner e produttore esecutivo di
alcune stagioni di Doctor Who.
Un amore senza tempo – The Time
Traveler’s Wife, la trama
All’età di sei anni, Clare Abshire
incontra Henry DeTamble, il futuro amore della sua vita.
Letteralmente, in quanto Henry soffre di una condizione genetica
che lo fa viaggiare, incontrollabilmente e imprevedibilmente, nel
tempo. Quattordici anni dopo il loro primo incontro, una giovane
Claire rincontra Henry nella biblioteca dove lavora e si fa avanti,
sostenendo non solo di averlo conosciuto, ma di essere la sua
futura moglie. Tra i due nasce una relazione tanto magica quanto
complicata: amore e perdita si intrecciano, in una storia che sfida
le leggi del tempo.
Ecco il trailer di
Un Amore senza Fine, storia d’amore contrastato
tra due giovani interpretati da Alex Pettyfer
(Magic Mike) e Gabriella
Wilde (I Tre Moschettieri).
Un Amore Senza Fine con Alex
Pettyfer (Magic Mike) e
Gabriella Wilde (I Tre
Moschettieri) racconta la storia d’amore tra una
ragazza di famiglia agiata e un affascinante ragazzo. Dopo un
incontro folgorante, che rivela subito la forte attrazione tra i
due, la loro relazione diverrà più complicata a causa del tentativo
dei genitori di separarli.
Diretto da
Shana Feste (Country
Strong), il dramma romantico che ha come
coprotagonisti Robert Patrick, Bruce Greenwood, Rhys
Wakefield, Dayo Okeniyi, Emma Rigby e Joely
Richardson. Prodotto da Scott Stuber e
Pamela Abdy (Identity
Thief) della Bluegrass Films e da Josh
Schwartz e Stephanie Savage (Gossip
Girl) di Fake Empire. Scritto da Shana Feste
e Joshua Safran (Gossip Girl).
Il ciclo di film di Rai 1 intitolato
“Destinazione amore” offre una serie di film di carattere
sentimentali che presentano di volta in volta variazioni sul tema
dell’amore: amori inaspettati che sbocciano durante viaggi verso
destinazioni idilliache o ancora incontri sorprendenti che nascono
intorno alla buona cucina, e così via. I viaggi proposti da questi
film sono però spesso anche dei viaggi interiori attraverso il
tempo, durante i quali i protagonisti prendono coscienza dei propri
sentimenti e ritrovano sé stessi, imparando a vivere pienamente il
presente. Dopo il titolo di apertura di questo ciclo, Sognando Parigi, si
continua con Un amore in fondo al
mare.
Diretto nel 2022 da Maclain
Nelson, già regista di altre commedie romantiche
come Il Natale che ho dimenticato, L’amore per
davvero e The Presence of Love, questa pellicola
rientra perfettamente nel ciclo ideato da Rai 1, presentando una
giovane in cerca di un equilibrio nella propria vita che si imbatte
in un inaspettato lui, intraprendendo dunque un rapporto che
cambierà le vite di entrambi. A fare da sfondo a questa situazione
vi è il paradisiaco contesto delle Hawaii, dove è stato girato il
film. In particolare si annovera come location il Kahala
Hotel & Resort di Honolulu, lo stesso
hotel in cui è stato girato anche il film Amore alle
Hawaii (2021).
Per tutti gli appassionati del
genere, Un amore in fondo al mare (il cui titolo originale
è in realtà Hidden Gems, ovvero gemme nascoste) è
dunque un film da non perdere, in quanto offre tutto ciò che si può
desiderare da un titolo di questa tipologia. Prima di intraprendere
una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire
alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui
nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
La trama di Un amore in fondo al mare
Protagonista del film è
Addie, che si ritrova alle Hawaii per il
matrimonio di sua sorella, di cui è damigella d’onore. Durante una
tranquilla sessione di paddleboard yoga, accade però un incidente
che la destabilizza completamente: perde nell’acqua il suo anello,
un oggetto a cui tiene tantissimo essendo un ricordo di sua nonna.
Devastata dalla perdita del prezioso gioiello di famiglia, Addie
rifiuta di accettare la sua sfortuna ed è decisa a recuperare
l’anello dai fondali marini. Nella sua ricerca per riavere il
tesoro perduto, Addie assume Jack, un istruttore
di immersioni locale.
Nonostante la donna abbia un
certificato da sub, l’uomo, dalla natura indipendente e solitaria,
rifiuta la sua collaborazione e vorrebbe portare avanti il lavoro
da solo. Addie e Jack riescono infine a trovare un compromesso per
collaborare, mettendo da parte le loro differenze caratteriali.
Mentre si immergono nelle acque cristalline delle Hawaii, la donna
scopre non solo la bellezza mozzafiato del mare, ma anche le
meraviglie nascoste che l’isola ha da offrire. Jack diventa allora
la guida personale di Addie, conducendola in scenari pittoreschi e
romantici che finiscono per avvicinarli sentimentalmente sempre
più.
Il cast di Un amore in fondo al mare
L’attrice statunitense
Hunter King, nota per aver interpretato Adriana
Masters in Hollywood Heights – Vita da popstar e Summer
Newman in Febbre d’amore, interpreta la protagonista Addie,
mentre l’attore canadese Beau Mirchoff è Jack, il
marinaio e maestro di sub che aiuterà Addie a cercare l’anello
perduto. Mirchoff è noto per aver interpretato Casey Rhodes nella
trilogia di Detective Knight e
Steve Sheridan nella serie Narcos: Messico. Recita
poi nel film l’attrice e sceneggiatrice Eliza Hayes
Maher nel ruolo della sorella di Addie, Kate.
Jordan Matlock
interpreta invece il personaggio Nathan, mentre Diane
Sargent ricopre il ruolo di Betty e Brian
Connors quello di Robert. L’attrice Isabelle
Du interpreta Kara, mentre l’attrice e produttrice
Marita de Lara, celebre per aver partecipato a
General Hospital e This Is Us, è Hannah. Adam
Johnson, volto di Un’estate per diventare grande e
della saga di Scoot poliziotto a 4 zampe, per Un amore in
fondo al mare è Doug Chamberlain. Infine, l’attrice
Joan Powers interpreta Michelle, l’istruttrice di
sup-yoga.
Il trailer di Un amore in fondo
al mare e dove vedere il film in streaming e in TV
Sfortunatamente il film non è
presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive
in Italia. È però presente presente nel palinsesto televisivo di
mercoledì 5 luglio alle ore 21:25
sul canale Rai 1. Di conseguenza, per un limitato
periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai
Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il
momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma,
completamente gratuita, per trovare il film e far partire la
visione. Di seguito, ecco invece il trailer, di cui però non esiste
la versione italiana.
Un amore di
testimone è il film del 2008 diretto da Paul Weiland e con
protagonisti Patrick Dempsey, Michelle Monaghan, Kevin McKidd,
Sydney Pollack, Busy Philipps
InUn amore di
testimone un’amicizia nata tra le lenzuola ai tempi
dell’università. Una stanza al buio, la scelta di una maschera
sadomaso per rendere l’incontro off-limits e Tom (Patrick
Dempsey) che finisce nel letto della ragazza sbagliata.
Ovviamente quella notte andrà in bianco, ma da quel momento Anna
(Michelle Monaghan), da comico errore di una notte
decisamente troppo alcolica, diventerà la sua migliore amica. E
dopo dieci anni nulla è cambiato. Tom è il solito casanova assetato
di donne, e Anna la sua adorata e affezionata spalla, sua dama ai
matrimoni nonché sua confidente d’eccezione. Non c’è
romanticismo tra i due, ma quando, in Scozia, Anna incontrerà il
duca dei suoi sogni e con cui deciderà di convolare a nozze, Tom
non potrà più nascondere i suoi sentimenti. E allora da “damigella
d’onore”, in qualità di suo migliore amico, si trasformerà nel
guastafeste di turno, ostinato a trovare nella vita edulcorata del
lord scozzese scabrosi nei che possano far desistere Anna dallo
sposarlo.
