
ATTENZIONE: Questo articolo contiene spoiler del film Doctor Strange nel Multiverso della Follia
La firma che si nasconde dietro all’ultimo film Marvel è quella di un grande regista di film horror e d’azione. Sam Raimi ha diretto lungometraggi come La Casa, The Gift per non parlare della nota trilogia di Spider-Man degli inizi degli anni Duemila. Attore, sceneggiatore e regista da più di quarant’anni, Sam Raimi ha sviluppato nel corso del tempo un proprio stile cinematografico riconoscibile al pubblico e tutt’altro che banale. Vediamo in che modo Raimi ha coniugato la sua firma con il mondo MCU in Doctor Strange nel Multiverso della Follia.
Splatstick
Un elemento tipico dei film
di Sam Raimi è la presenza di sequenze slapstick.
Il termine, legato al cinema delle origini, indica la strana
combinazione di scene di violenza e di umorismo. Come burattini, i
personaggi vengono sbattuti e colpiti ripetutamente, senza farsi
mai realmente troppo male.
Anche a Doctor Strange nel Multiverso della Follia viene dato un tono slapstick. In particolare, questo aspetto è visibile nella scena in cui Wanda annienta gli Illuminati o nella sequenza finale, in cui Strange prende possesso del corpo di una sua variante quasi decomposta, o ancora nell’epilogo, quando vediamo il terzo occhio comparire sulla fronte di Stephen.
Movimenti di macchina frenetici
Fin dal suo primo
lungometraggio La Casa (1981), Sam Raimi
si è distinto per i frenetici movimenti di macchina inseriti nei
suoi film. Il modo in cui ha inseguito con
una steadycam artigianale Bruce
Campbell in azione nel film ha fatto la storia.
I movimenti di macchina spericolati, i colpi di frusta, i carrelli e gli zoom sono presenti anche in Doctor Strange nel Multiverso della Follia. Spesso il mondo MCU è stato accusato di essere troppo statico nelle riprese e di eccedere con l’uso del green screen, ma non è questo il caso del film diretto da Sam Raimi!
Il senso dell’umorismo in Doctor Strange nel Multiverso della Follia
Oltre all’aspetto
slapstick, un altro modo in cui viene inserito l’aspetto
comico nei film di Sam Raimi è abbinandolo alle
scene horror. Il macabro immaginario del cinema dell’orrore viene
combinato con battute in grado di alleggerire la tensione.
Doctor Strange nel Multiverso della Follia è pieno di gag di questo tipo. Dal litigio di Stephen con un venditore ambulante, alle battute sulla ”forchetta” in testa a Freccia Nera, fino al cadavere malconcio della scena finale, Raimi prende l’horror e se ne fa beffa per tutto il film.
Il temibile MacGuffin presente in Doctor Strange 2
Quasi tutti i film
dell’MCU
hanno un MacGuffin, un oggetto che riesce a mobilitare
l’azione. Ad esempio, in
Infinity War Thanos ha viaggiato per
l’universo collezionandone addirittura sei. Tuttavia,
Doctor Strange nel Multiverso della Follia
potrebbe contenere il MacGuffin più spaventoso mai visto
nel franchise fino ad oggi: il Darkhold.
Questo libro di incantesimi malvagi è una elemento base dell’Universo Marvel, ma rimanda anche al Necronomicon presente nei film di Raimi La casa e La casa 2. Non solo l’MCU quindi, ma anche Sam Raimi è amante dei MacGuffin: oltre a quelli citati, non dimentichiamo anche il bottone maledetto in Drag Me to Hell.
“Angoli olandesi” anche in Doctor Strange nel Multiverso della Follia
In Doctor Strange
nel Multiverso della Follia Raimi include
originali angoli di ripresa. Uno particolarmente interessante è
l’angolo olandese. L’angolo olandese o piano olandese è una tecnica
introdotta agli inizi del Novecento dal cinema espressionista
tedesco che viene usata per esprimere tensione, disagio, squilibri
mentali.
Come anche in altri film, Raimi utilizza gli angoli olandesi per creare un senso di terrore attorno a Scarlet, rendendola ancora più minacciosa e inarrestabile quando si avvicina alle sue prede.
Le musiche di Danny Elfman
Danny
Elfman è il compositore che ha realizzato la colonna
sonora per la maggior parte dei film di
Raimi. I due hanno iniziato a lavorare insieme
ai tempi de La casa. Si sono divisi dopo Spider-Man
3, ma si sono poi riuniti nel 2013 per Il grande e potente
Oz ed infine in Doctor Strange nel Multiverso
della follia.
La partitura musicale realizzata da Elfman per Doctor Strange 2 potrebbe essere la più memorabile e quella meglio realizzata per un film MCU fino ad oggi. C’è poco da dire: i suoni penetranti abbinati alle scene più temibili, i cambi d’intensità sonora che corrispondono alle svolte mentali dei personaggi sono davvero coinvolgenti.
Le allucinazioni demoniache
A Raimi
piace tormentare i suoi personaggi con strazianti allucinazioni
mosse da forze demoniache. Queste scene orripilanti sono presenti
nei successi horror di Raimi, come Drag Me to
Hell e i film de La Casa, ma tornano anche in
Doctor Strange nel Multiverso della Follia.
Ad esempio, sequenze allucinogene sono visibili quando Strange sogna all’inizio del film e viene catapultato in un mondo oscuro fatto da demoni. O ancora, quando Wanda diventa uno zombie e, ipnotizzata, fa strage di eroi.
Il punto di vista del cattivo
Ci sono registi che
suscitano terrore nello spettatore inquadrando la scena dal punto
di vista della vittima.
Sam Raimi fa l’esatto opposto, e ottiene un
risultato forse ancora pù sconcertante.
In Doctor Strange nel Multiverso della Follia, Raimi utilizza spesso il punto di vista del carnefice – quindi principalmente quello di Wanda Maximoff – mentre esso attacca Stephen o Christine.
I toni bizzarri di Doctor Strange nel Multiverso della Follia
Tutti i film di
Raimi hanno una tonalità bizzarra che il pubblico
o ama o odia. Il regista ama generare disagio giustapponendo
immagini inquietanti con un senso dello humour stravagante.
Con Doctor Strange 2 viene messa in scena una nuova versione del surrealismo di Raimi e la pellicola permette al regista di esplorare decine di universi paralleli (tra cui un universo in cui tutti sono fatti di vernice).
Bruce Campbell
In Doctor Strange
nel Multiverso della Follia non poteva mancare
Bruce Campbell. Da quando ha interpretato il ruolo
di Ash Williams nel film di debutto di
Raimi, Bruce Campbell ha avuto un
piccolo ruolo in quasi tutti i lavori del regista. Ha infatti
vestito i panni di tre personaggi diversi nella trilogia di
Spider-Man.
Nel film, lo vediamo una prima volta in una realtà alternativa del Multiverso: qui Campbell interpreta un venditore ambulante di snack alla pizza che accusa lo Stregone di aver rubato il mantello di un supereroe morto. Come penitenza, Strange lo maledice, costringendo il personaggio ad auto-pugnalarsi per tre settimane. Nuovamente, nella scena post-titoli di coda, Campbell torna: finalmente la maledizione si è conclusa e può esultare “È finita!”.