Basilicata coast to
coast, opera prima da regista per l’attore
Rocco Papaleo, lucano di nascita e romano di adozione
con questa pellicola che omaggia la regione Basilicata.
La trama di Basilicata
coast to coast è piuttosto lineare, il gruppo
musicale “Le pale eoliche” decide di partecipare al festival
“Scanzonissima 2009” in quel di Scansano Jonico, i
quattro membri decidono quindi di partire undici giorni prima
da Maratea sulla costa tirrenica e raggiungere la località del
festival a piedi sulla costa jonica, da qui quindi il titolo del
film, inoltre un giornaletto locale cattolico decide di seguire la
loro avventura con una telecamera per farne un documentario.
Basilicata coast to
coast
Rocco Papaleo è un professore di matematica
che ha rinunciato alla carriera da preside per restare vicino alla
sua classe, in fondo un po’ bambino che cerca con il viaggio di
scrollarsi dalle responsabilità della vita matrimoniale
(inequivocabile la moglie che cerca di portarlo a cena dai
suoceri).
Alessandro Gassman è il personaggio più in
parte della pellicola, una star televisiva di provincia in
decadenza da un paio di anni in cerca di riscatto sui media
nazionali, da lui verranno gli spunti più piacevoli della
pellicola. Max Gazzè è l’amico d’infanzia di
Rocco Papaleo diventato muto a seguito di una
delusione d’amore, avrà modo in seguito di riscoprire (forse) nuove
pulsioni sentimentali. Paolo Briguglia è il
giovane timido e impacciato che piace tanto alle ragazze ma che non
riesce a scrollarsi di dosso una brutta delusione sentimentale che
si porta dietro da molti anni.
Basilicata coast to
coast scorre liscia tra alcune gag ben riuscite e
alcuni momenti vuoti un po’ dettati dal personaggio della
Mezzogiorno forse non propriamente caratterizzato
a dovere, una giornalista infelice senza obiettivi nella vita e
senza speranze che seguirà la band con la telecamera. Il
viaggio è un pretesto sia per omaggiare la lucania che tra l’altro
è tra i finanziatori del film sia per porre i soliti quesiti
esistenziali ai protagonisti, tra chi ritrova se stesso e chi forse
trova una delusione.
La pellicola quindi giunge alla
fine senza particolari sussulti ma senza neanche grossi buchi
nell’acqua, anzi considerandola per quello che è, cioè un’opera
prima e che è molto riuscita l’unione tra le belle immagine
paesaggistiche e la musica di Max Gazzè c’è da sperare che tutti
gli esordi italiani siano come questo che almeno è un onesto road
movie anche piuttosto originale e scanzonato.