Un amore di testimone,
l’analisi
Un amore di
testimone è una commedia anglo-americana realizzata dal
creativo e regista (per lo più televisivo) britannico Paul
Weiland, conosciuto soprattutto per aver ideato alcuni tra
gli spot pubblicitari più premiati e per aver diretto Rowan
Atkinson nella serie Mr Bean, padrona indiscussa del
british humour da tubo catodico.
Non sempre un talento riesce a
trovare il modo di esprimersi attraverso tutti i canali e
linguaggi, quello che risulta creativo nella pubblicità o in
televisione non è necessariamente originale al cinema così com’è
valido il contrario. E parlando di Paul Weiland e del suo amore di
testimone, non si può certo dire che il linguaggio cinematografico
sia proprio nelle sue corde. Che fosse una commedia piena di cliché
era chiaro sin dall’inizio, è bastata l’intro dell’errore di letto
a dichiarare l’intento del film e la sua formula banale. Non era un
mistero neanche che fosse una commedia assolutamente prevedibile e
senza colpi di scena. Magagne su cui, tuttavia, avremmo potuto
chiudere un occhio, considerando la fiacca e trita retorica che
ormai regna nella maggior parte delle commedie rosa, come se il
romanticismo al cinema fosse l’equivalente di “storia
frivola, inconsistente ed effimera, priva di qualunque
accortezza stilistica e sostanza narrativa”.
Ma la nota veramente stonata della
pellicola di Paul Weiland è la sua profonda
inettitudine a stimolare anche la fantasia e il sogno d’amore della
più romantica delle donne. Non genera alcuna piacevole
immedesimazione, nessuna forma di tenera sublimazione, né tantomeno
quella conviviale forma di abbandono che, di solito, si prova
assistendo ad un accadimento già scritto. Alle volte, lasciarsi
trasportare da storie presumibili, è garanzia di appagamento
emotivo. E’ come vedere per l’ennesima volta la stessa scena o lo
stesso episodio di una serie tv: sapere come va a finire ti
consente di godere maggiormente dei dettagli della storia e di
trovare rifugio nella sua certezza, gravida di inequivocabili punti
fermi. Un amore di testimone è purtroppo
non molto di più della brutta copia de Il matrimonio
del mio miglior amico.
Una nuova commedia spagnola del
regista Paco Caballero è uscita su Netflix giusto in
tempo per la festa della mamma: si tratta di Un amore di
mamma (Amor de Madre), interpretata da
Carmen Machi, Quim Gutiérrez,
Yolanda Ramos, Celia Freijeiro,
Juanjo Cucalón e Justina Bustos.
Dopo Donde caben dos, Caballero
dimostra di aver trovato la sua idea di commedia leggera, il cui
fine principale è sorprendere lo spettatore con un torrente di
risate, piuttosto che innovare e sperimentare con la tradizione. Le
sue sono storie che ruotano intorno alla tematica amorosa, mai
sviscerandola nel suo senso più comune della relazione tra
innamorati, e soffermandosi piuttosto sul concetto primigenio del
sentimento affettivo: il rapporto madre-figlio.
Un amore di mamma, quando l’amore è
in…famiglia
In Un amore di
mamma, José Luis (Quim
Gutiérrez) è stato appena piantato all’altare, e come se
non bastasse, Mari Carmen (Carmen
Machi), mamma iperattiva e alquanto oppressiva, ha
insistito per accompagnarlo in viaggio di nozze con la scusa di non
perdere la valanga di soldi spessi. Ogni minuto che passano alle
Mauritius, José Luis si sente sempre più infelice e fallito mentre,
in maniera totalmente opposta, Mari Carmen dimostra di sapersi
divertire un mondo, vivendo tutte le esperienze che ha sempre
desiderato e rivelandosi la donna meravigliosa che è veramente, e
che la sua famiglia non riesce a scovare al di là della sua figura
di madre.
Un amore di mamma
mira, in maniera molto onesta, ad essere una fresh comedy
da piattaforma, da domenica pomeriggio, lanciata in occasione della
festività più opportuna, quella della mamma. In questo senso, è
puntuale come un orologio svizzero nel raggiungere il suo
obiettivo, ossia inondare i nostri divani di risate (non mancherà
neanche qualche lacrima) e spazzare via i dolori che ci circondano,
ogni volta che accendiamo la televisione.
L’assunto di partenza è semplice ma
quanto mai incisivo, nutrimento efficace per l’idea di commedia
attuale, immediata e di tendenza, requisiti imprescindibili per le
piattaforme streaming che frequentiamo quotidianamente. La
stragrande maggioranza delle madri conosce a fondo i propri figli,
ma… Quanto sappiamo davvero delle nostre madri? Siamo certi che
abbiano dato tutto per la famiglia, che sono le donne della nostra
vita: ma chi sono state, prima di diventare le nostre madri?
Quando la moglie diventa
la mamma
È impossibile immaginare una madre
migliore per questo film di quella interpretata da Carmen
Machi, che regge il carico emotivo del film sulle sue
spalle e dimostra ancora una volta di essere un’attrice a tutto
tondo nel panorama del cinema spagnolo, capace di commuovere con un
buon dramma, ma anche di mettersi volontariamente in situazioni
ridicole e uscirne a testa alta.
E’ la prima volta che Carmen
Machi e Quim Gutiérrez lavorano insieme e
già dimostrano di poter comprendere efficacemente tono e finalità
dell’opera che andranno ad impreziosire, muovendosi accuratamente
tra risate ed emozioni, al ritmo di una colonna sonora pop che mira
a coinvolgere un preciso target di spettatori: quello dei genitori,
che sono stati figli e, troppo spesso, si dimenticano che non
smetteranno mai di esserlo. Adulti che stanno pian piano
abbracciando il mondo del cinema da casa, del pomeriggio di weekend
passato sul divano, nonché fetta di spettatori che Netflix
sta sempre più cercando di fidelizzare.
Non mancano gag spassose, come
quando la mamma applica a José Luis, suo malgrado, la crema solare
sul viso, o quando la direttrice dell’hotel dove alloggiano spiega
che ha cacciato altre coppie per non essere passate dall’altare…
costringendoli a spacciarsi per sposi (con tutti gli equivoci
possibili che entrano in gioco). Non vi è nulla di volgare o fuori
luogo a livello di scrittura, e manca quel pizzico di sana e aspra
satira che tanto piace ai giovani registi delle commedie moderne,
ma questo perché Un amore di mamma vive di
comicità impostata, sketch rassicuranti e riconoscibili che non
ricercano un’opportunità per brillare, ma senso comico da
reiterare.
Il messaggio di Un amore di
mamma è univoco, e funziona al di là di uno script
prevedibile e del tono umoristico tipico delle commedie spagnole:
spazziamo via ogni rimorso o traccia di costernazione filiale
perché é, e sarà ancora, tempo di stare con chi ci sarà sempre, si
metterà in ridicolo per noi, e non penserà due volte a riportarci
sulla strada del sorriso.
Alla sua terza prova di regia, Mia
Hansen Løve si conferma a soli 31 anni, una delle più promettenti e
interessanti registe del cinema francese, e non solo. Come i
precedenti Tutto è perdonato (2007) e il Padre dei
mieifigli (2009), anche Un amore di
gioventù nasce dalla stessa sensibilità ed evidenza: “il
bisogno di superare un vuoto affettivo”, esistenziale, e di farlo
con l’aiuto dell’Arte. Ma la passione e il tormento provati dalla
giovane Camille (cui Lola Créton cede il fascino acerbo e
fotogenico di un’esordiente) per la fine del suo primo amore, non
sono soltanto il frutto di una riflessione autobiografica, ma, come
tiene a precisare l’autrice stessa, materiale
cinematografico, che come tale deve essere trattato.
E la Hansen, non c’è che dire, lo
fa con grazia e tenerezza. Attraverso uno sguardo semplice,
minimale, che segue scrupolosamente i moti d’animo della
protagonista, senza mai essere invadente. Quasi come un leale
confidente, che a volte indugia sul disagio di chi soffre ma solo
perché spera venga presto superato.
