Hanno ucciso l’Uomo Ragno: la recensione del primo episodio della serie Sky

L'ultima fatica di Sydney Sibilia arriva sul piccolo schermo dall'11 ottobre

-

Hanno ucciso l’Uomo Ragno è pronta a debuttare. La serie Sky Original, ispirata alla storia degli 883, arriverà infatti sul piccolo schermo a partire da venerdì 11 ottobre.

 

Creata e diretta da Sydney Sibilia, il regista della trilogia di Smetto quando voglio, la serie ripercorre le origini di uno dei gruppi musicali più amati d’Italia, portandoci direttamente in quell’epoca di passaggio a cavallo tra la fine degli anni ’80 e l’inizio del decennio successivo. Prodotta dallo stesso Sibilia in compagnia del fedele Matteo Rovere, la serie racconta la storia di Max Pezzali e Mauro Repetto, due giovani pieni di talento, che lottano per affermarsi nel mondo della musica.

- Pubblicità -
 
 

Ad interpretare i 2 ragazzi sono Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli. Per un cast per lo più composto da giovani interpreti (tra i quali anche il giovane stand-up comedian Davide Calgaro), chiamati a rievocare i sogni di un’intera generazione.

Hanno ucciso l'uomo ragno Matteo Oscar Giuggioli è Mauro
Hanno ucciso l’uomo ragno Matteo Oscar Giuggioli è Mauro -Cortesia di Sky – ©LUCIAIUORIO

La trama di Hanno ucciso l’Uomo Ragno

Hanno ucciso l’Uomo Ragno è un viaggio a ritroso alla scoperta dei primi anni di carriera della band italiana degli 883. Ambientata nella Pavia di fine anni ’80, la serie segue le vicende di Max, un giovane appassionato di fumetti e musica americana che, bocciato a scuola e costretto a trascorrere l’estate in città, inizia a comporre quasi per caso, per conquistare il cuore di una bella liceale di cui si è invaghito.

Le sue peripezie lo porteranno poi all’incontro con Mauro, ragazzo carismatico e pieno di energia, nonché suo nuovo compagno di banco. Incontro che trascinerà entrambi nel mondo della musica e a un progetto destinato al successo. Nel segno dell’amicizia, delle aspirazioni, ma anche delle difficoltà legate all’impatto della fama. Attraverso flashback e momenti di pura energia, che ripercorrono le tappe fondamentali degli esordi di uno dei gruppi musicali più iconici della musica italiana.

Hanno ucciso l’Uomo Ragno: crocevia

È al crocevia tra diverse strade che si posiziona l’ultima “fatica” di Sydney Sibilia; punto di incontro e dunque di sintesi di molteplici anime del piccolo e grande schermo del post 2000. Del resto, a fronte dei tentativo dello script di incasellare la sua musica nel genere punk, è lo stesso Max Pezzali di Elia Nuzzolo ad ammetterlo: una sola etichetta è riduttiva per un progetto frutto di diverse contaminazioni artistiche.

Hanno ucciso l’uomo ragno Elia Nuzzolo è Max – Cortesia di Sky – ©LUCIAIUORIO

Hanno ucciso l’uomo ragno, quantomeno nel corso della sua prima puntata, funge così da intersezione tra elementi narrativi e stilistici vari. Dal coming of age adolescenziale tipico di un certo filone statunitense, al biopic musicale tanto in voga negli ultimi anni. E nel proseguire un discorso intrapreso dallo stesso Sibilia con il Mixed by Erry del 2023, la serie si fa anche amplificatore della retromania che affolla gran parte della più recente produzione cine-televisiva. Nella cornice estiva di una Pavia desolata dove “piuttosto che rimanere, la gente muore”, il regista inizia così a raccontarci l’epopea dei futuri 883 a partire dai patemi amorosi del front-man Pezzali. E tra cuori spezzati, cassette, vinili e una piccola strizzata d’occhio alla pungente auto ironia virziniana (il rimando a Ovosodo è evidente in più di un’occasione), il racconto inizia a delinearsi e a tracciare le proprie traiettorie. Sfruttando tra l’altro la simpatica convergenza storico-geografica tra Einstein e Pezzali, per trasformare le rive del Ticino nelle testimoni di un duplice – “fondamentale” – momento di svolta.

Hanno ucciso l’Uomo Ragno: retromania canaglia

Intendiamoci, uno dei limiti più evidenti del prodotto di Sibilia, a conti fatti, risiede proprio in questa sua irrefrenabile pulsione citazionista. In questa rete (o gabbia?) di riferimenti audio e visivi che di fatto frenano le possibilità dell’autore di farsi generatore di nuove immagini e anzi sistematicamente lo riconducono a un immaginario decisamente più noto e confortevole – e dunque privo di particolari rischi o intuizioni degne di nota.

Hanno ucciso l'uomo ragno Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli sono Max e Mauro
Hanno ucciso l’uomo ragno Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli sono Max e Mauro – Cortesia di Sky – @katiazavaglia

Tuttavia, anche e soprattutto nell’ottica del grande contenitore sky di cui la serie tv del regista porta il marchio – senza alcun dubbio emblema di una necessaria rimodulazione dello sguardo richiesta a un cineasta finora essenzialmente cinematografico – sarebbe altrettanto disonesto non sottolineare che Hanno ucciso l’uomo ragno funziona proprio grazie alla carica di leggerezza e nostalgia con cui affronta il materiale narrativo. Per le sue ingenuità, il “disimpegno”, per il suo immancabile voice over. Per la sua natura di modesta, ma altresì preziosa capsula della memoria per la quale, forse anche in virtù della messa in scena talvolta goffa o grossolana, è davvero impossibile non provare almeno un po’ di affetto. Con buona pace di soloni, teorizzatori e varie ed eventuali pretese di grandezza che, almeno in questo primo episodio, la serie di Sibilia sembra felice, se non addirittura ansiosa, di disattendere.

Hanno ucciso l'uomo ragno
3

Sommario

Un crocevia di ispirazioni differenti che mescola coming of age, biopic musicale, commedia all’italiana e pulsioni retromaniache. Un prodotto talvolta grossolano e più che altro nostalgico a cui è però davvero difficile non volere almeno un po’ di bene.

Dario Boldini
Dario Boldini
Laureato in Lettere Moderne all'Università Statale di Milano, ha collaborato con l'Associazione Culturale Lo Sbuffo a partire dal 2019, scrivendo articoli e approfondimenti sul mondo dello spettacolo. Ha poi frequentato la specializzazione in Critica cinematografica presso la rivista e scuola di cinema di Sentieri Selvaggi di Roma, con la quale collabora dal 2022. Appassionato di cinema e serie tv, collabora con Cinefilos dal 2023. A partire dal 2022 ha partecipato a diversi festival cinematografici su territorio nazionale, tra cui quelli di Venezia, Roma, Torino, Bergamo e Trieste.

ALTRE STORIE