Alta fedeltà – musica pop e amore, il binomio perfetto per un cult

alta fedeltà

Alta fedeltà è un film del 2000 diretto da Stephen Frears Rischiose abitudini, The Queen, Philomena tratto dall’omonimo romanzo di Nick Hornby (High Fidelity 1995). Ottenne solo una candidatura ai Golden Globe, ma nel tempo è diventato un cult. La pellicola restituisce una vivida fotografia della generazione a cavallo del nuovo millennio e in particolare di quei giovani per cui la musica è un vero e proprio punto di riferimento esistenziale. Alta fedeltà è quel film in cui tutti gli “snob” della musica pop-rock si riconoscono. Quelli che hanno gusti ben definiti, spesso particolari e guardano gli altri dall’alto in basso, che hanno trascorso lunghe ore in negozi di dischi come quello gestito dal protagonista, che almeno una volta nella vita hanno fatto una compilation per qualcuno. Molti brani non originali tra cui Dry the rain della Beta Band, Lo Boob Oscillator degli Stereolab, Oh! Sweet Nuthin e Who loves the sun dei Velvet Underground e il commento sonoro di Howard Shore. Ma in Alta fedeltà la musica non è solo colonna sonora, è una compagna irrinunciabile, uno stile di vita.

 

I protagonisti, Rob Gordon (John Cusack), Barry (Jack Black) e Dick (Todd Louiso), passano le loro giornate all’interno del Championship Vinyl, negozio di dischi di Chicago gestito da Rob, che ha anche una travagliata vita sentimentale. Laura  (Iben Hjejle) lo ha lasciato. Intraprende così un viaggio esistenziale a ritroso. Ricontatta le donne che lo hanno abbandonato infliggendogli le delusioni più cocenti – come Charlie Nicolson (Catherine Zeta Johns) – per cercare di capire i motivi di questi abbandoni e magari grazie a questo, riconquistare Laura. Non mancano nuovi incontri, come quello con l’affascinante cantante Marie DeSalle (Lisa Bonet). Ecco il binomio vincente alla base del successo del libro e poi del film Alta fedeltà: amore e musica in una commedia leggera e divertente.

John Cusack e gli altri

John Cusack – Rischiose abitudini, Essere John Malkovich, Serendipity – dimostra tutto il suo talento nell’interpretare, non senza un efficace disincanto, il ragazzo della porta accanto, il classico Peter Pan che però si evolve, fino a fare autocritica e cercare di migliorarsi. Con lui un ottimo cast. Il Barry di Jack Black è il perfetto contraltare di Rob e la sua energia esplosiva dà davvero una marcia in più al film in termini di vivacità, opposta alla schiva timidezza di Dick. Presenti anche Tim Robbins e Bruce Springsteen, che interpreta sé stesso in un cameo. Stepthen Frears li dirige con mano sicura, ma lasciando a ciascuno spazi in cui dare libero sfogo al proprio talento.

La filosofia delle top 5 in Alta fedeltà

Ad ogni momento della vita di Rob è legato un brano, un gruppo e il protagonista ama elaborare in maniera del tutto estemporanea delle top 5 che raggruppano brani secondo i criteri più disparati. Se musica e vita sono la stessa cosa, anche quest’ultima è disseminata di top 5 che riuniscono le cose, le persone, i momenti più significativi. Così le top 5 diventano un fil rouge che percorre tutto il film, quasi una filosofia di vita. Ciascuno può riconoscersi nelle top 5 di Rob e dei suoi amici, o criticarle aspramente e, naturalmente, crearne di proprie e personalissime.

Alta fedeltà secondo John Cusack e Nick Hornby

Il film è un inno al potere evocativo della musica. Essa riesce infatti a riportare in un attimo la mente a un dato luogo e a un dato momento, a catalizzare le energie positive, o a far sprofondare definitivamente nello sconforto. John Cusack ,sceneggiatore assieme a D. V. De Vincentis, Steve Pink e Scott Rosenberg, a proposito ha affermato: “Se ho bisogno di entrare in un determinato stato mentale, so che ci sono canzoni che posso inserire, che sono il carburante che può portarmi dritto dove voglio arrivare. […] La natura autobiografica della musica è qualcosa che nel libro cattura molto e che noi, a nostra volta, abbiamo cercato di catturare”.

Ecco come proprio l’autore del libro, Nick Hornby si è espresso sulla trasposizione del suo romanzo: “Alta fedeltà è un libro che si svolge nella mente di un ragazzo, all’interno di un negozio di dischi. Non lo definirei cinematico”. “Non è stato scritto pensando di farne un film”. E tuttavia, Hornby si è detto in generale soddisfatto dei film tratti dai suoi libri: “Sono sempre soddisfatto, perché accetto che ci debba essere qualcosa di diverso per coinvolgere le persone. Penso che se non ti aspetti che il film sia una fotocopia del libro, allora va bene. Io sono stato fortunato: ho incontrato bravi attori e bravi registi”.

L’incipit di Alta fedeltà

Il monologo iniziale del film sul legame tra musica e sofferenza, pronunciato da uno sconsolato Rob, racchiude lo spirito dell’intera pellicola e ne rivela la chiave disincantata e ironica.

Alta fedeltà compie 20 anni e diventa una serie tv

Ha debuttato il 14 febbraio 2020 negli Usa la serie televisiva in 10 episodi High Fidelity, ispirata proprio al romanzo di Hornby e al film di Stephen Frears. Prodotta da Disney e distribuita dalla piattaforma HULU, la serie ha per protagonista Zoë Kravitz, che raccoglie il testimone della madre Lisa Bonet – Marie DeSalle nel film del 2000. Zoë, nata dall’unione con il cantante Lenny Kravitz, sembra una buona candidata a interpretare l’autentico spirito rock nel ruolo della giovane proprietaria del Championship Vinyl, affiancata dagli amici Cherise (Da’Vine Joy Randolph) e Simon (David Holmes). Protagonista è dunque una donna, che però mantiene il nome di Rob. Chissà se questo prodotto rivolto ai più giovani riuscirà a coinvolgerli come fece il film con i ragazzi della generazione X.

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