Ma tra il punto di rottura e la
“rinascita” c’è un tempo interminabile nel mezzo; e qui il
meccanismo narrativo un po’ si inceppa nel tentativo di restituirne
la pienezza. Risulta quantomeno strano l’improvviso ritorno di
fiamma, dopo anni di crescita e cambiamento . Un cambiamento che
per Camille si nutre della passione per l’Architettura, e della
relazione con il suo insegnante. I luoghi di certo hanno un’anima e
lei riesce a comprenderne il linguaggio. Questo l’aiuta a dare una
forma sensata, ragionata, a una realtà che fugge; proprio allo
stesso modo in cui un buon architetto si sforza di trovare il
barlume nell’oscurità della materia. Non è forse un caso che la
luce sia un’altra componente integrante del film. Attraversa il
paesaggio e si diffonde, fino ad accarezzare il volto di Camille e
a raccogliere l’emozione di un’istante: l’istante che l’amore rende
eterno.
Medusa Film e hanno diffuso il
trailer ufficiale di Un Amore Così Grande, il
film di Cristian De Mattheis con
protagonisti Giuseppe Maggio, Francesca Loy, Franco
Castellano, Eleonora Brown, Fioretta Mari, Riccardo Polizzy
Carbonelli e Daniela Giordano.
Un Amore Così Grande
Il protagonista Vladimir (Giuseppe
Maggio) parte dalla Russia, San Pietroburgo, dopo aver perso la
mamma (Daniela Giordano) alla volta dell’ Italia, Verona, alla
ricerca del padre (Franco Castellano) che non aveva mai conosciuto.
Quest’ultimo ha abbandonato la madre di Vladimir a San Pietroburgo
quando lui aveva pochissimi anni. A Verona incontra Veronica
(Francesca Loy), la figlia benestante di un’industriale (Jgor
Barbazza), che di professione fa la guida turistica. Qui nasce il
grande amore tra i due ragazzi. Un amore pieno di ostacoli e di
insidie, una fra queste la nonna di Veronica (Fioretta Mari) che
tenta di ostacolare i due con ogni mezzo. A Verona Vladimir
incontra i ragazzi de “Il Volo” ed il loro manager (Riccardo
Polizzy Carbonelli).
Sarà proprio lui a convincere
Ignazio, Piero e Gianluca che Vladimir è un vero talento della
Lirica e che possiede una voce come poche che lui abbia
sentito. Ma purtroppo gli eventi che si presenteranno dinanzi
alla loro vita non sono ancora finiti, prima del trionfo dell’amore
bisognerà aspettare e soffrire ancora per molto.
Un San Valentino all’insegna di
Un Amore Così Grande, il film che vede la
partecipazione del giovane trio Il Volo. Da oggi
disponibile su Amazon Prime
Video.
Un Amore Così Grande: la
trama
Chi, nella sua vita, non ha sognato
di vivere un grande amore. Un amore viscerale, passionale, che va
contro tutti e tutto pur di essere vissuto. Un amore come quello di
Romeo e Giulietta che ha reso Verona la città dell’amore per
eccellenza. Ed è proprio Verona la cornice dell’amore raccontato
nel film Un Amore Così Grande. Il film che vede la partecipazione
del giovane trio Il Volo, i quali concedono la loro canzone Un
amore Così Grande come colonna sonora del film omonimo. Verona, una
città che con la sua Arena diventa una città artistica di altissimo
livello. E così amore e arte si incrociano per diventare una cosa
sola. Tutto questo viene raccontato con maestria nel dramma
romantico che da oggi è disponibile su Amazon Prime Video con il catalogo si CG
Entertainment. Un film ideale per chi si vuole emozionare in questo
weekend di San Valentino.
Un Amore Così
Grande diretto da Cristian De Mattheis, vede protagonista
Vladimir (Giuseppe Maggio) un figlio d’arte. Il giovane ragazzo
parte dalla Russia, San Pietroburgo, dopo aver perso la mamma
(Daniela Giordano) alla volta dell’Italia, Verona, alla ricerca del
padre (Franco Castellano), un musicista, che non aveva mai
conosciuto. Quest’ultimo ha abbandonato la madre di Vladimir a San
Pietroburgo quando lui aveva pochissimi anni. A Verona incontra
Veronica (Francesca Loy), la figlia benestante di un industriale
(Jgor Barbazza), che di professione fa la guida turistica. Qui
nasce il grande amore tra i due ragazzi. Un amore pieno di ostacoli
e di insidie, una fra queste la nonna di Veronica che tenta di
ostacolare i due con ogni mezzo. A Verona Vladimir incontra i
ragazzi de “Il Volo” ed il loro manager. Sarà proprio lui a
convincere Ignazio, Piero e Gianluca che Vladimir è un vero talento
della Lirica e che possiede una voce come poche che lui abbia
sentito. Così come l’amore anche il suo lancio da cantante lirico è
travagliato. Purtroppo gli eventi che si presenteranno dinanzi alla
loro vita non sono ancora finiti, prima del trionfo dell’amore
bisognerà aspettare e soffrire ancora per molto.
Un Amore Così
Grande distribuito da Blue Penguin Film e
prodotto da A.C. Production, nato da un’idea di
Francesca Andreoli e scritto da Cristian
De Mattheis, Cristiano Malacrino, vede la partecipazione
di Giuseppe Maggio, Francesca
Loy, Piero Barone, Ignazio
Boschetto, Gianluca Ginoble per il trio
Il Volo, Eleonora Brown,
Riccardo P. Carbonelli, Fioretta
Mari, Franco Castellano e Daniela
Giordano.
Da quando nel 2012 ha vinto l’Oscar
come miglior attore per The Artist,
Jean Dujardin ha conquistato una popolarità senza
precedenti, recitando da quel momento in numerosi film sempre
diversi tra loro. Egli è infatti passato dal biografico
The Wolf of Wall Street
alla commediaGrandi
bugie tra amici, dal dramma storico
di L’ufficiale e la
spiaal grottesco Doppia pelle. Nel corso di questi anni
non ha però mancato di recitare anche in una commedia sentimentale
come Un amore all’altezza, uscito al
cinema nel 2016 per la regia di Laurent
Tirard. All’interno di questo si snoda una vicenda che
sfida il pregiudizio per aprirsi al sentimento vero.
Scritto dallo stesso Tirard insieme
a Grégoire Vigneron, il film è il rifacimento in
chiave francese del film argentino Corazon de Leon, del
2013. Inserendosi in pieno nei canoni della commedia
francese, Un amore all’altezza si concentra sul
raccontare determinati sentimenti, i quali sono però ostacolati da
una serie di pregiudizi che i personaggi hanno sviluppato anche per
via di influenze esterne. Si generano così situazioni molto
comiche, come anche altre molto romantiche, e alla fine il racconto
riesce non solo a coinvolgere ma a dimostrare come, nel momento in
cui si abbandona ogni pregiudizio, si sia in grado di vivere più
serenamente ciò che ci circonda.
Apprezzato da critica e pubblico,
Un amore all’altezza è certamente tra le più affascinanti
commedie francesi degli ultimi anni, merito anche di una coppia di
protagonisti particolarmente affiatata. Per gli amanti del genere è
dunque un titolo da non perdere, che può regalare diverse piacevoli
sorprese. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità
relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Un amore all’altezza: la trama del film
Protagonista del film è
Diane Duchene, donna affascinante, avvocato di
successo e con un matrimonio fallito alle spalle. Da quando è
tornata ad essere una donna single, Diane si concede una serie di
appuntamenti al buio, ed è così che finisce per incontrare
Alexander. Parlando con lui al telefono, egli si
dimostra simpatico, intelligente e ricco di carisma, rivelando
inoltre di essere anche un noto architetto. Diane ne rimane
assolutamente affascinata e non vede dunque l’ora di incontrare
quello che sembra essere un uomo assolutamente perfetto.
In occasione del loro incontro,
però, Diane si trova davanti a qualcosa di inaspettato: Alexander,
infatti, è alto soltanto 136 centimetri, uno “gnomo”, come si
autodefinisce scherzosamente lui. Anche se Diane e Alexandre
inizieranno una relazione romantica, facilitata dall’autoironia di
lui, non potranno evitare gli imbarazzi derivati dall’evidente
diversità, fino ad arrivare alla crisi del rapporto, nonostante
un’evidente affinità tra loro. Divisa tra ciò che prova e ciò che
gli altri pensano, Diane si troverà dunque a dover imparare a
vedere oltre le apparenze, superando i pregiudizi e abbandonandosi
a nuovi sentimenti.
