Non dire niente: la storia vera dietro alla serie Disney+

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Disponibile dal 14 novembre su Disney+, Non dire niente è la nuova serie basata sul libro di Patrick Radden Keefe, prodotta da FX e che racconta la storia della scomparsa di Jean McConville.

Composta da nove episodi e basta su un fatto reale, la serie Non dire niente si apre con la scioccante scomparsa di Jean McConville, una madre single di dieci figli rapita da casa nel 1972 e mai più vista viva, e si sviluppa lungo i quattro decenni successivi al fatto.

Si tratta di una delle “sparizioni” più note dei Troubles, il conflitto nordirlandese. Il luogo in cui si trovava il corpo di Jean McConville è rimasto sconosciuto fino a 30 anni dopo la sua sparizione.

Chi era Jean McConville di Non dire Niente?

Jean McConville era una madre vedova di 37 anni con dieci figli che viveva negli appartamenti Divis nella zona ovest di Belfast. Originariamente protestante di Belfast est, si convertì al cattolicesimo dopo aver sposato Arthur McConville, ma lui morì di cancro poco dopo essersi trasferiti nella loro casa.

Cosa le è successo?

Nel dicembre 1972, Jean fu portata via da casa e non fu mai più vista. I suoi figli ricordano di averla sentita urlare mentre veniva gettata nel retro di un furgone da un certo numero di uomini e donne. Dopo essere stata rapita, si ritiene che sia stata trattenuta in diversi luoghi prima di essere uccisa.

All’epoca, si era ipotizzato che fosse stata presa perché era stata vista aiutare un soldato britannico, mentre altri sostenevano che fosse un’informatrice. Le affermazioni furono poi respinte in un’indagine del difensore civico della polizia.

Chi è il responsabile?

L’IRA inizialmente negò qualsiasi coinvolgimento nella sua scomparsa fino al 1999, quando fu istituita la Commissione indipendente per la localizzazione dei resti delle vittime. Ha così ammesso di aver ucciso e seppellito segretamente nove degli “scomparsi“, tra cui Jean McConville. Il suo corpo è stato infine trovato su una spiaggia nella contea di Louth nel 2003 e la polizia irlandese ha confermato che era morta per una ferita da arma da fuoco alla testa.

L’IRA in seguito si è scusata per il dolore causato alle famiglie degli “scomparsi”. Nessuno è stato condannato per l’omicidio di Jean McConville: nel 2019, il repubblicano Ivor Bell è stato scagionato dall’accusa di aver sollecitato il suo omicidio.

Non dire Niente – Cortesia Disney

Gli “scomparsi” durante i Troubles

Tra le infinite sofferenze che i Troubles hanno inflitto ai civili, poche delle sue depravazioni continuano a riecheggiare nel presente come il fenomeno degli “scomparsi”.

I registri ufficiali mostrano che la pratica della “scomparsa” durante gli anni ’70 e i primi anni ’80 è stata portata avanti da paramilitari repubblicani. Si ritiene che tutti tranne uno siano stati perpetrati dall’IRA. I bersagli di questa particolare forma di brutalità, che ha visto le vittime rapite, assassinate e sepolte segretamente, erano tutti cattolici e, con la tragica eccezione di Jean McConville, tutti uomini.

Non dire niente, la serie FX

Non Dire Niente esplora i limiti fino a cui alcune persone sono disposte a spingersi in nome delle proprie convinzioni, il modo in cui una società profondamente divisa può improvvisamente esplodere in un conflitto armato, l’ombra lunga della violenza radicale per tutte le persone colpite e i costi emotivi e psicologici dell’omertà.

Il cast della serie include Lola Petticrew (Dolours Price) e Hazel Doupe (Marian Price), due giovani donne diventate potenti simboli della politica radicale, Anthony Boyle (Brendan Hughes), un carismatico ma conflittuale stratega militare ,e Josh Finan (Gerry Adams), leader politico che avrebbe poi negoziato la pace e che ha sempre negato il suo coinvolgimento con l’IRA. Maxine Peake interpreta Dolours Price da anziana.

Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
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