Un amore all’altezza: il cast del film
Come anticipato, nel ruolo di
Alexander vi è l’attore Jean Dujardin.
Qui interprete di un personaggio alto solo 136 centimetri, egli
vanta in realtà un’altezza pari a 182 centimetri. Nel renderlo più
basso non sono stati usati particolari effetti speciali, bensì
diversi trucchi della macchina da presa, posizionata in angolazioni
favorevoli all’effetto da raggiungere. Ad esempio, egli veniva
ripreso dall’alto, in ginocchio o seduto su uno sgabello con ruote.
Durante le sue scene di dialogo con gli altri personaggi, spesso
girate senza questi trucchi, lui doveva guardare più in alto della
testa altrui, mentre gli altri dovevano guardare più in basso del
petto di lui. Al montaggio l’effetto finale risultò perfetto.
Nel ruolo di Diane Duchene, invece,
si ritrova l’attrice Virginie Efira, vista anche
in 7 uomini a mollo e
Elle e recentemente distintasi come protagonista di
Benedetta. Raccontando del suo personaggio, la Efira ha
dichiarato di essere rimasta affascinata dal percorso di Diane.
Recitare facendo finta che Dujardin fosse molto basso, però, le ha
richiesto tanta immaginazione e anche un po’ di fatica. Accanto a
lei, nel ruolo del suo patrigno Philippe si ritrova Bruno
Gomila, mentre Christian Valsamidis è un
amico di lei. L’attore Cédric Kahn, noto per i
film Dopo l’amore e Cold War, interpreta
invece l’ex marito di Diane, Bruno Cassoni. Stéphanie
Papanian, infine, è Coralie.
Un amore all’altezza: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Un amore
all’altezza è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple
TV+, Infinity+ e Tim Vision. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È
bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite
temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente
nel palinsesto televisivo di mercoledì 26 luglio
alle ore 21:00 sul canale
Iris.
Un amor,
titolo dato al nuovo film della spagnola Isabel Coixet, potrebbe a primo
impatto portarci fuori binario. La storia, in Concorso alla
18esima edizione della Festa del
Cinema di Roma nella sezione Progressive Cinema, prima
di essere un racconto d’amore non ordinario, come si potrebbe
pensare dalle immagini ufficiali o dalla sua breve sinossi, è un
inno al raggiungimento della libertà interiore (e sociale), quella
ottenuta in seguito a una forte resistenza ma anche resilienza. La
regista, le cui donne che si devono confrontare con i problemi
della vita sono colonna portante della sua filmografia, per il suo
nuovo lavoro affida a Natalie, protagonista di Un
amor, il compito di parlarci di quanto questo possa
essere complicato e distruttivo se non decidiamo di agire – e
reagire – agli eventi che ci sovrastano.
A fare da sfondo a un racconto in
cui è ancora una volta l’empowerment femminile a dominare, una
campagna rurale spagnola dominata da misoginia, pregiudizi e a
volte chiusura mentale. Sono proprio questi, però, che a forza di
dare a Natalie tutti i giorni uno schiaffo in faccia non proprio
piacevole, le daranno la giusta carica per ribellarsi e poter, alla
fine, farsi valere. Un amor è tratto dall’omonimo romanzo
best seller di Sara Mesa, e ha come interpreti
principali Laia Costa nel ruolo di
Natalie e Hovik Keuchkerian in
quello di Andreas.
La trama di Un amor
Natalie (Laia
Costa) faceva la traduttrice simultanea per i rifugiati,
prima di decidere di trasferirsi a La Escapa, un paese rurale della
Spagna. Il dolore provocato dal suo precedente lavoro era diventato
insostenibile per lei, tanto da provocarle incubi. Ma la scelta di
andare ad abitare in una remota campagna si rivela non essere
quella adatta. Sin dal suo arrivo, la donna si trova a dover
affrontare una serie di situazioni spiacevoli, prima fra queste una
casa che sta crollando a pezzi, fatiscente, ma il cui burbero
proprietario non vuole riparare. Anzi, la tratta con disprezzo, le
inveisce contro senza il minimo scrupolo. Anche il vicinato non è
molto trasparente: c’è chi è sospettoso, c’è chi invece mostra
bontà ma non riesce a nascondere una fin troppo palese malizia.
Per Natalie le cose peggiorano
quando l’abitazione in cui vive inizia ad avere problemi di
infiltrazioni, fino a quando a causa delle piogge non si allaga
tutta, costringendola a mettere dei secchi per arginare il
problema. Una sera arriva alla sua porta Andreas (Hovik
Keuchkerian), un uomo la cui età potrebbe essere superiore
alla quarantina, e il cui aspetto fisico non è proprio dei migliori
e affascinanti. Egli si offre di darle una mano in cambio di
qualcosa di molto specifico: entrare in lei. Dopo un primo rifiuto,
la donna capirà di non avere alternative e alla fine accetterà. Da
quel momento instaurerà con lui una relazione quasi ossessiva,
oltre che malsana. Questo, però, la porterà paradossalmente a una
rinascita.
Una protagonista inaspettata
Isabel Coixet per
il suo Un amor decide di utilizzare il
4:3; una scelta che se all’inizio è quasi incomprensibile,
soprattutto per i panorami rurali e montuosi filmati il cui skyline
perde di maestosità a causa del formato, comprendiamo solo in
seguito essere lo strumento adatto per poterci restituire i
sentimenti – e la condizione – di Natalie. Grazie infatti a queste
inquadrature ristrette, il campo si concentra tutto sulla
protagonista. La macchina da presa aderisce a lei, e in quello
spazio chiuso – dove non riusciamo a vedere molto altro – possiamo
percepire la sofferenza di una donna che si sente stretta in una
morsa dalla quale non riesce a liberarsi. Ha cambiato vita per
allontanarsi da un lavoro che le provocava incubi per quanto
emotivamente stancante, ma il suo trasferimento si è trasformato in
un altro brutto sogno in cui il proprietario di casa è un
maschilista arrogante, gli uomini quasi tutti maliziosi e i vicini
di casa sospettosi e analizzatori. In un ambiente per certi versi
così ostile e ambiguo, Natalie trova riparo in una relazione
amorosa (o dovremmo dire sessuale) con Andreas, ma nella quale
niente è sano se non il suo bisogno di stare bene.
Crede di aver trovato qualcuno con
cui vivere la sua vita solitaria, che però a stento conversa con
lei. L’amore, dunque, diventa solo pretesto per farle
risolvere i suoi dubbi esistenziali. È l’escamotage
narrativo perfetto, non il viaggio. È l’inizio, non la fine. Tanto
che questo singolare legame – in cui c’è comunque una necessità da
parte della regista di sovvertire gli stereotipi di età – nasce
verso il secondo atto e si consuma anche molto brevemente. Quello
che resta, che impregna e bagna ogni sequenza, la ravviva e la
colora, è solo Natalie, che da tutte queste esperienze e
vicissitudini rinasce, nelle ultime battute, come una fenice dalle
proprie ceneri. Il finale di Un amor è
fra gli inserti più belli e puri; è catartico, potremmo dire quasi
sublime: è equilibrato ma impattante, semplice ma significativo. Di
cui difficilmente potremo dimenticarci. E applausi a Laia
Costa.
Si intitola Un amico
straordinario il nuovo film con Tom
Hanks, che in originale è A Beautiful Day in
the Neighborhood e che racconta di Fred
Rogers, figura iconica diventata protagonista di un
tradizionale trattamento biografico di Hollywood. Ecco il primo
trailer italiano del film che vede Tom Hanks alla
ribalta nella stagione dei premi con una nuova interpretazione
magistrale.
Un amico
straordinario è diretto da Marielle
Heller (Copia Originale) e
uscirà in tempo per i prossimi Oscar, con Hank in pole position per
una candidatura. Un amico
straordinario ruota intorno alla dinamica tra
Rogers e il cinico giornalista Lloyd Vogel (Matthew
Rhys), che ha il compito di scrivere un profilo di Rogers
per una rivista. Le loro interazioni hanno aiutato a cambiare la
prospettiva di Vogel sulla vita.
Guarda una nuova clip del film,
distribuito da M2 Pictures, Un Amico molto
speciale di Alexandre Coffre, con Tahar Rahim e
Victor Cabal, nelle dal 4 Dicembre.
Sinossi: È la vigilia di
Natale e Antoine, sei anni, ha una sola idea in mente: incontrare
Babbo Natale e fare un giro in slitta con lui tra le stelle. Così,
quando Babbo Natale gli cade come per magia sul balcone, Antoine è
troppo stupito per capire che sotto il classico costume rosso e
bianco si nasconde in realtà un ladro intento a svaligiare gli
appartamenti dei quartieri alti. Nonostante tutti gli sforzi
dell’improvvisato Babbo Natale per sbarazzarsi del determinato
Antoine, i due finiranno per formare un’improbabile coppia in giro
per i tetti di Parigi, ognuno intento a realizzare il proprio sogno
in una notte magica dove tutto può accadere…
Antoine (Victor
Cabal), un vivace bimbo di sette anni, coltiva un grande
sogno: incontrare Babbo Natale e poter fare un giro sulla sua
slitta per raggiungere la stella dove crede che si trovi il suo
papà. Quando Babbo Natale in persona piomberà sul
balcone di casa, il piccolo Antoine non vorrà farsi sfuggire
l’occasione di poter realizzare il suo sogno anche se, sotto la
casacca bianca e rossa del vecchietto, si cela in realtà un giovane
topo d’appartamento (Tahar Rahim).
Un amico molto
speciale, il terzo lungometraggio di
Alexandre Coffre, presenta la classica struttura
narrativa del film natalizio per famiglie. La differenza la fanno
il tentativo di un maggior realismo nella presentazione delle
vicende ma soprattutto nella descrizione dei sentimenti ed un
irresistibile attore esordiente, Victor Cabal, che
duettando con il sempre bravo Tahar Rahim, riesce
a tenere in piedi una storia tutto sommato abbastanza convenzionale
nell’ambito del filone Natalizio. Poi c’è Parigi e soprattutto i
suoi tetti, da poco entrati a far parte del patrimonio
dell’Umanità. Il ladro, in principio
riluttante, vista la naturale propensione del bambino ad
arrampicarsi, decide infatti di sfruttare la sua credulità per
svaligiare una serie di appartamenti nei quartieri alti di Parigi e
lo porta con se in un’avventurosa odissea alla ricerca dell’oro
che, dice al piccolo Antoine, servirà come carburante per la
slitta. Il giovane che non ha avuto un’infanzia molto facile,
inizierà però ad affezionarsi al suo piccolo assistente.
Coffre si è entusiasmato per questo
soggetto proprio perché il tema si avvicinava molto alle relazioni
padre/figlio ed in più c’era la magia del Natale che gli ricordava
le sue prime esperienze da spettatore cinematografico quando i
genitori, a Natale appunto, lo portavano al cinema. Questa magia
passa attraverso gli occhi ingenui del piccolo Antoine che crede
ancora nelle favole. Tutto ciò viene messo in evidenza da una
scenografia e dalla fotografia particolarmente curate che rendono
perfettamente come, durante quella magica notte, anche il
quotidiano possa rivestirsi di una scintillante patina se guardato
attraverso gli occhi di un bambino. Un altro punto di forza del
film sono le scene d’azione e le acrobazie che però non rubano
spazio alla storia ed all’esplorazione dell’evolversi della
relazione tra i due protagonisti.
Il film di Alexandre
Coffre commuove, emoziona e diverte senza scadere nel
classico buonismo spicciolo natalizio. In questo senso può essere
considerato nonostante tutto un film natalizio che esce dai soliti
binari e che può piacere tanto ai piccoli spettatori quanto a
quelli più grandi.
Arriverà al cinema il 4
Dicembre Un amico molto speciale di Alexandre
Coffre con Tahar Rahim e Victor Cabal.
È la vigilia di Natale e Antoine,
sei anni, ha una sola idea in mente: incontrare Babbo Natale e fare
un giro in slitta con lui tra le stelle. Così, quando Babbo Natale
gli cade come per magia sul balcone, Antoine è troppo stupito per
capire che sotto il classico costume rosso e bianco si nasconde in
realtà un ladro intento a svaligiare gli appartamenti dei quartieri
alti. Nonostante tutti gli sforzi dell’improvvisato Babbo Natale
per sbarazzarsi del determinato Antoine, i due finiranno per
formare un’improbabile coppia in giro per i tetti di Parigi, ognuno
intento a realizzare il proprio sogno in una notte magica dove
tutto può accadere…
Un altro progetto si aggiunge alla
lunga lista dei film nei quali vedremo in azione Bruce Willis, tra
questi I mercenari – The Expendables, Red, Catch .44, Kane &
Lynch.
Ammettiamolo… ma davvero
Un piccolo favore aveva bisogno di un
sequel? A quanto pare sì, perché il finale sconvolgente di
Un altro piccolo favore dimostra che c’erano
ancora molte cose da raccontare.
Attenzione: seguono
spoiler!
Alla fine del primo film, grazie a
una diretta segreta di Stephanie (interpretata da Anna Kendrick),
Emily (Blake Lively)
finiva in prigione. Viene rivelato che il suo vero nome è Hope
McLanden, e che in passato ha ucciso sia il padre violento che, da
adulta, la sorella gemella Faith.
Sembra un finale perfetto per un
thriller, con la colpevole dietro le sbarre… ma non è così
semplice. Sette anni dopo, la storia riprende: Emily è uscita dal
carcere grazie a un ricorso e si trova a Capri, pronta a sposare un
mafioso affascinante, Dante (Michele Morrone). E
Stephanie? Anche lei è lì, invitata al matrimonio per motivi
misteriosi.
Il colpo di scena più grosso arriva
nel finale: scopriamo che Hope (Emily) e Faith avevano una terza
sorella, una gemella omozigote nata insieme a loro e creduta morta
alla nascita. Il suo nome è Charity, ed è stata cresciuta
segretamente dalla zia Linda (Allison
Janney). Linda, presente anche lei al matrimonio,
vuole che Charity rubi l’identità di Emily per avere accesso ai
soldi della Mafia.
Durante la festa di nozze, c’è
tensione e mistero. Dante viene ucciso quella sera da una persona
sconosciuta e anche Sean (Henry
Golding), ex marito di Stephanie, viene trovato morto.
Stephanie è tra le prime sospettate.
Emily inscena il suicidio… ma le
cose si complicano
Emily si comporta in modo strano e
durante un confronto privato con Stephanie si taglia la gola,
facendo sembrare che si sia tolta la vita. Stephanie viene
arrestata, ma grazie all’aiuto di un agente dell’FBI e di
una cameriera, riesce a fuggire. Tuttavia, viene catturata dalla
madre di Dante, Portia, e tenuta prigioniera.
Portia la interroga con un siero
della verità: scopre che Stephanie non ha ucciso Dante, ma decide
comunque di sbarazzarsene. A sorpresa, Emily torna e la salva.
Un altro piccolo favore – Prime Video
La verità su Charity e Linda viene
a galla
A questo punto si scopre tutto:
Linda ha rubato Charity da neonata, mentendo alla madre Margaret
dicendo che era morta. Charity è cresciuta nella criminalità,
manipolata da Linda.
Charity è anche responsabile delle
morti di Sean e Dante, mentre Emily era stata minacciata. Le cose
si complicano quando Charity prende in ostaggio il figlio di Emily,
Nicky, durante una delle dirette di Stephanie.
Il confronto finale avviene su un
balcone: Linda punta una pistola a Nicky e cerca di convincere
Charity a uccidere Stephanie. Ma Charity, desiderosa di avere un
vero legame con la sorella, si rifiuta… e spinge Linda giù da una
scogliera.
Il colpo di scena finale: chi è
davvero in prigione?
Alla fine, Emily e Charity stringono
un patto: Emily fingerà di essere arrestata, ma in realtà è Charity
a prendere il suo posto in prigione. Stephanie torna a casa e
decide di crescere Nicky, cercando di dargli una vita normale.
Un altro piccolo favore – Prime Video
Un piccolo favore 3 è
possibile? Il finale lascia la porta aperta
E Emily? È viva e nascosta a Roma.
Lì incontra Portia, la madre di Dante, che la considera ormai “di
famiglia”. Portia le consegna una busta con dentro un nuovo
“favore” da fare – probabilmente un altro omicidio o un’azione
criminale. Non vediamo mai cosa c’è dentro, ma il messaggio è
chiaro: la storia non è finita.
Questo finale lascia spazio
a un possibile terzo capitolo, in cui Emily potrebbe
tornare a colpire, magari più pericolosa e imprevedibile che mai.
La frase “ho bisogno di un altro piccolo favore” è un evidente
richiamo al titolo e un gancio perfetto per continuare la saga.
Prime Video ha diffuso il primo trailer
di Un altro piccolo favore che debutterà sulla
piattaforma il 1° maggio in Italia. Diretto ancora una volta da
Paul Feig, il film è prodotto da Feig e Laura Fischer. Il film è il
sequel di Un piccolo favore del 2018 basato sui
personaggi creati da Darcey Bell. Nel cast principale tornano
Blake
Lively e Anna Kendrick,
con Andrew Rannells, Bashir Salahuddin, Elizabeth Perkins, Michele
Morrone, Alex Newell, Elena Sofia Ricci, con Henry Golding e
Allison Janney.
La trama di Un altro
piccolo favore
Stephanie Smothers (Anna Kendrick)
ed Emily Nelson (Blake Lively) si ritroveranno in Italia, nella
splendida isola di Capri, per lo stravagante matrimonio di Emily
con un ricco uomo d’affari italiano. Insieme agli affascinanti
ospiti, non mancheranno omicidi e tradimenti per un matrimonio che
avrà più svolte sorprendenti e mozzafiato di quelle che punteggiano
la strada che da Marina Grande porta alla piazzetta di Capri.
Il sequel di Un piccolo
favore (qui la recensione), il
thriller comico del 2018 diretto da Paul Feig e
interpretato da Blake
Lively e Anna Kendrick,
ha ottenuto un titolo ufficiale ed è stato fissato come première
della serata di apertura dell’SXSW.
In originale si intitolerà
Another Simple Favor, e in italiano sarà
Un altro piccolo favore. Nella storia, Stephanie
Smothers (Kendrick) e Emily Nelson (Lively) si recano a Capri, in
Italia, per il matrimonio di Emily con un ricco uomo d’affari
italiano dove, come rivela la sinossi, si verificano “omicidi e
tradimenti”. Il cast include anche Andrew Rannells, Bashir
Salahuddin e Henry Golding, che hanno
recitato nel film originale, più Elizabeth Perkins, Michele
Morrone, Alex Newell e Allison Janney. La
première è un ritorno all’SXSW per Feig, i cui film Le
amiche della sposa e Spy sono stati
presentati in anteprima al festival rispettivamente nel 2011 e nel
2015.
Un piccolo favore 2 si intitolerà
Another Simple Favor
Another Simple
Favor è stato scritto da Jessica Sharzer
e Laeta Kalogridis basandosi sui personaggi di
Darcey Bell. Feig produce con Laura Fischer tramite Feigco
Entertainment, mentre i produttori esecutivi includono Jennifer
Booth, Jessica Sharzer e Marco Valerio Pugini. Lo studio è
Lionsgate.
“Quando abbiamo visto questo
film lo scorso autunno, abbiamo capito subito che doveva aprire
SXSW: ci ha dato quella sensazione elettrica per cui viviamo come
programmatori”, ha affermato Claudette
Godfrey, vicepresidente di cinema e televisione di
SXSW. “Paul Feig e SXSW condividono un amore
ineguagliabile per la commedia audace e senza paura. Da
quell’indimenticabile proiezione notturna di “Bridesmaids” alla
rumorosa prima mondiale di “Spy”, i suoi film catturano esattamente
ciò che rende speciale il nostro festival: progetti incredibilmente
divertenti che superano i confini. Siamo più che entusiasti di
riunirci a Paul e dare il via al festival con un film che ha fatto
ridere, applaudire e desiderare immediatamente di
rivederlo!”
Un altro piccolo favore debutterà il 1° maggio
in Italia su Prime Video.
Prime Video ha diffuso il trailer
ufficiale di Un altro piccolo favore che debutterà
sulla piattaforma il 1° maggio in Italia. Diretto ancora una volta
da Paul Feig, il film è prodotto da Feig e Laura
Fischer. Il film è il sequel di Un piccolo favore del 2018 basato sui
personaggi creati da Darcey Bell. Nel cast principale tornano
Blake
Lively e Anna Kendrick,
con Andrew Rannells, Bashir Salahuddin, Elizabeth Perkins, Michele
Morrone, Alex Newell, Elena Sofia Ricci, con Henry Golding e
Allison Janney.
La trama di Un altro
piccolo favore
Stephanie Smothers (Anna Kendrick)
ed Emily Nelson (Blake Lively) si ritroveranno in Italia, nella
splendida isola di Capri, per lo stravagante matrimonio di Emily
con un ricco uomo d’affari italiano. Insieme agli affascinanti
ospiti, non mancheranno omicidi e tradimenti per un matrimonio che
avrà più svolte sorprendenti e mozzafiato di quelle che punteggiano
la strada che da Marina Grande porta alla piazzetta di Capri.
Un nuovo capitolo delle saghe mucciniane “borghesia e conflitti
familiari”. Questa volta è il fratello Silvio, senza più zeppola, a
dirigere il secondo film, firmandone nuovamente anche la
sceneggiatura, scritta insieme all’inseparabile Carla
Vangelista.
In Un altro Mondo
Andrea (Silvio Muccino) è un ventottenne
mantenuto, che vive nel suo splendido appartamento romano insieme
alla bulimica fidanzata Livia (Isabella
Ragonese). Una vita fatta di feste, nottate brave e
poche responsabilità. Insomma una di quelle vite che ormai soltanto
quel 10% di famiglie italiane può permettersi di fare. Ma come le
saghe mucciniane insegnano, anche questi alto borghesi hanno le
loro storie tristi. Andrea infatti è stato abbandonato dal padre
ancora bambino, ed ha una madre che gli passa un lauto assegno, ma
di sicuro non riesce a trasmettergli alcun affetto, visto
l’inevitabile scopa in culo da donna ricca e frustrata che si
ritrova. Ma ecco che una lettera vola tra le sue mani: è il padre
in punto di morte che chiede di rivederlo. Andrea parte dunque per
Nairobi dove conoscerà il suo fratellino keniota Charlie.
Il confronto con questa realtà
nuova e completamente opposta al suo dorato mondo romano cambierà
la disposizione delle carte in tavola. Trasportato a Roma, Charlie
si inserirà nella soluzione chimica inerte di relazioni familiari
di Andrea e sconvolgerà il tutto portando dell’inevitabile
entropia.
Una trama che di suo ha davvero
poco di originale. La sceneggiatura è incentrata su delle
caratterizzazioni piuttosto scontate. Andrea è colui che si sveglia
tardi la mattina, che ha una madre fredda e che chiama per nome,
che ha una fidanzata stupenda ma che vomita ogni volta che mangia
troppo. Uno che potrebbe avere tutto ma non è felice. La sua
controparte africana, il fratellino Charlie, ha perso entrambi i
genitori ed è in realtà un borghese piccolo piccolo del Kenya. Non
esistono altri appigli sui quali ricamare. Personaggi dunque che si
presentano piatti. Muccino poi correda le immagini con una regia
estremizzata e fastidiosa a volte. Tagli di luce teatrali a Roma,
immagini gialle e sature in Africa, dove dalla steadycam si passa
alle riprese a mano, eccessivamente abusate.
In Un altro Mondo
il cambiamento di Andrea-Silvio è banalizzato nel rapporto con il
migliore amico, tramite chiamate senza risposta e attese vane di
sms al cellulare. Come la madre Cristina, i personaggi rivelano con
confessioni la propria evidente e complicata psicologia. Solo
Charlie, in quanto bambino senza peli sulla lingua, regala ogni
tanto un colore ai dialoghi e qualche risata in più. Rimangono al
margine interpreti solitamente eccellenti come Maya Sansa, rinchiusa nel continente africano
(un’amica del padre di Andrea), o Isabella Ragonese, che nonostante la sua
presenza scenica non ha spazio per spiccare.
Poteva essere anche un film per
famiglie e in particolare per bambini, se magari l’avessero
incentrato sulla figura di Charlie e si fossero evitate le scene di
sesso spinto. Ma la realtà è che la storia è imperniata su una
figura di bamboccione viziato, che si imbarca in una presa di
responsabilità troppo grande.
Un altro mondo è un film
documentario che vuole raccontare la nostra vera forza e chi siamo
realmente, sfidando la visione moderna del mondo e riscoprendo i
sistemi di valori delle società antiche, come quella dei nativi
americani. Si tratta di un viaggio che mette in luce come la fisica
quantistica stia riscoprendo le conoscenze degli antichi popoli
tribali, di come loro interpretavano la connessione tra l’uomo e
l’universo. Il film dimostra anche scientificamente come siamo
tutti collegati, concetto meglio espresso nel saluto Maya In
Lak’ech, che significa “Io sono un altro te stesso” e dimostra
anche quanto sia innaturale il senso di separazione che
caratterizza gran parte del pensiero moderno.
Thomas Torelli, che già ha
realizzato documentari di inchiesta come “Zero-Inchiesta sull’11
settembre” e “Sangue e cemento” che indagava sul terremoto avvenuto
a L’Aquila nel 2006, sposta ora l’attenzione dagli eventi esterni
alla forza interiore della persona. Indagando, questa volta su come
la forza interiore possa essere la valvola di attivazione di una
vera rivoluzione, personale e globale.
A coadiuvare la tesi ci sono
interviste realizzate in giro per il mondo, dal Messico al
Giappone, con studiosi, scenziati, filosofi, di culture ed
estrazioni diverse, da Masaru Emoto, ricercatore giapponese
scrittore di numerosi saggi, tra i quali il best seller I
messaggi dell’acqua, Vittorio Marchi, fisico
quatistico italiano e Rainbow Eagle, nativo americano e scrittore
di saggi sui nativi americani.
La trattazione di una tematica di
fatto astratta porta ad una opera in cui il valore della visione e
l’impressione della visione ha un ruolo fondamentale, come conferma
lo stesso regista nelle note di regia: “E’ un documentario che
nasce dall’idea e forse dall’ambizione di provare a
raccontare un cambiamento che volenti o nolenti, e che ci si creda
o no, il mondo si sta preparando ad affrontare. Un cambiamento
nelle coscienze, nei costumi, e nel modo di vedere le cose. In
sostanza, una diversa consapevolezza di noi stessi. Un cambiamento
di cui si sta parlando molto in questo periodo, perché legato agli
anni che stiamo vivendo, ma che in realtà durerà molto più tempo.
Con questo film, cercheremo di raccontare come l’uomo,
concentrandosi su un certo tipo di stile di vita si sia perso e che
per ritrovarsi, dovrà guardarsi in dietro (nelle culture passate) e
avanti (nelle scienze che sempre di più confermano antiche
saggezze). Tutto il film dovrà sembrare un lungo sogno che però non
finisce con il nostro risveglio, ma che può ricominciare con una
nuova consapevolezza”
Il documentario inoltre ha sfruttato
dei nuovi canali di distribuzione e realizzazione: è attiva una campagna
su Indiegogo, portale di progetti per il crowdfunding, per
il sostegno alla finalizzazione dell’opera e il produttore
associato è Own air piattaforma italiana per lo streaming
legale di film e documentari.
Per invece vedere il documentario
“alla vecchia maniera” in una sala cinematografica, lo si potrà
fare il prossimo 22 Marzo all’interno del Rome Independent Film
Festival, presso il Nuovo Cinema Aquila di Roma.
Una teoria del filosofo
norvegese Finn Skårderud sostiene che l’essere umano nasca con un
deficit di 0,5% di alcol nel sangue. Cosa succederebbe dunque se si
provasse a colmare tale mancanza, mantenendo poi costante il nuovo
livello alcolemico? È questa la domanda a cui tenta di rispondere
il regista danese Thomas
Vinterberg (Il sospetto, Kursk) con il
suo nuovo film Un altro giro.
Sviluppando questa premessa egli
arriva così a costruire un film che è tanto un ode all’alcol quanto
una riflessione sulla mezza età e sulla necessità di sentirsi
liberi. Dotato di grande umorismo, ma anche di una forte componente
drammatica, il film si è affermato come uno dei migliori visti
durante la Festa del Cinema di Roma. Qui è stato
accolto dopo il mancato svolgimento del Festival
di Cannes.
La storia è quella di Martin
(Mads
Mikkelsen), annoiato professore di storia consapevole
di vivere una vita ogni giorno più grigia e priva di stimoli. In
seguito ad un crollo emotivo durante il compleanno di un suo
storico amico, egli viene introdotto ad una particolare teoria.
Secondo questa, mantenendo un livello costante di alcol nel sangue
si può aumentare la creatività e ridurre la pressione dei propri
problemi. Questi, insieme ai tre amici, anche loro insegnanti e con
esistenze problematiche, decide di intraprendere tale esperimento.
I primi risultati si rivelano per loro emozionanti e
particolarmente positivi. Ben presto i loro eccessi presenteranno
però anche l’altro lato della medaglia, con cui i quattro dovranno
inevitabilmente fare i conti.
Un altro giro: un brindisi alla
vita
Un film che elogia gli aspetti
positivi dell’alcol sembra una vera e propria follia. Eppure, in
mano a Vinterberg tale premessa è diventata l’occasione per una
riflessione sulla società e le sue problematiche. Tutto nasce dalle
ricerche condotte su grandi personalità della storia, da Churchill
ad Hemingway, i quali hanno dato il meglio di sé grazie
all’influenza degli alcolici. Il regista, pur non nascondendo mai
gli inevitabili effetti negativi, dimostra il potenziale di tali
bevande nell’aiutare gli oppressi a sentirsi più disinibiti.
L’alcol diventa così il pretesto per parlare di personalità
apparentemente giunte al capolinea. Grazie a quella che viene
ritratta come una vera e propria bevanda magica, i quattro
protagonisti riescono invece a riscoprire quel senso di libertà
tanto tipico dei giovani che riempiono le prime immagini del
film.
Ha così per loro inizio una
rinascita che li porta ad essere protagonisti dei momenti migliori
del film, carichi di un umorismo tanto semplice quanto efficace.
Può infatti essere scontato ridere nel guardare quattro uomini
adulti in preda all’ubriachezza. Vinterberg, però, arricchisce tali
sequenze facendo mantenere ai personaggi credibilità e umanità, e
sono proprio tali valori a renderli tanto comprensibili da generare
la risata. Su di loro, quasi come fosse un documentario, il regista
costruisce poi lo svolgersi della teoria, da confermare o sfatare.
Il risultato di questa può forse essere prevedibile, ma le
conclusioni a cui il film giunge sono piuttosto inaspettate.
L’alcol sembra infatti qui servire
ad ognuno dei personaggi per prendere coscienza dei propri limiti.
Ma sfuggire a lungo da questi non è possibile, e ben presto arriva
dunque il momento di fare i conti con la propria vita. È così che
dopo tanto divertimento, con sequenze realmente memorabili, si
entra in un terzo atto ben più introspettivo e cupo. Un cambio di
registro certamente rischioso, ma che permette di esaltare il
racconto di quattro amici e del loro desiderio di sentirsi
nuovamente parte della vita. Poiché, oltre a trattare del ruolo e
del peso dell’alcol nelle passate e presenti generazioni, il cuore
narrativo non ruota che intorno ad una storia di esseri umani
fragili e feriti dalla mezza età. Questi non aspirano ad altro se
non ad una seconda possibilità.
DRUK
Un altro giro: la recensione
Con Un altrogiro
(di bevute, ma anche della giostra della vita) si costruisce così
un discorso più universale di quanto si potrebbe pensare. Tale
capacità è data in primo luogo dal grande intrattenimento fornito,
composto da una sovrabbondanza di colori, musiche, luoghi, ma anche
dalla grande umanità dei personaggi. La stessa sceneggiatura,
scritta da Vinterberg insieme a Tobias Lindholm, è un tripudio di
situazioni che danno vita ad un’epica dell’alcol, risultando
avvincente ed emotivamente toccante su più fronti. Questa non è
però certo priva di pecche. Specialmente nel corso del terzo atto,
qui particolarmente complesso per contenuti, si avverte infatti
un’incertezza nei confronti del finale. Questo sembra più volte sul
punto di arrivare, salvo poi ritardare ancora di qualche scena il
suo arrivo vero e proprio.
Lo spettatore dovrebbe in realtà qui
riabituarsi ad un ritmo più pacato, ben lontano da quello festoso e
comico che ha caratterizzato i primi due terzi del film. Per
contenuti e riflessioni è infatti questo il momento più complicato
dell’opera. Attraverso questo si può però evincere tutta la forza
della storia e della pellicola in sé. La possibile frustrazione
avvertita nell’attesa del vero finale viene però infine ampiamente
ricompensata. Un gigantesco Mads Mikkelsen (ma
anche gli altri tre co-protagonisti non sono da meno) si lancia
infatti in quella che è probabilmente una delle sequenze finali di
maggior impatto viste di recente. Durante questa Un altro
giro riafferma tutta la sua forza, la sua vitalità e il suo
valore più profondo.
Chris Rock ha
firmato per dirigere Another Round, basato su
Un altro Giro, la commedia del 2020 diretta da
Thomas
Vinterberg che ha vinto l’Oscar per il miglior
lungometraggio internazionale e il BAFTA.
Il film è una produzione Appian Way
e Makeready per Fifth Season. Jennifer Davisson e
Leonardo DiCaprio
stanno producendo per Appian Way, mentre Brad
Weston e Collin Creighton stanno
producendo per Makeready. Stuart Bloomberg ha
scritto una bozza e ora porteranno un nuovo sceneggiatore a
lavorare con Rock.
Rock ha fatto della regia di questo
film una priorità e la aggiunge a un adattamento basato sulla
Universal di King: A Life, il libro di
Jonathan Eig su Martin Luther King
Jr., insieme a una sceneggiatura senza titolo che Rock sta
scrivendo e che sarà prodotta da Peter Rice.
Rock si è affermato come regista di
successo con Top Five, che ha anche scritto e che
è diventato il più grande affare al Toronto Film Festival del 2014,
dove la Paramount Pictures ha acquistato i diritti mondiali. Rock
ha anche diretto Head of State e I Think I
Love My Wife. Ha anche vinto quattro Emmy e tre
Grammy.
Scritto da Vinterberg e
Tobias Lindholm, il film danese Un Altro
Giro vede protagonisti Mads
Mikkelsen, Thomas Bo Larsen, Magnus
Millang e Lars Ranthe nel ruolo di
quattro insegnanti di scuola superiore che conducono un esperimento
per mantenere un livello costante di ebbrezza durante la loro
giornata lavorativa. Irrequieti e annoiati, agiscono in base alla
teoria secondo cui un certo livello di alcol aumenta la creatività
e la felicità. Michael Hampton di Appian Way
supervisionerà il progetto.
É da mesi ormai
che si parla di un nuovo reboot di
Ghostbusters che dovrebbe vedere
protagonisti Chris Pratt e Channing
Tatum, con i Fratelli Russo (Captain
America The Winter Soldier) in cabina di regia.
Proprio di recente, lo sceneggiatore
di tale presunto film, Drew Pearce (Iron Man,
Mission Impossible: Rogue Nation), ha gettato nuova luce sul
progetto, rivelando che il reboot al maschile è effettivamente in
cantiere, ma che non ci sarebbe ancora nessuna sceneggiatura pronta
e che la presenza nel cast delle due star hollywoodiane sopracitate
sarebbe ancora incerta.
Lo stesso Chris
Pratt, infatti, avrebbe dichiarato in una recente
intervista di non sapere assolutamente nulla della cosa:
“Nessuno me ne ha mai parlato. Mai. Ho incontrato Channing solo
un paio di volte. Per quanto ne so, sono tutte c*****e.”
Adesso, è stato proprio il papà
degli Acchiappafantasmi, ossia Ivan Reitman, a
prendere parola e a chiarire in merito alla situazione del
franchise, negando l’esistenza dell’ormai chiacchieratissimo reboot
al maschile:
“C’è stata molta eccitazione
nell’ultimo periodo riguardo a Ghostbusters e al futuro del
franchise – ha detto Reitman – Da produttore del nuovo
reboot tutto al femminile di Paul Feig mi sento in dove di chiarire
la situazione. Ci sarà un solo nuovo film sui Ghostbusters e sarà
quello di Paul. Il resto sono soltanto voci.”
É innegabile che la situazione sia
alquanto confusa al momento. Voi cosa ne pensate? Vi terremo
aggiornati su tutti i dettagli.
Ghostbusters
3 è diretto da Paul Feig, regista
che negli Stati Uniti ha riscosso grande successo di pubblico
grazie al suo film tutto al femminile Le Amiche della
Sposa, dove era già presente l’attrice comica
americana Melissa McCarthy, protagonista negli
ultimi anni di diverse nuove commedie tra cui Corpi da
Reato con Sandra Bullock e
Io sono tu con Jason
Bateman.
Kristen Wiig (Le
Amiche della Sposa, Walter Mitty), Melissa
McCarthy (Corpi da Reato, Tammy), Leslie
Jones (Saturday Night Live, Top Five) e Kate
McKinnon (Saturday Night Live, Life Partners) saranno le
quattro protagoniste del film.
Nel realizzare il remake del film
del 1984 di Ivan Reitman, Feig ha dichiarato di
voler adottare un tono spaventoso e allo stesso tempo comico, che
però non abbia nessuna soluzione di continuità con il sequel del
film del 1989, nè con la serie animata The Real Ghostbusters
A completare il cast la presenza
maschile di Chris Hemsworth. Il film uscirà al
cinema il 22 luglio 2016 negli Stati Uniti.
È disponibile il Trailer
Ufficiale di Un
altro Ferragosto, il nuovo film di Paolo
Virzì, prodotto da Lotus Production, una
società Leone Film Group con Rai
Cinema, in associazione con
Tenderstories, e distribuito da 01
Distribution, al cinema dal 7 marzo.
Seguito dell’acclamato
Ferie d’Agosto del 1996, film cult che valse a
Paolo Virzì il David di Donatello come Miglior Film, Un
altro Ferragosto vede il ritorno a Ventotene delle due
famiglie di villeggianti, i Molino e i Mazzalupi.
E che vede tra gli altri
interpreti: Gigio Alberti, Claudia Della Seta, Lorenzo
Fantastichini, Liliana Fiorelli, Raffaella Lebboroni, Milena
Mancini, Maria Laura Rondanini, Ema Stokholma, Lele Vannoli, Silvio
Vannucci.
Gli attori di “Ferie d’Agosto” durante le riprese del nuovo film
di Virzì, hanno fatto un tuffo nel passato, per raccontare
quell’esperienza speciale, fatta di risate e serate in compagnia. I
loro ricordi sono stati racchiusi in un video.
La trama di Un altro
Ferragosto
In una sera d’agosto del 1996,
nella casa di Ventotene dove il giornalista Sandro Molino
trascorreva le vacanze, la sua compagna Cecilia gli rivelò di
essere incinta. Oggi Altiero Molino è un ventiseienne imprenditore
digitale e torna a Ventotene col marito fotomodello per radunare i
vecchi amici intorno al padre malandato e regalargli un’ultima
vacanza. Non si aspettava di trovare l’isola in fermento per il
matrimonio di Sabry Mazzalupi col suo fidanzato Cesare: la
ragazzina goffa figlia del bottegaio romano Ruggero, è diventata
una celebrità del web e le sue nozze sono un evento mondano che
attira i media e anche misteriosi emissari del nuovo potere
politico. Due tribù di villeggianti, due Italie apparentemente
inconciliabili, destinate ad incontrarsi di nuovo a Ferragosto, per
una sfida stavolta definitiva.